venerdì 17 giugno 2016

Emanuele Macaluso: ONORE ALLA COMPAGNA COX, IL VOLTO MIGLIORE DEL SOCIALISMO

Emanuele Macaluso: ONORE ALLA COMPAGNA COX, IL VOLTO MIGLIORE DEL SOCIALISMO L'assassinio della deputata laburista nel corso della campagna referendaria inglese, eccitata dai nazionalisti, ci dice anzitutto che proprio il nazionalismo sta inquinando una delle democrazie più antiche e solide. Il nazionalismo, infatti, come il razzismo, fanatizza e spinge pezzi della società verso la violenza e il fascismo. Uno dei meriti dell'europeismo e dell'internazionalismo socialista è stato quello di avere negato e contrastato con i fatti il morbo del nazionalismo e del razzismo. Ora, la malattia sembra tornare in Europa. E anche in Italia il leghismo, e il grillismo alleato dei nazionalisti inglesi, inquinano il confronto democratico. Mi ha colpito la biografia della giovane deputata laburista che dedicava un impegno veramente straordinario a combattere proprio il razzismo e il nazionalismo. Il suo esempio ci dice che nel socialismo europeo, che pure in questi anni si è appannato, sono presenti e attive forze, persone, militanti con grande passione politica e civile, che tentano con la loro opera di rigenerarlo e di ridargli il volto della sua storia migliore. Onore alla compagna Cox. La battaglia per i valori del socialismo democratico dev'essere ripresa anche in Italia. Compito essenziale è battere la destra e il grillismo, e riaprire seriamente un confronto, anche duro, nel centrosinistra e fuori di esso, per ridare un'anima e un profilo alla sinistra. Quell'anima che oggi ci viene indicata dalla compagna Cox. 17 giugno 2016

11 commenti:

giovanni ha detto...

L'assassino di Jo Cox sarà anche uno squilibrato (come il massacratore di Utoya...), ma questo genere di "pazzi" si attivano quando pensano di compiere una missione e di essere nel "giusto". E ciò avviene per il clima di odio che ci circonda, anche grazie a tutti quelli che se fosse stato un musulmano a uccidere un tory sarebbero qui a gridare, mentre oggi stanno zitti

luciano ha detto...

Sottoscrivo ovviamente il titolo: onore alla compagna Cox, valente deputata laburista uccisa perché si batteva per ideali di giustizia e di progresso.

Però l’analisi di Macaluso, che assimila il “grillismo” al nazionalismo, è evidentemente sbagliata e non porta da nessuna parte.

Quanto alla Brexit, mi dispiace doverlo dire ma – da convinto europeista – mi auguro che vincano i Sì all’uscita del Regno Unito dalla UE.

Infatti, il Regno Unito è sempre stato determinante per impedire che si progredisse verso un’autentica Unione federale.

Ed anche adesso prevale tra gli stessi sostenitori del “remain” l’impegno ad impedire qualunque ulteriore cessione di sovranità.

Se esiste una residua speranza di muovere nuovi passi verso l’ideale degli Stati Uniti d’Europa, essa è legata proprio all’uscita dell’UK.

Invece, se la Gran Bretagna resterà dentro e la UE non evolverà, resteremo in questo eterno limbo in cui l’Europa serve solo per fare la guardia all’idolatria del mercato e non riesce a dare vita ad un effettivo centro di sovranità. E alla fine dovremo uscirne tutti perché la moneta unica senza governo federale e senza unione fiscale è insostenibile.

LBP

marco ha detto...

Un bel ricordo di Marco Brunazzi, soprattutto per non dimenticare che estremismi, fascismi, mafie uccidono soprattutto i socialisti




JO COX,

L’ULTIMA SOCIALISTA ASSASSINATA

DI UNA LUNGA SERIE NEL MONDO



L’assassinio della giovane deputata laburista inglese ad opera di un killer neonazista non è che l’ultimo di una serie ben più lunga di quanto di solito si pensi.

A partire dall’omicidio del Primo Ministro socialista svedese Olof Palme (1986), delitto peraltro rimasto sconosciuto circa l’identità dei suoi mandanti (ma con molti sospetti sui servizi segreti americani, ovvero di ambienti neonazisti) e per limitarsi agli ultimi quindici anni in Europa e nel Mediterraneo ( per non parlare dell’America Latina) non sono stati pochi i delitti perpetrati in odio ad esponenti del socialismo democratico.

L’11 settembre 2003 venne assassinata la Ministro degli esteri svedese Anna Lindh, considerata la probabile prossima nuova leader del partito laburista (senza avere individuato i mandanti, ma con i sospetti di cui sopra).

Il 22 luglio 2011, nell’isola norvegese di Utoya, 77 giovani socialdemocratici norvegesi, di varia etnia e religione originarie, colà riuniti per un seminario politico estivo, sono trucidati dal terrorista neonazista Brevnik.

Il 26 gennaio 2015, in Egitto, nella storica piazza Tharir al Cairo, viene assassinata dalla polizia del generale-presidente Al Sisi la giovane attivista socialista Shaimaa el Shabbai, membro dell’Alleanza Popolare Socialista. Partecipava ad un corteo pacifico con gli striscioni del partito e la scritta “Giustizia e lavoro”. La sua foto, sostenuta dal marito con il viso rigato di sangue, aveva commosso il mondo.

Il 20 luglio 2015 a Suruc, in Turchia, presso il tormentato confine siriano, un attentato suicida attribuito all’ISIS, ma con forti sospetti sulle complicità della polizia di Erdogan, massacra trenta giovani aderenti alla Gioventù socialista e curda del Partito Popolare Democratico. Ai deputati di quel partito di opposizione, eletti nonostante intimidazioni e brogli e bombardamenti governativi sulle città curde dove si votava alle recenti elezioni politiche, il governo Erdogan ha ora tolto l’immunità parlamentare per poterli processare e condannare per “attività terroristiche e antinazionali”. La stessa cosa che fece Mussolini per mandare in galera i deputati dell’Aventino.

Questi appunti, largamente incompleti, dovrebbero forse ricordare a tutti che nel mondo ci sono ancora molti COMPAGNI SOCIALISTI che danno la vita e la rischiano per gli storici ideali di giustizia e libertà che il movimento socialista ha innalzato nel mondo da oltre centocinquant’anni.

francesco ha detto...

La posizione di Luciano su Brexit è molto interessante. Al tempo stesso faccio notare che secondo alcuni osservatori l'uscita del Regno unito porterebbe a un sempre maggior peso della Germania nel contesto europeo.

Questo può significare una maggior spinta all'integrazione? Dipende, non ne sarei così sicuro.

Sarà una nuova guerra magari a dare il via a una spinta di maggior vicinanza? Teoricamente già la "guerra al terrorismo", con tutta la semplificazione che questa espressione comporta, potrebbe darci l'occasione di capire che è venuto il momento di condividere anche alcuni dossier delicati (sicurezza e difesa). Ma il percorso è lento.

Francesco

alberto ha detto...

Sono perfettamente d’accordo. Siccome il Regno unito non rinuncerà mai alla sterlina per l’euro, continuerà a cercare di avere i benefici di entrambe le monete frenando una sempre maggiore integrazione europea che in qualche modo potrebbe danneggiarla. Del resto è quello che sta facendo da anni.

maurizio ha detto...

E' giusto ricordare con commozione ed ammirazione Jo Cox, valorosa compagna laburista. Detto questo confesso che non ho un'idea precisa sulla Brexit. E' bene che la GB resto nell'UE o sarebbe meglio se ne uscisse? Non lo so e credo che questo dipenda dal fatto che l'Europa, così come è ora, non mi piace e non mi convince. Alcuni compagni sostengono che ci si debba battere per riformarla. Giusto, in linea di principio. Ma ci sono anche realtà non modificabili ed allora è saggezza prenderne atto. La storia europea, per motivi che non credo sia il caso di ricordare, è stata profondamente diversa, non fosse altro che perché molto più antica, rispetto a quella degli USA, del Canada e dell'Australia. Gli Stati Uniti d'Europa sono una bella e generosa utopia, ma nulla di più. Non sono stati realizzati e nessuno vuole realizzarli, ma in compenso abbiamo l'euro, cioè una moneta senza stato, follia senza precedenti nella storia. D'accordo, la Brexit riguarda solo l'UE, non l'eurozona, cui nessuno pensa di aderire da quelle parti. Forse bisognerebbe ripartire proprio da questo, perché l'UE ci può anche stare, ma sull'euro ormai solo un folle o un tedesco (fino a quando?) può essere d'accordo.
Fraterni saluti
Maurizio Giancola

piero ha detto...

Anche io non tremo davanti all’ipotesi di un’uscita britannica dalla UE. Tuttavia tale uscita non sarebbe una panacea verso l’unione federale poiché le resistenze non provengono solo dagli inglesi, anzi. Inoltre è anche vero che certi aspetti dell’integrazione sono stati comunque positivi per la Gran Bretagna, e gli inglesi, tutti, lo sanno bene.
Che restino o che se ne vadano l’unica strada verso l’integrazione politica è favorire forme di approfondimento dell’unione a partire da quegli stati che ci vogliono stare, senza porsi l’obiettivo dell’unanimismo; quindi i britannici, in quest’ottica, possono esserci o non esserci, la cosa è ininfluente.


PG

claudio ha detto...

è più di 3 secoli che l’Inghilterra si batte contro qualunque forma di unità dell’Europa continentale. Con il MEC han deciso alla fine di aderire per sabotare. L’ideale sarebbe che vinca la brexit e subito dopo gli scozzesi facciano un referendum per restare nella UE: ci sarebbe molto da discutere con la Spagna, perchè la Catalogna vuole l’indipendenza restando nella UE. Ma se le elezioni vedono vincenti Podemos e gli indipendentisti catalani e baschi lo scenario cambia: non han fatto il governo coi socialisti perchè lo volevano allargato agli indipendentisti e i socialisti no.

felice ha detto...

A parte il mrito la cosa tragica a sinistra, che non c'è un luogo di riflessione e discussione collettiva sulla Brexit, come sui rapporti con M5S, per alcuni è il vero pericolo fscista, per altri uno strumento per battere il PD di Renzi. Terzo Tem le elezioni spagnole del 26 giugno. Se avete tempo rileggete il pasorelativo alla Spagna dello scritto allegato. La cupio dissolvi della sinistra è ben testimoniata dai tifosi del Sorpasso di UNIDOS PODEMOS sul PSOE. Per loro è secondario che la somma dei voti( o dei seggi) PSOE-PODEMOS-IU sia superiore o inferiore a quella del 21 dicembre2015 o se PP Ciuddanos possano formare una maggioranza ovvero, ancor peggio, se la sconfitta di Sanche porta a far vincere i baroni andalusi favorwevoli ad una grande intesa PP-PSOE sponsorizata da PSE e PP e dal PD. Il problema è più vasto e dice anche cosa fare per l'Europa. e perdite progressive e costanti dei partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti vanno solo in minima parte alla loro sinistra, ma soprattutto nell'astensione e nei settori più fragili del loro elettorato anche verso i populisti di destra. Hollande è precepitato dal 28 al 14% e Mélenchon è salito dal 11,2 al 12%. La sinistra europea è utta sul TITANIC e quando incontrerà l'iceberg non fara differenze tr chi viaggia nella stiva, fccia parte dell'equipaggio o ceni a caviale e champagne al suono di un'orchestrina nel ristorante di prima classe
Felice C. Besostri

claudio ha detto...



....stanno solo in Inghilterra? Da quando si è annunciato il referendum tutti si strappano i capelli al pensiero che gli inglesi, forse, se ne vanno da un’Unione in cui sono entrati solo per sabotare e frenare. Dopo l’ingresso dell’Inghilterra la Thatcher, al grido di “ridatemi i mei soldi”, ha ottenuto che uno dei membri più ricchi dell’Europa ottenesse un cospicuo sconto sui contributi netti da versare. Perchè gli è stato concesso? mistero. Adesso Cameron ha ottenuto altri favori per aiutarlo a vincere il referendum. Se per disgrazia ciò dovesse succedere, voglio sperare che tutti gli altri paesi della UE pretendano lo stesso trattamento.
Da più di tre secoli una costante della politica estera inglese è stata di impedire con ogni mezzo che l’Europa continentale formasse un blocco unico: visto che non sono riusciti a fermare la UE, han deciso di “aderire per sabotare” e le diffidenze tra francesi e tedeschi li hanno finora aiutati. Con quali vantaggi per l’Europa non mi è mai stato chiaro.
Se vince il leave, si brindi, con champagne francese, o champenois italiano o robusto cava spagnolo. Niente Bollinger, la marca preferita della Regina e di James Bond...

salvatore ha detto...

un parere divergete quello di Claudio, ma, come suo solito, molto acuto e intelligente, sicuramente fuori dai soliti schemi dicotomici che pervadono il dibattito politico ai nostri giorni (dentro l'Europa bene, fuori dall'Europa male; gli immigrati sono tutti buoni e devono entrare, gli immigrati non li vogliamo; la riforma costituzionale è la fine della democrazia, la riforma risolverà tutti i mali d'Italia...... e via discorrendo).

Questo ci dimostra che nell'analisi politica occorre sempre una certe dose di coraggio e di apertura mentale (qualcuno potrebbe chiamarla spregiudicatezza) per valutare le cose.
E al discorso fatto da Claudio io aggiungerei anche che un eventuale risultato di uscita dall'Europa potrebbe addirittura favorire il rilancio di un processo unitario dell'Europa, indebolendo le forze che sino ad oggi hanno utilizzato l'Europa come strumento per imporre una politica neoliberista e favorevole ad una globalizzazione che, ad esempio, impone il TTIP, e ridare vigore a quelle forze che traevano nel manifesto di Ventotene la loro ragione di unità dell'Europa.
Forse pensare ad una ripresa tout-court di quella che fu la socialdemocrazia di Brandt e Palme è un sogno, ma sicuramente il permanere dell'Europa dei vincoli e delle banche lo rende irrealizzabile.
L'uscita dell'Inghilterra sarebbe un colpo per questa Europa, quella che dall'epoca di Maastricht sta demolendo il modello di welfare europeo, non è detto che lo sarebbe per il sogno europeo.