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martedì 29 dicembre 2015
Emanuele Macaluso: La verità è che l'anno si chiude male
LA VERITÀ È CHE L’ANNO SI CHIUDE MALE
L’anno si chiude male, molto male per il nostro Paese. Il presidente del Consiglio, anche nella conferenza stampa di oggi, va predicando che l’Italia è ormai fuori dalla crisi e in condizioni tali per cui può crescere e meglio di altri Paesi europei al punto di diventarne la guida. Nei giorni scorsi Matteo Renzi ha innescato un’altra polemica con la Ue, in particolare con il governo tedesco, e non si capisce dove andrà a parare anche se oggi ha teso ad attenuare, ma non sostanzialmente, queste polemiche.
Il “Corriere della Sera” di oggi pubblica un articolo, firmato da Federico Fubini, che riassume uno studio di 3 economisti che lavorano a Bruxelles. Questi studiosi documentano, in maniera inoppugnabile e con statistiche alla mano, che in l’Italia “è da metà degli Anni ’90 che il reddito per abitante perde terreno rispetto a tutte le altre economie europee”. Un ritardo dovuto al fatto che alla fine del secolo scorso, quando finisce la prima repubblica, “la produttività totale dei fattori è in calo (in media dello 0,3% l’anno)”. Commenta Fubini: “È un caso praticamente unico. Mentre questo dato cresce quasi ovunque nel resto d’Europa e ancora più negli Usa, cala in Italia”.
È chiaro che la responsabilità di questo dato allarmante e determinante per l’economia, perché investe tutti i fattori - dalla burocrazia all’industria, al commercio, eccetera - non è solo del governo Renzi ma anche dei governi che in questo secolo e in questa seconda repubblica hanno governato. Il fatto contestato a Renzi è che le riforme tanto esaltate, anche se non sono sottovalutate, non hanno inciso proprio sul fattore produttività. Ho detto che il Paese è messo male anche perché c’è un governo che esalta solo quel che fa; e c’è una opposizione a questo governo della destra e del grillismo che muovono critiche e attacchi in una direzione che può solo peggiorare quei dati.
Demagogia e pressapochismo dominano nella vita politica del Paese. Le speranze, a mio avviso, per un cambiamento nell’anno che verrà non sono molte ma sono possibili soltanto se ci sarà un mutamento reale nella politica e nel modo d’essere soprattutto del Pd.
(29 dicembre 2015)
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