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sabato 5 luglio 2014
Franco Astengo: postdemocrazia, governabilità, rappresentanza
POST-DEMOCRAZIA, GOVERNABILITA’, RAPPRESENTANZA di Franco Astengo dal blog: http://sinistrainparlamento,blogspot.it
Compare, nelle pagine culturali di “Repubblica” un’ampia recensione di Giulio Azzolini riguardante quattro testi usciti recentemente sul tema della democrazia: Ilvo Diamanti, Democrazia Ibrida; Leonardo Morlino, Democrazia e mutamenti; Stefano Petrucciani, Democrazia e Nadia Urbinati Democrazia sfigurata.
La recensione di Azzolini si apre con una citazione di Colin Crouch nel merito della “post-democrazia”: ed è questo, del post, il filo rosso che accompagna tutto il ragionamento di merito.
Siamo entrati, infatti, in una terza fase della democrazia: la prima fase era quella della democrazia dei partiti, capaci di ottenere un consenso di massa intorno alla propria ideologia; la seconda fase è stata quella della “democrazia del pubblico” con i leader che prevalgono sui partiti e il rapporto di fiducia personale tra il Capo e il pubblico della TV generalista scalza le ideologie. La terza fase è quella (definizione di Ilvo Diamanti) “ibrida” realizzata attraverso l’ingresso sulla scena di Internet che ha finito con il miscelare democrazia diretta e democrazia rappresentativa.
In base all’analisi di questi cambiamenti può prefigurarsi una deformazione della democrazia, nel senso di uno smarrimento dei tratti identitari, pur conservando intatte le forme della democrazia novecentesca.
Il risultato sarebbe quello di uno svuotamento di senso progressivo e di depotenziamento.
Si aprirebbero (anzi si sono già aperti) varchi per avventure autoritarie e per lo strapotere delle lobbie in quadro di tecnocrazia dominante retta attraverso l’idea (fagocitante) dell’uomo solo al comando.
Si verificherebbe, in sostanza, l’affermarsi di tre negative condizioni: quella tecnocratica, quella populista, quella plebiscitaria, riducendo la cittadinanza ad audience passiva del capo carismatico.
Si otterrebbe così il risultato di una sorta di riunificazione tra rappresentanza e governabilità in una sorta di “simbiosi” del potere con l’estinzione dei corpi intermedi tra la società e la politica.
Da dove partire, allora, per modificare questo tipo di pericolosa prospettiva?
Prima di tutto sarà necessario stabilire i punti sui quali attestare una vera e propria “resistenza”partendo dalla diffusione del dibattito culturale sul tema della democrazia.
I soggetti politici residui devono attrezzarsi per riprendere quella funzione pedagogica abbandonata il tempo della trasformazione del partito di massa.
In secondo luogo va recuperato il concetto pieno di “partito”, quale “parte” che si occupa presentemente dell’interesse di ceti sociali ben precisi e, nello stesso tempo, offre al dibattito collettivo un’idea di una società alternativa, fondata sul recupero dei principi andati smarriti nel percorso tra democrazia del pubblico e democrazia ibrida.
Non si deve avere timore, a questo proposito. di rialzare anche qualche bandiera lasciata cadere nel fango dalla borghesia, purché si abbia saldo l’orizzonte che abbiamo davanti: in questo senso dovrà verificarsi anche il recupero di un’ideologia che si contrapponga all’ideologia dominante dell’individualismo, del corporativismo, del governo separato completamente dalle istanza sociali.
Agire in questo modo all’interno della società attuale potrebbe apparire uno sforzo inutile, circondati come siamo da un dominante “pensiero unico”.
Il nostro motto deve essere per davvero “Resistenza” avendo consapevolezza delle grandi difficoltà nelle quali ci troviamo: allora se “Resistenza” deve essere vale la pena di rimettere assieme una visione del futuro del mondo, una capacità di cogliere l’emergenza delle contraddizioni sociali, la strutturazione di una forma di intervento politico fondato essenzialmente sulla partecipazione e la militanza.
Avendo occhio, in conclusione, a un risvolto di grande importanza come quello della legge elettorale, proponendo e sostenendo da subito una proposta di sistema elettorale proporzionale che fornirebbe un primo risultato: quello di una presenza politico – istituzionale per una pluralità di opzioni e di sensibilità già in campo, ponendo così il tema del funzionamento dei consessi elettivi e la ripresa di un confronto aperto sul piano culturale e su quello politico.
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6 commenti:
Vero è che una rigenerazione culturale è alla base di ogni cambiamento, ma l'attività formativa per avere successo deve essere sostanziata dalle "scelte" che sono anche "scelte di campo", senza pregiudizi e senza equivoci. La mancanza di queste "scelte di campo" e della coerenza rappresentata dall'esempio, assente nel corso di un trentennio, ha prodotto non solo il populismo, quanto, fenomeno più preoccupante, l'astensionismo di massa.
Se in molte realtà le reppresentanze elettive hanno avuto appena il consenso del 48-49% , cioè della minoranza degli elettori, o, quando è andata un po' meglio, la risicata maggioranza del 51-55%, di quale democrazia si può parlare? Infatti ne è venuto fuori un sistema delle oligarchie, delle caste, delle supercaste, dei privilegi, degli arricchimenti facili, degli intrallazzatori, dei ladroni, dei batman, dei lusi, dei penati, dei trota, dei belsito, dei greganti, dei frigerio, dei comitati d'affari, delle cupole degli appalti, delle opere incompiute, delle mafie, dei superpagati, dei vitalizi, della partitocrazia, delle liquidazioni milionarie, delle pensioni d'oro, dell'inquinamento e avvelenamento di fiumi, di laghi, di mari, di terreni, dell'aria, con le rappresentanze elettive che stavano a "non guardare".
Paese in cui si verifica un'evasione di 120/150 mild, un costo della corruzione di 60mld, un giro d'affari della mafia di centinaia di mld, ecc., ecc. Cioè il paese dei saccheggiatori della Repubblica che per un trentennio hanno succhiato dalle sue mammelle latte a "bocca piena", tanto da ridurla anemica e indebitata, col rischio di farla finire nel baratro.
Non è questo il paese in cui il 10% possiede il 50% della ricchezza e con "politici" e politicanti più pagati del mondo? Non è il paese di "parentopoli" e del clientelismo più abietti , con i giovani senza "padrini" ,ormai quarantenni, lasciati "al palo" e scaricati sui genitori pensionati? (con destino ben diverso rispetto a qualche figlio di ministra che con un anno di lavoro ha percepito 3,5mln, tanti da mettere al sicuro anche i suoi discendenti!!!)
E' o no lo stesso paese in cui si praticano i salari più bassi d'Europa? In cui al restante 90% dei cittadini rimane il restante 50% della ricchezza? In cui il 50% delle pensioni arriva si e no a 500Eu? In cui, quelli che hanno sempre pagato le tasse (lavoratori e pensionati) continuano ad essere tartassati, mentre ipocritamente si dice il contrario? Non è il paese in cui comincia a serpeggiare il sospetto che "la palude" l'avrà vinta e il trionfo del "gattopardo" sarà assicurato? Quale esempio hanno saputo dare i tanti reggitori della "res publica" che, coltivando il "proprio orto" e il "tengo famiglia", hanno continuato ad arricchirsi spudoratamente e da decenni tengono il c...o incollato alla poltrona del potere periferico e centrale?
Con la tassazione più alta d'Europa si continua o no ad alimentare le caste , le supercaste, i privilegi, o, addirittura le mafie, come dice Grillo?...........................
A fronte dei ricatti di alcuni settori imprenditoriali che minacciano la "delocalizzazione", perchè oltre alle riforme che promette il governo, non si rivolge l'appello ormai necessario: "Lavoratori di tutta Europa unitevi!!!" ? A chi tornano utili le divisioni e le disparità dei trattamenti salariali?
Sebbene tutto ciò, si ha l'impressione che "il cambiamento" di cui si parla, al dl à delle aspettative e delle speranze suscitate, finirà per far pagare i costi ai "soliti noti": pensionati e lavoratori.
Un lavoratore che con irisparmi di una vita e con la liquidazione dopo 40a. di lavoro ha realizzato qualche appartamentino per i figli, oggi disoccupati, o ha
racimolato unpiccolo gruzzolo in banca (Eu 100-200mila), o ha acquistato un po' di titoli all'epoca dell'azionariato popolare, si trova tartassato di tass, messo alla pari dei grandi speculatori che hanno cementificato le città e le coste.Come dimenticare la campagna di stampa sugli accaparratori delle case e degli immobili dello Stato a prezzi stracciati?
E' opinione diffusa che bisognava, quantomeno, applicare gli interventi secondo il principio già consolidato della progressività: per case, Conti correnti e Conti titoli fino a 100-200mila Eu, mantenendo per questi l'aliquota che opera sui titoli di stato(12.5%), e, man mano che si sale, applicare aliquote progressive.
L'orientamento che sta affermando, invece sembra non fare alcuna distinzione tra coloro che si sono arricchiti saccheggiando la Repubblica e magari evasori, o che si sono appropriati degli immobili dello Stato, e i piccoli risparmiatori che con i loro sacrifici, utilizzano i risparmi di una vita di onesto lavoro per mantenere i figli
disoccupati. che tali resteranno perchè i posti di lavoro, specie nelle pubbliche amministrazioni, sono già accaparrati prima di crearli.
A tanto si aggiunge anche la conseguenza di un ceto medio basso vessato e azzerato. Sembrano ancora una volta, farsi strada le soluzioni "alla napoletana: chi ha avuto avuto....scurdammucce u' passatu..."-
..... Nè la cosiddetta "sinistra" deve farsi troppe illusioni con il 40,8%. Se non ci saranno cambiamenti di tendenza, radicali, il passo "dall'altare alla polvere", come la storia insegna, sarà inevitabile. La "resistenza" di cui si parla, potrà sortire effetti concreti se sostenuta dalla memoria di un passato lontano e/o vicino, fatto di ingiustizie e di devianze intollerabili, con l'impegno di un riequilibrio e di non ricaduta. Dalla sponda del Socialismo ereticale, un saluto. Roel
E intanto il cappio neoliberista si stringe al collo,
https://www.youtube.com/watch?v=K2E8AvnV_0Q
Dopo il famigerato TTIP che ha l'OK di Renzi ci si deve aspetare l'ok
della maggioranza PPE-PSE in parlamento Ue.
Mentre la cortina fumogena politica e mediatica copre tutto.
Poi sarà la volta dell'approvazione del TISA (peggio del bacillo di
di Koch) ma niente i seguaci di Renzi non desistono.
Un lungo percorso di resistenza ci attende, caro compagno Astengo.
Però avendo cura individuare i punti cruciali da contrastare:
in Parlamento Europeo NO TTIP e NO VISA
in parlamento italiano e nelle piazze NO Senato fantoccio di Renzi,
NO legge elettorale truffa di Renzi.
Bene come dici proporre legge elettorale proporzionale, ma tanto che
ci siamo non si potrebbe produrre una legge attuativa dell'art.49
della Costituzione, abbiamo compagni competenti per scriverla, così
non ci saranno più le degenerazioni a cui abbiamo assistito in questi
ultimi venti anni.
Un fraterno dialogante saluto socialista di sinistra.
Luigi Fasce
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