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mercoledì 5 dicembre 2012
Vittorio Melandri: Riccardo Nencini e il socialismo
RICCARDO NENCINI E IL SOCIALISMO: SOSTANTIVO CHE NON HA 'PIÙ' BISOGNO DI AGGETTIVI
RICCARDO NENCINI E IL SOCIALISMO: SOSTANTIVO CHE NON HA ‘PIÙ’ BISOGNO DI AGGETTIVI
Sarò un inguaribile ingenuo, e sicuramente sono modestamente attrezzato culturalmente, ma continuo ad essere sempre più convinto che scavallato anche il primo decennio del terzo millennio, il sostantivo ‘SOCIALISMO’ non abbia ‘più’ bisogno di aggettivi quali, ‘democratico’, ‘liberale’, ‘radicale’, ‘moderato’, ad accompagnarlo.
Essendo il ‘socialismo’ per sua intima natura sin dal suo fondarsi nella società umana, per la pratica della democrazia, libero nelle idee, radicale nei principi che lo ispirano, moderato nei mezzi per perseguirli.
E anche se nel corso dei decenni di vita non sempre si è dimostrato capace di coerenza con sé stesso e con le sue caratteristiche, oggi non può più in alcun modo deviare dalla sua natura; l’alternativa è quella di perire, non come idea, destinata comunque a sopravvivere agli esseri umani che la interpretano pro tempore, ma come “ente organizzato”; come del resto la triste fine del PSI proprio al compiersi del suo primo secolo di vita, sta a dimostrare.
Essendo inoltre il ‘socialismo’ ispirato dalla triade “libertà uguaglianza fraternità”, è solo nell’area della sinistra che possono politicamente abitare i socialisti, perché è solo nell’area della “sinistra” che la triade tutta intera gode del diritto di cittadinanza.
Detto questo, le formazioni sedicenti di sinistra radicale e massimalista, sono da sempre anche una “zavorra” da cui il socialismo è il primo ad essere penalizzato, ma se è vero questo, è della “zavorra” che occorre liberarsi, non delle donne e degli uomini, e di molte delle idee che a quelle formazioni danno da decenni vita, perché non è a sinistra che stanno i “nemici” del socialismo, ma a destra, dove abitano da sempre i “liberali” che non mirano alla libertà ma al “loro liberalismo”, dove l’uguaglianza auspicata è quella fra “pari”, e la fratellanza praticata, è quella dei “confratelli”.
Quanto alla “governabilità” bene da garantire, come fosse possibile una sua assenza, è bene osservare che come in natura il vuoto non esiste, e se se ne creano le condizioni subito si riempie, così nelle vicende umane, sempre esiste un “governo” delle cose, e si tratta quindi di condizionarne semmai la natura, non di garantirne l’esistenza, ché si garantisce di per sé. Checché se ne vada ipocritamente cianciando, l’Italia da quando è Repubblica, non è mai stata un solo giorno senza un Governo in carica.
Se una sinistra, socialista, crede di dover modellare sé medesima al fine di garantire una “governabilità” ad ogni costo, anche al costo di supportarne una natura contraria ai valori della sinistra e del socialismo, semplicemente, ancora una volta, perisce, o peggio, cambia i suoi connotati, non è più né sinistra né socialismo.
Per queste ragioni sommariamente esposte, non riesco a condividere le affermazioni del compagno Riccardo Nencini (newsletter@partitosocialista.it del 3 dicembre 2012) con la quale esulta per essere stato di fatto annesso al PD dal successo di Pierluigi Bersani, ed afferma che si continua …
“a perseguire con passione e tenacia: la costruzione di un centrosinistra con una forte e chiara caratterizzazione riformista, libero dalle zavorre della sinistra radicale e massimalista, in grado di offrire agli italiani una prospettiva di governo e di crescita, grazie al forte ancoraggio ai valori del socialismo liberale di stampo europeo.”
E questo, anziché rammaricarsi del fatto che la sinistra radicale e massimalista non sia ancora stata ingaggiata senza tregua in un costruttivo dibattito, dalla cosiddetta sinistra riformista, e ricondotta a riflettere sui suoi storici errori, non ultimo quello di aver di fatto favorito nel 1998 la nascita di un Governo D’Alema, che si è trasformato nel trampolino di lancio per i successivi e sciagurati Governi di Berlusconi.
Il compagno Nencini dovrebbe esitare ad esultare per essersi liberati della sinistra radicale e massimalista, ed ancor più esitare ad auspicare nel contempo una alleanza contro natura, come quella con “gli estremisti moderati” alla Casini, baciapile opportunista, capace all’occorrenza di dedicare alla Madonna di S. Luca una Presidenza della Camera conquistata con i voti del mafioso Cuffaro, e poi da quello stesso scranno, essere capace di mandare auguri al “mafioso in secondo grado” Dell’Utri.
Vittorio Melandri
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2 commenti:
Condivido pienamente l'analisi d Vittorio. L'unico problema è che ancora troppe persone si dicono socialisti senza esserlo nei fondamentali. Penso - con orrore - a quella gente che, durante il ventennio berlusconiano, era traslocata lì. Vizzini, ad esempio, non certo un politico ingenuo e di primo pelo che ora ci riprova ad accasarsi. E tanti altri, trascurando naturalmente i Cicchitto, i Brunetta, i De Michelis, la Craxi...
Io, sinceramente, tutto questo livore nei confronti di Nencini non lo comprendo e, onestamente, ha anche un pò stancato. Si continua a mancare di rispetto ad un Partito (piaccia o non piaccia lo è con le sue strutture ed organizzazioni territoriali) ed agli scritti. Tante Compane eCompagni che dichiarano di essere socialisti senza infingimenti e senza trucchi ed invece di vergognarsi di usare la Parola Socialista, lo fa con orgoglio nei comuni, nelle province e Regioni d'Italia. Io non comprendo: Nencini ha fatto nè più nè meno quello che ha fatto Vendola (al quale non ho mai sentito dire che il suo movimento politici è socialista e/o si riconosce nel PSE) siglando un patto col PD. Come al solito due pesi e due misure...... vecchia tara comunista e (purtroppo) postcomunista.
E' vero, forse la parola "Socialista" non ha più bisogno di aggettivi e precisazioni (forse); mi piacerebe sapere quanti, tra quelli della così detta sinistra, la nominano quella parola.
Ecco, il eliminerei la parola "Sinistra"; o al massimo chiedere l'obbligo dell'aggettivo.
Chiederei che la parola "sinistra" sia sostituita con "Socialista".
Fraterni Saluti
Marco Ligori - PSI Lecce
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