Felice Carlo Besostri
PRIMARIE SEL -PD E IL FUTURO DELLA SINISTRA
di Felice Besostri,
Circolo LA RIFORMA, associato gruppo di Volpedo e Network per il Socialismo Europeo
Primarie: sono il frutto di una delle tante intossicazioni periodiche dell'opinione pubblica. Essendo stati distrutti i partiti, che in una democrazia rappresentativa, sono il modo migliore per influire sul dibattito pubblico e quindi sulle decisioni, bisogna dar l'illusione ai cittadini, meglio detto alla gente, che conta qualcosa, anzi che detiene lo scettro quindi elezione diretta delle cariche monocratiche e primarie per scegliere il candidato. Un'imitazione ad orecchio del sistema americano, ma con l'aggravante che là sono coerenti con il modello costituzionale(forma di governo presidenziale),mentre da noi ne sono la negazione(forma di governo parlamentare). Secondo negli USA anche i parlamentari sono eletti in collegi uninominali, mentre da noi no. Terzo negli USA le primarie sono di un partito per scegliere il suo miglior candidato( e non sempre, il presidente uscente non si sottopone alle primarie, da noi fin dalle primarie di Prodi sono aperte a candidature di al
tri partiti, pur essendo la struttura organizzativa di un partito, per di più con la possibilità che partecipino più candidati dello stesso partito: cosa insensata in primarie di coalizione. Quando vi è confusione concettuale possono derivare solo pasticci. Proprio per il loro carattere politico le primarie non sono vincolanti. Si può partecipare alle primarie, come a Palermo, e se il risultato non piace presentare un candidato alternativo, neppure sottoposto alle primarie. A legge elettorale invariata le primarie devono essere di coalizione, perché alla coalizione va il premio di maggioranza. Per esserci una coalizione dovrebbe esserci un programma di governo, quindi non ha senso fare primarie di programma, semmai in parallelo alle primarie per la scelta del candidato si possono fare dei referendum programmatici su grandi opzioni, del tipo patrimoniale sì patrimoniale no, sovranità nazionale o rafforzamento democratico dell'Europa.
Allo stato non c'è neppure un perimetro fisso della coalizione,men che meno un programma: la dichiarazioni di intenti è del PD, che si incontra bilateralmente con i soggetti che ritiene possano essere interessati. In questo contesto la partecipazione alle primarie, si giustifica solo con la probabilità di poterle vincere, altrimenti è partecipazione ad un rito che diminuisce la tua capacità contrattuale sul programma.
Fin dalla sua costituzione SEL ha richiesto le primarie ad un PD recalcitrante, perché non aveva scelto il suo candidato o il candidato non faceva consenso generalizzato. Ora che il candidato è certo, Bersani, accorda le primarie e SEL non può tirarsi indietro, ma un conto è dare un assenso di massima ad un'alleanza basata sull'asse preferenziale PD-SEL, parliamoci chiaro, non c'è altra scelta, che ripetere l'errore della Sinistra Arcobaleno: l'ammucchiata dei contrari, ancora più confusa con l'aggiunta dell'IdV, formazione non di sinistra, ma come si auto-definisce post-ideologica, anche se può più o meno strumentalmente avere parole d'ordine avanzate o addirittura eversive di sinistra estrema, con la stessa fermezza con cui ha coltivato i pregiudizi dell'italiano medio verso gli omosessuali e gli stranieri, la giustificazione a priori delle forze dell'ordine e l'approvazione del ponte sullo stretto di Messina.
A questa scelta per essere vincente a PORCELLUM invariato, manca solo l'accordo con Grillo, perché ALBA e i NO-TAV e i Cremaschiani sono acquisiti. L'unico problema di una siffatta coalizione eterogenea, se dovesse vincere, sarebbe uno spread a livelli greci. SEL si gioca il destino, ma fare una scelta è la prova di maturità di un movimento e della sua esistenza a prescindere dal livello di popolarità del momento di Nichi Vendola. Da qui alla fine dell'anno, tempo di primarie, SEL deve dimostrare di essere un partito dotato di un gruppo dirigente e non solo di un capo carismatico. Gennaro migliore, Fulvia bandoli, Alfonso Gianni hanno competenze in politica internazionale, politica ambientale e politica economica da mettere in campo in un confronto aperto con altre formazioni di sinistra, compresa l'area socialista, per non lasciare al PD il monopolio dell'allargamento della coalizione in una struttura da sistema solare con il PD al centro e tutti gli altri satelliti, sia pure di diverse dimensioni, ma con orbite prefissate da leggi fisiche. Non in una concezione di contrapposizione a tutto il PD, ma interloquendo con le sue componenti, che in diverse occasioni hanno mostrato insofferenza per le posizioni moderate e di appiattimento sul montismo: sarà anche un modo per metterle alla prova. Un soggetto politico e non una semplice comunanza di intenti e/o sensibilità a sinistra dell'asse mediano dl PD resta comunque necessario. Alcune idee base sono necessarie: 1) non c'è sinistra senza critica dell'ordinamento economico e sociale esistente e 2) senza una sua proposta di superamento nella democrazia e 3)in un'ottica europea e internazionale e 4) capace di proporre un suo programma di governo per il paese e con suoi uomini o donne responsabili per la sua attuazione: una sinistra come in Italia non c'è mai stata. Un possibile strumento è quello di una convocazione di Stati generali della Sinistra, che sono comunque utili per evitare che le elezioni nazionali pregiudichino quelle europee del 2014, quando la scelta sarà più chiara e l'UDC starà con il PPE e la sinistra dietro il candidato proposto dal PSE per la presidenza della Commissione Europea.
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