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lunedì 3 dicembre 2012
Franco Astengo: Primarie
QUALCHE INDICAZIONE SUI PRIMI DATI FORNITI DALL’ESITO DELLE PRIMARIE DEL PD
Scrivo queste brevissime note mentre è ancora in corso lo spoglio relativo ai voti delle Primarie del PD, con il risultato finale già complessivamente delineato.
Mancano all’appello 1.050 sezioni su 9219, all’incirca 325.000 voti validi.
Eseguendo una proiezione sicuramente plausibile nel suo esito finale, il segretario Bersani dovrebbe attestarsi, con il 61% attorno ad un 1.740.000 voti, quindi con un incremento di oltre 350.000 voti rispetto al primo turno, riconquistando tra l’altro – e si tratta di un dato molto importante che dovrà essere analizzato alla fine usufruendo di tutti i dati disaggregati – le Marche e l’Umbria, lasciando quindi al suo competitor soltanto la Toscana.
Lo sfidante Renzi dovrebbe fermarsi, più o meno, alla quota raggiunta sette giorni fa di 1.100.000 voti, quindi non incrementando la sua cifra di voti, anzi probabilmente perdendone qualcuno per strada.
La partecipazione è scesa di circa 250.000 unità, di conseguenza (considerata l’esiguità del numero delle persone ammesse al voto pur avendo disertato il primo turno) si può dire che circa il 60% degli elettori che avevano preferito, in prima istanza, i candidati battuti si sono ripresentati al seggio esprimendo un consenso massiccio per il segretario del PD: ed è questo un dato che, per quel che riguarda SeL, significa sicuramente un rafforzamento della presenza di questo soggetto (difficile definirlo partito, se non usando la determinazione di “partito elettorale-personale”) all’interno dell’alleanza.
Si può calcolare che SeL abbia portato a Bersani circa 300.000 voti, mentre la candidatura di Vendola ne aveva ottenuto 500.000: quindi un rinsaldamento, come ci è già capitato di far notare, all’interno dell’alleanza ma sicuramente un allontanamento ulteriore dalla possibilità di conseguire autonomamente il quorum, nella prevedibile quota di sbarramento del 4% che porrà alla dirigenza di SeL un dilemma molto stringente in vista delle elezioni politiche, al riguardo della possibilità di presentare una propria lista.
Un’annotazione ulteriore riguarda la percentuale degli elettori del centrosinistra presentatisi al seggio in questo secondo turno in relazione ai voti presi dallo stesso schieramento in occasione delle ultime elezioni politiche (questo è, a mio giudizio, al di là della validità di sondaggi settimanali buoni per far parlare i TG ma troppo ravvicinati nel tempo per fornire indicazioni davvero valide sugli orientamenti dell’elettorato): ebbene questa percentuale scende, all’incirca, al 21,18%.
Si può quindi calcolare che lo schieramento di centrosinistra valga in questo momento circa 13.500.000 voti che, rispetto ai 37 milioni di voti validi avutisi nel 2008, rappresenterebbe circa il 36,5%, lontano cioè dalla quota del 40% che si vorrebbe stabilire al fine di ottenere il premio di maggioranza.
Ovviamente tutto sarà legato alla partecipazione al voto che tutti gli indicatori danno in netto calo e a quanto, questo calo, corrisponderà in perdita di voti anche sul versante del centrosinistra, perché è difficile affermare che, in caso di calo massiccio dei votanti, questo fenomeno riguardi una sola parte: potranno esserci, come vi saranno, delle rilevanti differenze ma non tutto si risolverà unilateralmente, almeno da questo punto di vista.
All’interno dello schieramento di centrosinistra, poi, la possibilità del cosiddetto “premietto” al primo partito poterà sicuramente all’accentuazione del meccanismo del “voto utile” verso il PD, rispetto alle altre liste eventualmente presenti nella coalizione.
Queste le prime indicazioni molto sommarie sull’esito del voto di queste primarie che hanno comunque dimostrato una buona tenuta complessiva dell’elettorato del centrosinistra e del PD, pur in un calo sensibile della partecipazione: dal punto di vista delle cifre assolute, dal 2005 a oggi, i votanti sono in calo di circa 1.400.000 unità, mentre in percentuale rispetto ai voti si è passati dal 29,78% di partecipazione nel 2007, al 21,18% di ieri con un calo quasi del 9%.
Ovviamente non è questa la sede per valutazioni politiche specifiche circa il futuro della coalizione di centrosinistra: dal punto di vista della possibilità di una presenza autonoma di una lista fuori da quel recinto, in una chiara dimensione oppositiva al quadro di governo e unitariamente raccolta attorno alla realtà dei partiti e dei movimenti si può dire che l’esito complessivo di queste primarie, con l’ingresso conclamato di SeL all’interno della dimensione della coalizione di centrosinistra (se mai ci fossero stati dubbi) gli spazi appaiono sicuramente essersi allargati, anche sul piano numerico considerato che circa 200.000 elettrici ed elettori non hanno aderito all’invito di votare al secondo turno il segretario del PD.
Savona, lì 3 dicembre 2012 Franco Astengo
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8 commenti:
poi Giovanni mi sgrida...ma non la vedo bene per SeL, che sicuramente vorrà partecipare come partito nella coalizione e non , come il Psi, con dei candidati nella lista PD. Il guaio è che a ogni rilevazione si avvicina alla soglia di sbarramento e sicuramente al momento delle elezioni subirà una scissione a sinistra di quelli che vogliono essere più di sinistra, i quali a loro volta, perderanno qualcosa a favore di altri più di sinistra ancora (Cremaschi, sinistra critica e chissà chi) Insomma, un bel risultato sotto lo sbarramento per tutti..
Vivendo all'estero mi son ben visto dal partecipare col voto alle primarie ma noto che parecchi pro.renzi oggi sbiellano perchè considerano l'appoggio di Vendola come non serio dopo le bordate di ottobre su Bersani.
Ricordando che Renzi considera quella del Sindaco la legge perfetta e che la stessa legge prevede gli apparentamenti rimango sempre più basito per l'impreparazione politica di queste persone che mi rimandano direttamente ai primi DS... tempi in cui con un pugno di preferenze poteva entrare i tutto.
Paolo Gaiotto
Con il porcellum la soglia alla Camera per i partiti che si presentano in
coalizione è del 2 %.
Se la legge elettorale dovesse cambiare, vedremo. Allo stato gli allarmi mi
sembrano del tutto fuori luogo.
L.
Anche a me sembra improbabile che SEL scenda al di sotto del 2% attualmente previsto come soglia per i partiti in coalizione. Quello che sfugge a Claudio Bellavita è che i consensi ad una forza politica possono variare: si perde da un lato e nel contempo si guadagna dall'altro. Nel caso specifico per qualche movimentista che potrebbe andarsene nulla esclude che sia in arrivo il voto di qualche riformista. Come me, ad esempio.
Maurizio Giancola
P.S. Non sono affatto un ottimista, ma trovo i gufi terribilmente noiosi.
Francamente: me la sto ridendo di gusto, perché tutte queste
interpretazioni su SEL, che subito dopo le elezioni secondo alcuni
confluirà nel PD subito dopo le elezioni, secondo altri provocherà la
caduta del governo attaccandolo da sinistra, sono davvero divertenti.
Ricordatevi bene che SEL nasce come forza di governo. Certo, non abbiamo
la minima intenzione a diventare un partito di sottopotere, che rinuncia
all'autonomia politica per due ministri e quattro sottosegretari; ma
nemmeno siamo un partito di esaltati, del tutto ignoranti della verità
secondo cui la politica è l'arte di far pesare i rapporti di forza
ottenendo mediazioni ragionevoli.
Pierpaolo Pecchiari
Anch'io, che non ho mai provato alcuna simpatia per l'asse PCI-PDS-DS-PD, ho votato Vendola al primo turno e Bersani al secondo. Nessuno dei due è oggi un socialdemocratico, ma entrambi mi consentono una ragionevole speranza. Certo l'apparato del PD è quello che è, ma nonostante Rosi Bindi e Luigi Berlinguer penso fosse più preoccupante la dichiarata intenzione di Renzi di mettere in discussione l'alleanza PD-SEL-PSI. Per fare cosa e andare dove? Se lo è chiesto Franco D'Alfonso?
Della discussione sulle regole devo dire che mi ha annoiato. Personalmente sono dell'idea che fra un turno e l'altro il corpo elettorale non possa essere cambiato. Questa è la regola più semplice e sicuramente meno cervellotica. Del resto non mi sembra che negli USA ci si possa registrare tre giorni prima del voto. Ne avrebbe risentito la partecipazione? Pazienza e lo dico perché non riesco a concepire la democrazia senza regole e perché sono convinto che l'esaltazione della partecipazione sempre e comunque sia alla base del populismo. In questo so di essere lontanissimo da Franco e dal suo innamoramento per la democrazia dei gazebo. Un innamoramento che purtroppo mi ricorda Prodi, Veltroni e Bindi. Cioè gente da rottamare, per usare una parola che non mi piace.
Maurizio Giancola
Caro Astengo
temo che Francesco abbia avuto una visione, l'Italia è un paese di destra che ogni tanto presta, per pochi anni, al centro-sinistra il Governo, siamo di nuovo al 2006 il CD si sta scannando per definire chi comanda, il CS avrà la maggioranza relativa (grazie alla porcata del premio di maggioranza che noi del Gruppo di Volpedo, vedi sul sito www.gruppodivolpedo.it, abbiamo pesantemente criticato) e nel giro di un paio d'anni il centro, non appena la destra avrà risolto la questione Berlusca, tornerà al Governo che gli è più congeniale: di centro destra. Ammesso e non concesso che Berlusca, il miglior elettore del centro sinistra in quanto la paura della sola parola d'ordine che unifica il CS "torna Berlusca!!!", si tolga (o finalmente qualcuno abbia il coraggio di ri-scrivere l'odg del Gran Consiglio del 25 luglio 1943) dalle p...., nel qual caso si libera un elettorato piuttosto corposo ed in grado di competere alla pari con il CS.
Come vedi ad oggi le variabili sono ancora diverse, ma quel che è certo l'asso di briscola ce l'ha in mano ancora il CD, che può decidere o di suicidarsi con B. o scaricarlo per andare nel mare ampio
Dario Allamano
C'è un dettaglio non marginale da chiarire: siamo sicuri che Bersani e
Vendola la pensino allo stesso modo sui fondamentali della politica
economica? Quando Vendola prevede "l'apertura di migliaia di cantieri", ha
qualche idea dove andare a prendere i soldi? Per il resto, sulle buone
intenzioni generiche, solo i fatti ti potranno dare ragione.
Lorenzo Borla
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