giovedì 27 dicembre 2012

Vittorio Melandri: Monti, salgo in politica per rinnovare

MONTI: “SALGO IN POLITICA PER RINNOVARE” Il genere con cui un qualsiasi ‘verbo’ può presentarsi nel processo verbale, ovvero quel processo che “sviluppandosi nel tempo o che è nel tempo, esprime l’azione fatta o subita, lo stato, la condizione del soggetto a cui il ‘verbo’ viene riferito”, può cambiare radicalmente. Se si legge ad esempio questa frase: “rinnovo il guardaroba” …. il verbo ‘rinnovare’ si presenta come transitivo, perchè l’azione passa appunto dal soggetto che la esprime, al “guardaroba” che è di tutta evidenza cosa diversa dal soggetto stesso. Se invece si legge: “mi rinnovo”, lo stesso verbo ‘rinnovare’ si presenta come intransitivo, dato che l’azione rimane circoscritta al soggetto che l’ha espressa. Questo esempio conferma quanto è possibile leggere su una qualsiasi grammatica italiana, ovvero che… “il genere di un verbo è riconoscibile pienamente solo nel contesto del discorso che lo ospita”. Ma lo stesso verbo, e rimango al caso di “rinnovare” può radicalmente cambiare anche di significato, per cui il suo uso può palesare che l’azione espressa comporta un “modificare, rimettere a nuovo, ristrutturare” la cosa esistente cui il soggetto si riferisce, ma può anche significare che l’azione espressa porta a “fare o dire di nuovo; ripetere” concetti o cose di già esistenti. Credo sia perlomeno legittimo, e proprio alla luce dei fatti che così ‘onorevolmente’ per il Prof. Monti caratterizzano la sua esperienza di vita, interpretare il significato dell’uso che lui fa del verbo “rinnovare”, sia nel senso qui sopra richiamato per primo, come i suoi alfieri addetti alla raccolta del consenso elettorale ci vogliono far credere, ma anche.. ..nel senso qui richiamato per secondo, come personalmente sono propenso a credere, per cui quello che Monti intende “rinnovare” nella politica italiana è la “presa” che da sempre il “potere” più conformista, più clericale, più legato alle fonti ‘prime’ del potere stesso, esercita sulle “Istituzioni” che di volta in volta lo Stato in Italia si è dato. Che l’“establishment” abbia ieri scommesso sul Cavaliere erede del CAF, incurante della “puzza dei soldi” che “il dottore” emanava da sempre, ed oggi intenda scommettere sull’algido Professore Senatore a vita “nominato” dal Presidente Giorgio Napolitano, in qualche modo testimonia di un cambiamento di stile, ma non testimonia certamente della volontà di un rinnovamento/cambiamento nell’esercizio del potere, a cui senza soluzione di continuità, si applica da secoli in Italia un “establishment” che non ha mai abdicato al suo ruolo. Sempre indifferente alla condizione in cui l’Italia si è di volta in volta trovata; una espressione geografica, uno Stato monarchico, uno Stato a dittatura fascista e razzista, o uno Stato Repubblicano. Vittorio Melandri

1 commento:

giampaolo ha detto...

Condivido solo con una piccola distinzione nelle ultime 5 righe ddove ill CAF . stato di necessità per i socialisti di Bettino Craxi - che non erano certamente i "precursori" di Berlusconi, nato invece degli sciagurati referenda "Segni", con il seguito della demagogica "tangentopoli=socialisti ladri"!

Approfitto per formulare sinceri auguri di buon anno. Almanacchi....almanacchi nuovi....