venerdì 18 dicembre 2015

Luciano Belli Paci: Pacchi e pacco

Non mi pare, obiettivamente, che allo stato siano emerse su madonna Boschi (o Milady, pensando ai Tre Moschettieri …) robuste ragioni a sostegno di una mozione di sfiducia individuale. Altra cosa, ovviamente, è la sfiducia politica, che dal mio punto di vista è massima ma investe l’intero esecutivo. Però il mio metro di giudizio sulla ministra conta poco, mentre dovrebbe contare moltissimo quello del suo capo, il Caro Leader di Rignano. Di lui in questi giorni sono stati ricordati i giudizi implacabili sulle ministre Cancellieri e Idem, che però qualche colpa individuale l’avevano, anche se quella della seconda era piuttosto veniale. Non mi pare invece che sia stato ricordato – oppure mi è sfuggito – il giudizio espresso su Anna Finocchiaro nel 2013. Renzi: «Mi spiace, ma non può diventare Presidente chi ha usato la sua scorta come carrello umano per fare la spesa da Ikea». Ho la netta sensazione che qualcosa non torni. Se gli uomini della scorta aiutano una signora a sollevare dei pacchi all’Ikea, quella signora non può fare il presidente. Se invece una signora rischia un conflitto di interesse perché il padre ha tirato un pacco ai risparmiatori di Arezzo, quella signora può fare il ministro. Certo, sono pacchi diversi. Ma quale pesa di più ? Luciano Belli Paci

3 commenti:

francesco ha detto...

Che il Renzismo si fondi - direi quasi ontologicamente - sul concetto dei "due pesi e due misure" mi pare di un'evidenza ormai palmare. E quindi concordo in questo con l'intervento di Luciano.

Non sono però d'accordo con lui quando afferma che non gli pare siano emerse ragioni sufficienti a sostegno della mozione di sfiducia individuale presentate contro la ministra Boschi.

Il punto chiave mi pare sia quello sui creditori sociali, ai quali il governo ha inibito, con decreto, la possibilità di azioni di rivalsa nei confronti dei dirigenti e degli amministratori degli istituti di credito responsabili di operazioni discutibili (o, peggio, truffaldine). I dirigenti della banche salvate, tra cui il padre della ministra, hanno di fatto beneficiato di uno scudo importante, che li mette al riparo dal dover rispondere delle situazioni da loro create con la loro condotta ai limiti del criminale. In gioco non ci sono certo le 4 azioni della ministra o dello stesso signor Boschi (il buon contadino che si è impegnato per tutta la vita per il futuro dei propri figli, e che pochi giorni dopo la nomina della figlia a ministro è diventato vice-presidente della sua banca). E' qui che gli elementi per ipotizzare il conflitto di interessi mi pare ci siano tutti. E su questo vale la pena di notare che la ministra, nel suo intervento in Parlamento, che ora viene presentato come una sorta di trionfo oratorio, non ha minimamente risposto. La questione del valore delle azioni, su cui la Boschi ha impostato tutto il suo intervento alla Camera, pretendendo con ciò di fugare ogni ombra di sospetto sulla sua correttezza, non era affatto il nodo della questione. A me è sembrato più che altro un modo per gettare fumo negli occhi rispetto ai nodi veri. Il conflitto di interessi "grande come una banca", come ha detto giustamente il veemente grillino, invece sussiste eccome (ed è appunto la questione dell'intervento in danno dei creditori sociali). L'intervento di Milady - con la retorica (per me) stucchevole della lacrimuccia e del labbruccio tremante di indignazione, con gli stilemi da telefilm di quart'ordine ("amo mio padre ma se ha sbagliato pagherà": e invece non pagherà perché il decreto lo ha messo al riparo), e con le affermazioni traboccanti di orgoglio del "sono la prima Boschi che si è laureata" (e che c'entra?) - ha completamente eluso il vero tema in questione. Si è cercato di far passare la bella ministra come un'integerrima Biancaneve circondata da squallidi profittatori politici, ma nel merito la sua difesa è stata debolissima (e questo per tacere della questione ancora più seria, che è poi quella dei dubbi sul "verminaio etrusco", ovvero su chi fossero coloro cui la banca elargiva finanziamenti generosi, proprio nel mentre in cui truffava migliaia di risparmiatori ingenui, convincendoli a comprare obbligazioni spazzatura). Da lì si leva - come scriveva a suo tempo De Bortoli - un forte "odore di massoneria". E io credo che su questo la partita non sia affatto chiusa.

Un saluto,

Francesco Somaini

franco ha detto...

le mozioni di sfiducia si presentano soltanto quando ci sono ragionevoli possibilità di rottura nel campo avversario, altrimenti rappresentano davvero un boomerang. Oggi comunque i giornali riportano efficaci rappresentazioni della vera e propria sceneggiata recitata ieri alla Camera. Sarebbe interessante conoscere la differenza di impatto sull’opinione pubblica tra questa e la vicenda banche nel suo complesso. Credo che la vicenda banche rappresenti un vero e proprio punto d’arresto per il governo, una forte caduta di credibilità non risolvibile cercando di deviare l’interesse su altri argomenti come ha cercato di fare Renzi in occasione del Consiglio Europeo. Quello della vicenda banche è un tema che interessa direttamente i cittadini e fa paura. Grazie per l’attenzione Franco Astengo

Anonimo ha detto...

e quindi?
anche ci fosse "odore di massoneria" quale sarebbe il problema? °_°