lunedì 14 dicembre 2015

Franco Astengo: Un sistema politico in evidente difficoltà

UN SISTEMA POLITICO IN EVIDENTE DIFFICOLTA’ di Franco Astengo Un sistema politico in evidente difficoltà quello italiano, nel quale si stanno presentando elementi di vera e propria crisi nel determinare un corretto assetto di relazione tra le istituzioni e le formazioni sociali. Paradossalmente un quadro costruito sull’idea centrale della governabilità non sta offrendo soluzioni di governo, mostrando evidenti scricchiolii che si traducono in una forte sfiducia complessiva, un’impossibilità di costruire stabile consenso fondato sulla base di un impegno militante da parte di settori consistenti dell’opinione pubblica. Appare del tutto remota la pratica di un dibattito collettivo provvisto di una dialettica positiva anche per la responsabilità di un sistema dei media cloroformizzato dalla ricerca di un approccio del tutto interno alle logiche del sistema dominante e inca capace di esercitare una visione critica nel presente e al riguardo del futuro. Dopo il fallimento del ventennio della “transizione italiana” trascorso alla ricerca dell’alternanza bipolare (non si è trattato semplicemente del cosiddetto “ventennio berlusconiano”) le responsabilità maggiori spettano al PD(R) che ha ostinatamente cercato una posizione di “centralità assoluta” operando in questo senso anche rispetto ai temi più delicati della struttura istituzionale e della legge elettorale (che rimane il “cuore” di un sistema politico) e assestandosi su di un fenomeno di pericolosa personalizzazione. Il PD(R) ha caricato eccessivamente il livello di attesa al riguardo della propria capacità di governo. L’impossibilità di supportare questo carico di aspettative elaborando un rapporto positivo con le dinamiche sociali ha causato una vera e propria difficoltà di consolidamento di un consenso reale e non fittizio. Un sistema che, usando una frase ad effetto presa da tempi passati appare davvero basarsi su “piedi d’argilla”. Questo fatto si sta rivelando un vero e proprio punto di deficit sistemico dal quale potrebbero emergere due esiti entrambi negativi: 1) quello di una crisi di sistema che potrebbe portare all’apertura di spazi inusitati per forze di tipo populistico – eversivo 2) oppure con il completamento di un’operazione (già in corso e consolidata) di restringimento dei margini di esercizio concreto della democrazia repubblicana in senso personalistico – autoritario. Tanto più che appare del tutto vana la ricerca di una adeguata leadership collettiva, in tutti i campi e non soltanto all’interno delle fumanti macerie del sistema dei partiti. Non c’ élite dirigente e quella che si sta improvvisando ad esercitare quel ruolo vive di spot fugaci e parziali. Ciò che sta avvenendo in questi giorni con la vicenda dei risparmiatori truffati appare emblematica di questa spinta esagerata alla governabilità che non fornisce risposte, e la reazione dell’opinione pubblica sottolinea proprio questo dato. Siamo di fronte ad un tessuto sociale sfrangiato e frastornato che non fornisce una legittimità sufficiente al sistema politico. In conclusione la centralità del governo in luogo di quella della rappresentanza politica, esercitata attraverso una forzatura delle dinamiche politico-istituzionali previste dalla Costituzione a partire dal 2011, sta provocando un vero e proprio sfaldamento non fronteggiabile da una retorica della speranza che non fornisce alcun risultato pratico e nessuna prospettiva concreta. Governabilità senza concretezza, dibattito senza sbocco culturale adeguato: difficile pensare che possa durare a lungo sfruttando l’indifferenza di un Paese nel quale la presenza e la partecipazione politica sono ridotte al lumicino ed esercitate, in gran parte, sulla base della spinta dell’individualismo competitivo.

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