mercoledì 2 luglio 2008

segnalazione: il congresso dell'internazionale socialista

dalla newsletter del ps

IL CONGRESSO DELL'INTERNAZIONALE SOCIALISTA.
Papandreou confermato presidente dell'Internazionale socialista.Cefisi:Il PS avanguardia e non solo conservatore di una memoria storica. Il congresso dell'Internazionale socialista, in corso ad Atene, ha confermato Presidente il greco George Papandreu ed ha eletto 37 vicepresidenti. Per l'Italia sono confermate le vicepresidenze di Massimo D'Alema e di Pia Locatelli, Presidente dell'Internazionale socialista donne. Pia Locatelli, Vittorio Craxi, Luca Cefisi e Anna Falcone fanno parte della delegazione del Partito socialista.Oltre a D'Alema e Locatelli, fra gli altri vicepresidenti ci sono il premier spagnolo Zapatero, il premier portoghese Socrates, il cancelliere austriaco Gusenbauer, il leader socialista tedesco Beck e quello francese Hollande. Papandreu ha aperto i lavori del congresso dell'Internazionale socialista con una relazione sulla solidarieta' globale. Papandreu ha espresso "preoccupazione" per la diminuzione del potere della politica. L'agenda politica - ha detto Papandreu al congresso - e' sempre piu' dettata dai poteri mediatici. Il potere di chi controlla i media sta aumentando enormemente. Il dibattito del congresso verte su 3 temi: flussi migratori, cambiamenti climatici, pace e contenimento dei conflitti. Al congresso e' presente Jalal Talabani, Presidente dell'Iraq ed ex leader della resistenza curda. Luca Cefisi, coordinatore dell'Ufficio esteri del Ps, ha affermato: "E' significativo che entrambe le tradizioni della sinistra italiana siano rappresentate nei vertici dell'Internazionale socialista, con le vicepresidenze di Locatelli e D'Alema e con la Presidenza di Locatelli all'Internazionale socialista donne. Come Ps abbiamo sempre sostenuto l'opportunita' che il Pd si convinca finalmente ad aderire all'Is, che e' gia' ora la principale organizzazione globale dei riformisti. Noi valutiamo positivamente la conferma di D'Alema, pero' e' evidente che e' l'intero Pd, e non solo la sua componente diessina, che dovrebbe, a nostro avviso, fare una scelta definitiva. E' necessario infatti che il centrosinistra italiano condivida la stessa agenda della socialdemocrazia europea. In questo senso - conclude Cefisi - noi del Ps ci consideriamo una avanguardia e non soltanto i conservatori di una gloriosa memoria storica". Bobo Craxi, ha detto che la speranza e' che i socialisti democratici "tornino a guidare il cambiamento".E ha ricordato che l'allargamento della piattaforma dell'Is "era una vecchia idea di mio padre". E in questo senso l'arrivo di Obama sarebbe di grande aiuto, ma vede limiti all'avvicinamento perché i democratici americani "equiparano socialismo a comunismo".I temi all'ordine del giorno del dibattito, dal cambiamento climatico alle migrazioni, dallo sviluppo economico equo alla pace mondiale, ribadiscono la tradizionale agenda dei socialisti: pace e diritti senza confini.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La contraddizione più ancora che nel movimento socialista internazionale è proprio di Massimo D'Alema, che da un lato si fa eleggere presidente dell'Internazionale Socialista, e dall'altro milita, in Italia, in un partito che si è costituito sul presupposto che il Socialismo costituisca un relitto di cui occorra sbarazzarsi quanto prima.
Certo anche all'Internazionale, uno così avrebbero forse fatto meglio a metterlo da parte.

Quanto poi al fatto che l'Internazionale Socialista debba allargarsi anche a chi socialista non si considera, io avrei francamente dei dubbi. Se allargamento deve infatti significare annacquamento io non credo che si tratti di una buona idea. Il rischio è infatti quello di perdere identità, e perdendo identità si finisce per perdere anche forza propositiva (col rischio di indebolire tanto la pregnanza dell'analisi dei fenomeni in atto quanto l'elaborazione delle risposte possibili).
L'Internazionale, di cui in tempi di globalizzazione si dovrebbe favorire in ogni modo il rilancio come soggetto politico atto a sollecitare e favorire lo sviluppo di istituzioni democratiche di livello mondiale, non dovrebbe a mio avviso diluirsi in qualcosa di più vago, ma dovrebbe viceversa recuperare incisività d'azione, ritrovando la visibilità perduta attraverso la capacità di mettere a punto iniziative politiche forti e coordinate a livello globale : il che, a mio modo di vedere, passa anche per una maggiore determinazione nella difesa della propria specificità socialdemocratica.
Questo non significa, evidentemente, che su particolari battaglie non ci si possa e debba affiancare a forze e movimenti politici di ispirazione differente, e di cui si condividano alcune scelte di fondo (dai democratici americani al Partito del Congresso indiano, da settori dei liberaldemocratici e degli ambientalisti europei alle componenti laiche e democratiche del mondo islamico, dalle frange non violente delle Sinistre antagoniste ad almeno alcuni dei movimenti new global di tutto il pianeta). No. Con tutti costoro si può e si deve cercare di stabilire rapporti. E' solo che i Socialisti democratici e libertari dovrebbero poter essere identificabili in tutto il mondo come una realtà dai contorni abbastanza nitidi e chiari, di cui si possa cogliere e riconoscere facilmente la proposta politica.
Rispetto a questa esigenza, che io considero fondamentale, temo però che il nuovo vicepresidente dell'Internazionale D'Alema lavorerà esattamente nella direzione opposta:
un altro degli effetti nefasti della costituzione del Partito Democratico.

Un saluto,
Francesco Somaini