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mercoledì 9 marzo 2016
Franco Astengo: Primarie
LE PRIMARIE VEICOLO DELL’INDIVIDUALISMO E DI ULTERIORE INQUINAMENTO DELLA POLITICA ITALIANA di Franco Astengo
Il sistema politico italiano è da tempo inquinato da una apparentemente irrisolvibile”questione morale” ben più incancrenita di quanto sarebbe sopportabile in un “normale” sistema democratico.
Inutile fare l’elenco dei casi in questioni: è ben noto e sarebbe troppo lungo.
In questo quadro complessivo di inquinamento corruttivo, del quale si deve parlare senza alcun timore di essere tacciati di qualunquismo, si è innestato un ulteriore elemento: quello delle cosiddette “primarie” organizzate dal PD in determinate occasioni per scegliere i candidati alle elezioni.
Dopo il caso della Liguria nel 2015, ecco quello della Campania, laddove i protagonisti dei tentativi di estromissione sono esponenti “storici” di provenienza PCI: prima Cofferati, poi Bassolino (senza alcuna idea di fornire giudizi positivi su questi personaggi, il dato sottolinea soltanto una derivazione politica e non di più).
Estromissione da parte di giovani rampanti (ci sarebbe da riflettere ancora sulle donne in politica che usano tutte le armi del vecchio dominio maschilista) perfettamente allineati al nuovo corso autoritario, personalistico, individualistico.
Sono questi gli elementi che corrompono, nel profondo, questo presunto “agire politico” e portano, considerando la propria affermazione personale come l’unica ambizione perseguibile, a episodi come quelli cui stiamo accennando.
Il ricorso presentato da Bassolino sull’esito delle primarie napoletane ( già annullate nel 2011 per episodi analoghi) conferma le primarie come veicolo di questo “individualismo competitivo” fonte, appunto, di ulteriore inquinamento della politica italiana.
Purtroppo, se guardiamo alle vicende del M5S, il quadro appare sostanzialmente analogo: un inquinamento principiato e proseguito da destra con la logica dell’esaltazione della personalizzazione avvenuta attraverso il ruolo svolto da Forza Italiana nella trasformazione di quello definito “all catch party” in partito personale (da Kirchhmeier a Calise).
Le primarie non rappresentano un momento di esaltazione della democrazia ma un’esaltazione dell’individualismo e della trasformazione dei soggetti politici in un insieme di comitati elettorali che vivono soltanto di sondaggi adeguando la propria azione al loro esito (come risulta clamorosamente in ogni atto di questo Governo) e di cordate in modo da impedire anche il minimo di solidarietà che dovrebbe comunque sussistere in quella che si vorrebbe ritenere ancora una “comunità politica” e che invece non lo è proprio più.
Radicamento di massa, funzione pedagogica, rappresentatività politica e sociale anche nella presenza istituzionale, politica delle alleanze: tutti elementi smarriti in questo quadro così triste.
E’ sbagliato votare una persona per una persona: si creano grandi e piccoli mostri.
Le persone svincolate dalle idee rappresentano soltanto l’arroganza e la presunzione.
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1 commento:
Le persone di provata esperienza politica non hanno mai creduto alle cosiddette "primarie all'italiana" che, ampiamente dimostrano trattarsi di un riciclo di modalità alquanto vecchie a cui si è voluto dare un nome nuovo nel tentativo surrettizio di stimolare la partecipazione.I risultati sono sotto gli occhi di tutti, non solo degli organi interni di controllo del partito, ma, probabilmente anche della magistratura.Quanto a numero di votanti, con l'aggiunta del tintinnio dell'euro, la delusione è al massimo.
Personalmente ritengo, come tanti compagni e milioni di cittadini, che sono altre le cause che continuano a mantenere l'astensionismo a livelli così alti, non ultima quella costituita dagli atteggiamenti menefreghisti e cinici di larga parte del ceto politico, a cui le "poltrone" comunque vengono assicurate anche se a votare è o sarà un'esigua minoranza.
Fino a quando non saranno varate riforme radicali capaci di eliminare i privilegi, parentopoli, clientelismo, affittopoli, corruttela, pensioni e stipendi d'oro, liquidazioni milionarie, tangentismo, foraggiamenti sottobanco, devianze politico-mafiose, disoccupazione giovanile ormai endemica, i "subiti guadagni", gli sperperi pubblici, le sanguisughe di regime, le logiche di casta e di corporazione, ecc., ecc., la disaffezione verso le istituzioni è destinata a crescere.
Bisogna avere il coraggio di portare avanti un progetto sociale ispirato alla massima trasparenza e legalità, capace di realizzare un modello di società che abbia i caratteri della maggiore equità e giustizia possibili, che assicuri il "diritto di cittadinanza" ed il soddisfacimento dei bisogni primari, nel rispetto dell'uomo e della sua dignità..
Il fatto di aver delegato agli organi giudiz.iari l'opera di " pulizia", pur sapendo che trattasi, per sua natura e ruolo, di attività riparatoria di recupero e ripristino della legalità in "secondo tempo" , è un'ulteriore segnale dimostrativo che la "politica" e gli organi istituzionali di prima istanza si sono rivelati in occasioni ormai numerosissime e perniciose, incapaci di interventi drastici e risolutori.
Probabilmente ad intervenire nel dibattito, pur col rammarico e le contrarietà che ognuno può nutrire, si è sospinti dall'"ultima dea" che consente di mantenere in vita l"ottimismo della volontà". Un saluto, Roel
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