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domenica 13 marzo 2016
Vittorio Melandri: La sinistra italiana si rassegni a fare senza il PD
LA SINISTRA IN ITALIA SI RASSEGNI A FARE SENZA IL PD
Su “la Repubblica” bisogna arrivare a pagina 10 per trovare tracce delle “scintille fra opposti Pd”, che occupano l’apertura di prima pagina su “il manifesto”.
Al di là dell’essere in sintonia con il me (mé) dicente “house organ” del PD, o con il sé dicente “quotidiano comunista”, credo sia sintomatico dello stato febbrile della stampa in Italia, una così plateale differenza di trattamento per una “notizia” che comunque, volenti o nolenti, investe gli interessi dei cittadini del bel Paese.
Sia dei cittadini attenti alla politica, perché consapevoli che ci riguarda da molto vicino, sia di quelli più interessati alla “movida”, perché consapevoli che quello che conta è come far arrivare l’ora di andare in discoteca, senza arrivare in questo “unico” caso, sfigatissimi primi.
Sono inguaribilmente convinto dell’importanza delle forze che si coagulano attorno al PD, per le sorti della sinistra in Italia.
In quel “buco nero” sono finite energie indispensabili alla riuscita di un principio di rinascita di speranza (al momento solo principio e solo speranza), della sinistra in Italia.
Dopo che si sono create le condizioni perché un ‘democratico cristiano’ giovane, e risoluto quanto verace, risultasse vincente di un’Offerta Pubblica di Acquisto, inopinatamente messa in piedi dai superstiti del crollo del Muro di Berlino, la cosiddetta “MINORANZA DEM” si consola nel suo insieme ripetendo di continuo giaculatorie tipo …. “noi restiamo a casa nostra”.
Indifferenti al fatto che nel frattempo di “casa loro”, siano rimaste al più le pareti, intanto che il nuovo amministratore ha già trasferito altrove anche i “cento chiodi” cui stavano appesi i quadri alle pareti.
Sentita ripetere per l’ennesima volta questa pietosa cantilena da San Martino in Campo (PG), sono stato assalito da una dubbiosa domanda.
Dove sta la “cassa” del PD?, dopo che la fusione fredda di DS e Margherita ha generato il “buco nero” che gli astronomi hanno appunto chiamato PD, i soldi, quelli legittimi sia chiaro, quelli in capo a proprietà mobili e a proprietà immobili, quelli per intenderci che nei DS erano sotto la tutela amministrativa di tal Sposetti, e nella Margherita erano stati pure amministrati da tal Lusi, come si sono “fusi insieme”???
Un noto ritornello recita così …
Casa mia casa mia per piccina che tu sia …..
Forse è a quel ritornello che occorre riandare per farsi una ragione del fatto che, D’Alema o non D’Alema, Renzi o non Renzi, la sinistra in Italia deve ormai rassegnarsi a fare senza il PD.
Quello di Renzi ovviamente, che di sinistra non ha niente, anzi proprio niente, ma anche quello della cosiddetta minoranza Dem, cui forse si dovrebbe andare in soccorso con l’equivalente di una “legge Bacchelli”, quella legge n. 440 varata l’8 agosto 1985, promulgata dal vituperato Governo Craxi (I), che ha istituito un fondo a favore di cittadini illustri che versino in stato di particolare necessità.
vittorio melandri
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