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giovedì 31 luglio 2014
Ida Dominijanni: L'acqua inquinata di Matteo Renzi
http://www.huffingtonpost.it/ida-dominijanni/lacqua-inquinata-di-matte_b_563
3597.html
Ida Dominijanni
L'acqua inquinata di Matteo Renzi
Pubblicato: 30/07/2014 15:50
Non so se valga la pena di tentare il gioco che sto per tentare, cioè
un'analisi testuale del post emesso ieri sera da Matteo Renzi su Facebook
. Non lo so davvero, perché il linguaggio del
Presidente del Consiglio è del tutto estraneo a qualsivoglia grammatica e
sintassi della razionalità politica. Non che sia la prima volta: anche in
questo il maestro è sempre lui, Berlusconi. Appunto da lui, Berlusconi,
abbiamo capito che usare la razionalità contro i giochi di prestigio è quasi
sempre inutile. Ci provo lo stesso, frase per frase
.
"Gli italiani ci hanno chiesto di cambiare un sistema politico che non
funziona più". Non è vero. "Gli italiani" a Matteo Renzi non hanno chiesto
proprio niente. È stato Matteo Renzi, all'atto dell'insediamento del suo
governo, a presentarsi al Senato promettendogli di asfaltarlo. Il Senato,
comprensibilmente e giustamente, resiste: c'è ancora qualcuno che non
aderisce entusiasticamente alla forma sadomasochista imperante nei rapporti
sociali e politici. Gli italiani, in materia di riforma del Senato, della
Costituzione e della legge elettorale non sono stati interpellati e non si
sono espressi. Hanno dato molti voti a Matteo Renzi e al suo partito alle
elezioni europee, dove questa materia non era parte del programma né
dell'agenda.
"Noi manteniamo la promessa, senza paura e senza mollare". Accidenti che
uomo, e che virile coraggio. Peccato che non siamo in una striscia di
Braccio di ferro, ma in un conflitto politico che riguarda un assetto
istituzionale e costituzionale. Ora, né le istituzioni né la Costituzione
sono a disposizione di un governo. Matteo Renzi ha già fatto una forzatura
ignobile imponendo arrogantemente una riforma costituzionale nel ruolo di
capo dell'esecutivo, invece di limitarsi a proporla più umilmente nel ruolo
di segretario del partito di maggioranza relativa. Molto male ha fatto il
Senato ad accettare questa forzatura. Peggio farebbe a subirla a testa china
e senza muovere ciglio, come il presidente del consiglio gradirebbe.
"Stiamo facendo le riforme perché la politica e i politici devono cambiare."
Bassa demagogia. Né la politica né i politici cambiano cambiando le regole.
E non si vede perché l'una e gli altri dovrebbero cambiare sol perché il
Senato diventa il dopolavoro di cento consiglieri regionali non eletti.
Matteo Renzi abbia il coraggio di dire come stanno effettivamente le cose e
i suoi desiderata: abbia il coraggio di rivendicare che vuole una sola
camera, di nominati, per poter avocare al governo l'intero processo
legislativo e decisionale. Nel combinato disposto della riforma del Senato
più l'Italicum, c'è in realtà il cambiamento della forma di governo. Gli
italiani gli hanno chiesto questo? Sono stati interpellati su questo? Sono
stati informati di questo? Finora no.
"E le sceneggiate di oggi dimostrano che alcuni senatori perdono tempo per
paura di perdere la poltrona". Lo stile fa l'uomo. E lo stile è questo:
insultare chi si oppone. Gufi, professoroni, gentaglia attaccata alla
poltrona. Matteo Renzi non può non sapere che se questo fosse il movente, la
paura di perdere la poltrona, ''alcuni senatori'' gli avrebbero già detto di
sì. Se la perdono, la poltrona, è perché gli dicono di no. Lo sanno, e ciò
nonostante gli dicono di no perché la sua riforma non li convince, e fanno
bene.
"Noi andiamo avanti e alla fine saranno i cittadini con il referendum a
giudicare chi avrà ragione e chi torto". Qualcuno ha già detto che
proclamato così, dall'alto del governo, il referendum non sarebbe un
referendum ma un plebiscito. E qualcuno ha anche già spiegato che allo stato
attuale le regole per farlo, questo plebiscito, non ci sono. Se la riforma
costituzionale passasse con la maggioranza dei due terzi, non si darebbe
luogo al referendum: questo dicono le regole vigenti. Matteo Renzi e Maria
Elena Boschi millantano un pronunciamento popolare indotto e condizionato
dall'alto, che per giunta allo stato non si può dare per garantito.
"La nostra determinazione è più forte dei loro giochetti." Vedi sopra,
Braccio di ferro/2.
"Andiamo avanti pronti a discutere con tutti ma non ci faremo mai ricattare
da nessuno." Finora il governo non è stato pronto a discutere con nessuno
che non fosse più o meno d'accordo con lui. E quando qualcuno non è
d'accordo, è il governo che lo ricatta e non viceversa (si veda la signorile
uscita di Lotti sulla fine dell'alleanza con Sel).
Già che ci sono, torno anche sull'argomento contro gli oppositori della
riforma costituzionale usato dalla ministra Boschi. La ministra ha definito
"allucinazioni'' le denunce della torsione autoritaria che ne conseguirebbe
per la democrazia italiana. Non so che idea abbia la ministra
dell'autoritarismo: forse immagina qualcosa che abbia a che fare con l'olio
di ricino e il manganello. Purtroppo in questo caso le allucinazioni sono
tutte sue. L'autoritarismo dei tempi nostri non ha bisogno di quei metodi
repressivi: gli basta configurarsi come dittatura della maggioranza. Che è
esattamente quello che il combinato disposto dell'Italicum e della riforma
costituzionale configura.
Questo combinato disposto, è evidente, non passerà mai così com'è. Del resto
Renzi, dopo avere scritto ieri il risibile post di cui sopra, apre oggi 30
luglio a modifiche della legge elettorale pur di avere il mano la bandierina
del Senato asfaltato da usare alle riffe d'agosto sull'efficienza del suo
governo. Visto? Fatto! Fatto un bel niente. Siamo solo alla prima lettura
nella prima Camera, e prima della seconda nella seconda camera molta acqua
dovrà passare sotto i ponti. Il presidente del consiglio farebbe bene a
inquinarla di meno.
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