martedì 8 dicembre 2015

Franco Astengo: Potere

UNA CITAZIONE PER TORNARE A RIFLETTERE SU ORIGINE E NATURA DEL POTERE di Franco Astengo Segue qui una semplice citazione attraverso la quale si pensa di eseguire una piccola provocazione utile a richiedere la ripresa di una riflessione sulle origini e la natura del potere. Una riflessione necessaria in una fase storica nel corso della quale appare evidente il distacco tra capitalismo e democrazia liberale: si sono aperti varchi, da molti impensati dopo la caduta del “socialismo reale”, per prove di regimi la cui natura appare determinata da un vero e proprio “arretramento storico”. Sembrano così travolti i principi fondativi circa un rapporto diretto tra sviluppo scientifico ed economico e l’ampliamento di forme di potere la cui sede sarebbe risieduta in un ampliamento della sovranità popolare. Ciò avviene anche nelle zone del mondo, dove questo fenomeno, poco sopra definito di “arretramento storico”, non pareva dovesse più trovare albergo. In queste zone del mondo, quelle del cosiddetto Occidente sviluppato e del “capitalismo maturo”, si è tornati a forme selvagge di dittatura sociale e politica, di non riconoscimento della diversità, di infiltrazioni di tentativi oscuri di vari tipi di dittatorelli di provincia. Tutto questo in un quadro generale dominato dalla concezione esaustiva della politica intesa come “vetrina da marketing”. Le poche righe che seguiranno invitano, quindi, semplicemente alla riapertura di un capitolo forse considerato chiuso nell’analisi corrente della filosofia politica. Rappresentano soltanto, almeno nell’intenzione di chi le propone, una provocazione sulla cui utilità toccherà certamente ad altri giudicare. “..Quasi tutti i governi attualmente esistenti, o di cui rimanga una documentazione storica, originariamente sono stati fondati o sull’usurpazione o sulla conquista, oppure su entrambe, senza alcuna pretesa al leale consenso o di volontaria soggezione da parte del popolo. Quando un uomo astuto e temerario è posto a capo di un esercito o di una fazione, gli è spesso facile, impiegando alternativamente la violenza e l’inganno, di stabilire il suo dominio su un popolo cento volte più numeroso dei suoi partigiani. Egli non ammette nessun rapporto libero che dia modo ai suoi nemici di conoscerne esattamente la forza e la consistenza numerica. Molti governi sono stati fondati con questi mezzi, e questo è il solo contratto originale di cui possono vantarsi. L’aspetto del mondo muta continuamente per la trasformazione di piccoli regni in grandi imperi, per il frazionamento di grandi imperi in piccoli regni, la fondazione di colonie, la migrazione delle genti. Che altro si può trovare in questi eventi, se non la forza o la violenza? Dove sono l’accordo reciproco e l’associazione volontaria di cui tanto si parla..” David Hume “Sul contratto originale” da Saggi morali, politici e letterari ( in “Opere filosofiche”. Volume III, Laterza, Bari 1986)

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