domenica 11 novembre 2012

Roberto Biscardini: Ambrosoli faccia le primarie

LOMBARDIA, BISCARDINI, NO ELECTION DAY, AMBROSOLI FACCIA LE PRIMARIE Dichiarazione di Roberto Biscardini: “No all’election day e Ambrosoli accetti di partecipare alle primarie. La regione ha bisogno di un governo subito e arrivare ad aprile è criminale. Su Ambrosoli la matassa è più complicata. Ambrosoli ha dichiarato che non vuole partecipare alle primarie perché non è il candidato del centrosinistra. Ma se si vuole candidare con i voti della coalizione dovrebbe per prima cosa accettare le regole che la coalizione ha già stabilito nell’organizzare primarie aperte.”

74 commenti:

claudio ha detto...

non sono lombardo. ma penso che abbia ragione Ambrosoli: la coalizione non vincerebbe mai le elezioni, la coalizione più una lista civica non schierata a priori ha invece delle possibilità. Nell'immaginario dell'elettore lombardo è ben radicata l'idea che una coalizione di centro sinistra tirerà fuori un assessore che appartiene alla corrente di Penati. Quindi la domanda è volete vincere o volete fare una coalizione con le sue regole che comportano l'egemonia del PD?

pierpaolo ha detto...

Usare il verbo "vincere" per una coalizione il cui candidato è stato scelto dalle oligarchie interne alla Cerchia dei Navigli per realizzare la loro visione del futuro di Milano e della Lombardia non sarebbe una vittoria. Per Ambrosoli - personaggio politicamente inconsistente, almeno per ora, le cui idee sono probabilmente ignote anche a lui stesso - parlano i suoi sostenitori, e di certe consorterie non mi fido nemmeno un po' - anche se a volte ne posso apprezzare le intuizioni e singole proposte puntuali.

Per adesso cerchiamoci un candidato alternativo e, soprattutto, legittimato dal voto popolare e non dall'imprimatur dei "salotti buoni" e della "stampa borghese" (guarda caso la stessa che sostiene la necessità di avere un governo nazionale che operi, anche dopo le elezioni, in sostanziale continuità d'azione con quello attuale).

Se poi gli scippatori di democrazia (vedi l'articolo del Sole di qualche giorno fa: "Lombardia, Ambrosoli disponibile a candidarsi ma per il Pd potrebbe essere un problema") riuscissero, con la dissennata compiacenza del principale partito del centrosinistra italiano, a imporre il loro volere, si ricordino del vecchio adagio, secondo cui "nel segreto dell'urna Dio ti vede, Stalin no", e che la legge elettorale regionale prevede quel meraviglioso meccanismo che è il voto disgiunto...

Pierpaolo Pecchiari

guido ha detto...

Caro Claudio, mi sembra che proprio perché tu non sei lombardo vedi le cose più chiaramente. Da poco rientrato dagli USA, mi convinco una volta di più che questa importazione delle primarie è stato un pessimo acquisto, come sempre quando si copia una pratica straniera con la superficialità caratteristica della nostra cultura politica, che si innamora delle parole senza andare a vedere cosa c’è dietro. Le primarie (che in USA hanno numerosissime versioni) fanno parte di un processo di successive selezioni che ha uno scopo ben preciso: selezionare a più stadi la persona più adatta (fit in senso propriamente darwiniano) a governare il paese per quattro anni. Il tutto in sistema fortemente adversary a due, prima con le primarie, poi con i voti (popolari ed “elettorali”) e poi finalmente, ma è una formalità con l’assemblea dei grandi elettori. E in un sistema in cui non ci sono i partiti in senso europeo, ma due blocchi che si attivano soprattutto nelle elezioni e nel periodo tra una elezione e l’altra soprattutto tramite gli eletti e il loro rapporto con la circoscrizione. Nessuna di queste condizioni esiste qui, per cui si inventano le cose più caprine come le primarie di coalizione che sarebbe come far combattere un plotone di peltasti contro una divisione di opliti: se proprio non fanno cazzate come a Milano, i candidati del gruppo più organizzato vincono. Ma poiché da soli non vincono le elezioni vorrebbero ampliare la base, ma continuare a vincere loro. Mi sono scannato ai tempi di Pisapia a dirgli che il partito doveva stare fuori, che poi se non vince è peggio ancora. Io credo che se si devono fare queste primarie il PD le faccia al suo interno poi decida, se pensa di poter vincere le elezioni vada con il suo candidato senza fare tante storie, Se invece pensa di non farcela cerchi un’alleanza con un altro gruppo, ma a quel punto deve inevitabilmente appoggiare il candidato del gruppo che appare meglio capace di portare alla vittoria. Non c’è alternativa, che senso ha chiedere a Ambrosoli di fare delle primarie? Se l’elettorato non lo sceglie il PD si ritrova solo, se lo sceglie si ritrova scornato, il tutto dopo aver speso soldi e inasprito gli animi. E’ veramente una situazione loose-loose. Se i nostri superClausewitz della politica sono stati capaci di incasinare un meccanismo relativamente semplice con le primarie mi domando cosa non sarebbero capaci di fare con l’assemblea dei grandi elettori. Capace che tra il giorno delle elezioni e il giorno del voto per il Presidente sarebbero capaci di tirare fuori da cappello un terzo nome, chissà magari un dinosauro come Al Gore o Bush padre. G



Guido Martinotti

felice ha detto...

Mi sembra che il problema sia un altro, principalmente se Ambrosoli debba o no partecipare alle primarie, se è un gigante non può aver paura dui nani, che dietro hanno piccoli partiti (Biscardini)o nessun partito(Kustermann) O UN PARTITO CHE NON LO APPOGGIA( Pizzul).-Io non ho obiezioni di principio ma come ha detto il compagno Vito non è un progresso passare dal "Celeste"! a un candidato "calato dal cielo". Siamo sempre in una sfera pseudo religiosa nella quale non sono a mio agio-

mario ha detto...

Approfitto della lettera di Claudio Bellavita, che è uno degli interlocutori di questo Forum più attento alla realtà e più lontano dalle ideologie per fare a lui una domanda che in realtà è rivolta a tutti.

Io sono abbastanza d'accordo con la sua analisi dicotomica. Se si vuol vincere si deve fare una coalizione vera, se si impone l'egemonia del PD, si perde. Però è anche vero che ormai non si è più in una democrazia reale per il numero sempre maggiore di persone non votano e che questo cambiamento in corso nell'elettorato italiano può far succedere di tutto. E anch'io dopo essere stato imbrogliato da Prodi e da Pisapia, non andrò a votare.E ovviamente verrò accusato di far vincere la destra.


mario ha detto...

da qui ha origine la mia domanda: ma perché vincere? Non è una partita di calcio in cui vorrei che vincesse il Genoa perché ne sono tifoso e che esaurisce i suoi effetti fuori dallo stadio. Qui vorrei che vincesse una coalizione di gente per bene e di persone informate della realtà, consapevoli del funzionamento della macchina economia, di quella amministrative e della realtà sociale del paese. E che abbiamo nel frattempo invece di discorrere del nulla, lavorato ad un programma concreto per la rinascita del paese. Questo credo lo vogliono tutti i cittadini italiani, di destra di centro e di sinistra, a parte la casta politica, i politicizzati (per i quali, come per i tifosi basta che vinca la loro parte) e il partito dei clientes che spazia ormai dagli industriali ai postini (con, ovviamente, ben diversa vantaggi).

mario ha detto...

In più, per una tradizionale e familiare appartenenza alla sinistra, oltre che una strutturale appartenenza a quelli che per vivere devono lavorare e cercarsi il lavoro, a questi desideri aggiungo alcune idee di sinistra come una maggior giustizia sociale e di una maggiore uguaglianza di opportunità per tutti i cittadini.

Se vince la sinistra cosa succederà in Lombardia? Sono reduce da un incontro alla Casa della Cultura indetto da San Precario, organizzazione di lavoratori precari. Erano presenti esponenti del settore del lavoro del PD, dell'IDV e di SEL.

mario ha detto...

Nessuno di loro sapeva nulla di quello che è oggi il lavoro. Il loro concetto di lavoro è quello ottocentesco del lavoro operaio. Non sanno che esiste un lavoro intellettuale produttivo, che è oggi maggioritario nei paesi avanzati, perché in questi paesi (non in Italia) anche gli operai sono coinvolti in processi come quelli della qualità o della produzione just in time, che richiedono skill e competenze, sia perché oramai non esistono produzioni che non siano correlate strettamente a processi di lavoro mentale come la progettazione, il marketing e la gestione del cliente ma soprattutto perché sono proprio i prodotti intangibili la caratteristica di questa epoca del capitalismo, caratteristica che è un effetto diretto delle lotte dei lavoratori e delle loro conquiste.

Questi signori non ne sanno nulla, non capiscono quindi i veri problemi del precariato che è proprio figlio di questa realtà produttiva, per cui quello che è oggi l'obiettivo centrale per rilanciare l'economia e per recuperare, anzi rilanciare la giustizia sociale e l'uguaglianza dei diritti, cioè welfare generale per tutti, non c'è ne ci sarà mai nel loro programma. Ed è una buglia dire che questo obiettivo non può essere ottenuto solo in una regione. Bugia perché se c'è una regione che più di altre ha i mezzi per poterlo instaurare, questa è la Lombardia e poi perché da sempre i risultati si ottengono dove si può e poi si estendono a tutti E' proprio il concetto astrattamente legale, che demanda tutto ad una decisione centrale, che ha contribuito a far sconfiggere i lavoratori.

Allora è chiaro che quello che succederà in Lombardia, quando questa classe politica ignorante, presuntuosa e spesso talvolta disonesta o connivente con comportamenti illegali, andrà al governo della Regione. Non cambierà nulla, a parte le formule retoriche: diritti, ascolto, partecipazione, tutte le balle che già Pisapia ci propina, al posto dei principi del liberalismo e del riconoscimento del merito (cioè le balle di ieri). Ma cambieranno i gestori dello spoiling system che da noi spoglia i cittadini, non gli avversari politici.

Non votare, oggi vuol dire contribuire a far sparire Bersani, Vendola, Renzi, D'Alema, Veltroni, Bindi Biscardini, Nencini e compagnia cantante. Gente che non sa neppure dove vive e che confonde l'entourage dei suoi tifosi e il giro dei clientes, che siano industriali, giornalisti, dirigenti e impiegati della PPAA e dell'industria pubblica, dirigenti sindacali o postini a cui ha fatto avere il posto, con la realtà del paese.

Perché votare? Non sarebbe meglio invece di perdere tempo con Nencini e Biscardini, cominciare a costruire la realtà che manca: contattare le persone per bene ed informate con cui lavorare a costruire programmi, indagare il funzionamento dell'economia italiana, ricostruire la realtà economica e sociale del paese, la distribuzione (e distruzione) della ricchezza e anche visto che se ne parla continuamente anche a vanvera, cominciare a studiare seriamente la storia della socialdemocrazia dei paesi del nord? Che non si limita ad aver rifiutato il marxismo (che era poi il rifiuto del marxismo leninismo imbalsamato dei comunisti) ma imposta con chiarezza le linee di una politica realista di difesa dei lavoratori.

Ma ovviamente, è sempre troppo tardi, ci sono le lezioni alle porte! Se non vince la sinistra è a barbarie! Il fatto che anche quando ha vinto la sinistra c'è stata barbarie, qui a Milano Penati, a Roma la mitica merchant bank, che non parlava inglese, insediata a palazzo Chigi.

Sono 20 anni che si sente questa solfa. So solo che nell'improbabile eventualità di essere vivo nel 2032 sentirò ripetere la stessa frase.

Mario Saccone

paolo ha detto...

Appunto, non sei lombardo. L'idea che una lista civica fatta di uomini non particolarmente noti prenda più voti della coalizione di centrosinistra può venire solo a chi, vivendo in un'altra regione, non ha studiato i risultati delle elezioni per il consiglio comunale di Milano e non ha confrontato i voti di Milano Civica per Pisapia con quelli dei partiti della sinistra.

Circa la notorietà di Ambrosoli, posso testimoniare che, quando andiamo in giro a dire che forse lo candidiamo, i compagni ci chiedono stupiti: ma perché candidate quello delle caramelle? Quanto alle sue qualità, tutti dicono che è onesto - spero che non sia l'unico ad esserlo – altri suoi meriti per ora non mi sono noti. Partendo da questa base di notorietà e spontanei consensi, le sue probabilità di trionfo non mi sembrano così alte.

Ma, d'altra parte, se siamo così sicuri che ha tanti consensi e riconoscimento, che problema c'è? Faccia le Primarie e le vincerà alla grande… o forse no?

Il vero problema, per chi lo sostiene (il Corriere), è che Ambrosoli le primarie non le vince. E perché non le vince? Perché non rappresenta affatto l'anima popolare, rappresenta i 51 oligarchi per Pisapia, la buona borghesia intelligente e intellettuale, i banchieri progressisti. Io, invece, preferisco un partito che si ricordi un po' di appartenere alla sinistra. E Ambrosoli non lo voglio e alle primarie non lo voto. Anche se non sono mai appartenuto alla corrente di Penati (ma non me ne vergognerei, intendiamoci! Il punto non è condividere le idee di questo o di quello, è come ci si è comportati nel farlo).



Paolo Zinna

francesco ha detto...

Faccio parte del comitato dei 51, che sostenne la candidatura di
Pisapia (benchè faccia proprio fatica a considerarmi un oligarca).

Però anche io penso che Ambrosoli debba fare le primarie.

E anch'io, se non le fa, non sono portato a considerare con eccessivo
favore la sua candidatura.

I candidati che calano dall'alto non mi piacciono. E trovo curioso
che Ambrosoli e i suoi sapienti consiglieri non si rendano conto
dell'errore che stanno commettendo.

Un saluto,
Francesco Somaini

guido ha detto...

Però si gira sempre intorno al problema. La problema è: l coalizione è in grado di produrre un candidato credibile, competente, capace di vincere? Se no bisogna cercarlo fuori e senza fare quello che dice non gioco più. GM

guido ha detto...

Non condivido molte affermazioni, ma capisco e condivido l’amarezza di chi vive una condizione di precarietà (che è l’esatto contrario del progetto di vita e quindi della speranza). Una condizione aggravata dalla consapevolezza che non si tratta di una condizione occasionale, locale o congiunturale. In questi ultimi tempi il NYT ha pubblicato molti inquietanti servizi sul precariato americano. Sono anche d’accordo (anche se mi sorprende un po’ dopo anni di “scomparsa dell’operaio” in un paese industriale come il nostro) sulla obsolescenza delle categorie dell’establishment della sinistra nell’analisi del lavoro contemporaneo. Non sono solo quelli di sinistra, non molto tempo fa sono stato invitato a Bruxelles all’Associazione dei costruttori di auto. Tralascio i dettagli, ma quando ho cercato di spiegare che le metropoli contemporanee hanno diversi tipi di popolazione il rappresentante della Fiat (Monticelli, credo) è saltato sulla sedia quasi gridando “Ma professore, in una città normale ci sono solo le fabbriche e le abitazioni” Appunto, quella città normale non c’è più, c’è un’altra città con moltissime attività legate al consumo che producono automaticamente occupazioni precarie e condizioni di lavoro inaccettabili sia sul piano esistenziale che su quello dei diritti civili e umani. Ecco perché io sono profondamente convinto che un programma di sinistra debba avere, come la costituzione italiana, al primo posto il lavoro: avercelo, ma anche che sia decente, che rispetti i diritti politici dei lavoratori e la loro salute. Mi vergogno quando sento dire anche da esponenti di sinistra, a mio avviso completamente decerebrati, che all’ILVA di Taranto la contrapposizione è tra lavoro è salute: lì è chiarissimo che la contrapposizione è ed è stata per decenni, tra PROFITTO e salute. Il lavoro era solo una leva, un token, per fare i porci comodi. Detto questo si può fare una battaglia su questi temi non andando a votare? Oppure votando Grillo? Mah G



Guido Martinotti

guido ha detto...

Caro Pierpaolo, il mio sostegno ad Ambrosoli non è il frutto di alcuna consorteria. Non abito nella Cerchia dei Navigli, ma lo confesso da un paio d’anni giusto dentro le mura spagnole. Questo discorso però l’ho già sentito più volte, perché sono stato uno dei primissimi firmatari per Pisapia, anche lui avvocato, figlio di professore universitario, ma soprattutto non iscritto al PD. Inutile dire che se i pochi che hanno firmato in giugno per Pisapia non lo avessero fatto in Novembre ci saremmo trovati con la candidatura di Penati. A seguire quelle di Masi, Fumagalli, il prefetto, che peraltro ho sostenuto, contrariamente a molti del PD che l’avevano proposto) fino all’amara chiusura di campagna, una vergogna per la dirigenza del PD e dei sindacati che stavano già inciuciando con la Moratti. Eravamo in dieci su un angolo di strada, vergogna! Ma non per noi, solo delle vere merde candidano una persona e poi non hanno neppure il coraggio di sostenerlo fino alla fine. La mia scelta per Ambrosoli, molto semplicemente era basata sulla constatazione che il PD non aveva, in una fase avanzata proposto una candidatura unitaria e credibile. Il P ha una candidatura così? La tiri fuori e discutiamo. Fino a quel momento si tratta della solita pretattica che fa solo male a tutti. E le sprezzature valgono solo se vengono da chi ha la statura politica per farle. Altrimenti ritornano al mittente G

stefano ha detto...

Francesco tu sei troppo competente di politica per non cogliere che, in un progetto di patto civico tra forze sociali e partiti, un candidato che e' espressione di istanze sociali non puo' partecipare alle primarie indette dai partiti, solo tre partiti. Quando il progetto deve riguardare sia l'allargamento alle rappresentanze civili e sociali sia l'ampliamento robusto dello spettro delle forze politiche. Tenuto conto di quale artiglieria sara' messa in campo da chi da vent anni gestisce e controlla vasti interessi che, dopo qualche divisione, fara' di tutto per trovare una soluzione unitaria al loro interno mobilitando risorse nettamente superiori a quelle del centro- sinistra. Se domani si smonta quello schema, se ne rimonta un altro che e' governato dal " patto civico" proposto da Ambrosoli il primo che ha interesse ad una modalità' di pre-legittimazione popolare e' proprio lui. Si agira' in questa direzione. Ma bisogna capire e aiutare a capire la sostanza del cambiamento intervenuto.
SR

pierpaolo ha detto...

Capisco il tuo punto di vista. Ma se la sinistra lombarda - e milanese in particolare - dopo 17 anni di opposizione non riesce ancora ad esprimere una classe dirigente alternativa ai Boni, agli Zambetti, ai Simone, allora non so proprio cosa pensare, se non che non merita di vincere le elezioni e di governare.

Ricorrere al "soccorso bianco" non può essere una soluzione buona per tutte le stagioni e le evenienze, soprattutto per chi - come me - ritiene che la prospettiva di lungo termine della sinistra italiana debba essere quella di costruire un partito socialista di stampo europeo. Questa "sudditanza psicologica" nei confronti di alcuni ambienti e certi settori dello schieramento politico non aiuta l'europeizzazione della scena politica italiana, e se potrà essere guarita solo passando attraverso sonore sconfitte elettorali, pazienza. In fin dei conti, questo è quello che normalmente avviene in Francia, in Gran Bretagna, in Germania, dove la sinistra vince e torna al governo solo quando presenta proposte valide e un personale politico credibile.

Pierpaolo Pecchiari

claudio ha detto...

Sempre chiamandomi fuori per ragioni geografiche, ho l'impressione che si abbia una visione troppo milanocentrica delle elezioni regionali: in Lombardia la sinistra non ha vinto mai, a Milano qualche volta. In Lombardia meglio presentarsi con due entità , una coalizione di sinistra e una lista civica indipendente. Magari non saranno famosi, ma forse non saranno neanche famigerati ...Stante la tradizione vetero comunista degli indipendenti scodinzolanti, poi, è meglio che gli indipendenti lo siano per davvero.

felice ha detto...

Le critiche di Guidoalle primarie, che condivido, le ho già formulate in più occasioni politiche e non politiche, come i corsi di Diritto Pubblico Comparato, nei quali ai sistemi elettorali, che sono questione un po' più complessa dei metodi di distribuzione dei seggi dopo il voto, era dedocata una parte importante. In tutti i progetti di riforma si pnsa poco alla massima del più grande politologo di tutti i tempi, il signor de La Palisse, per cui chi non è candidato non può essere eletto, quale che sia il sistema elettorale.Altro piccolo particolare nei 220 emendamenti al testo Malan non ce ne era uno sull'impugnazione degli atti elettorali preparatori. Pochi sanno che l'Italia per una delle tante complicità tra magistratura e clase politica è l'unico paese nel quale il giudizio dull'ammissione di liste o candidati spetta alle Camere elette e perciò dopo le elezioni, Camere, che non potranno mai decidere di autosciogliersi in accoglimento di un ricorso fondatisimo, come era quello dei radicali per una loro ingiusta esclusione dal Senato imperante il Mattarellum.

felice ha detto...

I grandi esperti elettorali come D'Alimonte e i costituzionalist, opinionistii a la page, cioè quelli che scrivono sui giornali come Zagrebelski per Repubblica e Ainis per il Corsera non hanno mai scritto una riga sul grave problema. Tornado a bomba le primarie hanno un senso in uyn sistema sostanzialmente bipartitico, che ci fossero anche altri candidati alla presidenziali USA non se ne è accorto nessuno, perché si tratta di scegliere il miglior sfidante al candidato dell'altro partito. Averle introdotte in Italia per di più in forme non competitive, come quelle per Prodi rappresenta la solita superficialità. Tuttavia se son competitive, come nel caso di Milano sono anche fattore politico di mobilitazione per ridurre l'area del non voto e in assenza della via maestra, cioè una legge sui partiti politici, come richiede il combinato disposto degli art. 2, 39 e 49 della Costituzione, sono l'unico strumento per dare voce agli elettori. Se non si fanno le primarie son sempre i partiti che incoronano il candidato. Ambrosoli non sarebbe in grado, da solo e con l'aiuto dei suoi tanti sostenitori della società civile, anche se mi mettessi io che di esperienza politica di candidato ne ho, di raccogliere le firme per presentare le sue liste in tutte le province l,ombarde. Quanti sanno che per con correre in Lombardia, meno di 10 milioni di abitanti ci vogliono ad elezioni ordinarie ci vogliono, o volevano: non ho verificato la nuova legge elettorale, circa 8.000 sottoscrizioni, mentre nella Renania Settentrionale Westfalia uno Stato con quasi 20 milioni di abitanti ne bastano 1.000. Altra anomalia Italiana che dovrebbe essere dichiarata incostituzionale, per violazione dell'art. 51 Cost., i partiti già presenti non devono raccogliere nulla. Dove stanno i principi della demicrazia che si trovano nelle sentenze della Corte Costituzionale tedxesca e della Corte di Giustizia dell UE che non sono legittime norme che favoriscono i partiti già presenti nelle istituzioni e che ostacolano il sorgere di nuovi soggetti politici in grado di concorrere in condizioni di parità? Con l'effetto che l'ostacolo ad un fisiologico e costante ricambio dei soggetti politici, alla fine fa scoppiare di un colpo imovimenti antiestablishment politico alla Grillo. con l'elezione diretta altra anomalia: candidati pescatri all'ultimo momento dalla società civile se non sono eletti alla prima candidatura nemmeno restano, quelli che si son comportati diversamente come Antoniazzi in Comune o Sarfatti in Regione non avevano alcuna certezza di poterci riprovare dopo essersi fatto esperienza nell'istituzuione. Mitterrand ci ha provato più volte perché era un politico e alla fine ha portato la sinistra alla vittoria, Un consigiere comunale o regionale, già mortificato dnelle sue comnpetenze a differenza del soldato semplice di Napoleone sa di non avere nel suo zaino il bastone di Maresciallo e quindi se è di forte carattere fare il travet della politica se invece è debole si consolerà alla Fiorito con ostriche, aragoste e champagne. Vogliamo parlare della strutture delle istituzioni e della selezione dell classe polyica o invece accapigliarsi su primarie sì, primarie no. W Ambrosoli, Abbasso Ambrosoli, altrimenti fra 5 anni saremo daccapo. P..a Eva, P..o Evo

franco ha detto...

Ambrosoli non è di sinistra. Punto.
Il centro sinistra selezionando con primarie, secondarie e terziarie vince con la propria visione ( per inciso, magari dovrebbe dire qual è : quella di Penati, valida fino alle ultime elezioni non di un secolo fa, mi pare non più smerciabile ) legata ai nobilissimi candidati espressi ( Pizzul, Andrea Di Stefano, Kustermann , Cavalli , Biscardini, Pippo Civati) ? Non ha che da continuare sulla strada tracciata, convocare le primarie , far scegliere ai poco più di diecimila mlitanti lombardi che si recheranno alle urne ( a Milano città per Pisapia Boeri Onida furono 67 mila) chi è il migliore ed andare gioiosamente allo scontro con Albertini e Maroni per travolgerli come da programma .
Se invece si ritiene che il "momento" richieda innanzitutto una rinascita morale, istituzionale etc e - similmente ma non certo esattamente come con Pisapia a Milano - si ritiene che serva una figura che per la propria storia personale rappresenti tutto quello che riassumiamo con il "patto civico" ( sarebbe utile mettere in mailing il documento sottocritto da molti di noi oggi sui giornali: giovanni , che lo ha sottoscritto, lo puoi fare ? ) allora si ricorre a figure come quella di Umberto che, come detto, non è del nostro campo nè politicamente nè culturalmente, allo stesso modo con il quale nel Cln c'erano monarchici e repubblicani . Ambrosoli è disponibile ad elaborare assieme a tutti i contenuti di questo patto civico non sposando le tesi di alcuni suoi sostenitori che avevano in testa la doppia rottura di Albertini e Ambrosoli stesso con i partiti per fare una operazione alla Monti, ha chiesto a Stefano Rolando ( e non a Scalpelli o altri nomi fatti di amici suoi , autorevolmente sponsorizzati in Rcs, in linea con quella VISIONE TERZISTA CENTRISTA MONTEZEMOLISTA, CHIAMATELA COME VOLETE) di fare il responsabile della campagna elettorale anche come segnale politico di richiamo all'esperienza di Milano (che cita ogni due secondi) etc etc : insomma, è disponibile a discutere insieme ( e non contro) una proposta. Oggi troveranno ( Ambrosoli ed i rappresentanti dei partiti, che loro e non altri hanno convocato le primarie) una soluzione che garantisca una consultazione e un confronto di UA con la "base" ( per inciso , tranquillizzo Somaini : Ambrosoli è convinto al 100 % di questa necessità ) e soprattutto verificheranno se la campagna elettorale può essere politicamente condotto insieme e non con guerre laterali . Per quel che ne so io, che è un po' ma certo non tutto, sono su quella strada.
Ma ha ragione il saggio Guido : chi ha maldipancia su Ambrosoli non si nasconda dietro le primarie, che sono un mezzo e non un fine. Pisapia ha fatto le primarie del centro sinistra perchè è uno del centro sinistra da sempre che ha propostoun allargamento, in pratica ha proposto una linea politica congressuale che ha vinto ; Ambrosoli è estraneo al centrosinistra e scegliere lui come candidato non vuol dire sceliere una linea politica, significa fare un'alleanza politica, che è cosa diversa. Nel primo caso le primarie si sono rivelate lo strumento di scelta perfetto, nel secondo credo si debba trovare un'altra strada per verificare il consenso. Pensare che le primarie siano una sorta di rito iniziatico cui tutti devono sottoporsi , sul tipo le assemblee del Mov 5 stelle per le candidature mi sembra francamente sbagliato .
E quindi se l'ipotesi Ambrosoli-patto civico non va bene, si tiri fuori e si spieghi l'alternativa politica ed il candidato collegato , non si strologhi sulle regole del gioco .
La verifica di validità non è lontana : il 27 gennaio si vota ed allora le chiacchiere staranno a zero.
Franco

franco ha detto...

Zingaretti è considerato il candidato "giusto" per la Regione Lazio . Nessuno si è sognato di dire che deve passare per le primarie plebiscitarie. Direi che è un'altra prova che le primarie o sono vere e competitive o sono un nuovo rito iniziatico, alla Prodi , di cui non si sentiva il bisogno. Aut Ambrosoli aut nihil, questa mi pare la scelta oggi.

luciano ha detto...

Dico anch’io la mia su Ambrosoli.

Trattasi di ottima persona non solo per integrità morale, ma anche per
levatura intellettuale e prestigio professionale.

Non conosco le sue posizioni politiche, salvo il fatto che sta con il
centro-sinistra e che alle ultime primarie per il sindaco appoggiava
l’ottimo Onida (che oggi ricambia l’appoggio).

Ambrosoli è stato scelto essenzialmente per i seguenti motivi:

1) Perché non è emerso alcun altro candidato credibile; l’unico che
c’era (Tabacci) ha scelto di (o è stato indotto a) defilarsi. In assenza di
proposte forti e per evitare al PD di dilaniarsi more solito, e per giunta
questa volta in una penosa contesa tra comprimari e primari, ci si è
affidati a quel surrogato della politica che è da una ventina d’anni il
simbolismo. Vuoi apparire moderno? candidi l’industrialotto rampante
(Fumagalli); vuoi rassicurare i moderati ? candidi il cattolicone
(Martinazzoli); vuoi competere su “legge ed ordine” ? candidi il prefetto
(Ferrante). Adesso, visto che Formigoni è caduto per i rapporti di Zambetti
con la ‘ndrangheta, candidi il figlio dell’eroe borghese assassinato dalla
mafia. Peccato che il simbolismo, come surrogato della politica, non abbia
mai funzionato.

2) Perché Ambrosoli è molto gradito ai salotti buoni milanesi, quelli
intellettuali e soprattutto quelli economici che controllano alcuni
importanti media (Corriere, Repubblica, la7 …). Per questi salotti il fatto
che Ambrosoli sia politicamente un dilettante allo sbaraglio è uno dei suoi
principali pregi. I poteri forti milanesi non temono il declino della
politica, ma anzi lo alimentano da sempre a più non posso. Per loro il
candidato della società civile privo di qualunque esperienza e contiguo,
per formazione e frequentazioni, alla cerchia ristretta della Milano che
conta, è il candidato ideale.

Come è evidente da quanto ho detto fin qui, considero quella di Ambrosoli
una candidatura sbagliata.

Chi invoca lo spirito civico “arancione” che portò alla vittoria Pisapia sta
prendendo lucciole per lanterne. Pisapia era un candidato iper politico e
rappresentava una clamorosa rottura con l’infatuazione per il simbolismo di
cui dicevo sopra: non cattolicone, non moderato, non rampante, non “legge ed
ordine”… Un politico di sinistra-sinistra con solida esperienza accompagnata
da un alto profilo professionale.

Evidentemente molti continuano a pensare che abbia vinto nonostante questo
connotato politico. Io invece penso che abbia vinto anche grazie a questo,
come confermano le vittorie simili a Cagliari e a Genova.

Ambrosoli è un personaggio totalmente sconosciuto al 90 % degli elettori
lombardi; se partecipasse ad un confronto televisivo con Albertini e Maroni
ne uscirebbe massacrato; se poi dovesse vincere perché PDL e Lega restano
divisi (non credo che ci faranno questo regalo) si troverebbe ad affrontare
a mani nude quel nido di vipere che è la burocrazia regionale, completamente
ciellinizzata dopo quasi due decenni di Formigoni.

Nonostante tutto questo, dal minuto successivo alla conferma che il nostro
candidato sarà Ambrosoli io metterò da parte tutte le mie riserve e farò
campagna per lui.

Sono molto allenato perché dopo la fine della prima repubblica ho fatto
campagna per De Masi de Vargas Macciucca, poi per Martinazzoli, poi per
Sarfatti e infine per Penati …

Ambrosoli, al confronto, è una caramella al miele.

Il mio primo contributo alla non facile campagna è quello di unirmi
all’esortazione di altri rosselliani: faccia, per carità, le primarie !

Per un illustre sconosciuto che deve in poche settimane tentare di farsi
votare anche nelle valli bergamasche e nei borghi agricoli dell’oltrepò, le
primarie (di investitura, non avrà mica paura di comprimari e primari ???)
sono una straordinaria opportunità.

Che non lo capisca lui è coerente con i limiti del personaggio.

Che non glielo dicano gli esperti è sconcertante: forse pensano che
partecipi a Voci nuove a Castrocaro …



Luciano Belli Paci

pierpaolo ha detto...

Io devo essere invece un totale incompetente di politica, perché ero
convinto che le primarie che hanno designato Pisapia fossero state
gestite più o meno dagli stessi tre partiti che oggi vengono presentati
come fossero degli appestati (mentre sono tra le poche forze che hanno
la capacità organizzativa per gestire delle primarie "aperte").

Sono, invece, curioso di sapere cosa si intende per "modalità di
pre-legittimazione popolare". Si tratta forse dell'ennesima grande
adunata di esponenti della società civile, circoli e associazioni, che
dovrebbe legittimare l'investitura popolare di Ambrosoli, magari per
acclamazione?

Pierpaolo Pecchiari

roberto ha detto...

Le primarie per definizione sono civiche e aperte. Non capisco in che cosa quelle che dovrebbero sostituire quelle già indette dovrebbero essere più civiche e più aperte.

mario ha detto...

Alla domanda:”...... si può fare una battaglia su questi temi non andando a votare? Oppure votando Grillo?” la risposta è “sicuramente no!”.

Però esiste anche la domanda simmetrica: ””...... si può fare una battaglia su questi temi andando a votare la prossima raccogliticcia coalizione di sinistra?”

E in questo caso la risposta è anche più sicura, perché supportata dalle esperienze passate e dalla presenza dello stesso personale politico. La risposta non può che essere “evidentemente no”. Non lo si è riusciti a fare con il primo Prodi, ne con D'Alema, né con il secondo Prodi. Perché mai si dovrebbe riuscire a farlo con Bersani o Vendola?

Il fatto è che invece di perder tempo con un voto che non serve, e giustificare la cosa dicendo che anche non votare non serve, bisognerebbe fare qualcosa d'altro e cioè agire per creare le condizioni per le quali la prossima volta abbia senso andare a votare. E le condizioni non possono essere che quelle di un rinnovamento della classe dirigente italiana che può partire anche da una sola nuova organizzazione. E' impossibile? La voglia di rinnovamento del paese è tanta che ci sono riusciti Berlusconi, la Lega, Grillo e Pisapia, cioè non dei rinnovatori, ma nell'ordine un avventuriero, un gruppo di balordi da bar rinforzati da qualche resto di organizzazione di sinistra, un comico e un piccolo borghese buonista che crede che il mondo di possa modificare con il vogliamoci tutti bene e semplicemente seguendo le leggi. Cioè di gente che non sa, ne gli frega niente del lavoro, ne di cosa vuol dire creare ricchezza e conoscenza, ne delle contraddizioni oggettive che vi sono nel mondo del lavoro e che non si risolvono con altre 4 leggi d'accatto, ma con l'intelligenza, la capacità di convincere e con la lotta.

E' possibile che non ci siano in Italia, in Lombardia, a Milano, a seconda di dove si potrebbe iniziare, qualche migliaio di persone mediamente intelligenti, con differenti esperienze sociali e di lavoro: operai, professionisti, imprenditori, tecnici, professori, organizzatori e chissà anche qualche giornalista o politico, senza ambizioni di carriera politica ne di arricchimenti impropri con cui si possa iniziare quel lavoro di conoscenza di base senza il quale tutti programmi sono bufale senza senso?

Evidentemente ci sono.

Mario Saccone

PS. Se l'email di Guido Martinotti era riferita alla mia email, vorrei precisare che l'amarezza non nasce dalla mia condizione di precarietà, che esiste, ma come condizione di classe, rispetto alla quale ho avuto per mia fortuna un po di forza contrattuale, legata alle competenze, che mi ha permesso di sopravvivere anche bene. Piuttosto è l'amarezza per lo spreco e il degrado che ho visto in questi anni, in particolare nel settore in cui ho lavorato e in cui gli sforzi e le competenze di migliaia di lavoratori sono stati vanificati da quello che in Italia si potrebbe chiamare il complesso monopolistico politico burocratico. Quando l'Olivetti ebbe bisogno di un aiuto finanziario, fu il Direttore Generale della FIAT, Valletta, a imporre l'abbandono del settore e il ritorno alla produzione di macchine da scrivere!

Dai lavoratori e dai tecnici che nella vecchia Olivetti avevano creato l'Elea, alle tante aziende che ne erano state l'indotto e che negli anni 70 ancora erano in grado di progettare e realizzare Calcolatori, alle aziende di software come la Syntax, di tutto questo sono rimaste poche briciole e l'industria del software italiana è una industria marginale che solo raramente riesce ad essere presente sul mercato internazionale. Oggi poi con il degrado della pubblica amministrazione e con il clientelismo, interi settori del software sono a livello preindustriale. Basterebbe andare a fare un giro negli uffici di Lombardia Informatica in via Don Minzoni, per capirne anche visivamente il degrado. Se poi si facesse un audit dei programmi …....



paolo ha detto...

Chiarissimo, Franco. Meriti una risposta altrettanto chiara: NO

Perché non c'è nessuna ragione di pensare che voi e voi soli, Ambrosoli, Stefano Rolando, e compagnia bella, abbiate diritto di ritenervi legittimati ad intestarvi "una rinascita morale, istituzionale etc". E chi lo ha detto? San Giuliano? Noi cosa siamo? Tutti disonesti?

Perché le Primarie devono essere vere e competitive, ci mancherebbe! E io non voglio votare per un candidato che "non è del nostro campo nè politicamente nè culturalmente" lo dici tu stesso. Ritengo necessario l'accordo e la mediazione coi moderati, ma l'accordo dopo le elezioni, non lo sbragamento prima.

Sarei veramente sorpreso che questa mia idea non fosse condivisa dal 99% del Rosselli. E, ti dirò, sono un po' sorpreso che non sia condivisa da te, come ti conoscevo.

Perché lo spostarsi al centro e prendere a calci la sinistra è esattamente la linea (voluta da Penati, ma non è questo il punto) che ci ha fatto perdere scioccamente le provinciali del 2009 e le regionali del 2010. Errare humanum, perseverare diabolicum.

Come ragioni, ti sembrano sufficienti?

Zingaretti non passerà per le Primarie? Non so nulla della situazione del Lazio – però non mi risulta che Zingaretti abbia rifiutato primarie già indette dalla coalizione di centrosinistra sulla base delle ragioni: che lui non è di centrosinistra – che stare in una competizione indetta dai partiti del centrosinistra lo disgusta.



Paolo Zinna



PS consiglierei anche, per ragioni di stile, di lasciar perdere Penati. Qualunque giudizio si dia dell'uomo e del suo ambiente, mi pare non sia una ragione valida per usare "lo diceva anche Penati" per squalificare una scelta politica.

autuori ha detto...

Dopo l'adolescenza ho sempre praticato un rigido agnosticismo.
Adesso scopro che lo Spirito Santo discenderà su Ambrosoli facendone un perfetto
candidato alla presidenza della Lombardia.
Mi incammino per Damasco, attendesi folgore.
Autuori

felice ha detto...

Per vincere occorre convincere, quindi dare il giusto tempo alla riflessione e ai laicisimi dubbi. Non è che ha sempre ragione chi ha avuto per primo la folgorante illuminazione, alla fine si deve concludere con un rapporto fideistico. Nuovi elementi positivi ci sono per esempio Stefano Rolandominvece di Scalpelli, ma con l'impostazione iniziale del prendere o lasciare ci si doveva schierare con Ambrosoli anche se si fosse preso Scalpelli o avesse proposto di sostituire tutte le infermiere con le suore, pefché è un cattolico. Chi poneva esigenze di primarie non mi pare che avese fatto degli aut aut e nemmeno degli enten eller kirgegardiani, ma la necesità che ci sia un momento di partecipazione popolare nella scelta o a sostegno della scelta. Per quanto rigurda candidati migliori posso sempre ricordare la battuta di Duerrenmatt er cui il più grande stratega militare della storia era il barista del caffè dove faceva colazione ma era vizzero e faceva il barista( parlava di un tempo in cui la Svizzera aveva cessato di esportare mercenari) certamente se bisogna improvvisrare candidati all'ultimo momento che siano noti e che possano raccogliere grazie alla loro notorietà un paio di milioni di euro e che POSSANO DISPORRE DI GIORNALISTI DELLA CARTA STAMPATA E DELLE TELEVISIONI AMICI O AMICI DI AMICI O DISPONIBILI A DIVENTARLO allora non c'è miglior candidato di Ambrosoli, ma m ichiedo se questo alla lunga sia non solo un bene per la democrazia, scusate il pallino, non sono alla page, ma anche per l'efficenza del sistema, ho qualche dubbio. Se dobbiamo porre il peso sulle spslle di un uomo solo acegliamo con coerenza un sistema presidenziale. Tuttavia anche la Obama si è fatto un mazzo per anni come senatore dell'Illinois. Pensiamo o no che non sarebbe male che Ambrosoli possa contare su un bel gruppo regionale di persone competenti ed appasionate, nonché oneste. Se uno di loro si impegna allo stremo, acquisisce competenze e anche prestigio nella macchina burocratica al scadere del secondo mandato qundo il presldente scelto da chi s no si può ricandidare PUò O NO SPERARE DI ESSERE PRESO IN CONSIDERAZIONE come candidato presidente o un'elite li dice caro mio tu puoi andare a dar via i ciapp non corispondi al profilo ch i nostri esperti di comunicazione hamnno elaborato per vincere con sicurezza le elezioni. Non dimentichiamoci che contemporaneamente ci sono esperti che hanno concluso che Albertini è il meglio per vincere le elezioni., mafari se i seguci di Fioroni gli danno una mano e Maroni non compete. AVVERTENZA FINALE SIA CHIARO CHE QUESTI MIEI RAGIONAMENTI NON SONO UNA CANDIDATURA AL CONSIGLIO REGIONALE PER FARE IL PRESIDENTE FRA 10 ANNI! Nel notro ambiente bisogna andar cauti, un ragionamento devc sempre nascondere un'altra finalità come insegna il breviario politico del cardinale Mazzarino

lanfranco ha detto...

Da non lombardo intervengo nel vostro dibattito pubblicando la nota che ho già messo su FB


Lanfranco Turci ha pubblicato qualcosa in Network per il Socialismo Europeo
Lanfranco Turci 11 novembre 23.44.07
SI PUO' ESPRIMERE MALESSERE DI FRONTE ALLA SCELTA DI AMBROSOLI ?

Nulla da dire sulla persona , tanto meno sulla storia di legalità e rigore che rappresenta.
Ma possibile che dopo il fallimento della banda legaciellista di Formigoni in lombardia la sinistra non riesca trovare un candidato se non prendendolo nello stesso milieu alto-borghese da cui proviene anche il candidato opposto.
Ve lo immaginate che possa avvenire una cosa del genere in un paese europeo in cui ci sia un serio partito socialdemocratico? lì, anche quando scelgono un candidato moderato, lo prendono dalle fila del partito. lo stesso blair non veniva dalla city.
Ecco cosa vuol dire la fine dei partiti a sinistra in Italia! Il pd a milano, dopo gli incidenti giudiziari di Penati, che peraltro era già perdente, non è riuscito a trovare nelle sue fila in senso lato e neppure nella sinistra larga- come fu il caso dell'attuale sindaco di Milano- un candidato spendibile. Non un politico, non un intellettuale, non un professionista attribuibile alla sua storia.
Peraltro chi sa cosa pensa la sinistra della politica sanitaria, o della politica territoriale e ambientale da proporre come alternativa a quella perseguita in questi anni in lombardia? Mistero ! e poi ci stupiamo del distacco della gente dalla politica o dell'avanzata di grillo?

giovanni ha detto...

Io mi sono espresso favorevolmente alla candidatura di Ambrosoli per poche e semplici ragioni. Pisapia ha vinto a Milano anche perché una parte della borghesia milanese e del mondo cattolico lo ha appoggiato. A maggior ragione è indispensabile l'appoggio di tali componenti sociali in Lombardia. Non vedo prospettive di successo per la sola sinistra, a meno che, ma ci credo poco, la destra si presenti divisa: la Lega ed il PDL si stanno confrontando assai duramente, ma alla fine verosimilmente convergeranno su di un unico candidato. A tale eventualità bisogna sin d'ora essere preparati. L'intera Regione è oggi dominata da gruppi di interesse, fra i quali primeggia la Compagnia delle opere, che hanno provocato un grave decadimento della vita civile, della efficacia competitiva dei pubblici incanti, della stessa vita democratica. La priorità oggi è quella di impedire la riedizione del governo della destra. I settori moderati che hanno concorso in modo determinante all'elezione di Pisapia ci hanno fatto capire in molti modi che sono disponibili per Ambrosoli. Questo è il motivo decisivo per sceglierlo. Io coltivo convinzioni di sinistra socialista piuttosto decise, come forse avrete potuto constatare, ma so che la politica è l'arte del possibile e che i velleitarismi non portano da nessuna parte. Detto questo, reputo anch'io che sarebbe opportuno per il centro-sinistra, ma anche per Ambrosoli, passare per la fase di primarie aperte, frutto di accordo fra i partiti interessati e le organizzazioni della società civile, non solo per far conoscere i candidati che entreranno in lizza, ma anche per motivare un gran numero di persone a collaborare in seguito alla campagna elettorale. Se ciò si verificherà io voterò Ambrosoli, per le ragioni che ho sopra scritto. Giovanni Baccalini

luigi ha detto...

«per compensare le forze di sinistra di una rivoluzione mancata, le
forze di destra non si [fossero volute opporre] ad accogliere nella
Costituzione una rivoluzione promessa» (P. Calamandrei).

Penso che noi non solo socialisti ma italiani abbiamo avuto molto di
più che una Bad Godesberg (1959) abbiamo avuto nel 1948 la
Costituzione italiana che come ha scritto Calamandrei è stato
l'annuncio di una rivoluzione socialista promessa.
Resto sempre sorpreso di questa sottovalutazione.
Forse è la nostra mania esterofila.
Purtroppo la promessa è stata perseguita in Italia per circa un
trentennio - inutile ricordare IRI imprenditorialità pubblica le
riforme socialiste da scuola media divorzio aborto riforma sanitaria -
per concludere il trend progressista con il trattato di Maastricht
(1992) che con la sola firma di un ministro degli esteri, il
compagno De Michelis ha fatto suicidato la costituzione italiana.
Il periodo neoliberista-teocon attuato con la connivenza dei
socialisti al governo in 14 stati dell'U.E. e la conversione ddel PSE
alla "terza" via" blairiana è oramai storia. Purtroppo è storia che
continua ancora attualmente e non ne vediamo la conclusione nemmeno
dopo le prime sconfessioni cominciate al congresso del PSE a Praga.
Poi la vittoria dei socialisti in Francia che non è per nulla ancora
in grado di fare cambiare strada all'ìU.E. neoliberista.
Sta rivedendo le posizioni neoliberiste FMI, ma niente Monti persiste
e nella pantomima quotidiana ha l'appoggio del PD.
Modifica dell'art.81 per obbligo di pareggio di bilancio, ecc. ecc..
Anche per le prossime elezioni le politiche neoliberiste da parte del
PD sono confermate.
Il neo centrista PD con PSI pontiere dell'UDC e SEL foglia di fico a
sinistra non potrò altro che continuare le politiche neoliberiste -
teocon. A proposito di teocon, ieri sera nell confronto tra i cinque
candidati alla primarie, alla domanda finale del conduttore di
indicare il proprio personaggio guida ideale , Bersani ha scelto
papa Giovanni e Vendola il cardinal Martini, mentre Tabacci, più
laicamente, ha scelto Marcora. ( ministro democristiano che nel 1986
ha firmato la legge Tabacci per agevolare la costituzione delle
cooperative).
Un dialogante fraterno socialista saluto.
Luigi Fasce
www.circolocalogerocapitini.it


pierpaolo ha detto...

Io ho un sogno. Che, a quanto pare, è anche quello di Massimo D'Alema (almeno da quando Renzi ha iniziato a imperversare e a minacciare "rottamazioni di massa"). Ricostruire, anche in Italia, un partito socialista di stampo europeo a vocazione maggioritaria, saldamente ancorato a sinistra e fiero di una storia più che centenaria.
Ma so benissimo che è impossibile realizzarlo, se prima non ci libereremo da quella "sudditanza psicologica" per la quale si vince solo con il sostegno della borghesia professionale e finanziaria, e con il "soccorso bianco" rappresentato dai voti dei partiti centristi.
La sinistra italiana deve ritrovare il coraggio di camminare sulle proprie gambe, o non sarà.

Peraltro non mi pare che i leader che si stanno affrontando per le primarie di coalizione, tutti con alle spalle una vita nelle organizzazioni di partito, ieri sera, nel loro confronto televisivo, abbiano fatto quella pessima figura che molti si aspettavano facessero.

Continuare a gabellare la funzione salvifica della "società civile" in contrapposizione a partiti in cui agiscono solo corrotti, imbelli o incapaci è un trucco che prevedo non porterà molto lontano chi cerca di costruirvi le proprie fortune politiche.

Pierpaolo Pecchiari

paolo ha detto...

La vedo come Lanfranco e non perchè da fine marzo vivo in Inghilterra.
Mi sarebbe piaciuto vedere trai candidati a delle primarie socialiste Pia Locatelli e invece si è puntato per l'ennesima volta sull'inossidabile Roberto che dopo la mezza tornata in consiglio comunale può ora tornare a sedere al pirellone.
Nulla di nuovo quindi, con il PD che come un'azienda preferisce pescare i profili fuori dalle sue stanze per evitare mal di pancia o sfide interne che valorizzino l'arancione di turno e Tabacci che ieri sera siedeva alla destra del solo Vendola.





franco ha detto...

Paolo, chi ha mai detto quanto scrivi ?
A Milano l'intuizione che i partiti del centro sinistra non ce la facessero nemmeno morti come erano e sono ma che nel "nostro" campo non ghettizzato nelle oligarchiette del quartierino ci fossero persone e potenzialità per vincere è stata avuta (anche) da quelli come me che un po' sprezzantemente definisci "compagnia bella" . E' così che si è avuto il confronto delle primarie fra tre personaggi della sinistra , arrivando perfino a far vincere "il più a sinistra di tutti" e la sua linea politica inclusiva. L'operazione dei 51% è successiva e rende possibile un , sempre per schematizzare, "sinistra-centro". Chi si oppose / non credette fino all'ultimo a quella operazione, come ben sai, erano e sono proprio i vellicatori dell' "orgoglio di partito ferito" , con la lodevole e determinante eccezione di Boeri e dei segretari provinciale e regionale del Pd, si erano preparati ad una sconfitta , ma questo è altro discorso .

franco ha detto...

In sintesi , a Milano il centro sinistra ha vinto esprimendo una guida ed un progetto, scegliendo fra , schematizziamo, due vie : quella dei partiti e quella "arancione" , ritrovandosi poi nella vittoria . Il centro , la parte non di sinistra della coalizione, è entrata dopo le primarie ed in parte perfino dopo il primo turno, accettando ed integrando la proposta Pisapia .
Il campo del centro sinistra è in grado di dare una alternativa d governo, progetto e candidatura , per la Regione Lombardia ? In particolare si è in grado di esprimere un candidato presidente in grado di "allargare" i confini della coalizione in una realtà come la Lombardia dove non ha mai avuto la maggioranza ( a differenza della città di Milano, con composizione socio economica molto, molto diversa ! ) ? Personalmente ed in parte non principale , ho partecipato nei mesi scorsi a lavori e progetti che cercavano di arrivare a questo , confrontandosi su una ipotesi Tabacci ( che ritenevo e ritengo la migliore , dopo un anno di sua permanenza in giunta a Milano e la partecipazione al progetto centrosinistra addirittura con una candidatura in prima persona) come su altre, alcune delle quali mi apparivano altrettanto interessanti . Il precipitare della situazione ci ha portato ad avere una "griglia" composta da qualcuno che pensa che le primarie siano un modo per avere cinque minuti di notorietà ed una modalità nuova per riprovare il giochino vecchio dello strapuntino ( "se vogliono che mi ritiri mi devono telefonare" ) e su questi, francamente , non penso che valga la pena di perderci del tempo . Altri , come Pizzul , Civati , Kustermann ed ulteriori che non ricordo devono essere stati ritenuti non adatti al compito : se non fosse così , perchè c'è stata la ricerca affannosa di altra candidatura, in primis di quella di Ambrosoli ? Avendo partecipato a qualche incontro al tempo del primo diniego di Ambrosoli , posso garantire che lo stesso non aveva nessuna intenzione di "fare il prezioso" ed aveva archiviato per così dire la pratica.
Se si ritiene che i candidati in campo o altri conigli in cilindro, come l'ottimo Andrea Di Stefano, siano in grado di guidare lo sciheramento di centro sinistra allargandolo al centro prima elettoralmente poi politicamente, che problema c'è ? Si fanno le primarie e si va gioiosamente alle secondarie, sperando che Dio ( visti i candidati, tutti molto cattolici..) ce la mandi buona.
Ma se questo non è e si chiede ad uno non di sinistra una alleanza in nome di un patto civico , di ricostruzione ( e quindi non una alleanza su un progetto politico espresso dal centrosinistra ) giustificato dalle macerie da rimuovere ( per le quali, per inciso, qualche responsabilità - Penati è solo il nome di riferimento - qualcuno che due anni fa, non secoli fa , diceva che il modello formigoniano era buono , ma doveva essere gestito meglio , l'avrà o no ? ) perchè mai dovrebbe accettare integralmente riti e miti non suoi ?
Ambrosoli ha detto che non avrebbe partecipato a primarie convocate sulla base di un documento che non condivideva in molte parti , ma che accettava ed accetta un confronto su un progetto diciamo di emergenza, civico etc etc . Su questo si è lavorato da giorni e su questo , mi risulta, i segretari dei partiti che avevano convocato le primarie hanno concordato .
Come ho detto , il mio candidato ideale non era certo Ambrosoli . In realtà io pensavo ad una candidata donna , ma questo importa poco . Oggi siamo ad Ambrosoli o il ritorno alla griglia di cui sopra : si può dire, come Paolo fa , che Ambrosoli non va bene perchè non è di sinistra . Ma questo è il tema, non le primarie , che sono un mezzo e non un fine.
Occorre essere chiari , tutto qui.
Franco

sergio ha detto...

In Lombardia non si è mai posta la questione di una vittoria della Sinistra (in termini storici) e dunque perché "sprecare" ancora quadri politici per battaglie che si sono sempre perdute?

Questa è stata la filosofia delle Forze Politiche in questi ultimi vent'anni. Perdente!

Ciao.
Sergio Tremolada (Nuova Società)

Giovanni ha detto...

Cercherò di dire rapidamente la mia e di spiegare perché sono sostanzialmente d'accordo con quanto scritto da giovanni baccalini, guido martinotti, franco d'alfonso e stefano rolando.

Premetto che comprendo e condivido i mal di pancia di molti, soprattutto riguardo al metodo. In generale, rinvio alla lettura di un recente volume di Giovanni De Luna, La Repubblica del dolore, che spiega bene i rischi che si corrono quando si sostituisce alla storia (e alla politica) il culto della memoria e delle vittime.
Anche a me non piace che ai meccanismi di selezione rettamente intesi della vita di partito (cfr. una recente intervista di Fabrizio Barca sull'Espresso) si sostituiscano altri meccanismi (sostanzialmente 3: a) una forte presenza mediatica b) appartenere a qualche associazione, preferibilmente i boy scout c) essere figlio di qualche martire della repubblica).
In altre parole, anch'io ho il sogno di Pierpaolo.... Ma purtroppo non siamo in GB, Francia, Germania o in qualsiasi altro paese europeo... Siamo in Italia, abbiamo il PD e abbiamo visto di tutto e di più...

Siamo inoltre in Lombardia dove per quasi un ventennio abbiamo vissuto in un regime politico-affaristico, i cui connotati erano evidenti già da anni (quindi quando leggo della magistratura che resiste mi viene da ridere). Che di regime si sia trattato è dimostrato dal fatto che, come tutti sappiamo, in alcuni ambienti (quello della sanità in primis, ma non solo) l'appartenenza a CL o alla compagnia delle opere aveva lo stesso significato della tessera del pane. E sarà bene ricordare che a questo sistema hanno partecipato non solo ex comunisti come Binelli, Ferlini o Soave (che si sono facilmente lì riciclati per evidenti affinità "mentali", a partire dalla doppia morale), ma interi pezzi delle cooperative "rosse".

Fare delle analogie storiche è sempre rischioso. Ma non ho trovato eccessivo o fuorviante il paragone con la fine del regime fascista e con la necessità di costruire un nuovo sistema di governo. Di conseguenza, anche il paragone con il CLN per certi versi calza. Il presidente del CLNAI era un dirigente del Credito italiano, Alfredo Pizzoni (Morandi lo sostituirà il 25 aprile), e il capo della commissione economica si chiamava Cesare Merzagora. Nomine che furono accettate e riconosciute anche dai partiti di sinistra, che si rendevano conto della realtà, e che contemporaneamente svolgevano un proprio compito, sul piano politico, sociale e anche militare, preparandosi in questo modo al dopoguerra, con alterna fortuna.
Però è questo che dovrebbero fare dei partiti che, in 17 anni di opposizione, non sono stati in grado di formare una candidatura forte, credibile e alternativa a Formigoni. Se non sono stati capaci in 17 anni, pensate che le primarie (che anch'io ritengo possano essere formative per lo stesso Ambrosoli...) possano far uscire il coniglio dal cappello?
I partiti di sinistra hanno quindi un compito: prepararsi a governare e a creare un nuovo blocco sociale di interessi, alternativo a quello ciellino-leghista ed evitando gattopardismi politico-economici.... Come vedete, un compito da non poco in cui mi auguro che Ambrosoli (la cui storia personale potrà essergli, in questo senso sì, di aiuto...) potrà svolgere un ruolo di garante.
Un caro saluto a tutti
Giovanni

lanfranco ha detto...

Mi viene in mente quando un vecchio compagno milanese, come me con un passato migliorista, sosteneva, al momento della candidatura di pisapia, che era troppo di sinistra e bisognava puntare sul direttore del corriere della sera. Qui non è un problema di intelligenza tattica, da vecchio pci togliattiano, ma di sudditanza politica e culturale. Franco coglie un punto nevralgico: quali sono le idee che circolano nella sinistra per un governo alternativo al ventennio formigoniano? I consiglieri regionali che sono stati in regione negli ultimi 5/10 anni, o i partiti, o i circoli di intellettuali ce l'hanno qualche idea da avanzare prima che la formula ambigua del patto civico si trasformi in delega agli interessi forti che non sono poi stati tanto lontano da Formigoni in questi vent'anni?

Paolo ha detto...

Ma cerchiamo di metterci d'accordo su una cosa: che i sostenitori del centrosinistra abbiano il diritto di scegliere loro cosa ritengono meglio.

Non sono affezionato al regolamento delle primarie, mi va bene qualunque sistema di scelta purché preveda una scelta fra due o più candidati.

Come ho già detto, se Ambrosoli gode di tutto questo largo consenso, vincerà questa consultazione alla grande.

Mi sta benissimo che le organizzino i comitati civici, che siano ai gazebo, per mail, come preferite. Ma si esprimano voti alternativi e controllabili, non mi basta la "larga investitura di popolo" ad un candidato preconfezionato. Non mi sembra una pretesa eccessiva.



Se siamo d'accordo su questo (chi non lo è lo dica), viene la seconda domanda: il centrosinistra ha altri candidati meritevoli? Se ne può ragionare, ma non puoi scartare Pizzul, Civati e Kustermann sulla base del fatto che gli attuali vertici del PD non li avrebbero ritenuti tali. Mi paiono tutti degni almeno di essere sottoposti alla prova. Saranno i votanti, non noi, a stabilire chi è il migliore. O noi pensiamo di saperne di più?

Paolo

Pierpaolo ha detto...

L'errore di questo ragionamento sta nel ritenere che il contributo predominante alla vittoria di Pisapia sia dovuto all'appoggio di aree moderate o centriste.
Quello che ha fatto la differenza è stato l'entusiasmo che - con mio stupore, devo ammettere - la candidatura Pisapia ha risvegliato, rimettendo in gioco energie e intelligenze di un elettorato di sinistra che di solito si rifugiava nell'astensionismo, nel mugugno, o disperdeva il voto inutilmente.

Ma non siamo più nel 2010. Quell'entusiasmo poggiava su basi fragilissime, in quanto del tutto inconsapevole delle difficoltà della politica che governa o amministra; e ha cominciato a venir meno dopo che la giunta ha dovuto affrontare le prime difficoltà, e dopo che una ritrovata voglia di "partecipazione attiva" si è scontrata con le farraginosità e i limiti dell'azione degli organismi del decentramento.

Uno sguardo alla vitalità dei cosiddetti "Comitati per Milano", il cui encefalogramma è ormai da tempo piatto, dovrebbe far capire che quel tipo di supporto verrà quasi totalmente a mancare. Per non parlare di quello che oggi pensano gli elettori più esigenti, ovvero più critici, che sono spinti verso l'astensionismo o il voto a M5S da una generale diffidenza verso una sinistra accusata di eccessive condiscendenze verso il "montismo", o verso tatticismi che portano ad imbarcare in coalizioni arlecchinesche i centristi dell'UDC in nome della vittoria elettorale, e che - non facendo grandi differenze tra il livello politico nazionale e quello locale - sono da diversi mesi in fibrillazione.

Pretendere di far passare l'investitura per diritto divino di un candidato rispetto agli altri potrà anche essere funzionale a un qualche disegno tattico, ma attenzione, ché per recuperare qualche voto nell'area moderata stiamo perdendo aree importanti del nostro elettorato.

Pierpaolo Pecchiari

Roberto ha detto...

Sante parole mio caro Paolo, soprattutto in una circostanza in cui il centrosinistra in Lombardia potrebbe vincere con una coalizione unita e con un candidato anche di partito. Ma qperchè il PD non ha trovato un suo bravo, magari modesto, candidato per la carica di presidente? Sarebbe stato peggio di Ambrosoli? Non credo.
Tanto più che senza i voti del PD e degli altri partiti Ambrosoli non vince, viceversa senza i voti di un esterno la coalizione unita poteva vincere ugualmente.
E comunque qualunque candidato deve avere rispetto per gli altri, altrimenti anche le brave persone non sono così brave.
Ciao Roberto

Franco ha detto...

io non scarto nessuno perchè non sono nessuno per scartare qualcuno. Contesto la pretesa di stabilire che siano proprio e solo le primarie organizzate da tre partiti l'unico campo di gioco possibile. Siccome le parole hanno un senso - soprattutto quelle dette direttamente dal candidato e non quelle immaginate dagli esegeti, positivi o negativi che siano - da giorni Ambrosoli ha confermato la disponibilità non ad un bagno di folla ( fra l'altro curiosamente alla base di tutti gli inviti più o meno garbati a presentarsi alle primarie..) ma ad una verifica da farsi nelle forme da concordare, operazione che mi pare sia stata fatta in questi giorni ed ore. Non so di preciso quale sia la formula adottata ma - per quel che ne so - ovviamente prevede la possibilità di scegliere fra eventuali candidati alternativi . Continua a sfuggirmi il senso di questo incistarsi sul metodo quando la questione è piuttosto chiara : Ambrosoli, candidato inseguito e "conquistato" con un accordo politico o uno dei "nostri" a scelta . Se non ho capito male la formula sarà scegliere tra il documento (e candidatura) Ambrosoli ed un altro/i documenti ( che faranno la cortesia di scrivere anche quelli che decidono di mettersi in gioco per farsi vedere per cinque minuti ! ) collegato ad altro/i candidati, con registrazione, voto etc etc .
Ma resta quello che ho detto prima : Ambrosoli non è candidatura imposta da nessuno, aveva già chiuso il libro ed era andato in vacanza, in molti ( centinaia, non due "oligarchi dei Navigli" , uno dei quali deve essere il sindaco Pisapia..) gli hanno chiesto di ripensarci ed esserci . Se pensiamo sia meglio la Kustermann - candidatura che avrei sostenuto fino all'ingresso di una più convincente, dal mio punto di vista - che problema c'è, si sceglie la Kustermann . Avremo una candidata che ci somiglia un sacco , che non fonderà il Partito Socialista Planetario ma pazienza e che gioiosamente perderà , ma farà una splendida battaglia di testimonianza.
Il fatto che io sostenga ora Ambrosoli non vuol dire affatto che io voglio vincere a prescindere al punto di fare come , va beh non dico chi , che assumeva le idee del centrodx pensando che fossero vincenti : i valori civici, etici e morali di Umberto Ambrosoli sono anche miei , ancorchè li esprima e li pratichi molto peggio di lui , e penso che siano necessari e fondamentali per ricostruire il rispetto delle istituzioni pubbliche e una corretta amministrazione regionale : risponde all'emergenza molto meglio di altri, anche di chi è culturalmente e politicamente più affine. E spero, credo che assieme a lui si possano costruire le condizioni perchè next time ci sia un confronto esclusivamente politico, perchè questi valori sono tornati ad essere la regola e non l'eccezione . E magari avremo finalmente un partito, socialista o meno , in grado di esprimere tutto quello che vogliamo ma che oggi non abbiamo.
Io la penso così e voterò Ambrosoli. Mi pare che Paolo la pensi diversamente e quindi voterà Pizzul ? De Stefani ? Kustermann ? Sarebbe interessante saperlo , per il nostro dibattito , altrimenti ci incartiamo come al solito sulle questioni di principio secondarie e dimentichiamo la questione principale .


edmondo ha detto...

Cari compagni,
vedo che la voglia di discutere non manca! Cerco di dire poche cose:
1) Claudio Bellavita non è lombardo ma è un socialista intelligente che ha colto le novità della candidatura Ambrosoli;
2) rileggetevi quello che ha scritto un saggio come Giovanni Baccalini, lo sottoscrivo per intero;
3) domani Umberto Ambrosoli farà le sue prime dichiarazioni pubbliche e aspetta di sentire cosa gli dicono i partiti del centrosinistra, dopo di che entro la settimana farà una conferenza stampa e magari sarà interessante ascoltarlo, come molti di noi hanno già fatto con Roberto Biscardini al Circolo della Stampa di Milano;
4) evitamo l'errore di pensare di aver già vinto in Lombardia... altrimenti è probabile per il centrosinistra faccia la fine della gioiosa macchina da guerra alle politiche del 1994;
5) il centrodestra avrà, temo, la capacità di riorganizzarsi, specie se si voterà (com'è probabile) ad aprile con l'accorpamento di regionali e politiche, ma questo lo si saprà solo tra qualche giorno anche in relazione al casino del Lazio;
6) a proposito: Zingaretti è candidato in Lazio senza fare le primarie e nessuno si scompone, forse solo perché i romani sono più paraculi di noi, invece in Lombardia il candidato ideale del centrosinistra sembra Tafazzi, quello che si martella le palle da solo;
7) Ambrosoli non è di sinistra, come ricorda Franco D'Alfonso, e meno male che si può mettere in campo un candidato con cui recuperare anche voti più moderati, sempre che l'obiettivo sia di vincere davvero superando il 33% di Penati nel 2010;
8) Ambrosoli è disponibile a fare delle consultazioni civiche, non so come si chiameranno, se Primarie o Pippo (no, un altro nome per non fare propaganda a Civati...) comunque se ho capito bene si mette in gioco sul serio e non vuol fare il candidato imposto dai salotti;
9) se il centrosinistra vuole vincere DEVE allargarsi a un mondo moderato, e il manifesto civico per Ambrosoli - che molti di noi hanno già sottoscritto - indica dei contenuti programmatici molto precisi, a partire da una forte discontinuità rispetto alla gestione clientelare e al consociativismo che hanno segnato la Regione Lombardia con Formigoni, e anche prima;
10) Ambrosoli non ha mai fatto politica ma è circondato da persone capaci e da nostri compagni, a partire da Stefano Rolando, che lo aiuteranno, IO CI STO a dargli una mano, spero vi convinciate anche tutti voi!
Fraterni saluti
Edmondo Rho

claudio ha detto...

Mi pare che la questione si configuri come l’ennesimo esempio di quel filone di pensiero che attribuisce ai ceti alto-borghesi una sorta di diritto naturale ad esprimere la classe dirigente del Paese.

Se l’avvocato Ambrosoli vuole essere candidato si confronti con tutti gli altri, facendoci capire quale politica ambientale, territoriale, sanitaria ecc, vuole perseguire.

Ma di diritto naturale di rappresentanza non se ne parla proprio.




Saluti




Claudio Bergomi

Anonimo ha detto...

E' curioso perché con Edmondo Rho e Franco D'Alfonso normalmente si parla la
stessa lingua e ci si intende con facilità ...

Mi chiedo come mai questa volta sembra che si sia realizzata, tra noi, una
nuova maledizione di Babele sulla candidatura di Ambrosoli.

Salto le invocazioni del principio di autorità - non perché non ammiri la
saggezza di Bellavita e Baccalini, ma perché ho il maledetto vizio di
ragionare anch'io - e seguo la numerazione di Edmondo.

3) Attendiamo che arrivino, domani, le "prime dichiarazioni pubbliche" di
U.A., che sicuramente sarà interessante ascoltare: la cosa strana è che
alcuni siano già convinti a priori, senza avere mai sentito il candidato !

Eppure quella della pubblicità "basta la parola" era la pastiglia Falqui non
Ambrosoli J

4) Sottoscrivo: evitiamo l'errore di pensare di aver già vinto in Lombardia.
Io non lo penso affatto, anzi sono molto preoccupato. Tra i motivi di
preoccupazione c'è la mancanza di un candidato forte del centrosinistra. Se
il più forte è un papa straniero (estraneo alla sinistra e forse perfino al
centro-sinistra, visto che ostenta tutta questa distanza) , sconosciuto ai
più e digiuno di politica, siamo messi bene !

5) Sottoscrivo: il centrodestra avrà, temo, la capacità di riorganizzarsi.
Non solo. Il centrodestra metterà in campo politici di razza come Albertini
e Maroni. Forse ci converrebbe metterci almeno nelle condizioni di
competere con loro, dato che mi pare improbabile che possiamo competere in
"verginità" con i grillini ...

6) Se Zingaretti non fa le primarie nel Lazio fa malissimo, ma il problema
lì davvero è solo di principio, mentre per U.A. è pragmatico. Zingaretti
non solo gode già di un consenso plebiscitario, ma è conosciuto anche a
Zagarolo e Bagnoregio. Invece U.A. non lo conosce nessuno e, per ora, ha il
consenso di alcuni salotti. Io non santifico le primarie, ne faccio un
problema di legittimazione e mobilitazione.

7) Qui sono in totale disaccordo. L'idea che il centrosinistra vince se
mette in campo un moderato è semplicemente falsa. Fin qui è accaduto quasi
sempre il contrario. Se ci proponiamo con un volto troppo simile a quello
dei nostri competitori, perdiamo. Per la semplice ragione che tra la copia e
l'originale in genere l'elettorato sceglie l'originale. Che poi questa
bufala vengano a ripeterla ossessivamente alcuni compagni che sono stati in
prima linea nel sostegno a Pisapia proprio non lo capisco. Capirei, poi, se
fosse un candidato popolarissimo, un redivivo Montanelli....

8) Se U.A. è disponibile a fare consultazioni civiche ma fa un problema
nominalistico sulla parola "primarie" parte davvero male. Nessuno ha capito
la differenza. Se tutto sta nel fatto che la parola è associata al
centro-sinistra (e non è vero perché adesso chiamano primarie anche quelle
del PDL !) parte malissimo. E' già grottesco che il nostro candidato sia
uno che si vergogna ad avere alle spalle il centro-sinistra, ma se pensa che
esorcizzando la parola qualcuno possa credere che lui non è il candidato del
centro-sinistra siamo al delirio.

9) Il centro-sinistra - se non candida un Diliberto, e mi pare improbabile
che lo candidi - si allarga al mondo moderato (UDC, lista civico-arancione)
in ogni caso. Anche perché dove vanno questi ? Con Maroni ? Con il
post-formigoniano Albertini ? Con Grillo ?

10) Sono lieto che U.A. venga circondato da persone capaci e da nostri
compagni. Ne ha molto bisogno. Spero solo che non si tratti di quelli che
lo hanno consigliato in queste prime mosse perché altrimenti mi verrebbe da
dire che forse sapeva sbagliare anche da solo.

Fraterni saluti.



Luciano Belli Paci



P.S.: vedo ora che in Lombardia si vota il 10 febbraio. Se è vero, Tabacci
dopo il 25 novembre si libera e può essere richiamato in servizio. Pazienza
se non si potranno fare le primarie.

franco ha detto...

Nessuna riflessione critica, che mi pare però Besostri abbia già espresso, sul meccanismo delle primarie e sulla condizione dei partiti oggi? Grazie Franco Astengo
P.S. Non tutto si risolve con il vincere o il perdere. Capisco l'ansia di una sinistra in Lombardia storicamente sconfitta, ma la necessità in politica di ripensare al già fatto e di progettare il futuro rimane ineludibile. Quindi chiusura con un'altra domanda: quale progetto per la Lombardia ? E quale rapporto con un PD che, a quel livello ha espresso Penati.
Capisco che si tratta di un passo indietro...ma..

felice ha detto...

Le scelte in politica sono sempre opinabili e la controprova, perdere le elezioni, è più dolorosa del conforto di aver avuto ragione: quindi se il candidato del centro-centro-sinistra dovesse essere Ambrosoli tutti saremo impegnati a farlo vincere. Una volta chiaro questo, non c'è nessuno che deve fare il primo della classe e liquidare le perplessità e i dubbi come ubbie di chi non sa cosa è la politica, Una cosa che si fa tra esperti, tra quelli che sanno. Così si è indotti a pensare che il discorso sia quello vecchio e antico e machista o di far vedere chi ce l'ha migliore. In poche parole chi è il king maker. Mentre i nostri generali risolvono i problemi pratici, lasciate che altri pensino ad un modo normale di funzionamento della democrazia, per non trovarsi fra 5 o 10 anni a dover inventare un candidato. Significherebbe che Formigoni è ancora quello che ha dato l'impronta alla nostra regione ed è insostituibile In 17 anni di opposizione non si è stati capaci di creare le condizioni politiche e umane di presentare un'alternativa nemmeno nel momento del crollo del Celeste



paolo ha detto...

Non vi avrei più disturbato (lo ho fatto anche troppo in questi giorni) se l'amico Franco non mi avesse rivolto una domanda piuttosto precisa nelle ultime due righe del suo scritto. Non ho ancora detto quale sia la mia candidatura preferita, perché mi premeva tenere distinte due questioni:

a) che la candidatura doveve nascere dalla espressione di un voto fra candidati alternativi

b) quale è il nome migliore

Franco ci dice che il primo punto è ormai assicurato, sono contentissimo e lo ringrazio se anche lui ha contribuito a questo risultato; ma ieri mattina mi pareva invece, a leggere i giornali, che si sarebbe organizzata una specie di plebiscito, fra gazebo e facebook, per incoronare Ambrosoli.

Per il secondo punto, fra i nomi che sono circolati, ce ne sono tre o quattro che voterei con più simpatia di Ambrosoli e almeno due che, a mio parere, hanno più probabilità di vincere. Per ora non sappiamo quali candidature si sfideranno davvero, nei fatti. Lo sapremo entro due o tre giorni, e appena lo sapremo, se a qualcuno del Rosselli interessa, non avrò difficoltà a dire a chi andrà il mio voto personale.



Paolo Zinna

guido ha detto...

Non mi sembra che gli altri candidati siano della classe operaia. Il punto non è questo, è semplicemente quello che Giovanni Baccalini ha esposto chiaramente: ce la fa la coalizione a esprimere un candidato/a capace di far vincere il CS da solo? SI/NO Se SI fuori il nome (e a questo servono le primarie) e i dati che sosterrebero questo/a candiato/a. SE i dati non ci sono occorre fare una alleanza, e a questo punto occorre trattare con i potenziali alleati e decidere con loro chi è il candidato oppure come arrivare a determinarlo in modo “aperto”. Le primarie sono uno strumento che ha una sua logica e purtroppo come spesso avviene nel nostro paese per superficialità si è comperato il macchinario perché piaceva il nome sul pacchetto senza leggere le istruzioni sul funzionamento. E’ chiaro che se si riconosce la necessità di stabilire una alleanza con un altro gruppo che non è parte del CS non gli si possono imporre le primarie del PD, occorre trovare un’altra arena in cui i concorrenti siano alla pari. Nel concreto: io tra poco vado al mio circolo PD per registrarmi alle primarie. Mi chiederanno di firmare una dichiarazione di lealtà, poi posso votare. Ambrosoli dovrebbe firmare una dichiarazione simile? gm

mario ha detto...

Da non lombardo mi permetto di dire la mia. Io sono sostanzialmente d'accordo con quanto ha finora osservato Franco D'Alfonso (e mi pare che sia la realtà oggettiva a supportare il suo ragionamento), ma al punto in cui si è arrivati, non resta che una soluzione, credo, pacifica per tutti: si facciano le Primarie ed Ambrosoli vi partecipi insieme ad altri candidati.....se ve ne sono, e spero di sì!
Churchill soleva provocatoriamente ripetere "La democrazia è un pessimo sistema, ma non ne conosciamo di migliori".
Mario Francese

davide ha detto...

Qualche tempo fa Somaini argomentò perfettamente come NON sia sempre necessario avere un candidato di centro per vincere: sarebbe bene rilegere quel post con attenzione.

Inviato da un altro non lombardo

Pierpaolo ha detto...

A questo punto davvero non capisco. Certe argomentazioni, se non sono fatte solo per provocare, ingarbugliano la situazione e mi fanno pensare che avesse ragione il Sole 24 Ore, unico ad aver spiegato che tra le condizioni imposte da Ambrosoli per candidarsi era l'apertura della maggioranza a UDC.
E se non è dell'UDC che si parla, quale sarebbe, di grazia, il "gruppo che non è parte del centrosinistra" con cui dovremmo allearci? I commercianti cinesi di Via Paolo Sarpi? Casa Pound? I Marziani?

E a cosa è leale Ambrosoli, se dobbiamo dare per scontato che non prova nessun trasporto verso il centrosinistra italiano?

Per vostra informazione, il link all'articolo del Sole 24 Ore che ho citato sopra ("Lombardia, Ambrosoli disponibile a candidarsi ma per il Pd potrebbe essere un problema"). Siccome nessuno ha smentito che queste siano le condizioni imposte da Ambrosoli, e il Sole non è "Cronaca Vera" o "Sorrisi & Canzoni", immagino che un qualche fondo di verità ci sia. Il che rende, almeno a me, la candidatura Ambrosoli del tutto indigesta.

Pierpaolo Pecchiari

Felice ha detto...

Giovanni Bacc. trova consenziente anche me, ma essendo d'accordo sul nome come segno di un'alleanza non escludeva di per sé delle primarie. Logicamente se scioglieva la riserva prima si sarebbero fatte altre primarie di quelle indette proprio perché non aveva accettato. Le chiamano primarie di coalizione ma sono primarie del PD, cui ha ammesso candidati esterni. Per essere di coalizione doveva esserci almeno una dichiarazione di intenti, ma anche quelle nazionali sono del PD 1) senza il PD materialmente non si si fanno

2) La sfida decisiva è tra due candidati del PD, tra l'altro se vincesse Renzi non ci sarebbe più la stessa coalizione.

L'esclusione delle primarie, cioè di una forma di consultazione, all'inizio è stata netta da parte di suoi designatori, poi, forse grazie all'inventiva di Stefano Rolando, sta nascendo un terzo genere. Per chi frequenta l'ambiente politico ha capito che dietro l'esclusione di principio delle primarie c'era il messaggio di chi vuol far capire chi ha la forza di designare il candidato , il king maker. Una volta era il PDS, DS, Pd che infatti ci ha rifilato delle candidature improbabili, sia in Comune che in Regione,tra l'altro sempre all'insegna dell'apertura alla società civile, specialmente imprenditoriale e al mondo cattolico, proprio per il ragionamento che la sinistra stretta non ha la maggioranza. Stavolta se si vince è per la disgregazione del blocco avversario non per la filosofia di scelta del candidato. Il messaggio era stato dato ai partiti prima del'indizione delle primarie in un'intervista di Franco. Se i partiti non fossero andati le reazioni avrebbero dovuto esserci allora. Ho cercato di introdurre nella discussione il problema della selezione delle candidature perché non c'è solo il presidente, di rivalutare il ruolo politico dei consigli, anche quello comunale caro Pisapia, altrimenti fioriranno i Fiorito
. Se l'unico criterio è l'onestà che dovrebbe essere un pre requisito e l'assenza di devianze un criterio sarebbe di rendere obbligatori di testi di personalità, tanto non devono essere competenti, per scoprire se si drogheranno,svilupperanno perversioni sadomaso ovvero sono giocatori incalliti. Chi ha sponsorizzato Ambrosoli sarà contento del risultato e ancor più se vince, ma noi saremo ancora al punto di partenza programmatico e della formazione di un gruppo dirigente nelle istituzioni. Fra 5 anni se il Presidente si ripresenta non ci sono primarie, come invece ha dichiarato a Radio Popolare la Kusterman dichiarando che Obama doveva essere apprezzasto perché si era sottoposto alle primarie pur essendo Presidente Uscente. Per scegliere consapevolmente vorrei anche sapere se Ambrosoli si è impegnato a restare in Consiglio anche se non eletto presidente per preparare la rivincita fra 5 anni, anche in tal caso si potrebbe rinunciare alle Primarie, che dovrebbero diventare un istituto pubblico ed obbligatorio se richiesto da un certo numero, non piccolo, di elettori. Pensato che le primarie sono state previste per i primi consigli di circoscrizione nella legge istitutiva come istituto cche poteva esere previsto. E' stata cancellata la previsione senza colpo ferire, nella disatttenzione generale e credo senza che nesssun comun le avesse previste e regolamentate.

luigi ha detto...

Certo che per molti del centro-sinistra entrare nella "stanza dei
bottoni" è decisamente più importante che avere un programma di
sinistra antineoliberista-teocon.
Spero che SEL Lombardia, provi a stanare Ambrosoli sul terreno del
programma e la difesa della Costituzione. Prima di parlare di
alleanza con UDC questo Ambrosoli dovrebbe proporre un programma al
centro-sinistra.
Luigi Fasce
PS
Certamente contingentemente le primarie tappano il buco nero della
sinistra, sbaraccheremo la truffa per la sinistra delle primarie, del
maggioritario e del premio di maggioranza (qualcuno si ricorda della
legge truffa ?) appena avremo il partito unitario della sinistra
socialista in Italia con profilo identitario certo (le coordinate
sono nella Costituzione Italiana).

guido ha detto...

La frase di RadiPop “Radio Popolare la Kusterman (che Obama doveva essere apprezzato perché si era sottoposto alle primarie pur essendo Presidente Uscente e quindi che Ambrosoli non ha quel coraggio), dimostrando la profonda e colpevole ignoranza del meccanismo delle primarie negli USA, che non sono il Ramo d’oro o la piuma di Dumbo, ma una antica istituzione con proprie regole, va al cuore del problema di una cultura politica che si attacca ai nomi degli oggetti senza guardare le istruzioni per farli funzionare e, con la inconsapevolezza degli ignoranti, va dritto alle radici del problema. E cioè che le primarie italiane, con tutti i meriti che hanno, non hanno nulla a che vedere con le primarie americane e si dovrebbero chiamare altrimenti, per non imbrogliare, come variamente si è fatto sin qui, gli elettori sventolandogli sotto il naso un americanismo posticcio. Per essere rigorosi le primarie avrebbero senso solo nel PD e solo tra candidati di questo partito (iscritti o meno è irrilevante). Già l’avere inventato l’ibrido delle primarie di coalizione è stato un omaggio alla passione italiana per i pasticcetti, ma poteva aver senso nella misura in cui tutti i concorrenti si riconoscono nei principi base della coalizione. Pensare di estendere il concetto a una situazione in cui si propone un candidato esterno al perimetro della coalizione precisamente perché è esterno, e si teme che la coalizione da sola non ce la faccia, è un gigantesco ossimoro e crocifiggere Ambrosoli per averlo fatto notare è un modo vecchio vecchio di far politica. Sono davvero rammaricato con il confronto specioso e malevolo con Obama (che non è Padre Pio e che in nessun modo poteva non sottoporsi alle primarie perché, come fa giustamente notare Felice, in USA non c’è il criterio patriarcale del Celeste che si ripresenta sempre) fatto da Radio Pop e Kustermann. Penso che queste falsità strumentali vadano lasciate a Libero, Sallusti Feltri e Ferrara. Noi vorremmo poter dire di essere diversi. Comunque se si odia tanto il candidato al cui elettorato ci rivolgiamo per rafforzare in modo decisivo la nostra compagine siamo morti in partenza. Io credo che la decisione spetti onestamente e senza riserve a chi finora ha opposto Ambrosoli, se pensano di poter far da soli lo dicano chiaro e tondo. GM

franco ha detto...

sarò uno schifoso pragmatista senza principi etc etc , ma stante il fatto che il cinema è finito e che Ambrosoli e partiti hanno concordato una linea che prevede la competizione (primarie civiche per distinguerle dalle precedenti come ha spiegato Guido ) , che tutti i candidati di questo e dell'altro mondo si potranno presentare , che ne direste di piantarla di inseguire le nuvole ( secondo una solida rete di tam tam specializzata nel dire coglionate e nel confermarle da sè grazie al web , dietro Ambrosoli c'è Rotelli , via poteri forti Corriere della Sera e tutto serve ad impedire che il potere della sanità cambi di mano come invece sarebbe con la Kustermann...) e di passare oltre ?
Se fosse vero quello che adombra Pierpaolo Pecchiari dando retta al sole 24 ore ed ai circoli dei beneinformati , così stretti parenti dei benealtristi e dei menosiamomegliostiamo, occorrerebbe precipatarsi in massa ai gazebo il 15 dicembre ( perchè, nel caso fosse sfuggito a qualcuno, anche grazie a qualche oligarca della cerchia dei Navigli ovvero ai cattivi consiglieri alla Rolando , questo avverrà e pochi giorni fa non era esattamente questo il film) per votare chiunque, non solo quelli che - come Biscardini ci ha illuminato - sarebbero in grado di vincere a mani basse senza bisogno di tirarsi in caso un estraneo . Chi ha smascherato la perfida manovra della destra plutogiudaicamassonica ha ora il dovere di portare fino in fondo la sua battaglia e gridare ai quattro venti - non solo sul web, al riparo del proprio computer , dove dieci sembrano mille grazie a pochi piccoli trucchi - che Ambrosoli non può essere il nostro candidato e non deve passare . Se i turlupinati ( o i complici della manovra, che in politica sono "oggettivamente" gli stessi) che in alcune migliaia ad oggi hanno chiesto ad UA di candidarsi saranno di meno rispetto a chi invece è convinto che la battaglia va giocata con i nostri candidati di casa, perchè saranno anche condomini litigiosi ma sono i "nostri" , il centrosinistra avrà un altro candidato (o candidata) e tutti vivremo felici e contenti , in maggioranza o all'opposizione non importa.
Se invece Ambrosoli vincerà le primarie del terzo tipo spero che non porteremo dietro per tutto il tempo il mugugno tipico di quelli che dicono sempre che la partita è truccata etc etc .

Felice ha messo su il disco della necessità di avere dei partiti che decidono, selezionano la classe dirigente etc etc. Detto a noi è come chiederci se vogliamo bene alla mamma : chi può dissentire su quanto dice, a voce al de Amicis o per iscritto sulla mailing ? Giusto parlarne perchè formazione e gestione del consenso, selezione del gruppo dirigente, democrazia politica sono, o meglio dovrebbero essere, temi costituenti . Ma nella situazione attuale , verificato lo stato non propriamento florido del Pd , la fase abortiva terminale di SeL ed il familismo amorale dell'Idv e che le elezioni sono il 10 febbraio pv , vogliamo concentrarci sulla soluzione di emergenza ?
E' vero, Felice, che poi ci si può assuefare e si pensa di aver risolto tutto ( d'altro canto siamo italiani, nulla è più definitivo del provvisorio) , ma possiamo registrare il tema e concentrarci sulle scadenze quasi odierne ?
Vorrei ricordarvi che il grande problema dei socialisti nell'ultimo ventennio è lo stesso della pubblicità Martini con Clooney (grande democratico americano) : "No voty , no party"...
Franco
ps spero che il dibattito vivace faccia offendere solo i permalosi cronici , che tanto sappiamo che gli passa , e quelli che si credono Napoleone prima di Austerlitz senza accorgersi che sono a Sant'Elena da anni . Credo e spero che questa discussione sia tra amici e compagni.

sergio ha detto...

Ho ricevuto di rimbalzo questo intervento, perché da un paio di giorni non ricevo Email dal gruppo Circolo Rosselli che ho invece sempre ricevuto.
Come appartenente alla mailing volpediana chiedo comunque diritto di scrittura e di essere eventualmente inserito automaticamente nella discussione.
Roberto Biscardini sostiene che senza i voti del PD e degli altri partiti, Umberto Ambrosoli non vince (cosa di cui credo che neppure lui dubiti), ma che invece il PD senza Ambrosoli vincerebbe. Cosa quest'ultima tutta da dimostrare nonostante l'autorevolezza di analista politico di Biscardini, dato che gran parte dei dirigenti dei partiti (PD e SEL in primis) sono convinti del contrario di quanto pensi lui. Ora se è vero, come pensa Biscardini, che i partiti siano autosufficienti nell'interpretare la realtà, non gli resta che prendere atto dell'orientamento prevalente, a meno che, come pensavano Bordiga e in parte Morandi, non si pensi che la 'coscienza di classe' ovvero la verità sia la prerogativa di un gruppo ristretto di incontaminati, tra cui appunto Biscardini.
Invece data la prevalenza di un orientamento opposto, il ragionamento di Ambrosoli mi sembra tutt'altro che privo di rispetto per gli altri candidati, ma piuttosto un generoso tentativo, il cui esito è tutt'altro che scontato, di aiutare il Centro-sinistra (PCI-PDS-DS-PD in testa) a rientrare in gioco in Lombardia dopo vent'anni di esilio politico, non privo di qualche responsabilità.
Sergio V.

edmondo ha detto...

Caro Luciano, e cari tutti,
qui la situazione cambia ogni giorno e non è detto che si voti davvero il 10 febbraio dato che Alfano e Casini stanno minacciando Monti in merito... Comunque del post scriptum di Belli Paci colgo l'invocazione ad acclamare papa Tabacci senza primarie, che mi sembra intelligente e ironica al tempo stesso!
Per tutti i compagni che non c'erano, ricordo che a una riunione al De Amicis la settimana scorsa sono intervenuto auspicando che Ambrosoli si candidasse e che accettasse le primarie, cosa che alla fine ha sostanzialmente fatto con la formula delle 'primarie civiche' (se non erro, potrei sbagliare la terminologia) vale a dire non indette formalmente dai partiti: penso sia una mediazione intelligente, forse suggerita anche da alcuni nostri compagni che gli sono più vicini anche per aiutarlo a non sbagliare, essendo egli un po' digiuno di politica...
In realtà, credo che io e Luciano non siamo così in disaccordo: mi soffermo solo sul punto 7 per specificarlo meglio. Quando parlo di candidato 'moderato' penso in primo luogo a Giuliano Pisapia che, pur essendo un ex deputato (indipendente) di Rifondazione Comunista si è rivelato molto più moderato di Letizia Moratti...
Ora, la Lombardia non è Milano e non dobbiamo fare l'errore di essere milanocentrici (ce lo ricorda il torinese Claudio Bellavita...) per le regionali: ma un dato comune a tutto l'elettorato è lo schifo per TUTTI i partiti, vuoi per la Minetti, vuoi per Penati, vuoi per il Trota, vuoi per Zambetti, e così via, quindi oggi ci occorre un candidato ancora più moderato, nel senso di ancora PIU' CIVICO persino di Pisapia!
E del fatto che Ambrosoli possa essere la persona giusta sono convinti molti, non solo le persone di buon senso nei partiti del centrosinistra (a partire da Bersani) ma anche e sopratutto le persone con cui sto parlando in questi giorni, e che sono fuori da questa mailing list e che ovviamente non sono (o non sono più) iscritte a un partito.
Vi saluto aggiungendo solo che sono totalmente d'accordo con Giovanni Scirocco, che ha scritto un messaggio a parte e non rispondo anche a quello per non intasare ulteriormente la mailing list del Rosselli... Fraterni saluti!
Edmondo Rho

stefano ha detto...

Chiedo scusa, non ho praticamente fiato per un intervento di qualche spessore sulla materia. In giorni così delicati dove chi ha a cuore le sorti in se' della democrazia vede con evidenza che l'ampiezza dei consensi necessari per creare discontinuita' e' stata percepita solo dalla tenacia e dalla chiarezza di posizionamento di un outsider coraggioso, il dibattito in questo prezioso luogo che continuo a seguire - anche se qualche volta con viva impazienza - lancia segnali di comprensione seri, argomentati, con senso della storia e della realtà grazie a figure come Guido Martinotti e Giovanni Baccalini. Due figure molto rappresentative non del pressapochismo conciliativo dei socialisti al potere, ma della cosiddetta sinistra socialista che non ha perduto mai il senso critico. Volevo ringraziarli apertamente.
Stefano Rolando

pierpaolo ha detto...

Leggo solo ora l'intervento di Franco . Ho passato la serata con alcuni compagni e compagne del mio partito, SEL, e sono rientrato solo ora; tra le altre cose uno degli argomenti di discussione è stata la curiosa interpretazione della "operazione Ambrosoli" data da Pietro Ichino. Nel caso vi fosse sfuggita (ma non credo, perché vi conosco osservatori attenti), ecco il pensiero del nostro eroe, illustrato direttamente sul suo sito: AMBROSOLI: LA LEZIONE CHE VA TRATTA DA UN’OTTIMA CANDIDATURA.

Per quanto mi riguarda, avendo imparato i rudimenti della politica in una buona scuola, applico con metodo conservativo la regola di Goldfinger: "Mister Bond, a Chicago dicono che una volta può capitare, la seconda volta è una coincidenza, la terza è un'azione del nemico".

Se queste sono le premesse, la candidatura Ambrosoli è morta ancora prima di nascere. Perché quello su cui vorremmo chiarezza - ben sapendo che non l'avremo mai - è l'operazione politica sottostante; in particolare avendo appreso delle pressioni che vengono fatte su un candidato - l'unico che possa mobilitare una vera e propria "macchina da voti" al di fuori della cintura daziaria milanese - in nome di non meglio precisati "accordi nazionali". Ma in fondo, in certi casi, per carità di Patria, "E' più bello il tacer che il dire"...

Pierpaolo

maurizio ha detto...

Da torinese d'adozione, anche se nato a Milano, sto cercando di seguire con qualche difficoltà e non poche incertezze questa discussione. Tralascio molti punti già affrontati come quello delle primarie e vado all'obiezione principale. Ho la netta impressione che i sostenitori di Ambrosoli - ma su questo nemmeno i critici nulla hanno detto - confondano le elezioni regionali con le comunali di Milano. Non devo certo ricordarvi quanto grande sia la Lombardia. Però dovreste spiegare perché un montanaro della Valtellina o della Bergamasca dovrebbe votare per l'avvocato Ambrosoli, che mai ha fatto politica e a cui è evidente che la politica non piace molto. Idem per tutte le altre province. O l'umile compito di raccogliere i voti è demandato ai partiti? Quali partiti? Quelli che quasi non esistono più, almeno sul territorio?
Maurizio Giancola

mario ha detto...

Di fronte a questa totale incomunicabilità, penso sia meglio desistere.

Devo però difendere la serietà delle mie proposte, per quanto possano essere inutili e sbagliate, di fronte a obiezioni strumentali, come quella dell'esterofilia o banalizzazioni come quella di metterla giù facile solo criticando.

A Luigi Fasce vorrei ricordare che paragonare Italia e Germania può risultare in un giudizio positivo per l'una o per l'altra, senza per questo chiamare in causa esterofilia o sciovinismo. Italia e Germania sono uscite entrambe dalla guerra distrutte e la Germania più dell'Italia. Dopo 60 anni la Germania è un paese robusto la cui industria regge anche se con ovvie difficoltà alla crisi, in cui scuola e ricerca funzionano, in cui tutti i disoccupati hanno contributi di welfare, e che in 20 anni ha avviato a risoluzione il problema delle sue regioni sottosviluppate (exDDR). Noi invece, non abbiamo in 60 anni risolto il problema del Mezzogiorno, abbiamo una industria in disarmo e milioni di disoccupati senza uno straccio di welfare, per non parlare di 3 regioni in cui la sovranità è divisa con mafia e camorra, una corruzione alle stelle e una scuola allo sbando.

mario ha detto...

Allora cercare di capire perché quello che è riuscita a fare la sinistra in Germania, qui non si è fatto, non è esterofilia, ma dovrebbe essere una normale preoccupazione di chiunque fosse veramente interessato, non alle belle parole ma ai fatti. Fatti che per milioni di persone sono una disoccupazione senza welfare e per le quali le belle parole della Costituzione suonano come una beffa.

Alle risposte di Guido Martinotti, mi sento obbligato a osservare, e me ne dispiace, che non sono risposte a quanto io ho sostenuto. Mi prendo le colpe di una probabile poco chiara esposizione però affermare che è facile dire non votare perché le posizioni puramente negative sono più facili di quelle positive, è una risposta che non risponde. Io avevo detto

mario ha detto...

“Il fatto è che invece di perder tempo con un voto che non serve, e giustificare la cosa dicendo che anche non votare non serve, bisognerebbe fare qualcosa d'altro e cioè agire per creare le condizioni per le quali la prossima volta abbia senso andare a votare. E le condizioni non possono essere che quelle di un rinnovamento della classe dirigente italiana che può partire anche da una sola nuova organizzazione. …...

E' possibile che non ci siano in Italia, in Lombardia, a Milano, a seconda di dove si potrebbe iniziare, qualche migliaio di persone mediamente intelligenti, con differenti esperienze sociali e di lavoro: operai, professionisti, imprenditori, tecnici, professori, organizzatori e chissà anche qualche giornalista o politico, senza ambizioni di carriera politica ne di arricchimenti impropri con cui si possa iniziare quel lavoro di conoscenza di base senza il quale tutti programmi sono bufale senza senso?

Evidentemente ci sono.”

mario ha detto...

Può essere una sciocchezza che si ritiene non degna di considerazione, ma è una proposta, che magari meriterebbe un “ e poi?”, ma non certo di essere ignorata, per sostenere che è più facile criticare che fare proposte.

Inoltre il problema che esponevo riguardo alla Olivetti non era quello del capitalista stupido, che è un mito della sinistra. Come per Marchionne a cui tutti fanno la lezione su come si dirige una industria automobilistica anche quelli che hanno contribuito a smantellarla. Ma Marchionne sta facendo, molto bene, il lavoro che gli azionisti gli hanno commissionati e cioè portare la proprietà all'estero, fuori del rischio Italia. Questo obiettivo è evidente, ma tutti fanno finta di non vederlo perché per contrastarlo non bastano le retorica o le semplificazioni moralistiche, ci vogliono politiche industriali e conoscenze, cioè quello che manca alla nostra sinistra, per cui, proprio come i tifosi al bar criticano gli allenatori e stilano le formazioni, i nostri politici e i loro supporters spiegano a Marchionne con sufficienza come si deve rilanciare l'automobile italiana nel mondo e intanto lui sfila dall'Italia quel poco che è rimasto di tecnologia e competenza e lo porta in America.

mario ha detto...

Allo stesso modo il signor Valletta non era uno stupido, ma uno che ha fatto gli interessi della FIAT di allora per mantenere capitali e tecnologie nel settore meccanico e non disperderlo in un settore che alla FIAT non interessava. Gli imprenditori possono certo sbagliare ma in genere, hanno un rapporto molto concreto con la realtà ed hanno i mezzi per agire direttamente e di rado fanno errori riguardo ai propri interessi. Anche i lavoratori hanno un rapporto concreto con la realtà, ma a differenza degli imprenditori possono agire solo in modo collettivo tramite sindacati e partiti e dipendono dalla capacità di questi e nel caso italiano, dalla incapacità di questi. Che poi sono quelli che vi accingete a sostenere alle elezioni.

mario ha detto...

La stupidità è stata ed è tutta nella politica, i cui esponenti non sapevano e tuttora non sanno quasi nulla del mondo del lavoro e dell'economia, e che credono, a differenza dei loro colleghi tedeschi e svedesi, che si possa controllare e dirigere l'economia con qualche bella frase nella Costituzione senza poi neanche andare a vedere cosa succede nella realtà. Arriviamo così all'ultima osservazione:

“Comunque io preferisco sempre che al governo non ci vada la destra:il PD sarà stato quel che stato ma vent'anni di Berlusconi, Formigoni, Bossi, Moratti, Podestà si potevano anche evitare”.

Qui c'è una piccola dimenticanza, gli ultimi 20 anni non sono stati 20 anni di Berlusconi, Una semplice calcolo dei tempi dei vari governi mostra che la destra Berlusconiana ha governato per circa 112 mesi e la sinistra Prodiana, D'Alemiana, Amatiana per 96 mesi e Dini per 16 mesi. Cioè la destra Berlusconiana ha governato per circa il 50% del tempo la sinistra per il 43% e Dini per il 7%. Ma è vero che è stato un ventennio Berlusconiano per l'assoluta nullità della sinistra che non è stata capace di fare nulla. Per cui votare per questi signori vuol dire aver la certezza che lo scenario non cambierà e assisteremo ancora alle scene penose di una classe dirigente incapace di fare il suo lavoro.


Siccome condivido il giudizio negativo sugli ultimi 20, considerando la piccola correzione di cui sopra, e riprendendo la mia risibile proposta, credo che il discorso si possa riscrivere in questo modo:

“vent'anni di Berlusconi, Formigoni, Bossi, Moratti, Podestà, Prodi, D'Alema, Weltroni, Ferrero, Vendola si potevano anche evitare” se negli ultimi 20 anni invece di perdere tempo con elezioni e candidati si fosse cominciato ad organizzarsi per cambiare un personale politico impresentabile. Bisognava cominciare a metter insieme

“ qualche migliaio di persone mediamente intelligenti, con differenti esperienze sociali e di lavoro: operai, professionisti, imprenditori, tecnici, professori, organizzatori e chissà anche qualche giornalista o politico, senza ambizioni di carriera politica ne di arricchimenti impropri” per avviare un lavoro di conoscenza della realtà del paese, conoscenza che non può che essere il risultato di un lavoro collettivo e senza pregiudizi ideologici, su cui costruire un programma realistico di rilancio del lavoro e dell'economia.

Ho perso qualche hanno anno nel PD cercando di spiegare quello che avevo imparato sul campo, dei problemi del lavoro e dell'innovazione ad alcuni cialtroni a cui quello che dicevano gli iscritti entrava da un orecchio per uscire dall'altro, perché l'unica loro preoccupazione era di essere messi in lista per le elezioni. In questo forum invece ho trovato persone per bene ed ho anche imparato alcune cose importanti per esempio da Guido Martinotti, ( ne approfitto per ringraziarlo delle ultime correzioni alle mie idee errate sullo”status giuridico” dei partiti) e da Claudio Bellavita, ma adesso che ricomincia il delirio delle elezioni dubito che ci sarà qualcosa da imparare da discussioni pro o contro qualche arrivista con un ego troppo grosso per essere capace di lavorare con gli altri alla comprensione dei problemi ed alla loro soluzione, come appunto D'Alfonso o Biscardini e tutti quelli che scalpitano dietro. Il delirio sta già impazzando su questo thread e me ne allontano in fretta.

Ringrazio tutti per l'ospitalità e per la tolleranza con cui mi avete sopportato e vi saluto. Auguri, comunque, per le vostre elezioni.

Mario Saccone

luciano ha detto...

A costo di mettere alla prova la capacità di sopportazione dei nostri 25
lettori, ci tengo a chiarire il mio pensiero sulle primarie.

Quello che dice sulle primarie Guido Martinotti è ineccepibile.

Le primarie fanno parte di quell’armamentario di americanate che la
subalternità culturale (prima che politica) dei reggitori del Pci-Pds-Ds-Pd
ci ha inflitto in tutti questi anni. Insieme alla vocazione maggioritaria,
al bipolarismo forzoso, al partito leggero, al leaderismo straripante, alla
personalizzazione impudente, all’orgia post-ideologica come foglia di fico
del pensiero unico iper-ideologico, ecc. ecc..

La versione italiota delle primarie, che nulla ha a che vedere con il
modello originale di marca USA e UK, è stata particolarmente perniciosa
perché prevedeva (prima della recentissima resipiscenza bersaniana) che non
solo la scelta dei candidati alle massime cariche pubbliche ma perfino la
scelta del segretario del partito venisse affidata ai passanti. Con il che
anche l’ultimo barlume di autonomia della politica va a farsi benedire,
lasciando nelle mani dei media “amici” – ergo dei potentati economici che li
controllano – l’arma finale per la totale eterodirezione della politica.

Sbaglia, invece, a mio modesto avviso Guido quando depreca le primarie di
coalizione, che sono una mera conseguenza delle leggi elettorali vigenti.

Per Comune, Provincia, Regione e Parlamento nazionale è previsto dalle
attuali leggi che si formino coalizioni alle quali si collegano sia il
candidato di vertice sia i premi previsti in caso di vittoria. Per il
parlamento nazionale il porcellum prevede addirittura, in spregio all’art.
92 Cost., che il nome del candidato premier venga indicato da tutti i
partiti della coalizione.

In tale situazione, è evidente che le primarie non possono essere del solo
PD.

L’errore sta nel fatto di avere innestato a forza un modello bipartitico in
una realtà che, non solo in Italia ma in tutta Europa (anche nel Regno
Unito, per chi non se ne fosse accorto), è irriducibilmente pluripartitica.
Il risultato è un OGM che non solo ci fa male alla salute e sa di plastica,
ma non funziona.

Detto questo, perché uno che come me non ama affatto le primarie le invoca
per Ambrosoli ?

Dice Guido: “se si odia tanto il candidato al cui elettorato ci rivolgiamo
per rafforzare in modo decisivo la nostra compagine siamo morti in partenza.
Io credo che la decisione spetti onestamente e senza riserve a chi finora ha
opposto Ambrosoli, se pensano di poter far da soli lo dicano chiaro e
tondo”.

Io non odio per nulla Ambrosoli, anzi lo stimo sia come persona sia come
collega. Semplicemente non penso che sia adatto al ruolo perché penso, con
il miglior D’Alema, che la politica sia una branca specialistica e che non
ci si possa improvvisare presidenti della prima regione italiana. E penso
anche che la candidatura di U.A. non rafforzi (men che meno “in modo
decisivo” !) la nostra compagine. Forse i miei contraddittori posseggono
sondaggi sulla immensa popolarità di U.A. nell’elettorato lombardo, ma io
non li ho visti. Ecco perché servono le primarie, o come-si-chiamano-adesso
dopo la geniale operazione cosmetica che eviterà di scambiarle per una
consultazione del centro-sinistra (sic !). Servono a due cose nel nostro
caso: 1) a permettere a U.G. di farsi conoscere anche al di fuori del Rotary
club, visto che – ahimé – ci vogliono i voti di alcuni milioni di lombardi;
2) ad evitare che la eterodirezione della politica, in un delirio di
onnipotenza, avvenga questa volta direttamente nei salotti buoni, saltando
perfino il rito della consultazione popolare. Anche la forma ed il pudore,
in politica come nella vita, hanno la loro importanza.

Scusate il disturbo.



Luciano Belli Paci

felice ha detto...

Mi sembra che non sia stato colto il punto essenziale cioè chi è favorevole ad Ambrosoli senza se e senza ma non vuole fare le primarie. Se sono queste primarie indette originariamente da PS SEL IDV a ragione, vista la caratura politica di Amvrosoli, ma credo anche se ci fosse il tempo: la Partita sulla data non è chiusa. Ormai è una questione di egemonia polirtica in Milano e in Lombardia.



felice ha detto...

A voler ammettere tutto la richiesta di primarie è una forma di ipocrisia,
dietro la quale si nascondono biechi nemici di Ambrosoli. Ma l'ipocrisia è
quantomeno l'omaggio del vizio alla virtù, meglio quindi della tracotanza e
dell'arroganza. Ho già dichiarato e ripeto che voterò Ambrosoli cime candidato
dei contrari a Formigoni: centro-sinistra non si può dire. Proprio stamattina
un giudice che lo conosce bene ha detto che farà così anche se non è convinta
che sua fit per il posto. Aggiungo anche che spero che vinca piuttosto di dover
dire : "L'avevo detto". Spero anche che dopo quando ci sarà un grande sforzo da
fare non si vorrà distinguere tra gli ambrosoliani antemarcia e quelli che si
son limitati a votarlo e farlo votare. Tra l'altro proprio i borderline saranno
importanti per convincere gli scettici e i tiepidi che non sono pochi

felice ha detto...

LA DIFFUSIONE DEL CRISTIANESIMO è attribuita a Paolo che li perseguitava fino all'illuminazione sulla via di Damasco. Se Ambrosoli vincerà sarà per merito di chi non lo ha accettato subito a scatola chiusa e senza nemmeno queste consultazioni civiche.

stefano ha detto...

Ma che cos'è, una campagna elettorale per una comunità di cittadini non propriamente analfabeta e fuori dai recinti ideologici di una volta? Non concepire nemmeno l'idea della "scatola chiusa" e costruire, nel tempo dato e nelle condizioni date, un rapporto di conoscenza e di fiducia basato su verifiche, relazioni, interazioni. Ambrosoli pensa questo profondamente. Ha solo posto una questione di principio perché basta guardare la serie storica delle sconfitte del CS in Lombardia per capire che nel solo recinto dei partiti e con quelle modalità avremmo solo proseguito quella serie storica. Ma bisogna chiarire a qualcuno che lui - per storia, educazione, principi e valorialita' - non e' una nuova candidatura Masi. E' tutt' altra cosa. Basterebbe la sola conversazione personale che ha avuto con Andrea Di Stefano, di comprensione e di rispetto reciproco, a dimostrarlo.
SR

felice ha detto...

portiamo ordine nei problemi. Già ho detto che se uno aveva delle riserve su primarie già indette in un altro contesto aveva ragione a metterle in discusione. Altro è il problema di escludere a priori ogni forma di consultazione competitiva per ragioni di principio( per fortuna non è questo il caso) di quelli che dicono non partecipo alle primarie o per ragioni di tempo. Ora pre che il tempo ci sia o se i tempi fossero più ristretti, basta fare regole di partecipazione meno complicate di quelle delle primarie nazionali del CS:. Nel successo di un candidato è essenziale ampliare il suo bacino naturale. Chi ha sollevato problemi di procedure, nessuno ha mai detto alcunché sulle qualità personali, umane o professionali di Umberto, appartiene sicuramente al centro-sinistra e vuol porre fine al dominio celeste per farne uno almeno arancione. Convincerli mi sembra il minimo sforzo da fare, pur sapendo che si tratta, a differenza dei nuovi apporti, di un elettorato disciplinato. Il punto non è quello ma semmai di diventare protagonisti attivi nel ridurre al minimo l'astensionismo di sinistra, decisivo per le sconfitte dell'Ulivo nel 2001 e nelle regionali del 2005, per non parlare del disastro delle europee del 2004. Persino nel 2008 malgrado la polarizzazione artificiale il fenomeno è stato rilevante e il risultato della Sinistra Arcobaleno ne è la dimostrazione. Alla sconfitta della SPD in Germania nel 2009 ha contribuito per i 2/3 il non voto e solo per un terzo la trasmigrazione verso Linke e Verdi. Purtroppo si è avuto l'impressione, che si volesse porre fine subito ala discusione, con l'argomento non disturbate i manovratori. Se poi alcuni problemi sono posti a futura memoria come quello di far affiancare il Presidente, con uno stile diverso da quello di Formigoni, da un gruppo consiliare all'altezza dei compiti, che sono enormi, non è per far perdere tempo ma per guadagnarne se non nella contingenza almeno in futuro e a regime. Per me uil discorso finisce qui atendiamo la consultazione civica e più ampio sarà il consenso sul candidato tanto più sarà di buon auspicio per la vittoria finale. L'election day da più tempo a chi doveva andarsene subito come la Polverini, se le sentenze esecutive hanno un senso e le prerogative costituzionali del Presidente altrettanto, però si eviterà ce le regionali siano strumentalmente usate da chi voleva farsi designare, le liste bloccate resteranno, al Parlamento.



giovanni b. ha detto...

Caro Felice, vedo che ti stai molto accalorando per le primarie. A me non piacciono un gran che, anche se, visto lo stato deplorevole dei partiti ed il loro disastroso rapporto con l'opinione pubblica, riconosco che in questa fase sono un modo per mobilitare un certo numero di elettori. In linea di principio preferirei che partiti solidi ed autorevoli si assumessero con chiarezza le loro responsabilità, proponendo uomini e programmi. La democrazia politica si realizza con pienezza nel momento delle elezioni e nel controllo che i partiti, quando ben organizzati e ricchi di vita democratica interna, esercitano con continuità sull'agire dei loro rappresentanti eletti e non nell'effimero passaggio delle primarie, in genere oltretutto dal risultato scontato in partenza. Per questo ho sempre preferito i sistemi politici europei a quello americano, che mi sembra più ricco di difetti che di virtù. Peraltro mi sembra assodato che le primarie si terranno anche per la sede regionale ed io, proprio in considerazione dello stato attuale della politica in Italia, le ho caldeggiate in un precedente intervento su questa mailing list. Quanto ad Ambrosoli, che non mi sembra un gigante della politica, ma che non sfigura certo di fronte agli altri candidati comparsi sul proscenio, mi è parso di capire che sia gradito a quei settori della borghesia e del mondo cattolico che sono disponibili ad un'alleanza con quel che oggi chiamiamo sinistra (vedi PD e PSI) e che hanno dato un'apporto determinante anche all'elezione di Pisapia. In Lombardia si tratta di un'area politico-sociale ancora più decisiva che a Milano. Se non funziona questa alleanza la regione andrà di nuovo alla destra, che potrebbe in futuro far danni ancora maggiori di quelli procurati finora. Non ci si deve aspettare una gestione particolarmente riformatrice dagli esiti elettorali sia in sede nazionale che nazionale, ma se da Bersani e Ambrosoli si otterrà una qualche maggiore attenzione alle questioni sociali, una maggiore correttezza ed una osservanza sostanziale della legislazione, avremo ottenuto tutto quel che possono darci gli equilibri politici attuali. Del resto da parte di ambienti sociali tendenzialmente orientati verso il centro, ma disposti a votare a sinistra visto lo sfacelo e la negatività del centro-destra, abbiamo ottenuto un contributo decisivo ad eleggere Pisapia a Milano, ci aspettiamo un sostegno al candidato che uscirà vincente dalle primarie nazionali, perché negare loro un candidato gradito in regione? Un minimo di realismo politico farebbe cadere la sorda ostilità che sembra di intravedere in una poarte dei militanti socialisti. Cari saluti. Giovanni Baccalini

felice ha detto...

Contro le primarie ho scritto ed argomentato, ma fino all'attuazione dell'art.
49 Cost. sono un correttivo. Alla fine una roba simile alle primarie si fa con
Ambrosoli in gara. Si fosse partiti subito così si sarebbero fatti meno danni