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mercoledì 1 maggio 2013
Vittorio Melandri: La "neolingua" dominante
LA “NEOLINGUA” DOMINANTE…..
E QUELLA DISSECCATA DEL VECCHIO PRESIDENTE
Non ricordo quando ho letto per la prima volta ‘1984’ di Orwell.
Il romanzo è uscito in Italia per Mondadori nel 1950, avevo due anni, e ne avevo sei nel 1954 e sedici nel 1964, escludo di averlo incrociato allora, ero ancora troppo strutturalmente ignorante, e pur avendo da sempre libri per casa, non avevo coscienza delle mie possibilità, già allora, di poter leggere, e con piacere, di tutto.
Andando per deduzione, credo proprio di aver incrociato Orwell nel 1974, quando sui media se ne parlò perché si era a dieci anni dalla data che lo scrittore aveva scelta per titolo, invertendo le ultime due cifre dell’anno in cui lo scrisse, che è anche l’anno in cui sono nato.
L’edizione-cofanetto che propongo qui in immagine è del 1987, e nella introduzione-cenni biografici sull’autore si legge quanto segue:
«1984 (1948) è senz’altro il più famoso esemplare del filone ispirato dalle spettrali inquietudini che le due guerre e l’olocausto atomico avevano evocato. Le antiche utopie positive di Bacone, More, Campanella sono ora riproposte in negativo: è la parabola apocalittica delle grandi paure orwelliane - il totalitarismo, la falsificazione e la perdita di memoria storica indotta dai mezzi d’informazione, la corruzione del linguaggio, l’annullamento dell’identità individuale - convogliate in una raggelante descrizione di società del futuro …..»
Oggi il 1984 reale, lo abbiamo ormai scavallato da quasi trent’anni, e quanto a “corruzione del linguaggio”, non ci siamo fatti mancare niente di quanto (facilmente?) profetizzato da Orwell.
E almeno per oggi (I maggio 2013) Barbara Spinelli su la Repubblica ribadisce che dei “vocaboli contrari a quello che intendono”, intende citarne solo due ….
“la parola – riforma -, sinonimo ormai di tagli ai servizi pubblici; la responsabilità, per cui la compromissione è necessità naturale che esclude ogni alternativa.”
E quanto a “perdita di memoria storica indotta dai mezzi d’informazione”, sempre la Spinelli ricorda che….
“Napolitano ci ha ammoniti severamente, il 24 aprile: «Confido che tutti cooperino - e quando dico tutti mi riferisco anche in particolare ai mezzi di informazione- a favorire il massimo di distensione piuttosto che il rinfocolare vecchie tensioni». Mi permetto di difendere non solo il diritto, ma l’utilità del rinfocolamento. Che altro opporre alla riaccesa torcia del berlusconismo, se non la fiamma della critica, del No. La democrazia è compromessa, l’etica della responsabilità abusata, quando dall’agenda Pd scompare, grazie ai 101 traditori di Prodi, ogni accenno al conflitto di interessi e al dominio berlusconiano sulle tv. Solo la disputa tra idee contrarie, solo l’Uno che si apre al due, può un po' riavvicinare i cittadini allo Stato, alla politica. Solo se i media ridiventano quarto potere, libero da doveri di «cooperare»; se i partiti stessi smettono la perversa fratellanza con lo Stato. Solo se nasce, negli uni e negli altri quella che Fabrizio Barca chiama«mobilitazione cognitiva»: la diatriba diffusa, non riservata a cerchie, cricche, attorno a conoscenze e pareri contrastanti.”
Ma nella “Fattoria degli umani” che chiamiamo Italia, da sempre ci sono “porci più porci” di tutti gli altri.
Sono, sin da quando è nato lo Stato unitario, i “criminali che si organizzano”, e che della cultura mafiosa hanno fatto ragione di vita, con la ferma pretesa di essere parte viva dello Stato che abitano anche loro come noi, e che da sempre le loro organizzazioni appunto criminali, le reggono, nel senso più letterale del termine, su due plinti “fondamenta….li”
La visibilità dei “boss”!
L’invisibilità dei loro complici dentro le “Istituzioni” dello Stato!
I primi magari vivono in apparente clandestinità, alcuni, Riina, Provenzano, per decenni e decenni, e da ultimo tuttora Mattia Messina Denaro, ma possono tranquillamente essere ritratti sulle prime copertine più diffuse, come il caso della copertina de l’Espresso del 12 aprile 2001.
I secondi, che la fattispecie di reato “concorso esterno in associazione mafiosa” cerca di inquadrare a beneficio degli operatori di giustizia che devono effettuare il controllo di legalità, ed ovviamente a beneficio di noi cittadini semplici, devono ovviamente restare “mascherati”, e a loro favore, la corruzione del linguaggio resta, l’ultimo fondamentale “termine a difesa”.
Vedi la cosiddetta sentenza di “assoluzione” in Cassazione n. 49691 del 15 ottobre 2004 (facilmente reperibile su Internet) di Giulio Andreotti, riconosciuto dalla stessa complice di Cosa Nostra sino al 1980…
Vedi lo “stalliere di Arcore” Vittorio Mangano riconosciuto da Dell’Utri e Berlusconi un eroe
Vedi la condanna di merito di secondo grado (l’ultima di merito) comminata al co-fondatore di FI Marcello Dell’Utri per essere stato un “concorrente” esterno all’associazione mafiosa Cosa Nostra
Etc. Etc. ….
Ma tutto questo non basta ad impedire che si parli, e basta che con la “neolingua”, oggi certificata dal Colle più alto, anche solo se ne parli, della possibilità per Silvio Berlusconi di ripresentarsi nelle vesti di “riformatore” della Costituzione.
E perché?????
Perché non c’è alternativa….
Ha un bel permettersi, la brava Barbara Spinelli, “di difendere non solo il diritto, ma l’utilità del rinfocolamento”, ormai nella “Fattoria degli umani” chiamata Italia, i “porci più porci” degli altri, hanno in mano tutti gli assi, e quelli che non hanno in mano… li hanno nella manica…..
È FINITO TUTTO!!!
(Certo non per sempre, ma per lungo, lungo tempo sì…. e nel medio periodo molti di noi saranno naturalmente morti)
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