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venerdì 6 marzo 2020
Franco Astengo: referendum
REFERENDUM di Franco Astengo
Lo slittamento nella data di svolgimento del referendum confermativo sulla riduzione del numero dei Parlamentari va accolto favorevolmente ma non deve significare una sosta nel sollevare presso l’opinione pubblica il tema della qualità della nostra democrazia repubblicana.
Non è stata ancora indicata una nuova data e ci troviamo dentro ad una fase molto complicata della nostra vita nazionale (in un quadro internazionale drammatico): ciò nonostante è necessario non considerare secondari i temi di difesa e di rilancio della Costituzione e dell’insieme di relazioni istituzionali che la nostra Carta fondamentale prevede.
La nostra democrazia, già in forte difficoltà su diversi versanti, soffrirebbe ulteriormente dalla riduzione di spazi democratici che si verificherebbe con la riduzione del numero dei componenti di Camera e Senato.
E’ il caso di riflettere anche sugli argomenti da portare al dibattito in favore del “NO”: abbiamo affrontato fin qui i temi della rappresentanza politica e territoriale e quello del rapporto (anche numerico) tra elettorato e sedi elettive.
E’ necessario ricordare anche, e con grande forza, che un Parlamento ulteriormente indebolito nella sua capacità di rappresentanza politica e territoriale sarebbe ancor più facilmente scavalcato di quanto già non stia avvenendo da tempo, dall’esecutivo.
Ciò si rifletterebbe sull’insieme dell’azione legislativa che sarebbe sempre più attuata attraverso il meccanismo dei decreti, in un quadro davvero preoccupante di fragilità sempre più evidente per l’insieme del nostro sistema politico.
Il tema della rappresentanza politica va collegato, inoltre, a quello della legge elettorale: ricordato che almeno a partire dalle elezioni del 1994 elettrici ed elettori hanno avuto scarse o nulle possibilità di scelta dei propri rappresentanti e che la Corte Costituzionale ha già bocciato due leggi elettorali (l’una allora vigente e l’altra approvata ma mai entrata in funzione) è il caso di sostenere al meglio un’idea di formula proporzionale che rimane quella che meglio si allinea all’impianto costituzionale, che pure non prevede le leggi elettorali nel proprio articolato.
Circa la data di svolgimento della competizione elettorale l’impegno del Comitato per la Democrazia Costituzionale e degli altri soggetti impegnati per il “NO” dovrebbe essere rivolto a evitare lo svolgimento del referendum in contemporanea con una delle tornate previste per le elezioni regionali: trattandosi di turni sfalsati tra loro ne deriverebbe una evidente stortura sia nella partecipazione sia nelle espressioni di voto, in un intreccio che sicuramente renderebbe il voto meno libero.
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