Da La stampa.it del 14 luglio
14/7/2008
Eluana
GUIDO CERONETTI
Sedici anni di trionfo scientifico: il coma protratto, l’alimentazione forzata, la coscienza sommersa - ma fino a che punto, e se davvero totalmente, chi può saperlo? - e c’è voluto un tribunale misericordioso per liberare quella sventurata ragazza Eluana da una così spietata galera. Ma sarà inevitabile il colpo di grazia clinico per scamparla da una pena ulteriore, piccola martire: la macchina che ci abbandona, come un arto amputato non lascia mai del tutto la presa, e in quel funesto vuoto subentrerebbero sintomi di lunga agonia... Che cosa stanno facendo degli esseri umani? Che cosa stiamo facendo agli esseri umani?E a questo punto, immancabile, si mette in moto l’ammonizione vaticana. Colpe gravi: eutanasia, omicidio, soppressione di una vita... E qui, come sempre, le vie della semplice umanità e quelle della sofistica disumanità paludata di religioso (e perfino di conformità ai decreti divini) conoscono soltanto la Divergenza. Fai bene, padre carnale (non celeste, non Padre Santo) a dar retta alla voce imperiosamente muta di tua figlia, graziata finalmente da giudici compassionevoli, e a rigettare quell’altra, che in nome di una non-vita tecnologica di quel poco di materia assopita che resta di lei, ammonisce, si agita, ricatta moralmente, gelandoci il sangue da luoghi inferi e anticristici.(La stessa voce che aveva negato all’ancor più infelice Welby la gentilezza estrema di un richiesto funerale in chiesa - memorabile infamia). L’eterno contrasto tra la superiore legge della pietà di Antigone e il decreto arrogante e cieco di Creonte. Pace a te, povera bambina addormentata, un fiore alle tue tempie.
2 commenti:
Grazie ancora, caro Giovanni, di scovare con tanto acume perle di un pensiero sommerso dallo stupido vociare dei media, frammenti di un dialogo che si consuma nel silenzio di molte riflessioni (almeno per me).
Ceronetti rimane nel suo lucido e affilato anticonformismo e nella prosa cesellata con rigore ineguagliabile uno dei lumi che ancora splendono dentro la barbarie quotidiana.
Elena
Dell'amore e della morte è bene che parlino i poeti. E' quello che ho pensato quando ho letto le righe di Ceronetti. La vicenda di Eluana, che sta oltre la dicibilità del dolore umano, meritava parole come queste. Le più assordanti e stridenti sono quelle di coloro che giudicano, a partire da un qualsiasi soglio che un qualsiasi potere umano abbia loro conferito.
E come è bello, poi, quel richiamo al padre carnale ... all'amore di chi ha creato ed è stato, a sua volta, creato.
Grazie Giovanni, è stato un regalo farcele leggere. A volte si hanno emozioni, ma non le parole adatte ad esprimerle, e leggerne di evocative e balsamiche fa solo bene.
Paola
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