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martedì 18 luglio 2017
Paolo Bagnoli: Fascismo perenne
Da "Non mollare"
la biscondola
fascismo perenne
paolo bagnoli
Il fascismo come regime è stato sconfitto il
25 aprile 1945; il fascismo come cultura e
mentalità non ancora. Le sue radici non sono
state estirpate dal ventre profondo della società
italiana. Periodicamente esso si ripresenta,
appunto, come cultura, mentalità e pure
comportamenti, sulla scena politica. In una fase
di sfarinamento e di fragilità politica quale
quella in cui siamo immersi da molti, troppi,
anni, il fenomeno è sempre più frequente.
Infatti, tanto più debole è la politica
democratica, tanto più gli spazi per la sua
presenza si ampliano. Gli esempi, purtroppo,
abbondano. Ciò fa ritenere che l’etica
antifascista che sta alla base della Repubblica
abbia, anch’essa, risentito degli scossoni politici
e istituzionali del nostro scombinato sistema.
Oggi sono soprattutto i 5Stelle il movimento
che meglio, e più significativamente, incarna
tale tendenza; la Lega fa opera di comparaggio
nella speranza di condividervi il governo del
Paese. Vengono i brividi al pensiero di un’Italia
con il governo nelle loro mani. Tutto può,
tuttavia, succedere visto l’insieme dello scenario
politico oramai alle soglie delle elezioni
legislative.
L’arrivo alla Camera della legge Fiano –
approfittiamo per dare la nostra convinta
solidarietà al deputato democratico
squadristicamente insultato dall’on.Corsaro, del
gruppo fittiano, in quanto ebreo: un episodio
che conferma quanto l’antisemitismo sia
anch’esso all’opera; una realtà di cui si parla
poco, troppo poco - ha scatenato la protesta dei
leghisti e dei grillini che l’hanno definita
addirittura liberticida. Dopo la legge Scelba del
1952 che attua la XII disposizione finale della
Costituzione che vieta la riorganizzazione del
partito fascista; dopo la legge Mancino del 1993
che punisce le azioni e gli slogan legati
all’ideologia fascista e che hanno per scopo
l’incitazione alla violenza e alla discriminazione
per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali, è
arrivata la proposta di legge Fiano che punisce
la propaganda del regime fascista e nazifascista
sia attraverso immagini o contenuti di cui vieta
sia la produzione che la vendita. Inoltre, essa
vieta espressamente il saluto romano come
l’ostentazione pubblica di simboli, istituendo
l’aggravante per la propaganda fatta su internet.
Renato Brunetta, capogruppo berlusconiano
alla Camera, non ha perso occasione di gettarsi
nella mischia con una ragionamento modello
Comitati Civici di Luigi Gedda: «A questo
punto – ha detto –istituiamo il reato di apologia
di comunismo». L’Italia, tra le tante cose di cui
preoccuparsi, registra anche un tale livello di
dibattito, se così si può dire, tanto per restare
nei recinto della buona educazione.
Il Movimento 5Stelle ha confermato di
essere il soggetto della nuova destra, ben più
insidiosa di quella tradizionale che conosciamo,
poiché, secondo un canone oramai consolidato
da molto, ma molto tempo, esso si presenta
come post-ideologico, né di destra né di
sinistra, rottamatore della democrazia
costituzionale e di quanto resta e del suo stesso
concetto. Quindi, anche dell’antifascismo, che
costituisce l’impianto storico-valoriale della
nostra Repubblica e della nostra democrazia.
Ora si capisce bene come tra i “maggiori” del
movimento si sia stato messo pure Giorgio
Almirante la cui figura ha goduto di una
riabilitazione a tutti gli effetti. Si capiscono i
subitanei complimenti di Beppe Grillo. Ma ciò
che fa notizia, sono i complimenti di Casa
Pound. Eccola la notizia.
Il baco che si annida nel grillismo è stato
riportato, nell’occasione, alla luce. Il
superamento del fascismo e dell’antifascismo
era già,in un libro, teorizzato da Alessandro Di
Battista; Luigi Di Maio aveva dichiarato che nel
movimento ci sono coloro che si rifanno a
Berlinguer, nonché quelli che si rifanno ad
Almirante e pure alla DC traducendo, in
confuso giudizio, quello che dovrebbe essere il
dato ideologico postideologico del gruppo. Inoltre.
La deputata romana Roberta Lombardi aveva
tessuto le lodi del primo fascismo: «Prima che
degenerasse aveva un altissimo senso dello
Stato». Ogni commento è superfluo. Sarebbe
tempo perso addentrarci in una qualche
spiegazione sul da dove sia iniziata la
degenerazione di una degenerazione e, quindi,
lasciamo perdere. Ci viene, però, alla mente
5
nonmollare quindicinale post azionista | 003 | 17 luglio 2017
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Gaetano Salvemini. A quanti sostenevano che
con il fascismo i treni arrivavano in orario,
rispondeva che, anche in Svizzera, i treni erano
puntuali, eppure quel Paese non aveva bisogno
di una dittatore.
Lo sbrandellato Partito democratico e il
confuso campo alla sua sinistra sul quale
sembra che, alla fine, Romano Prodi pianterà la
sua tenda, dormono sogni agitati al solo
pensiero che i 5Stelle vincano la prossima
competizione elettorale. Ci domandiamo: ma se
alla mitologia del centro-sinistra, alla vocazione
maggioritaria, alle giurate lotte ac perinde cadavere,
alle innumerevoli fole che hanno trasformato i
cosiddetti leader in tanti piazzisti della politica,
indipendentemente dal fatto che vadano o non
vadano d’accordo, venisse rilanciata un’opa
repubblicana sulla democrazia italiana, non
sarebbe una cosa buona e giusta?
Forse poniamo un problema semplicistico
per un Paese che continua a dimostrare
difficoltà praticamente insormontabili proprio
nell’affrontare le questioni che, essendo
semplici, non per questo sono di minore o
temporanea importanza.
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