domenica 20 luglio 2008

del turco

più passano i giorni e più sono attraversato da dubbi a proposito del CASO Ottaviano del Turco. E se fossimo in presenza di un nuovo " caso Tortora"? Chi ripagherà i danni di questo tipo di arresti clamorosi? Si legge nella ordinanza stessa LE INDAGINI NON HANNO SIN QUI EVIDENZIATO SITUAZIONI ATTE A RSCONTRARE INCASSI DIRETTI DI DENARO CONTANTE IN CONSEGUENZA DELLE DAZIONI EFFETTUATE DA ANGELINI. Ma allora se non ci sono nemmeno prove evidenti e provate perchè arrestare in modo così pubblicitario come se fossimo in presenza di un mafioso?
Attilio Mangano

10 commenti:

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

Caro Giovanni, io non sono un giustizialista nel senso che vorrei vedere tutti i cattivoni in galera, e la virtù sorridere d dietro le manette. Lavorando nel pubblico sono anche molto avvertito delle inefficienze e perversioni delle istituzioni italiane. Tuttavia mi rifiuto di credere, fino a concreta prova contraria (il fatto che sia avvenuto un caso Tortora tempo fa, non prova nulla) che dei magistrati mettano in galera dei potenti – ne ricaveranno fama, forse, io non ho ancora memorizzato il nome di queste persone, ma soprattutto, è certo, molte bastonate – per vanità o leggerezza senza vere acquisito qualche prova. A questo mondo esistono anche gli avvocati, non se ne parla mai, che sono agguerriti e fanno il loro mestiere. Sono anche io rimasto molto sorpresi di Del Turco, ma ho visto molti, troppi amici, soprattutto, ma non solo, socialisti rubare a man bassa perché il sistema è questo. Io credo che dobbiamo riflettere su questo, non sulla cattiveria dei giudici. Per favore cerchiamo di capire perché ci sono tanti mariuoli, invece di dare addosso a chi questi mariuoli ogni tanto stana. Non ci sto a entrare nella sindrome Cogne in cui persone perfettamente estranee alla conoscenza dei fatti affermano con assoluta certezza che le mazzette non c’erano perché non si sono trovati i soldi. Ma vogliamo scherzare? Come se uno che riceve le mazzette le nascondesse in casa o le versasse in banca in attesa che arrivi il vigile. Andiamo! Se le mazzette servivano davvero (non lo so, ma questa ipotesi è coerente con il fatto di non aver trovato le banconote) a comperare dei compagni dello SDI hanno passato rapidamente di mano. Vorrei che OdT e i suoi avvocati fossero lasciati lavorare tranquillamente senza che si aprisse uno (o più) processo ombra sui giornali. E soprattutto senza risuscitare il mostro del complotto antisocialista. Chi c’era sa benissimo che queste mazzette c’erano quando i tuoi amici imprenditori ti raccontavano nel dettaglio come portavano le mazzette al Capo, non erano fole. Cambiamo strada e interveniamo sui mariuoli prima che ci arrivino i PM. G

Anonimo ha detto...

Stampa rassegnata 2.0
Ieri 19 luglio 2008, 19.27.02

Del Turco e la joy adventure del...
Ieri 19 luglio 2008, 19.18.37 | loconews
Del Turco e la joy adventure del garantismo

Io abolirei dai quotidiani tutti gli articoli che contengono la parola "dialogo" e "garantismo". Sarebbero come minimo dimezzati. Detto questo, il caso del Turco. Il gip nella sua ordinanza scrive: "Le indagini non hanno sin qui evidenziato situazioni atte a riscontrare incassi diretti di denaro contante in conseguenza delle dazioni effettuate da Angelini". Dunque del Turco non ha preso soldi, apparentemente. Ai vecchi tempi si diceva insufficienza di prove. Ma il gip non è convinto. E scrive: "Tale circostanza non è assolutamente idonea a inficiare l'ipotesi accusatoria. Apparendo evidente come la prova della destinazione delle somme di persone operanti nel settore istituzionale non è agevole, potendo esse contare su rapporti personali che certamente consentano la gestione del denaro anche per interposta persona". Insomma, la prova non c'è ma con i politici "non è agevole" trovarla. Quindi, invece di lasciar perdere, o cercare meglio, si dice che comunque, perbacco, l'ipotesi accusatoria rimane in piedi. Mah. E dico mah senza neanche prendere in considerazione l'ironia di Italia Oggi, che maramaldeggia sottolineando gli strafalcioni dell'inchiesta (compreso un joy adventure al posto di joint venture...)

Pubblicato da loconews | Commenti

Anonimo ha detto...

Carissime-i, sono del tutto d’accordo con Guido Martinotti, credo, ovviamente, che il nostro sistema costituzionale debba essere difeso anche in casi come questi (ma vorrei che non lo fosse SOLO in casi come questi) e, quindi, non penserò Del turco colpevole fino a quando l’iter giudiziario avrà percorso le sue strade, ma non trovo assolutamente accettabile questo correre (soprattutto a destra per fortuna) contro i magistrati sempre e comunque. Sono anche dell’idea che, un giorno o l’altro, si dovranno riprendere in mano le vicende di tangentopoli e rileggere le sentenze, soprattutto quelle che hanno finito per ridurre a poca cosa anni e anni di ruberie (come dice giustamente Guido perpetrate non solo dai nostri amici socialisti). Chi negli anni d’oro della milano da bere cercava di contrastare certi comportamenti, certi sprechi, certe abitudini veniva accusato di ogni possibile nefandezza (e soprattutto di “non essere al passo con i tempi, magari con lo sguardo rivolto ai vecchi padri il cui pensiero o le cui azioni dovevano essere messe in soffitta”), ma chi c’era non può aver dimenticato l’approccio di molti (non tutti e non solo socialisti sia ben chiaro). Mi piacerebbe che oggi non ci si scagliasse contro Del turco, che non si insultasse la nostra magistratura, che si potessero sognare veri processi e vere assoluzioni/condanne, mi piacerebbe essere in un paese normale. Chiudo con alcune piccole riflessioni e domande (provocatorie):c’è tra di noi qualcuno pronto a mettere la mano sul fuoco sulla gestione del sistema sanitario nazionale nelle altre regioni italiane? Ad iniziare dalla nostra “moderna” Lombardia? C’è qualcuno disposto a mettere la mano sul fuoco che il sistema degli accrediti, quello dei rimborsi dei DRG, quello delle sovvenzioni etc etc siano in tutte le altre regioni del nostro Paesello a prova di bomba?? E se per caso tra di noi ci fosse anche uno (oltre a me) che qualche dubbio se lo ponesse, una nuova domanda verrebbe spontanea: cosa rende diversa la situazione abruzzese da quella delle altre lande italiane? Il complotto antisocialista? L’eventuale dabbenaggine di chi negli ultimi 9 anni ha gestito – da destra e da sinistra – il sistema in quelle latitudini? La presenza di magistrati capaci e coraggiosi (o in cerca di pubblicità?). Di pancia mi sento di dire che preferisco mille volte che si possa incappare in un magistrato in cerca di pubblicità (da condannare, penalizzare, eventualmente espellere dal sistema se lo si dovesse beccare ad agire in modo fraudolento) che vivere in un sistema dove nessuno indaga per la paura di toccare nervi scoperti e disturbare certi manovratori. Ma forse continuo ad essere con lo sguardo rivolto ai vecchi tempi.

Ciao

Mario mazzoleni

Anonimo ha detto...

E se lasciassimo fare il proprio mestiere ai Giudici ed agli Avvocati? Non che pensi siano diversi dagli altri italiani di questa Repubblica ma perché non si può fare altrimenti se si crede in uno Stato di diritto nel quale si può sempre dire la propria opinione senza essere per questo perseguitati o perseguiti.
Certo non mi stupisce la Destra che coglie le occasioni per denigrare i Giudici (i quali fanno poco per essere come la moglie di Cesare; il CSM in sessantanni non ha mai espulso nessuno dalla Magistratura) nè mi stupisce il silenzio del PD che considera (sulla sua stampa) Ottaviano un "ex socialista".
Io preferisco ricordare il Del Turco sindacalista oppure quello che si impegnava con la cessione del quinto a pagare gli stipendi degli impiegati della Direzione de "I Socialisti Italiani" (SI).

Fraterni saluti
Sergio Tremolada

Anonimo ha detto...

D’accordo, d’accordo, ma come mi chiede freddamente un amico americano: “dove è l’integrità nel sistema? “ Non torniamo indietro nel tempo! Nel bel film che Alberto Folin ha curato per ricordare Lelio Basso ci sono spezzoni dei processi per i fatti di Monte Amiata (attentato a Togliatti) e a quel tempo quando entravano i carabinieri per portare gli imputati i giudici si alzavano in piedi. Berlusconi e Bossi i magistrati li vogliono così, esattamente come li voleva il programma Gelli della P2. La spettacolarizzazione andrebbe combattuta (vaste programme, avrebbe detto il vecchio Charles) in tutti i campi. Sono per una democrazia e una vita pubblica più sobrie, ma chi sostiene Fede, Liguori Feltri e Berlusconi, non può lamentarsi se i giudici fanno conferenze stampa. G

Anonimo ha detto...

Io la penso come Martinotti e Mazzoleni, ma nel contempo condivido anche le preoccupazioni di Mangano. Trovo infatti che le due posizioni, anzichè confliggere, debbano più che altro integrarsi a vicenda.

Sia chiaro: Del Turco è evidentemente da ritenersi innocente fino a che non si dovesse dimostrare il contrario. E' un principio base della nostra civiltà giuridica.
In questo senso è anche compito di tutti noi vigilare che nessun cittadino innocente cada vittima degli abusi di alcun potere.
D'altra parte, dire questo non può evidentemente significare che i giudici che indagano su Del Turco siano da considerare "ispo facto" dei persecutori di innocenti.
Di fatto qui c'è un cittadino (innocente fino a prova contraria) che protesta la sua innocenza, e ci sono dei magistrati che ritengono che egli invece abbia commesso dei reati.
Nell'attesa che il caso si chiarisca, gli altri cittadini, e cioè tutti coloro che come noi seguono la vicenda dall'esterno, per l'intanto non possono fare altro che soprendere il giudizio.

Nel contempo occorre però rimanere vigili tanto sul fatto che i magistrati non abusino del loro potere, quanto sul fatto che non si insceni contro di loro, e contro la magistratura in genere, alcun giudizio di condanna politica strumentale e precostituito.
C'è insomma un dovere civico del vigilare, perchè da un lato il rischio dell'abuso di potere è sempre presente (e bisogna stare ben attenti a denunciarlo ove se ne ravvisino gli estremi); e perchè dall'altro il rischio di un ennesimo attacco strumentale alla magistratura, da parte di forze politiche che vorrebbero dei giudici docili ed asserviti, che si occupassero solo dei ladri di mele, appare un'eventualità altrettanto concreta.
L'indipendenza e l'autonomia della magistratura è insomma un principio da difendere, così come lo sono, ovviamente, i diritti dei singoli cittadini.
Ci vuole equilibrio nel tenere insieme queste due esigenze. Ma è precisamente questo ciò che occorre fare.

Più in generale, alla luce di queste considerazioni (ma prescidendo nel modo più assoluto dal caso in questione), voglio anche aggiungere che secondo me nell'atteggiamento espresso in questi anni dai Socialisti nei riguardi della magistratura c'è qualcosa che non fuziona.
A me pare infatti che in casa socialista, da Tangentopoli in qua (ma in parte il problema era anche presistente), si sia troppo spesso indugiato nel costruire teorie su presunti "complotti giudiziari" piuttosto che nel fare realmente i conti col fatto che i Socialisti sguazzassero nel vecchio sistema con un'eccessiva disinvoltura.

In questo io ci vedo una grave stortura, perchè essere Socialisti avrebbe dovuto e dovrebbe significare essere portatori di un'eticità e di un senso delle istituzioni del tutto particolari.
I Socialisti esprimono per tradizione una cultura nobilmente garantista (e ciò è un bene), ma perchè tale cultura possa essere davvero credibile occorre che essa si accompagni ad una forte e ben radicata cultura (e a una prassi attenta e costante) della legalità.
Il vero garantista deve essere, cioè, al di sopra di ogni sospetto, giacchè altrimenti il suo garantismo potrebbe essere confuso con desiderio di sottrarsi all'imperio della legge, e ne risulterebbe di per ciò stesso compromesso e macchiato.
Per questo dai Socialisti ci si dovrebbe attendere, sui temi di etica pubblica, dei comportamenti più virtuosi di quelli degli altri.
Il Socialista dovrebbe essere un cittadino esemplare. E troppo spesso, invece, non è stato così.

Da questo punto di vista, per esempio, dire "rubavano tutti e avete punito solo noi" è già di per sè un discorso poco socialista. Perché il socialista deve infatti porsi l'obiettivo di comportamenti diversi da quegli degli altri (cioè più attenti e più scrupolosi) e non già eguali o perfino peggiori.
Essere socialisti significa infatti, in definitiva, perseguire l'idea di una società più giusta. Ma allora occorre saper tenere dei comportamenti conseguenti.

Un saluto,
Francesco Somaini

PS: Il Folin del film su Lelio Basso e i processi per i moti del Monte Amiata si chiama Marco, non Alberto.

Anonimo ha detto...

Come Socialisti abbiamo poco "spazio" a disposizione per le nostre convinzioni stretti come siamo fra: "siamo tutti peccatori" dei cattolici e "siamo diversi" dei comunisti; andrebbe riscoperto il vecchio "essere galantuomini" ma forse è un po' poco dopo tangentopoli che però fu nel ventesimo secolo.
Sergio Tremolada

Anonimo ha detto...

Non condivido per nulla quasi tutto quel che avete scritto. Trovo che la magistratura sia malata come il resto della classe dirigente e che da più di mezzo secolo non faccia il suo dovere. La corruzione nella politica e nella pubblica amministrazione erano note anche ai più sprovveduti sin dagli anni sessanta e se si fosse intervenuti tempestivamente e con interventi limitati e mirati si sarebbe evitata la diffusione indiscriminata del malcostume, che peraltro ritengo che continui indisturbato a dominare la scena degli interessi legati al sistema pubblico. In quegli anni lontani era di moda dare in testa a chi pretendeva di far valere i precetti della legge, mentre i “poteri forti” erano ben determinati a saccheggiare il territorio e la finanza pubblica ed erano in questo ben tutelati. Per farsene un’idea può essere utile rileggersi le sentenze di Cassazione e del Consiglio di Stato che hanno mandato rapidamente in soffitta i contenuti innovatori della legge urbanistica di Bucalossi. Le bordate moralizzatrici arrivano improvvise e fugaci e lasciano sempre la sensazione, se non altro per le modalità, di qualcosa di strumentale. Nel caso della Santa Rita si è fatto gran scandalo per pratiche che si mormora siano largamente praticate da quando la signora Bindi ha avuto la malaugurata idea di dar vita agli ospedali-azienda, equiparando la sanità ad un qualunque business lucrativo. Sugli scandali dell’ultimo ventennio bisognerebbe studiare ed approfondire molto per conoscerne compiutamente le origini e gli esiti. Giovanni Baccalini

Anonimo ha detto...

La Magistratura buona contrapposta alla politica cattiva non regge. Ci sono contraddizioni, ma di fondo la Magistratura è una delle colonne portanti dell’ordine costituito.

Dovendo scegliere tra la casta ed i cittadini elettori, la Suprema Corte di Cassazione ha deciso che tutti i ricorsi contro le operazioni elettorali, compresi quelli relativi alla costituzionalità della legge elettorale, sono di competenza delle Giunte delle Elezioni delle Camere, cioè ad elezioni fatte, in altre parole a babbo morto.

Ebbene, ciò comporta che la Corte Costituzionale non possa essere investita della costituzionalità della legge elettorale, per mancanza di giudice remittente.

Il fatto grave è che di questo non si sia parlato né a destra, né a sinistra e neppure al centro.

Quando avrò tempo vi spiegherò come la corruzione sia stata resa tecnicamente possibile attraverso una interpretazione di comodo (per i costruttori e gli altri contraenti come le P.A.) delle anticipazioni contrattuali.

I soldi con cui si pagavano le tangenti provenivano dalla stessa Pubblica Amministrazione.

Ogni caso va considerato in sé, senza pregiudizi.

In ogni caso non c’è la presunzione di innocenza, bensì quella di non colpevolezza: sfumature non prive di significato.

Cordialmente.

Felice Besostri