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giovedì 29 ottobre 2015
Franco Astengo: Fiducia
OTTIMISMO, SPERANZA, FIDUCIA di Franco Astengo
Ottimismo, speranza, fiducia: tre categorie dello spirito (addirittura la speranza virtù teologale della dottrina cattolica) sparse a piene mani dalla macchina di propaganda del Regime sul capo della massa dei diseredati della terra che popolano le nostre periferie e le nostre metropoli.
L’illusione (si tornerà su questo termine) è quella del “vivere nel migliore dei mondi possibili”, accettando le cifre artefatte delle percentuali del PIL e dello spread come fenomeni politici in luogo del realismo che offrono le miserie quotidiane.
Intanto ex-governanti (presi a modello) dichiarano di aver sbagliato a mandare al macello milioni di persone e di aver provocato attraverso l’espressione dell’atto più insensato che il genere umano possa concepire, la guerra, una crisi epocale i cui risvolti concreti verifichiamo oggi con l’incolonnarsi biblico di file interminabili di donne, uomini, bambini in fuga dalle loro case, erranti per le strade di un mondo che non conoscono e che li circonda di ostilità e di odio.
Per restringerci alla nostra dimensione il dato della qualità infima della propaganda lo rileviamo allorquando un alto magistrato in cerca di ulteriori incarichi nell’ambito della nuova élite mandata dalla Provvidenza (che nessuno, tra l’altro, ha mai chiamato) si permette di fornire giudizi morali sulle Città, sulla vita dei loro cittadini: cosa ne sa Cantone dei sacrifici immani di milioni di romani come di milanesi, come di persone in genere; sacrifici compiuti ogni giorno, in ogni ora, per tirare avanti la baracca di vite davvero difficili?
Questo uso di categorie dello spirito per distorcere la verità è veramente pericoloso, inaccettabile: deve essere respinto da chi conserva la lucidità di verificare in ogni momento il gran mare dell’ingiustizia, dell’indifferenza, delle diseguaglianze di classe nelle quali ci si trova a navigare affrontando i marosi dello sfruttamento e della sopraffazione.
E’ necessario, ancora una volta, squarciare il “Velo di Maya” dell’illusione per esprimere la categoria indicata dal pessimismo di Schopenhauer: la volontà.
La volontà non può che indicare l’obiettivo della lotta sociale e politica, una lotta senza quartiere provvista nel suo intento da quella dose necessaria di pessimismo che sempre va accompagnato all’idea delle “magnifiche sorti e progressive” per combattere l’odio che i padroni dell’economia e della politica esercitano ogni giorno al fine di esprimere il proprio incontrastato dominio.
Un odio mascherato proprio dalla propaganda che si ammanta di ottimismo, speranza, fiducia: una propaganda che accende le luci brillanti delle vetrine della comunicazione per portare avanti la colossale mistificazione dentro la quale ci costringono a vivere.
Poi ci sarà sempre un Renzi pronto a magnificare fascisticamente i “fari di civiltà” e un “maestro” Tony Blair a pentirsi davanti alle telecamere.
Ma cosa accade davvero nella coscienza profonda di un mondo così efferatamente ingiusto?
Oppure l’ingiustizia è necessaria, come nell’apologo di Mandeville,a mandare avanti la Storia?
Ma quale Storia e in favore di chi?
Domande rimaste ancora senza risposte.
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