lunedì 1 agosto 2011

Claudio Bellavita: Municipalizzate e coop

Sull'acqua pubblica, ci siamo scontrati con la casta dei burocrati delle municipalizzate, che dopo una carriera prevalentemente politica han cominciato a sognare gli stipendi delle multinazionali e si sono buttati tutti sulle privatizzazioni, condizionando con una campagna mediatica anche la posizione del PD, a sua volta succube della microcorrente liberista di Morando. E ancora adesso, lo misuriamo negli incontri dopo il referendum , prosegue la resistenza passiva. Non sarebbe male documentarsi su cosa fanno le municipalizzate in Scandinavia, ma anche in Francia e Germania, dove non c'è nessuno che racconta la favola che è l'UE che vuole le privatizzazioni.
Ma la nostra sinistra non conosce le lingue, è convinta di essere perfetta e potere insegnare agli altri, e così battiamo le nasate...
Secondo me, anche su quello che fa la coop in Italia ci sarebbe parecchio da dire. Anche lì si è creata una casta che , partendo da una nomina politica ha fatto una politica privatistica, ha creato un gruppo di potere fine a se stesso e assolutamente auto referenziale.
Di fatto, e parliamo solo del consumo, la catena coop non si distingue da quelle private per prezzi e qualità, non fa alcun intervento sociale, ed è molto poco trasparente nella democrazia interna. Tre domande:
-sono nati prima i discount privati (che evidentemente ci guadagnano) o la DICO, che avrebbe dovuto sorgere per ragioni sociali e invece ha aspettato di vedere se i privati ci guadagnavano?
-E i gruppi d'acquisto on line, che han fatto guadagnare miliardi agli inventori di Groupon, la coop pensa di intervenire o, non sia mai, se i soci cominciano a smanettare sul PC poi chiedono di partecipare per davvero alle decisioni?
-risulta che almeno in qualche iper coop (magari a Napoli) si siano installati i raccoglitori che danno qualche gettone per la spesa a chi porta PET, lattine e vetri?
Stendiamo poi un velo pietoso sulle cooperative di lavoro e le condizioni di sfruttamento dei dipendenti, che non riguardano solo quelle dei privati, ma , per ragioni di concorrenza, anche quelle della Lega.
Insomma, mentre le coop scandinave svolgono una reale azione di riequilibrio del mercato e di denuncia delle situazioni di sfruttamento, quelle italiane arrivano ultime sulla strada già battuta dalla speculazione. Ma , si sa, quelle italiane sono nate di fede comunista , quelle scandinave (orrore) sono socialdemocratiche..

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