mercoledì 9 luglio 2014

Lanfranco Turci: L'ERRORE PIU' GRAVE? FARSI TROVARE IMPREPARATI !

Lanfranco Turci L'ERRORE PIU' GRAVE? FARSI TROVARE IMPREPARATI ! La storia ci dice che non si è mai visto un saltimbanco della politica come Renzi che prima o poi non sia andato a sbattere. Può cadere prima, su un incidente gonfiato dalla sua sicumera e dalla sua arroganza, o dopo, sugli scogli di una crisi strutturale per la quale non è attrezzato nè lui nè il gruppo di seguaci che lo attornia ( come si vede anche dall'agitarsi confuso nella dimensione europea ). Il vero problema, oltre che contrastare nell'immediato i danni della sua azione,soprattutto sul terreno istituzionale, sta nel fatto che c'è il rischio che alla sua caduta ci sia solo una risposta populista e/o tendenzialmente autoritaria, risposta per la quale egli sta fertilizzando il terreno. Se in quel momento non ci sarà una sinistra capace di bloccare l'avventura e di condizionare comunque l'esito politico saranno guai seri per il nostro paese. Per questo io penso che non si devono alzare barriere artificiose a sinistra e si deve invece tentare di abbattere quelle che ci sono. Ci vuole una analisi chiara dello stato della crisi in cui ci troviamo e delle prospettive sociali drammatiche che questa crisi sta ulteriormente incubando. Ci vuole una piattaforma di proposte che si possano sostenere con la lotta politica e sociale qui e ora, orientate su una traiettoria di cambiamento radicale delle politiche economiche nazionali ed europee. Secondo una ispirazione antiliberista e socialista, nel senso forte di questo termine. NEL NOSTRO PICCOLO COME NETWORK PER IL SOCIALISMO EUROPEO PRESENTEREMO A GIORNI UN DOCUMENTO CHE HA L'AMBIZIONE DI CONTRIBUIRE A DEFINIRE QUESTE POLITICHE. Lo discuteremo con tutti quelli che saranno interessati: Sinistra PD, Sel, comitati Tsipras, associazioni e gruppi di cultura politica socialista e liberaldemocratica. Cercheremo di discuterne anche con i Sindacati e i vari movimenti di lotta organizzati. Non serve muoversi dalla ipotesi di nuovi partiti. Intanto si salvaguardino quelli che ci sono a cominciare da Sel , chiedendo loro di impegnarsi su obiettivi concreti di lotta piuttosto che nuove operazioni costituenti sotto la guida di leader improbabili e improvvisati. Soprattutto si creino comitati unitari per obiettivi specifici in sede locale e nazionale. Sicuramente uno di questi è il Referendum contro l'austerità cui abbiamo già aderito in tanti. L'altro urgente è il contrasto alla legge elettorale dell'Italicum. Credo si dovrebbe anche cominciare a mettere a fuoco il tema del Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) , prima che ci venga servito come un passo ineludibile sulla via di una globalizzazione ancor più liberista e sregolata. Finisco con una domanda: NON POTREBBE SEL, VISTO CHE HA ANCORA UN GRUPPO PARLAMENTARE IMPORTANTE, FARSI PROMOTRICE DI UNA ASSISE NAZIONALE APERTA A TUTTA LA SINISTRA, PER UN PROGRAMMA MINIMO PER IL LAVORO, CONTRO LA POVERTA'? O QUALCOSA DI SIMILE?

25 commenti:

francesco ha detto...

Non sarei così sicuro che l'andata "a sbattere" di Renzi sia da mettere
in conto come cosa certa. Non ho certezze infatti su quel che potrà
accadere in futuro, e l'uomo Renzi, oltre ad avere dalla sua il
vantaggio dell'età, mi pare abbastanza spregiudicato da poter dare prova
di non banali capacità di adattamento politico anche rispetto a
situazioni apparentemente avverse. Inoltre Lanfranco colloca questo
presunto tracollo renziano in un generico "prima o poi", ma tra quel
"prima" e quel "poi" ci può stare in mezzo di tutto.
Sul fatto che occorra però preparare la costruzione di una Sinistra
riformista credibile, e che questo percorso si debba compiere per un
verso con un lavoro paziente di tessitura politica e per un altro con
uno sforzo di studio e di analisi della realtà e di elaborazione di
risposte efficaci, io sono in vero assolutamente d'accordo. Le due cose
peraltro potrebbero, anzi dovrebbero, io credo, procedere di pari passo,
ritrovandosi su iniziative concrete. Si dovrebbe cioè pensare a delle
campagne politiche che siano ovviamente ispirate ai principi guida
dell'essere di Sinistra (e cioè ai valori cardine di libertà ed
eguaglianza) ma che soprattutto scaturiscano da approfondimenti
analitici seri (che permettano di svisceriare in modo articolato e
compiuto, ma anche comprensibile a tutti, tutte le implicazioni dei
diversi problemi), e che nel contempo costituiscano però anche
l'occasione per la creazione di una consuetudine di rapporti politici e
di relazioni che si consolidino e si cristallizzino via via proprio
attorno alla condivisione di battaglie comuni, andando in questo modo al
di la' di steccati vecchi e nuovi.
Un lavoro paziente e faticoso insomma (a long long way to Tipperary),
ma che credo debba essere necessariamente intrapreso, se vogliamo dare
sostanza a quell'idea di un Socialismo per il XXI secolo di cui spesso
ci piace parlare.
Un saluto,
Francesco Somaini.

maurizio ha detto...

Sono completamente d' accordo con Turci! Partiamo dal programma minimo per il lavoro contro la povertà.

lorenzo ha detto...

Caro Turci, nel tuo intervento vengono assunte come verità rivelate, le seguenti: 1.Che Renzi sia un saltimbanco della politica. 2. Che prima o poi andrà a sbattere. 3. Che ciò possa succedere, prima, per la sua sicumera e arroganza. 4. Che possa succedere, dopo, sugli scogli di una crisi strutturale. 5. Che lui e la sua banda non siano preparati ad affrontarla. 6. Che ci sia il rischio che alla sua caduta ci sia solo una risposta populista e/o tendenzialmente autoritaria. 7. Che in quel momento non ci sia una sinistra capace di bloccare l'avventura, e di condizionare comunque l'esito politico. Ecco, mi sembrano tante, queste assunzioni/asserzioni. Magari non tutti sono d’accordo. Cordialmente, Lorenzo Borla


mario ha detto...

Caro Borla, se tutti fossimo d'accordo sull'infallibilità e sul potere taumaturgico di Renzi credo non saremmo qui a discutere su questa mailing-list ma ben intruppati a dire "signorsì" e "non capisco ma mi adeguo" in qualche circolo PD......per quanto mi riguarda concordo pienamente con Turci e per di più credo sia stato fin troppo moderato e temperato nelle sue osservazioni/constatazioni sull'operato e sui prevedibilissimi esiti del "premier".
L'Italia non è il paese delle sorprese.......poi c'è chi vuole illudersi, ma quella è un'altra storia.
Saluti.
Mario Francese

luigi ha detto...

Logica lapalissiana ... caro Borla, personalmente però, fossi anche
in minoranza al 0,2% (uno Turci l'altro io) la penserei così.
Certo Sembra che tu non abbia seguito il percorso di vita di Turci e
i convegni e i dibattiti che in questi anni abbiamo fatto. Non si
tratta di verità rivelate ma sintesi di lunghe riflessioni collettive
fatte in varie occasioni di incontro.
Stai comunque sereno siete una schiacciante maggioranza che pensa il
contrario, cioè tutto il bene possibile di Renzi. Ma con quali
criteri per giustificarli ho dubbi che siano quelli giusti. Secondo
il mio criterio fondamentale, la Costituzione italiana, Renzi,
affermo che la tradisce, anche Napolitano. Porto sempre bibliografia
a supporto della mia tesi, cito: Paolo Maddalena:Il territorio bene
comune degli italiani - Donzelli, appena uscito con lapresentazioen
di Salvatore Settis. Evidentemente leggiamo libri diversi o abbiamo
lenti divergenti per leggerli.Comunque pensano come Turci, magari
senza essrsi mai confrontati direttamente: il citato Settis,
Zagrebelsky, Gallino, Revelli,che scrivono libri e motivano con
lunghi ragionamenti su dati di realtà la lora avversione al
neoliberismo imperante di cui Renzi, ecco la ragione sostanziale
della avversione nei confronti di Renzi che è riuscito a piegare il
PD al credo neoliberista, ancora una volta camuffato da "blairiana
terza via". Che ha l'arte di distogliere l'attenzione sui suoi
fallimenti e imbonisce la maggioranza silenziosa degli italiani con
controriforme icostituzionali - istituzionali, elergendo manciata di
denari a chi ne ha meno bissogno e ne prende a chi ne ha più bisogno
Sanità, assistenza, scuole, ecc.)
Siccome come penso ti sarai accorto che pur tra fisiopatologici
distinguo tra quelli che frequentano questa lista ... ebbene in
questa lista ci sono dissidenti cronici ma questi non discettano
per verità rivelate o scienza infusa ma per sofferte letture di
saggi scritti da personaggi al di sopra di ogni sospetto: il più
credibile per me Stiglitz (premio Nobel) - vedasi La globalizzazione
che funziona. Il mio problema è capire quale capacità abbia Renzi ad
avere tanti consensiTemo che per questi si metta in funzione il
meccanismo mentale dell'identificazione con il nemico che ti fa
sentire "come se fossi lui" e tanto basta per sentirsi potente, qusto
vale per la massa della maggioranza silenziosa dei cittadini che
seguono il principio di autorità per dare il proprio consenso. Ho
qualche maggiore difficoltà a capire quelli che qui "studiano" prima
di scrivere che sono comunque renziani.
Dovo ammettere che fare lo psicologo in ambito politico sia impresa
impossibile, neanche Fromm c'è riuscito..
Resta, speranza incrollabile, il confronto libero tra le diversi
opinioni. Calogero filosofo del dialogo mi insegna.
Un franco dialogante saluto socialista di sinistra.
Luigi Fasce

franco ha detto...

Non siamo al compimento del bipolarismo, anzi la situazione politica
italiana ha decisamente svoltato, nel corso degli ultimi mesi, verso una
pericolosa deriva autoritaria: possiamo così riassumere senza inoltrarci nei
dettagli e nei particolari lo stato di cose in atto.
Un solo dettaglio: l'assoluta sottovalutazione di ciò che sta accadendo in
Senato che, invece, meriterebbe la convocazione immediata di una grande
manifestazione nazionale del tipo di quella del 25 Aprile 1994 versus il
primo Governo Berlusconi. Che cosa accade ? accade che il combinato disposto
tra il nuovo sistema di elezione del senato e l'Italikum un partito da solo
potrà eleggere il Presidente della Repubblica e cambiare la costituzione,
ovviamente in senso presidenziale.
Nell'ambito europeo dopo che la Grecia è stata prescelta sul piano della
speriemntazione della creazione delle macerie sociali, l'Italia è stata
prescelta per un esperimento di deriva autoritaria (un pò come fecero i
Chicago-boys in Cile nel 1973).
Su questo ci stiamo baloccando con analisi sbagliate e colpevoli ritardi.
Franco Astengo

Giampaolo ha detto...


Se posso, vorrei ricordare come già Prodi nel 2002,commentando il NO all'EURO
della Svezia, avesse commentato che il modello socialista fosse in definitiva
un modello sorpassato, avendone risposta da Besostri, come ho letto in "fili
rossi" del 2005, che opportunamente rilevava come nelle dichiarazioni di Prodi
vi fosse un riflesso condizionato antosocialista, che associava alla caduta
del comunismo anche la scomparsa del socialismo. Questo secondo una vecchia
idea di La Pira che assegnava al cristianesimo politico, l'eredità del
comunismo. Certo che se ciò puo essere vero per i comunisti, adattabili, gia
con la famosa doppiezza togliattiana, che fa votare l'art 7 Cost., è invece
impraticabile nei confronti della natura "anarchica" dei socialisti, incapaci
probabilmente di essere squadra compatta, me certamente ben determinati a
difendere il loro concetto di società e il loro modello sociale.
Concordo quindi sul fatto che i socialisti non possono continuare a farsi
trovare impreparati.

lanfranco ha detto...

Caro Borla circondato come sono da una ampia serie di parenti ( gente comune e onesta) provenienti dal pci che quando dico loro queste cose su Renzi mi guardano con un misto di delusione e diffidenza ( e li capisco,) mi domando se per caso non sono diventato un rosicone. Ma temo di NO

lorenzo ha detto...

Caro Francese, l'intervento di Turci segue uno schema che si ripete spesso in questo blog. Prima parte (pars destruens): apprezzamenti negativi sul Pd (usando un'ampia gamma di variazioni linguistiche: non a caso lo definisci fin troppo moderato e temperato, per cui immagino che tu abbia una riserva di apprezzamenti smoderati e intemperanti che però non si possono usare dato l'attento controllo da parte di Giovanni). La sostanza di questi apprezzamenti è che il 96% dei voti espressi nelle ultime elezioni (oppure il 48% degli aventi diritto al voto) sono di destra; di cui 40% dei voti espressi sono quelli intruppati a dire "signorsì" e "non capisco ma mi adeguo" in qualche circolo del Pd. Una peculiare concezione della democrazia e della sovranità che appartiene al popolo. Resta il 4% dei voti espressi (o il 2% degli aventi diritto) dove stanno coloro che non hanno portato il cervello all'ammasso. Ovvero gli unici detentori delle verità ignorate dai più. E' certamente possibile, ma, su basi statistiche, improbabile. Tornando all'intervento di Turci, giustamente, c'è anche una pars construens: . E' l'ennesimo documento che dovrebbe, nelle intenzioni, raccogliere sotto la stessa bandiera quella sinistra che nome non ha. Che non ce l'ha, perché ne ha troppi: Sinistra PD, Sel, comitati Tsipras, associazioni e gruppi di cultura politica socialista e liberaldemocratica, sindacati e i vari movimenti di lotta organizzati, senza dimenticare il movimento operaista di Ferrando, Rifondazione, Comunisti italiani, comunisti di Rizzo e quant'altro. Il tutto sostenuto da circa un milione di voti, che non sarebbero da buttar via, se ci fosse un minimo di compattezza, unità d'intenti, azione comune. Ma non c'è. Che poi, tutti quelli che aderiscono al Partito democratico e per il momento, magari con molte riserve, sostengono Renzi, siano degli yes men venduti alla destra, mi sembra una estensione un tantino azzardata. Cordialmente. Lorenzo Borla

lorenzo ha detto...

Caro Fasce, non per mancanza di cortesia, ma non posso discutere, nella
ragione e nel torto, le tue affermazioni, perché mi ci vorrebbe un
trattato: la carne al fuoco non è quella di quattro bistecche, ma di un
bue intero. Per cui mi soffermo su un solo punto. Ti chiederei di
elencarmi le misure neoliberiste, o blairiane, finora adottate da Renzi
per favorire le multinazionali, i poteri forti, la finanza
internazionale, la globalizzazione eccetera: insomma il neoliberismo che
tu richiami costantemente e che non manca mai nei tuoi interventi.
Cordiali saluti. Lorenzo Borla

lorenzo ha detto...

Capisco un certo imbarazzo. Frequento un Circolo del Pd a San Giuliano Milanese, ex roccaforte comunista (la Sesto San Giovanni del Sud Milano). i comunisti sono diventati più renziani di quanto lo sia io, e ragiscono alle critiche a Renzi nello stesso modo. E' una realtà di cui possiamo chiederci le ragioni, ma è una realtà di fatto. E' scontato tuttavia che tu non possa tradire te stesso, per cui ti auguro ogni bene politico. Cordialmente. Lorenzo Borla

luigi ha detto...

"E' una realtà di cui possiamo chiederci le ragioni, ..."
Dipendenza dal leader - del caro leader: Lenin, Stalin ...del culto
della personalità basato sul terrore sai già ... in sostanza
meccanismo infantile arcaico di "Identificazione col nemico".
"La personalità ancora debolmente sviluppata [del bambino] risponde
al dispiacere improvviso, anziché con processi di difesa, con
l´identificazione per paura e l´introiezione di colui che minaccia o
aggredisce." vedasi Anna Freud - in "L'Io e i meccanismi di difesa".
Un po' di cultura psicoanalitica non guasta.
Un dialogante fraterno saluto socialista di sinistra.
Luigi Fasce

claudio ha detto...

che dire? i vecchi comunisti sono sempre quelli che la linea del segretario è quella giusta. Hanno avuto un po’ di sbandamento con Veltroni, palesemente un po’ scemino, e, tutto sommato anche Bersani, per quanto vecchio compagno, con sta storia del fagiano sul tetto e del giaguaro da smacchiare lasciava qualche dubbio. Renzi vince, e le canta chiare a tutti, era ora...E se mette dei giovani al posto di burocrati muffiti nei comuni non è detto che abbia torto....

paolo ha detto...

Anch’io ho incontrato talvolta il “renzismo” dei vecchi militanti (che fa insieme rabbia e simpatia) e me lo sono spiegato così (spero nessuno se ne offenda).

Mi pare che derivi direttamente dalla loro storia entro la cultura della tradizione PCI. In quell’ambiente, il PARTITO aveva sempre ragione, per definizione; aveva sempre la “linea” giusta. Perciò, la vittoria elettorale era sempre la vittoria del bene sul male; era futile chiedersi: “vincere, perché? Per quale politica, per quali obbiettivi?”. Perciò, stanno con Renzi, “perché ci fa vincere”. Che poi dopo aver vinto, mostri preoccupanti dosi di insofferenza verso la dialettica interna, i corpi intermedi, le forme di rappresentanza di una società complessa, non è tema che faccia presa. Fa vincere il PARTITO e va bene così, basta così.

Paolo Zinna

lanfranco ha detto...

L'analisi di Paolo Zinna coglie bene l'atteggiamento di tanti militanti ex PCI. Bisogna vedere quanto dura. Oggi la loro fiducia in Renzi è proporzionale alla rabbia per l'inconcludenza che attribuiscono a Bersani, D'Alema etc..

stefano ha detto...



Aspettiamo l'autunno e poi ne riparliamo.

Mediobanca sostiene che una finanziaria autunnale da 10 miliardi appare “inevitabile”. Con il Pil che cresce molto meno del previsto e la disoccupazione che cresce, il governo di Matteo Renzi non avrà altra scelta se non introdurre nuove tasse o tagli di spesa ulteriori.

Vediamo pertanto se Renzi riuscirà a ottenere una nuova politica economica in Europa.

Ma ne dubito.

giovanni ha detto...

Caro Stefano sono d'accordo con te, ma non c'è solo quello: e la copertura per gli ammortizzatori sociali, gli 80 euro ai pensionati e ai disoccupati... e così via. Ho condiviso l'articolo scritto da te e da Giorgio Ruffolo. Dobbiamo fare in modo che più informazioni possibili arrivino alla gente. Giovanni Rebechi ufficio politico Rete Socialista- Socialismo Europeo

felice ha detto...



cCondido avendo partecipato a congressi dei DS dove i compagni votavano per linee politiche opposte a quelle da loro esposte negli interventi con la giustificazione che non si può mettere in minoranza il segretario, allora era Fassino. Ma se Paolo Zinna ha ragione è una tristezza, cioè il fallimento del progetto del PD di unire i riformismi. Se l'imprinting è quello originario comunista cosa son entrati a fare gli altri? Per la DC Margherita la voglia di stare al potere anche a costo di morire socialisti?




Felice C. Besostri

sergio ha detto...

Che il Progetto veltroniano fosse ujn PD renziano mi sembra credibile, Che questo PD costringa gli ex DC a morire socialisti mi sembra un pò meno credibile, se nojn altro perchè nion lo sono nemmeno loro, che il progetto del PD fosse quelllo di unire tutti i riformisti mi sembra del tutto poco credibile, a meno di non voler giocare con le parole , un gioco attualmente e non a caso, molto di moda. .
Sergio Ferrari


alberto ha detto...

Credo che la questione sia più complessa. Come Felice ho partecipato, in veste di esponente della componente di Mussi e Salvi che si opponeva alla nascita del PD, a numerosi dibattiti. Ogni volta i compagni ti davano ragione facendoti credere di avere , se non la maggioranza, almeno un elevato numero di consensi. Poi alla fine con la dichiarazione di voto ti dicevano che comunque si sta con il segretario, e così noi siamo usciti con poco più del 3% per andare a costituire SD per il socialismo europeo. Ma quella adesione incondizionata alla propria direzione politica, se è stata una parte “critica” della storia del PCI-Pds-Ds è stata però anche una sua forza che ha impedito il dissolversi, in Italia, di un partito di sinistra di massa ( si , piaccia o no di “sinistra” se si sta al merito del panorama politico italiano). Credo che su questo bisognerebbe riflettere, perchè gli attacchi spesso solo rabbiosi nei confronti di Renzi ( aumentati dopo che Renzi ha portato il PD nel PSE, cosa che neppure Bersani aveva avuto il coraggio di fare temendo gli equilibri interni), non aiutano la crescita di una formazione politica a sinistra del PD, ma anzi producono l’effetto contrario. Mentre invece quando si vuole aprire con il PD un confronto nel merito, ma all’interno di una “alleanza competitiva” allora il dialogo e l’attenzione da parte di votanti del PD diventano più attente, costruttive e più numerose.
Un caro saluto

franco ha detto...

L'imprinting dell'arroganza del PD non è quello del PCI (dove pure l'arroganza c'era, lasciatevole dire da uno del Manifesto). L'imprinting dell'arroganza del PD è quello del potere per il potere. Il PD non è nato per unire i riformismi ma - appunto - per "sbloccare il sistema politico" cioè per il potere purchessia, e ha trovato il suo punto di saldatura in Renzi, la quintessenza di quella liogica, il vero federatore dell'arroganza. Tra l'altro nessuno ricorda che è anche il segretario del PD, ormai tutto si sovrappone e si confonde all'interno di un progetto autoritario. Serve subito l'opposizione quella politica (ma non ci sono soggetti e in giro c'è tanta paura della politica) e quella sociale. Grazie a tutti Franco Astengo

lorenzo ha detto...

Non discuto le ragioni psicoanalitiche - per mia incompetenza - ma posso
suggerire che i miei compagni di San Giuliano siano grati a Renzi per
aver regalato, a una sinistra sempre perdente, finalmente una netta
vittoria. Prevengo la inevitabile domanda: per che cosa? Questo lo
vedremo sulla base di fatti... Cordialmente. Lorenzo Borla

lorenzo ha detto...

Non so cosa fosse l’arroganza del Pci (sono sempre stato un socialista lombardiano, in assoluto dissenso con il craxismo). Ma neppure in Craxi, che detestavo politicamente, anche mettendoci le peggiori intenzioni, riuscivo a vedere solo il potere per il potere. Non so neppure che cosa sia l’arroganza del potere per il potere del Pd. Quale partito non aspira al potere? E quale è il termometro da usare per distinguere chi aspira al potere per il potere – da chi aspira al potere per altri – nobili o meno nobili - scopi? Confesso il mio forte disagio – di persona laica e razionale - nel leggere questi giudizi perentori e definitivi: cui potrebbero contrapporsi giudizi altrettanto netti che sostenessero il contrario. Mi imbarazza la genericità di questi giudizi che vivono nell’iperuranio delle idee ma lontani dal mondo dove succedono cose, lontani dalla gente che ha ben altre preoccupazioni, tanto da apprezzare i miseri 80 euro al mese distribuiti da Renzi (si dirà subito: per ragioni di potere…). Il mondo è altrove. La democrazia non è riserva di qualche intellettuale di sinistra sopravvissuto al marxismo. La democrazia appartiene al popolo che non se la passa troppo bene, di questi tempi. Chiedo: se interpellassimo cento persone per strada chiedendogli cosa ne pensano del progetto autoritario di Renzi, quale potrebbe essere la risposta? Cordialmente. Lorenzo Borla

franco ha detto...

Non è genericità la definizione di "arroganza" del potere, è la forma e la sostanza che il potere assume nell'inglobare l'idea dello sviluppo del confronto prima di tutto culturale inglobandolo in una "totalità" che può essere espressa soltanto da chi lo detiene, al di là del concreto dei mezzi utilizzati per deternerlo, delle istanze sociali cui si riferisce. Ecco l'idea che il potere non abbia altro confine che sè stessi e gli altri esistano soltanto come sfondo, come comparse. Questo sta avvenendo attraverso lo svilupparsi di "cerchi magici" (espressione meravigliosa) per successioni progressive. Quasi una visione tolemaica della politica... Un brivido...Aggiungo, per Lorenzo Borla e per tutti gli iscritti alla mailing list: è pericolossimo e colpevole affrontare i temi politici attraverso il populismo del "chiedere ai primi 100 che passano cosa ne pensano", come del resto l'adeguarsi alle maggioranze comunque queste si formino .Dirò che fatta una maggioranza è necessario pensare subito a un'opposizione, consentendo comunque una struttura politica che permetta la piena facoltà di espressione del pluralismo: esattamente il ccontrario di ciò che si sta cercando di fare adesso. Probabilmente nella notte dalla fondazione dell'Impero (1936) i primi cento passanti avrebbero risposto in un certo modo, mentre gli antifascisti stavano in galera, in esilio, al confino, nascosti da qualche parte oppure vivendo pericolosamente nelle fabbriche e nelle scuole. Pensiamo al giuramento dei professori unviersitari. Chi si oppone e vede con chiarezza la situazione enucleandone, prima di tutto, i rischi per la vita democratica sta, comunque, tutti i giorni nella realtà normale, sui treni, negli uffici e nei posti di lavoro. Populismo per populismo ci sarebbe da chiedere che cosa si pensa dell'impoverimento generale, della disoccupazione, della precarietà, del disfacimento dello stato sociale, dello spreco della finanza pubblica, della corruzione, di un un Paese dove intere zone geografiche e parti dell'economia sono in mano al malaffare, delle spartizioni, del soggiacimento ai diktat europei, all'essenza di ruolo rispetto ai grandi conflitti che agitano il mondo, all'indifferenza verso l'emigrazione dei disperati,,,Serve altro? Su tutto questo, senza affrontare minimamente il concreto si cerca di costruire un potere (oligarchico? personale?) fine a sè stesso, che ha come confine il potere stesso con il compito di insabbiare la domanda sociale ed eluderla nel mare della piaggeria dei mezzi di comunicazione di massa. Questa è la situazione italiana, nel quadro europeo e nella realtà della quotidianità vissuta. Se c'è di meglio scopriamolo assieme. Franco Astengo

luigi ha detto...

Se al tempo del fascismo si andava in giro a chiedere cosa ne pensa
la gente, il 90% avrebbe detto duce, duce, duce.
Mi meraviglio della tua affermazione di essere stato lobardiano e
avverso a Craxi, ma come mai non hai dato a Craxi lo stesso credito
che dai a Renzi senza prove dei fatti ? Craxi voleva quello che
voleva Berlusconi prima e ora Renzi.
E tu aspetti i fatti. Ma quelli già assodati non li vedi, politiche
neoliberiste.
Noi possiamo solo avere dei criteri per valutare le politiche e non
aspettarci indagini doxa sulla fiducia o meno per Renzi.
Il criterio che abbiamo è quello di Lombardi, vogliamo riforme
strutturali ... verso l'attuazione della Costituzione, economia mista
con finalità sociali (tutta la prima parte titolo terzo rapporti
economici)
Tutto il contrario le controriforme neoliberiste e il procurato
conseguente stato vegetativo della Costituzione
"Art. 1.
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei
limiti della Costituzione."
Secondo il comma dell'articolo 1 viene rispettato con le attuali
controriforme Senato e legge elettorale?
Ah, beh basta cambiare la Costituzione nel suo contrario.
Un franco dialogante saluto socialista di sinistra lombardiana.
Luigi Fasce