SENSO DELLO STATO E BUONSENSO NELLE INTERCETTAZIONI DEL CAPO DELLO STATO
di Felice Besostri, Circolo LA RIFORMA, Gruppo di Volpedo-Network per il Socialismo Europeo
Siamo in un paese dove la decisione del capo dello Stato di rimettere alla Corte Costituzionale l’ipotetico conflitto di attribuzione tra la Presidenza e la magistratura ha sollevato un dibattito politico e giuridico di alto livello, dimostrato dall’intervento nello stesso di ¾ presidenti emeriti della Corte Costituzionale, con opinioni diverse qundo non opposte. In un paese normale di fronte a norme non chiare o confliggenti avrebbe dovuto esserci un coro unanime di approvazione dell’iniziativa, ma l’Italia non è un paese normale.
Innanzi a tutto c’è la distorsione della lettura politica di vedere la promozione del ricorso come uno strumento “obiettivamente”( nessuno finora ha detto con chiarezza che quello fosse lo scopo di Napolitano, ma lasciamo tempo al tempo) delegittimante la Procura di Palermo nell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia ovvero che esiste un complotto per arrivare alla caduta del Governo, elezioni anticipate e incriminazione del Capo dello Stato per attentato alla Costituzione. Si dubita persino della terzietà della Consulta, causa la sua natura “politica”. E’ vero ma da sempre le Corti Costituzionali rientrano nella giustizia politica, perlomeno nei sistemi, come il nostro, analogo a quelli degli altri paesi europei continentali, che ha scelto la strada di affidare il controllo di costituzionalità ad un organo ad hoc, con monopolio in materia, a differenza di altri paesi che assegnano il compito in modo decentrato alla magistratura ordinaria. Quanto sta avvenendo è una conferma, che siamo in piena crisi istituzionale, che si aggiunge a quella politica ed economica. Ci sono cause lontane come la mancata attuazione della Costituzione per quanto riguarda i partiti politici e di conseguenza tutto il sistema elettorale, con la ricaduta non solo sula composizione degli organi elettivi, ma anche delle cariche e degli organi, che sono nominati, in tutto o in parte dagli organi elettivi. Il Presidente della repubblica è eletto da un’assemblea composta dal Parlamento, a Camere riunite, e dai rappresentanti dei Consigli Regionali. Tuttavia cause più recenti hanno determinato il degrado dei valori costituzionali, tra esse determinanti, secondo la mia opinione, i cambiamenti delle leggi elettorali dal mattarellum al porcellum, specialmente l’ultimo che ha cambiato la forma di governo delineata dalla Costituzione. Soltanto il caso ha impedito che la legge, che assicura un premio abnorme di maggioranza, senza nessun soglia minima in seggi o voti per la sua attribuzione, affidasse ad una maggioranza artificiale di eleggere il Capo dello Stato e di contribuire ad una modifica più pregnante della composizione della Corte Costituzionale, per non parlare del CSM. Premio di maggioranza, liste bloccate ed indicazione del nome del Capo politico sulla scheda( si badi bene il solo nome che compare: i nomi dei candidati sono solo sui manifesti elettorali), hanno accentuato il potere dei padroni dei partiti o delle loro oligarchie nel migliore dei casi, in assenza di controlli sulla loro attività e fonti di finanziamento. Se si aggiunge la personalizzazione della politica, incentivata da elezioni dirette e primarie, di norma plebiscitarie, stupisce che il conflitto di attribuzione proposto dal Presidente Napolitano abbia suscitato tanto clamore e passioni in assenza di una decisione della Consulta, mentre la gran parte dei costituzionalisti italiani, dei mezzi di informazione di qualsivoglia natura e tendenza politica, esponenti di partito, abbiano passato sotto silenzio due sentenze(TAR LAZIO e CONSIGLIO di STATO del 2008, estremi in Mondo Iperaio n. 7/8 del 2012, in un mio articolo) che dicono che non ci sono rimedi giurisdizionali contro una legge elettorale incostituzionale prima delle elezioni e che dopo i ricorsi vanno esaminati dalle Camere elette con la legge elettorale di sospetta costituzionalità!!! Non solo la sentenza del Tar Lazio afferma che il decreto presidenziale di convocazione dei comizi elettorali, altro che le telefonate, è atto inimpugnabile, quindi anche se prevedesse le elezioni ben oltre il termine massimo di 70 giorni previsto dalla Costituzione decorrenti dallo scioglimento delle precedenti. Una maggioranza, con un Presidente complice, può quindi approvare una legge elettorale, che porti il premio di maggioranza, attribuito nazionalmente sia alla Camera dei Deputati, che al Senato della Repubblica dal 54% al 66% dei seggi, modificare i collegi con tecniche di raffinato gerrymandering, stabilire arbitrarie ineleggibilità per i concorrenti più pericolosi, e poi modificare anche la Costituzione per modificare la Costituzione senza rischi di referendum confermativi. Soltanto grazie ad un pugno di cittadini ad elezioni non convocati si è riusciti a far stabilire la competenza del giudice ordinario su diritto del cittadino in modo conforme a Costituzione, anche questo nel più assoluto silenzio, anche a fronte di scandalose sentenze con le quali i giudici ordinari hanno usurpato le funzioni della Corte Costituzionale. Lo stupefacente è che né Libertà e giustizia, né il suo Presidente Gustavo Zagrebelski abbiano mai trovato il tempo di occuparsene, benché richiesti. Dunque di sono scelte di altra natura che precedono l’interesse ad occuparsi di un tema piuttosto di un altro. Per tornare all’ intercettazioni, trovo specioso per far ricadere le intercettazioni di cui si parla nel regime ordinario, la distinzione tra intercettazioni dirette ed indirette. Poiché è evidente per tutti dell’illegittimità di un provvedimento che disponesse l’intercettazione di una linea diretta del Presidente, ma già sarebbe discutibile se di mettesse sotto controllo il centralino nell’ambito di un procedimento a carico di funzionari della Presidenza della Repubblica, che se decido di mettere sotto controllo l’utenza del Capo della Segreteria del Presidente, o la moglie del Presidente, ovvero suoi amici come Gianni Cervetti ed Emanuele Macaluso, per avere una messe di registrazioni indirette da poter usare in qualsivoglia modo.
Ameno 23 agosto 2012
1 commento:
Caro Besostri
ho letto il tuo intervento e apprezzo lo sforzo di analisi sui rapporti istituzionali. Vi sono anche interessanti spunti che stimolano una riflessione approfondita da parte dei lettori. Ma personalmente, ho una visione pessimistica della realtà in cui ci troviamo e sulle possibilità di riscatto a breve del paese.
Gli elementi che prendo in considerazione sono tanti:
-Decenni e decenni di saccheggio delle risorse pubbliche;
-Caste, super caste e privilegi che non si riesce a modificare;
- Pletore di "mantenuti " della politica a livello centrale e periferico(v. parlamento, regioni, enti provinciali e comunali, ecc., );
-Debito pubblico alle stelle;
- Clientelismo e parentopoli;
- Interi territori controllati dalla mafia;
- Disoccupazione crescente;
- Evasione fiscale di 100 miliardi;
- Corruzione di 60 miliardi;
- Ecc., ecc., ecc.,
Quello che duole è la constatazione dei "tagli lineari" con i quali in gran parte si stanno facendo pagare i costi di questo andazzo ai "soliti noti", cioè ai lavoratori e ai pensionati che debbono mantenere i figli disoccupati. L'ultimo escamotage è quello di nascondersi dietro i "tecnici", non avendo il coraggio di esporsi disrettamente nell'affrontare i gravi problemi di degrado e di sfascio da loro provocati nel corso pluridecennale della loro dissennata politica fatta di egoismi e di arricchimenti facili( il 10-20% possiede il 50% della ricchezza). Nessun segnale viene dal parlamento parlamento che rinvia di anno in anno la riduzione di parlamentari nazionali e dei consiglieri degli enti periferici; che non risolve il ridimensionamento dei finanziamenti ai partiti (a fronte di 580milioni di spese, ricevono circa 2miliardi di rimborsi, per cui i fenomeni alla Lusi potrebbero essere molto più diffusi di quanto appaia). Poi vi sono i boiardi di Stato, le liquidazioni miliardarie, le pensioni d'oro, gli inquisiti, il malaffare diffuso, il corporativismo, ecc., ecc.,.
Come vedi mi limito a non andare oltre perchè so che tu conosci bene il "caso Italia". Da aggiungere anche che molte situazioni ormai consolidate negli anni , oppongono dure resistenze verso i cambiamenti, cosa di cui la maggioranza degli italiani ha ormai preso coscienza con l'astensionismo giunto al 50%(comprese schedenulle e bianche). Questa vicenda ultima e ingarbugliata delle intercettazioni che vede coinvolto il Presidente con il ricorso alla Consulta, è un'altra pagina nera della realtà in cui viviamo( la ciliegina sulla torta), specie se le ipotesi delle trattative stato-mafia dovessero concretizzarsi e svelare altri lati oscuri dell'oklocratia. Non ti voglio tediare oltre e ti invio un saluto dalla sponda del socialismo ereticale, Roel.
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