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martedì 8 luglio 2014
Iniziativa 21 Giugno sostiene i REFERENDUM STOP AUSTERITA’, CONTRO IL FISCAL COMPACT.
Iniziativa 21 Giugno sostiene i REFERENDUM STOP AUSTERITA’, CONTRO IL FISCAL COMPACT.
Nell’incontro romano del 21 giugno, dal quale ha preso le mosse “Iniziativa 21 Giugno” ad opera di Alleanza Lib-Lab, Critica Liberale, Iniziativa Socialista, Laboratorio Politico per la Sinistra, Network per il Socialismo Europeo, Repubblica e Progresso, Rete Socialista, Sinistra d’Azione, è stato stabilito di sostenere il Referendum “Stop Austerità”, promosso inizialmente da alcuni economisti raggruppati nel gruppo “Viaggiatori in Movimento”, e rivolto a cancellare alcuni aspetti della Legge 243 del 2012 (quella che fissa le Norme di Attuazione dell’Art.81 della Costituzione, modificato col voto del Senato, in seconda lettura, del 18 Aprile del 2012).
Per chiarezza e completezza, si riportano il vecchio ed il nuovo testo dell’Art. 81 della Costituzione:
Testo precedente:
« Le camere approvano ogni anno i bilanci ed il rendiconto consuntivo presentati dal governo. L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi. Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese. Ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte. »
Testo attuale:
« Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali. Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte. Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo. L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi. Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei principî definiti con legge costituzionale. »
I 4 quesiti referendari (che, lo ripetiamo, non riguardano l’Art.81 della Costituzione, ma la sua Legge di Attuazione), sono i seguenti:
Quesito n. 1:
«Volete voi che siano abrogati l’art. 3, comma 3, limitatamente alla parola: “almeno”, e l’art. 3, comma 5, lettera a), limitatamente alla parola: “almeno”, della legge 24 dicembre 2012, n. 243, recante “Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell’art. 81, sesto comma, della Costituzione”?»
Quesito n. 2:
«Volete voi che sia abrogato l’art. 3, comma 2 (“L’equilibrio dei bilanci corrisponde all’obiettivo a medio termine.”) della legge 24 dicembre 2012,n. 243, recante “Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell’art.81, sesto comma, della Costituzione”»
Quesito n. 3:
«Volete voi che sia abrogato l’art. 8, comma 1, limitatamente alle seguenti parole: “e dagli accordi internazionali in materia”, della legge 24 dicembre 2012, n. 243, recante “Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell’art. 81, sesto comma, della Costituzione”?»
Quesito n. 4:
«Volete voi che sia abrogato l’art. 4, comma 4 (“Fatto salvo quanto previsto dall’articolo 6, comma 6, non è consentito il ricorso all’indebitamento per realizzare operazioni relative alle partite finanziarie.”) della legge 24 dicembre 2012, n. 243, recante “Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell’art. 81, sesto comma, della Costituzione”?»
In buona sostanza, i quesiti referendari, che non possono riguardare materie oggetto di Trattati Internazionali, mirano -fermo restando l’Art.81 della Costituzione nel suo nuovo testo- a restituire ai Governi ed al Parlamento un minimo di quello spazio di manovra che è necessario all’impostazione di una qualsivoglia politica economica, e che la legge 243 aveva precluso.
Va difatti ricordato come (vedi: Dove va l’Italia? Uno sguardo sull’economia)
1- quanto previsto dal “fiscal compact” è, oltre che insostenibile, irraggiungibile.
2- Il proseguimento delle politiche attuali, oltre che portare a costi economici e sociali elevatissimi, che si manifestano in disoccupazione, difficoltà delle famiglie e delle imprese, perdurante mancata crescita, contrazione del risparmio, risulta per di più inefficace sul piano del contenimento del debito pubblico in valore assoluto ed in termini percentuali sul PIL: al danno, si aggiunge anche la beffa dell’inutilità.
3- le politiche seguite dai precedenti Governi, e rispetto alle quali il Governo Renzi non porta alcuna discontinuità di fondo, se non il perorare in sede europea la causa dello sviluppo, si sono fondate sulla ricerca di avanzi primari costruiti sulla fortissima riduzione degli investimenti pubblici (e non della spesa corrente), e sull’aggravio fiscale sui consumi di base e sulla casa.
4- senza una politica di investimenti pubblici e privati condotta con determinazione e capacità di piano, il Paese non riuscirà a riprendersi: nella situazione di oggi sono solo gli investimenti pubblici e privati a poter svolgere la funzione di motore di avviamento di una possibile ripresa; e, dopo anni di contrazione degli investimenti pubblici, il ritardo italiano in materia di infrastrutture materiali ed immateriali, di sicurezza, di innovazione, nei confronti degli altri Paesi industriali, si è fatto clamoroso, e tale da creare di per sé ulteriori ragioni di stagnazione.
5- infine, pur non augurandoci affatto che Renzi fallisca nel suo tentativo di ottenere da parte dei nostri partners europei una maggiore flessibilità, è molto dubbio che si possa conseguire un’inversione delle politiche sinora seguite in sede europea: e quindi, la questione italiana va risolta in Italia, con i mezzi e gli strumenti che sono a disposizione del Governo e del Parlamento italiano, e che non possono esser limitati da una legge mal concepita, approvata frettolosamente ed in assenza di un vero dibattito pubblico e che, tra l’altro, nella sua formulazione, va anche oltre le raccomandazioni a suo tempo trasmesseci in sede europea.
Ma c’è un altro, e non meno importante merito che va riconosciuto a questa iniziativa referendaria, e che si collega a quanto qui sopra espresso al Punto 5. Ed è il fatto che questa ha il merito di aprire una discussione pubblica che non è mai stata aperta: bisogna che gli italiani sappiano cosa è il “fiscal compact”, e che sappiano che esso prevede un percorso che non solo porta al tracollo della nostra economia, ma che per di più è indirizzato ad obbiettivi irrealizzabili. E che sappiano che il giusto obbiettivo della riduzione e della sostenibilità del debito non può esser conseguito se non facendo crescere la nostra economia, riorientando il sistema fiscale, tagliando tutto ciò che non serve, ma spendendo di più e meglio ove ciò sia necessario, introducendo una seria politica di piano, negli obbiettivi, nelle priorità, nei metodi, nei tempi.
In definitiva, è su queste scelte che si gioca il futuro del Paese, ed è giusto che se ne discuta. A maggior ragione, in vista del momento in cui ci accorgeremo che dall’Europa, per molte ragioni che non sto qui a discutere, non potrà arrivare quel sostegno in cui Renzi tanto spera.
E’ ben vero che i quattro quesiti referendari, di per sé, non rappresentano l’adozione di un indirizzo. Ma, occorre dirlo tanto a chi teme che ciò significhi l’aprire la strada alla finanza allegra, quanto a coloro che invece considerano, in termini massimalisti, i quattro quesiti incapaci di efficacia, che qui si tratta di avviare una presa di coscienza dell’opinione pubblica e delle forze politiche sulla necessità di cambiare strada; e di eliminare, intanto, inutili e dannose rigidità della Legge di attuazione.
Su tutto ciò si dovrà discutere. Ed è bene che si inizi a farlo. La scelta di Iniziativa 21 Giugno e delle diverse Associazioni, Circoli, Fondazioni, che vi partecipano, va in questa direzione. E, in questo senso, è stato trasmesso al Comitato Promotore un messaggio col quale Iniziativa 21 Giugno sostiene la campagna Referendaria. Ovviamente, tale sostegno è espresso anche da Alleanza Lib-Lab, che presiedo.
Operativamente, la questione della raccolta delle firme rappresenta un grande impegno, dati i tempi ristretti (90 giorni, con Agosto di mezzo).
Per ogni necessità riguardante la raccolta delle firme, le iniziative a sostegno, i necessari contatti e punti di riferimento, si può consultare il sito del Comitato Promotore: http://www.referendum243.it/.
Personalmente, auspico che, per snellire la macchina organizzativa e per diffondere maggiormente l’iniziativa, vengano rapidamente costituiti in tutta Italia dei Comitati Regionali cui si possa far capo.
Gim Cassano , 07-07-2014
tel.347-3013770
(Iniziativa 21 Giugno: iniziativa21giugno@gmail.com)
(Alleanza Lib-Lab: liblab.laboratorio@tiscali.it)
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