giovedì 2 giugno 2016

Francesco Somaini: Una lettera al Manifesto

A pochi giorni dal voto amministrativo, segnalo alla mailing list questa lettera che ho inviato nei giorni scorsi alla redazione del "Manifesto", e che è poi stata pubblicata in data 28 maggio. Essa riflette il mio pensiero e le mie intenzioni di voto a Milano, che sono poi quelle di cui si è anche discusso nel Circolo Rosselli in occasione della nostra ultima riunione. Naturalmente l'orientamento emerso non vincola nessuno, riflette però un'opinione che spero condivisa. Un saluto, Francesco Somaini Caro Manifesto, In una lettera pubblicata ieri (25 maggio), dal titolo "Ma a Milano c'è Basilio", Marco De Luca, replicando ad un giudizio di Francesco Giordano sulla debolezza della Sinistra a Milano, sottolineava il valore della candidatura di Basilio Rizzo, descritta come una candidatura "vitale, generosa, limpida ed autorevole". E' un giudizio che personalmente mi sento di condividere. E' bene però ricordare che a Sinistra - e parlo di coloro che non sostengono la deludente candidatura di Giuseppe Sala (da molti considerato semplicemente invotabile) - esistono in realtà anche altre liste, che non sono collegate alla candidatura di Basilio. E' il caso ad esempio di "Alternativa Municipale", una lista legata in realtà alla candidatura a sindaco di Luigi Santabrogio, e nella quale figurano alcuni candidati assolutamente riconducibili ad un chiaro profilo politico di Sinistra. Il capolista di "Alternativa Municipale" è in particolare l'avv. Felice Besostri, un vero socialista di Sinistra, distintosi, tra l'altro, come uno di quegli avvocati coraggiosi che fecero a suo tempo ricorso contro l'orrida legge elettorale del "Porcellum", fino ad ottenere la celebre sentenza della Suprema Corte che ne sancì come noto l'incostituzionalità. Che figure come quella di Basilio Rizzo e di Felice Besostri (i quali non più tardi di qualche sera fa hanno peraltro partecipato congiuntamente ad un dibattito proprio sul tema del futuro della Sinistra a Milano) non si ritrovino in un fronte comune, è un dato a mio parere assai deplorevole, che investe le responsabilità di chi a Sinistra non è stato in grado, in questa città, di costruire percorsi davvero condivisi (a differenza di quanto si è visto in altre realtà italiane). Resta in ogni caso il fatto che il campo della Sinistra cittadina va comunque al di là dell'area che si riconosce nella sola lista di "Milano in Comune". E si deve inoltre considerare che la legge elettorale dei Comuni consente la possibilità del voto disgiunto. E' anche possibile, quindi, votare ad esempio per Basilio Rizzo sindaco, e per una lista diversa per il Consiglio Comunale, come è appunto il caso di "Alternativa Municipale". E' quanto io ho personalmente intenzione di fare, ed è una soluzione che anche il Circolo Carlo Rosselli, in occasione della sua ultima riunione, ha deliberato di sostenere. E' bene infatti essere consapevoli, anche a Milano, che il percorso di costruzione di una nuova Sinistra, alternativa alle derive del Renzismo (e della sua propaggine Beppe Sala), non può considerarsi un cammino limitato da perimetri troppo ristretti o da steccati precostituiti. Occorre invece porsi nella prospettiva di un approccio più largo, plurale ed inclusivo, che della Sinistra sappia considerare più anime e più sensibilità. Cordialmente, Francesco Somaini (pres. Circolo Carlo Rosselli Milano).

12 commenti:

giorgio ha detto...

Faccio parte del Circolo Fratelli Rosselli di Roma e non abbiamo discusso - e tantomeno approvato - una eventuale posizione del CFR rispetto alle candidature dei Sindaci per Roma. Abbiamo dato il nostro contributo per far comprendere meglio i problemi ed alcune possibili soluzioni che richiede la ormai costituita Città Metropolitana. E a questo proposito abbiamo sottoscritto, insieme ad altre due associazioni, un Manifesto con CGIL, CISL e UIL. Il dibattito degli amici milanesi è molto intenso e documentato. Mi soffermo per ora sulla questione del voto per il Sindaco. A parer mio sarebbe necessario valutare attentamente l’effetto di un voto che non dia a Sala la possibilità di una forte affermazione, sia al primo turno che al ballottaggio. Non stiamo votando con il proporzionale, dove sarebbe sacrosanto e utile manifestare la propria opinione e valutare alla fine quanti la condividano, con la probabile conseguente rappresentanza nell’organo istituzionale eletto. Si sta votando invece per star dentro o per star fuori. Occorre quindi una notevole dote di pragmatismo: la vittoria di Sala a Milano (come di Giachetti a Roma, Fassino a Torino, etc.) potrà garantirci l’applicazione di criteri di governo di sinistra. Forse non tutti condivisibili, e talora insufficienti. Tuttavia necessari per poter insistere per una loro maggiore accentuazione nel senso che desideriamo. Distogliere i voti per affermazioni rispettabili ma egocentriche temo che faccia danno alle istituzioni e alla sinistra stessa. Con amicizia. Giorgio Panizzi

claudio ha detto...

si vede che chiamarsi Rizzo comporta una spiccata tendenza alla scissione: anche a Torino abbiamo un candidato sindaco Rizzo, di nome Marco, mai avuto niente a che fare con Torino, ma candidato a furor di gatti (4) pur di disturbare la candidatura di Airaudo, in quale a sua volta molto si adopera per spingere Fassino al ballottaggio e in quella sede, suppongo, sostenere i 5stelle, nella convinzione che , siccome sono noTAV, i 5 stelle siano di sinistra, e non una riedizione dell’Uomo qualunque. Si dice che la sinistra arriva da lontano, ma con questi vanesi personaggi si ferma qui...

giovanni ha detto...

Caro Francesco, ho letto la tua lettera al Manifesto e non la condivido. Una lunga consuetudine con Basilio Rizzo in Consiglio Comunale e l’osservazione dall’esterno dei ruoli da lui avuti successivamente, ha fatto in me maturare e confermare un giudizio negativo sul ruolo politico e sui comportamenti da lui tenuti nel corso degli anni. Per questo non lo considero un’alternativa di voto per me. Voterò per Alternativa Municipale e darò la preferenza a Besostri. Se mi fossi trovato a dover votare una lista con Basilio Rizzo, credo che non ce la avrei fatta, nonostante l’amicizia e la grande considerazione che ho per Besostri. Mettere insieme gruppi politici di ispirazioni fra loro incompatibili è sempre un errore e la convinzione che riunire parti della sinistra fra loro da sempre e inevitabilmente conflittuali possa aumentarne il peso elettorale costiuisce a mio parere un’illusione ottica. Non mi meraviglia affatto che il Manifesto si sia espresso in tal modo: pur nella sua dignitosa ed autorevole presenza nel panorama editoriale, si tratta pur sempre di una propaggine di quell’arcipelago comunista che non ha mai avuto punti di contatto col socialismo democratico e libertario al quale dovrebbe invece appartenere il Circolo Rosselli. Oltretutto mi pare che il Manifesto abbia sovente mostrato ostilità nei confronti delle formazioni socialiste che si sono susseguite nel tempo e anche questo non mi è parso strano e mi sembra coerente che quel giornale non abbia particolare simpatia per Alternativa Municipale. Cari saluti. Giovanni Baccalini


edmondo ha detto...

Claudio Bellavita e Giorgio Panizzi scrivono, da Torino e da Roma, mail piene di buon senso...
Un elemento che si è perso completamente, mi pare, nell'animato (e per me niente affatto eccitante) dibattito milanese!
In realtà sembra che il vero riferimento culturale della sinistra italiana sia Nanni Moretti, quando diceva 'va bene, continuiamo così: facciamoci del male', ricordate?
Fraterni saluti Edmondo Rho

luciano ha detto...

Questa volta mi dissocio dal mio presidente.

Chi mi conosce sa che non sono mai stato un sostenitore del "voto utile a prescindere" e non ho mai avuto paura di fare battaglie di minoranza quando è necessario.

Tuttavia esiste un limite, che deriva dalla semplice conoscenza delle regole elettorali.

Intendiamoci, si può benissimo scegliere di non votare, di votare scheda bianca o di annullare la scheda. Tutte opzioni rispettabili.

Quello che andrebbe evitato è di annullare, di fatto, il proprio voto senza volerlo.

Come ha spiegato con la solita arguzia il compagno Walter Marossi pochi giorni fa su Arcipelagomilano in un articolo che consiglio caldamente di leggere ( "Il voto disgiunto è un'idiozia" http://www.arcipelagomilano.org/archives/43138), quella del voto disgiunto è in generale un'opzione schizofrenica perché i due scopi che si propone colui che lo utilizza non sono perseguibili congiuntamente: uno uccide l'altro.

Nel caso specifico di Francesco, poi, poiché il voto disgiunto andrebbe ad un candidato sindaco che sicuramente non andrà al ballottaggio (purtroppo, visto che lo voto anch'io), esso equivale ad un voto non dato.

A Milano, se uno non vota per Sala o per Parisi - ed io sono tra questi tapini - l'unico "vero" voto che può dare è il voto di lista ad una forza di opposizione.

Per fare un esempio, supponiamo che Basilio Rizzo prenda il 6 % come candidato sindaco, ma che l'unica lista a lui collegata Milano in Comune prenda il 2 %.

In tal caso, anche se quel 6 % darebbe probabilmente la possibilità di eleggere un paio di consiglieri comunali, non ne verrebbe eletto nessuno, neppure Basilio Rizzo.

Quindi se si vuole appoggiare Basilio Rizzo c'è un solo modo per farlo: votare la lista Milano in Comune, come farò io. E il voto va automaticamente anche al candidato sindaco.

Sono naturalmente molto dispiaciuto di non votare per Felice Besostri, al quale sono legato da antica amicizia e stima. Ma anche Felice dovrebbe ogni tanto dare retta ai consigli degli amici sinceri, anziché metterli nelle condizioni di dover buttare via il proprio voto dandolo ad una lista che - voglio usare un eufemismo - ha alcune probabilità di dare luogo ad una mera dispersione di voti.

Già avremo - comunque vada - un sindaco manager, ex direttore del comune con passati sindaci di destra e contornato da assessori di CL; rifiutare questa deprimente prospettiva e contemporaneamente contribuire anche alla sparizione totale della sinistra dal consiglio comunale vorrebbe dire non essere né di lotta né di governo. Nonostante il mio orgoglioso minoritarismo, non arrivo a tanto.

Fraterni saluti.

Luciano


giovanni ha detto...

Cari compagni,
voglio solo esprimere una precisazione e un'osservazione sul dibattito in corso nella nostra ml (come nota Edmondo, animato, ma non eccitante, come peraltro tutta la campagna elettorale milanese):

1) i commenti dei compagni non milanesi sono ovviamente benvenuti, ma mi pare che ogni comune al voto abbia delle proprie specificità, non facili da comprendere per chi non ci vive

2) Francesco ha espresso una propria opinione di voto, personale, ma che è condivisa anche dal vicepresidente del circolo (il sottoscritto). Ciò, ovviamente, non implica nulla, poiché siamo un circolo di persone libere. Vorrei comunque rimarcare che Felice è, a mia conoscenza, l'unico candidato al comune di Milano iscritto al circolo

3) Nel 2011 quasi tutti noi esprimemmo, con convinzione, la nostra preferenza, fin dalle primarie, per Giuliano Pisapia. Ora, mi pare, le combinazioni di voto (fin dalle primarie) sono le più diverse. Inviterei a riflettere (pacatamente...) sulle responsabilità di questa situazione da "liberi tutti" che, mi pare, non possono essere attribuite né al nostro circolo né, tantomeno, al suo presidente.

In ogni caso, buon voto
Giovanni

PS Vi ricordo due appuntamenti importanti:

martedì 7 giugno ore 18 Fondazione Feltrinelli: presentazione del primo numero della nuova serie della Rivista storica del socialismo

giovedì 9 giugno ore 18 Casa della memoria: in occasione del 79esimo anniversario dell'assassinio dei fratelli Rosselli presentazione del libro di Stefano De Tomasso, Voci dalla Spagna

luciano ha detto...



Mi dispiace Panizzi, ma non è così.

Al primo turno, salvo che un candidato sindaco arrivi subito al 50 % + 1 e sai benissimo che non accadrà né a Milano né a Roma, si vota proprio col proporzionale e si sceglie il più vicino.

È solo al secondo turno che si passa alla logica del “meno lontano” e si opta per uno dei due candidati rimasti, che se vince ottiene un premio di maggioranza.

Se voti Sala o Giachetti fin dal primo turno vuol dire che ti piacciono.

Liberissimo, ovviamente. Basta raccontarla giusta.

Cari saluti.

Luciano Belli Paci

dario ha detto...

Caro Luciano, se proprio uno decide di "sprecare" il proprio voto e se nel fondo dell'animo suo è un tanticchio socialista, beh quel voto lo da alla lista che ha come capolista Besostri, perché se oggi siamo tutti impegnati per una buona causa, la difesa della Democrazia e della Costituzione , lo dobbiamo a Felice, mica a Rizzo

felice ha detto...

Mi sorprende che rosselliani, o membri di questa mailing list, non sappiano che esiste il voto disgiunto e che di fatto suggeriscano per favorire Sala che non debbano votare per Felice Besostri, che a Sala non è collegato. Fanno il paio per quelli di SINISTRA X SALA(!!!) che a un familiare di un autorevole personaggio milanese, che diceva che era incerto tra non andare a votare o dare la Preferenza per me gli hanno detto che si spostava a destra, in quanto socialista. scusate mi sembra che per dire di sì a renzi sul referendum costituzionale si passi sopra al merito, che cerco di illustrare nei tre video di cui allego il link e che sono visibili anche sul mio blog www.felicebesostri.it. Panizzi se a Roma vuol votare per Giachetti lo faccia il voto è segreto, ma se è un po' più libero e personale (art. 48 Cost.)è anche grazie ad avvocati socialisti come me e alle vittoriose battaglie anti-porcellum e a quelle, che il governo teme anti-italikum, tanto che vuole tenere il referendum prima del 4 ottobre quando discuterò con l'avv. Palumbo di Messina, la costituzionalità dell'Italikum. mi permetto poi di non far arruolare nella stessa banda Claudio Bellavita di Torino, di cui conosco la stima politica e personale. Non è luogo di setariemi, quelli che ci sono bastano e avanzano. E' difficile far capire che per me avvocato socialista, evidentemente che era meglio che avesse vissuto tra la fine del XIX° e lìinizio del XX° secolo, essere avvocato socialista è la ragione principale per oppormi alla leggi elettorali maggioritarie come Matteotti all'Acerboo e Vassalli e Pertini alla legge Truffa e per essere contro la deforma costituzionale e per mantenere miglirandola ed attuandola una Costituzione frutto di una battaglia socialista condotta in prima persona da Nenni per la Costituente e della quale il socialista Basso ha scritto di suo pugno il secondo comma dell'art. 3: un manifesto socialista riformista in Costituzione. Questo lo dico qui e anche alla sinistra per la quale sono il dr. Jekill quando conduco le battafglie contro l'Italikom e per il NO al referendum costituzionale, per diventare un pericoloso mr. Hide quando mi candido come capolista per Alternativa Municipale. I settari dio li fa ma non li accoppia, per fotuna come in questo caso. personale


Felice C. Besostri

maurizio ha detto...

Come ha detto giustamente Giovanni Scirocco ciascuno dei Comuni chiamati al voto domenica prossima ha delle proprie specificità. Per questo, da torinese, non mi addentro in disquisizioni relative al voto a Milano, anche se qualcosa credo di conoscere al riguardo. Desidero piuttosto aggiungere il mio punto di vista, in termini del tutto generali, sulla dibattuta questione del voto disgiunto. Walter Marossi, nel brillante articolo segnalato da Luciano, ha evidenziato tutte le incongruenze di carattere tecnico di questa scelta. Per me si aggiunge anche una considerazione tutta e solo politica. Il voto disgiunto è previsto dalle leggi elettorali per i Comuni e le Regioni, leggi di cui credo si possa ormai dire tutto il male possibile perché hanno notevolmente contribuito ad incrementare la personalizzazione della politica a scapito del ruolo che questa aveva e per me dovrebbe continuare ad avere. Certo questa è dovuta soprattutto all'elezione diretta del Sindaco e del Presidente della Regione, ma anche il voto disgiunto rientra pienamente in questa logica di esaltazione della singola personalità. Non sarebbe il caso che almeno chi la pensa come noi si tenesse ben lontano da suggestioni di questa natura?
Fraterni saluti
Maurizio Giancola

claudio ha detto...

Concordo con Giancola: questa storia del voto disgiunto è l’ultima baroccata di una partitocrazia morente, che per avere l’indispensabile voto sulla legge elettorale degli enti locali di uno dei partitini in via di scomparsa della sinistra-che-più-rivoluzionaria-non- si –può , ha introdotto questa norma demenziale che si può votare contemporaneamente un sindaco e un partito che insieme ad altri vuole eleggere un altro sindaco. L’ho letto tre volte su Google perchè non riuscivo a crederci. Penso che di questa norma finora in Italia si siano avvalsi non più di 57 persone di cui almeno 11 si sono fatti annullare il voto, perchè non lo si può incrociare con una lista monosindaco: almeno fino al punto di consentire di votare due sindaci contemporaneamente il legislatore non è arrivato, anche se sono sicuro che Rizzo (marco) batteva i pugni ... per un pugno di voti...e per un diritto di tribuna ovunque.
Sarei curioso di sapere se una norma del genere esiste almeno in un altro paese del mondo, oppure l’abbiamo brevettata come opera dell’Italia maestra del diritto e dello storto..

maurizio ha detto...

Nella mia precedente e-mail ho detto di non voler intervenire nello specifico milanese, limitandomi invece a considerazioni di carattere generali sul problema del voto disgiunto. Ritengo però che, alla luce della complessiva discussione, qualcosa possa essere aggiunto anche da un non milanese come me.
Innanzi tutto constato che i compagni di Milano sono profondamente divisi fra loro: chi sta con Sala, chi con Santambrogio, chi con Basilio Rizzo, chi infine ha deciso di votare in modo disgiunto. Posso dire che nessuno di questi tre presunti moschettieri mi convince? Sala non è certo un socialista, nemmeno lontanamente, ma gli altri due? Non ho ben capito chi sia e da dove venga Santambrogio, ma ritengo che una lista civica trasversale, come mi sembra si definisca Alternativa Municipale, vada bene in un piccolo comune di campagna, non certo in una metropoli come Milano. In quanto a Basilio Rizzo ne ho sempre letto e sentito parlare come di un giustizialista intransigente più che come di un comunista. Dopodiché, come sempre, smentitemi se sbaglio.
Detto questo, che fare? Mi permetto di esprimere la mia opinione perché, anche se fra Milano e Torino ci sono alcune differenze, la sostanza non cambia. Per questo motivo domenica per la prima volta in vita mia non andrò a votare e così farei se, anziché torinese, fossi milanese. Dopo tanti anni di voti cosiddetti utili o per il meno peggio ho infatti deciso che ritornerò al voto soltanto se autenticamente motivato e convinto. In fondo non ho alcuna ambizione personale e se qualcuno mi accuserà di essere eccessivamente identitario gli rispondo subito che per me va bene così.
Fraterni saluti
Maurizio Giancola