Caro Gim la melassa non poteva finire, il Centro Sinistra (o meglio il PD) si è presentato alle elezioni senza un Programma chiaro, basando tutta la sua campagna sulle "primarie", una volta finito l'effetto primarie si è svaporata l'Alleanza a sinistra è riemerso il vecchio vizio di fare alleanze buone per vincere (forse) ma non per governare, e sono riemersi i vecchi vizi italioti: discutere di minchiate per non affrontare i problemi veri di questo paese, perchè raccontare agli italiani la verità fa paura ma un politico che ha paura di guardare al futuro è un inetto, non uno statista (d'altronde non è una idea solo mia) Dario Allamano
Ma è possibile che a pochi giorni dalle elezioni si continui a farsi male da soli. Il PD è quello che è, ma noi siano diventati una forza troppo piccola per correre da soli; è la dura realtà, ma è la realtà. Dovevamo disperdere voti per far vincere ancora una volta Berlusconi? Il meglio è talvolta amico del peggio. Rino Tiani P.S. C'è tempo dopo le elezioni per mettere i puntini sulle i per affermare le nostre posizioni.
Caro Dario, è possibile che tu abbia ragione, ma io non me la sono mai sentita di aver ragione contro la maggioranza dei compagni. Nella vita ho fatto anche l'assessore a Bergamo e lo ho fatto secondo i miei principi. Mi hanno dato il ben servito perché probabilmente ero troppo "anomalo" rispetto ai tempi correnti(1985-1990), ma non per questo ho abbandonato il partito. In compenso chi mi conosce mi saluta ancora cordialmente e vorrebbe che ritornassi a portare un po' di quella pulizia di cui ho dato esempio. Ma ormai ho una certa età e non credo di essere più all'altezza del compito. I miei vecchi professori mi hanno insegnato a lottare per quello in cui credo, a prescindere dall'interesse personale.Oggi c'è la possibilità che Pia Locatelli possa essere eletta in parlamento, sia pure come ospite in una lista PD, e, siccome la conosco e ne ho grande stima, penso che il gioco valga la candela. Francamente mi preoccupano di più le sparate ideologiche di Vendola che pare abbia promesso a tutti i disoccupati € 600 al mese, come se vivessimo nel regno di bengodi. La mia colf(sono vedovo)guadagna circa 530 euro netti, se gliene danno 600 sena far niente, chi gliela fa fare a lavorare? E i pensionati a 430 euro al mese, cosa dovrebbero dire? Io sono socialista nel solco del saggio del De Sanctis su Emile Zola, per il resto cerco di sopravvivere in questa Italia dove, a destra come a sinistra, si è perso spesso il senso della dignità personale e dell'onesta gestione della cosa pubblica. Il buon politico è quello che dei propri soldi fa quel che vuole, ma i soldi pubblici li amministra con oculatezza e scrupolo estremo. Cordialmente Rino Tiani
Caro Rino, non immagini quanto ti do ragione!!!! Io sono di SEL, e su questo fatto ho da subito avuto da ridire con i compagni del mio partito, a Pavia. La mia obiezione è ancora più radicale della tua: secondo me non è proprio eticamente concepibile che ad una persona valida ed in grado di lavorare, la società non debba chiedere qualcosa in cambio del pur giusto e dovuto diritto di un reddito di cittadinanza. Va benissimo l'idea dei 600 euro al mese, ma solo in cambio di un vero lavoro di pubblica utilità. Ci sono tante cose da fare in questo paese: pulire le spiagge, assistere persone non autosufficienti, collaborare a tenere in funzione servizi importanti come potrebbero essere scuole o ospedali (ad esempio, nelle scuole mancano ormai i bidelli che puliscono). Allora mi va bene che un disoccupato, fino a che non trova un altro lavoro, svolga un lavoro di publbica utilità, di quelli che nessuno vuole svolgere, in cambio di un reddito, ma non si possono dare soldi senza chiedere in cambio nulla.
Come farò a dire ai miei studenti che nella vita se vogliono ottenere qualcosa dovranno impegnarsi? Che razza di messaggio è per le nuove generazioni? Dopo i reality e i programmi volgari che la TV ci propina da 20 anni, adesso anche il messaggio che se non fai niente sei comunque pagato?
Beh sai cosa mi hanno risposto? Ti riassumo il senso del dialogo fra me e un compagno di SEL Pavia: 1) compagno che parlava del reddito garantito: Dare un reddito contribuisce a migliorare l'economia per un effetto keynesiano 2) mia risposta: ma perchè dovrebbe avvenire senza chiedere di svolgere un compito socialmente utile? 3) compagno: si, ma se uno è laureato in fisica nucleare ed è disoccupato mica puoi costringerlo a pulire i cessi nelle scuole 4) mia risposta: siamo fra compagni, con tutto quello che la parola significa circa il valore ideale del lavoro, e qualunque lavoro è sempre più dignitoso dell'accettare l'elemosina, e qualunque lavoro deve essere rispettato 5) compagno: e se quello il lavoro proprio no vuole farlo cosa fai, lo fai morire di fame?
Ma dove sono andati a finire gli ideali del socialismo se a sinistra si ragiona così? Lo so che si dovrebbero fare tanti ragionamenti sulla divisione del lavoro, la decrescita, concepire un nuovo modo di lavorare nella società moderna, etc etc etc, e di cose da fare ce ne sarebbero mille, ma in nessun caso un individuo deve poter accampare diritti dalla società a prescindere dai propri doveri verso di essa, altrimenti è la fine, è la legittimazione di tutta una serie di valori negativi....... Cosa dite, sarò diventato nazista?
Se la CGIL è contraria ad un reddito di cittadinanza una ragione ci sarà. Quando si tratta di difendere il posto di lavoro e invertire la dinamica al ribasso dei salari un reddito di cittadinanza comunque garantito indebolisce le motivazioni di lotta. L'argomento è anche usato contro il Salario Minimo Garantito per legge, ma in tal caso non sono d'accordo, ovviamente se non c'è una lotta seria contro il lavoro in nero: bisogna prendere atto che ci sono settori di lavoro parcellizzato in cui non non c'è ed è difficile che ci sia un'organizzazione sindacale. Diverso è il discorso per chi sta studiando o affronta una formazione professionale cioè che sta creando capitale umano e evidentemente per le persone invalide. Purtroppo anche qui è la mancanza di controlli che fa si che per l'abuso di non pochi pagano tutti. Proprio perché stiamo dalla parte del popolo non possiamo perdonargli tutto quello che fa (GORKI) Il compagno keynesiano(?) di Pavia è un pirla. Sperperi, corruzione che fanno aumentare i costi di opere e servizi pubblici, ma anche il lavoro in nero costituiscono, base monetaria per lo sviluppo economico in questa visione. Senza etica e spirito civico non si esce dalla crisi economica e sociale del nostro paese. Sulla patrimoniale occorre discutere intanto se deve essere alta e straordinaria ovvero bassa e ordinaria, ma anche qui quando c'è un patrimonio immobliliare non censito e quindi fiscalmente inesistente, non si fanno cose serie e la rendita catastale che privilegia gli immobili antichi di pregio e penalizza quelli nuovi in periferia. Per non parlare dei limiti di reddito per l'edilizia residenziale pubblica, che favoriscono gli evasori fiscali.
caro tiani, ieri al seminario del PSE una parlamentare danese ha parlato contro chi pensa ad allineare al ribasso il welfare europeo. E ha anche detto che in Danimarca il reddito di cittadinanza (o il salario minimo garantito,non ho capito bene) era l'equivalente di 2000 euro al mese. Forse è il caso che qualche sindacalista, con pazienza, prima di fare sparate retoriche, raccolga i dati per ciascuno dei 28 paesi (adesso c'è anche la Croazia, che ha pure un premier socialdemocratico, l'ho appena sentito a Torino, e parlava italiano) ----- Original Message -----
Guardate che la questione del reddito minimo garantito non può essere messa in burletta in questo modo, non fosse altro perché si tratta non già di "sparate ideologiche", ma di uno strumento di welfare che esiste - in forme diverse - in tutti i paesi europei - salvo Grecia, Ungheria e Italia, che certo non possono essere assunte a modelli per le loro avanzatissime realizzazioni...
RMG sostituirebbe altre forme di ammortizzatori sociali o di interventi contro la povertà (più i primi che i secondi) e sarebbe comunque accompagnato dalla partecipazione a misure attive di qualificazione/riqualificazione professionale.
Come diceva Einaudi, è necessario conoscere per poter deliberare - magari evitando di indulgere in commenti da Bar Sport e documentandosi a dovere per evitare di cadere nelle trappole dialettiche che i nostri avversari sono ben lesti a mettere sul nostro cammino - per cui vi rimando al materiale disponibile in questi siti:
I Una ragione c'è di sicuro, quella che cambia fondamentalmente il ruolo del sindacato nel fare da mediatore con lo stato per quanto riguarda la richiesta di cassa integrazione e annessi e connessi. Poi tanto che ci sono dico a quel compagno che ha scritto che con questo assegno mensile ... chi glielo fa fare alla sua badante che paga 500 euro al mese di andare a lavorare da lui ... 1) che le aumenti lo stipendio più alto del reddito di cittadinanza e che gli paghi regolarmente i contributi previdenziali vedrà che questa continuerà a lavorare felice; è anche un freno al continuo ricatto al ribasso, nevvero (tipica espressione genovese pertiniana) però tranquillo ... in genere resterà il lavoro nero da pagare meno necessariamente per tutte quelle persone che sono illegalmente in Italia. Luigi Fasce
Caro compagno Pierpaolo, siamo entrambi di SEL e conosciamo bene la proposta di cui si sta parlando.
In particolare riporto i commi 4 e 5 dell'articolo 7, relativi all'esclusione del beneficio:
"4. La decadenza opera altresì nel caso in cui il beneficiario rifiuti una proposta di impiego offerta dal centro per l’impiego territorialmente competente.
5. Non opera la decadenza di cui al comma 4 nella ipotesi di non congruità della proposta di impiego, ove la stessa non tenga conto del salario precedentemente percepito dal soggetto interessato, della professionalità acquisita, della formazione ricevuta e del riconoscimento delle competenze formali e informali in suo possesso certificate dal centro per l’impiego territorialmente competente attraverso l’erogazione di un bilancio di competenze."
E' questo il punto: chi richiede il sussidio deve, in sostanza, solamente essere iscritto all'ufficio di collocamento (articolo 4, comma 1b) e aspettare. SE gli viene proposto un lavoro che non gli garba (pardon, che non gli sembra congruo), o che è pagato meno di quello che aveva prima (ipotesi tutt'altro che remota, visto come vanno le cose in tempi di crisi), può rifiutarlo. E' questo il problema, è un problema etico. Che valore si da al lavoro?
Poi sono d'accordo con te sui vantaggi che avrebbe l'economia dal rimettere in circolo un po' di soldi, oppure sul fatto che tutti abbiano il sacrosanto diritto a vivere dignitosamente, ci mancherebbe altro, non sono affatto un liberista o un darwinista sociale. Quello che non capisco è perchè non possa essere legata la concessione di un reddito in cambio di una prestazione socialmente utile? Cosa c'è di scandaloso in questo? Secondo me è più offensivo dare ad uno 600 euro al mese e lasciarlo "a casa" piuttosto che dargliene 1000 e chiedergli in cambio di svolgere un lavoro utile per la società.
Su tutto il resto (studenti, riqualificazione di lavoratori, esodati, etc etc....), ovviamente ci devono essere appositi strumenti che devono intervenire, e sono d'accordo che si facciano, ma ciò di cui parla questa proposta di legge è solo ed esclusivamente reddito garantito a chi non ha un lavoro. Punto. E a me "dà molto fastidio" vedere come un problema così serio, quello del diritto al LAVORO venga affrontato in modo demagogico e svilente. Forse ci vogliono maggiore spirito di lotta e chiarezza di idee per riprendere, ad esempio, la lotta per la riduzione degli orari di lavoro a parità di salario, ad esempio, o no? E' più facile promettere un po' di soldi a tutti, senza preoccuparci di lavoro nero e altre dinamiche che poi sorgerebbero....... non mi sembra che siamo molto diversi da chi promette di restituire l'IMU.
Vabbè, almeno speriamo che serva a prendere qualche voto :(
Quella che citi è la proposta di legge di iniziativa popolare. Che come tutte le proposte di legge di iniziativa popolare non ha nessuna possibilità di essere approvata così come è, e che tra l'altro potrebbe - ragionevolmente - essere superata perchè la situazione ottima sarebbe che le leggi fossero leggi regionali (in Lombardia in consiglieri di SEL hanno sostenuto una analoga proposta di legge regionale (appena trovo il PDF te lo giro).
Se quello che tu citi fosse la congruità della proposta di lavoro offerta rispetto a un precedente impiego, lo si potrebbe risolvere facilmente, fissando dei range sul livello di stipendio - che personalmente vedrei crescere all'aumentare dell'ultimo stipendio, perché un conto è dichiarare accettabile e congrua un'offerta di lavoro che prevede un salario o stipendio inferiore del 20% all'ultimo percepito quando si guadagnavano 300 Euro al mese, altro conto quando se ne guadagnavano 800.
Il punto centrale è quale valore dare al lavoro. Lo dico chiaramente, sono "choosy". Posti nei call center con contratti di dubbia legittimità a due Euro all'ora - quelli che piacciono tanto alla Fornero - sono inaccettabili, e vanno chiamati per quello che sono: forme di bieco sfruttamento ("I laureati pagati due euro all'ora -Schiavi di un call center di proprietà di una trentacinquenne", dal Corsera del 12 Ottobre u.s.). Guarda che questo è un nodo centrale, perché una delle questioni su cui la destra sproloquia è proprio questa. Si parte da un'affermazione condivisibile sulla dignità di qualunque lavoro, per poi sostenere che qualunque proposta deve essere accettabile, citando immancabilmente gli Stati Uniti, dove è noto che il settore dei servizi a basso valore aggiunto è - e lo dimostra la pubblicità italiana di McDonald's che girava sulle reti televisive fino a qualche settimana fa) il miglior ammortizzatore sociale. Si dimentica però una questione non secondaria. Negli Stati Uniti il salario minimo è fissato da una legge federale (attualmente tra i 7,25 USD/ora fissati dalla legge federale e un massimo di 9 USD/ora dell'Oregon). Lo stesso si vorrebbe e si dovrebbe fare - giustamente - a livello europeo.
Per tornare a RMG, posso dirti che è un tema che conosco bene perché centrale sia per SEL che per il candidato che ho sostenuto alle primarie regionali, Andrea Di Stefano (chi è dell'area di Milano e fosse interessato può venire domani pomeriggio in cascina Cuccagna, dove Andrea presenterà la sua proposta sul tema).
Ti posso assicurare che a nessuno è venuto in mente di affrontare la questione in termini propagandistici e demagogici, e che chi dentro e fuori da SEL sta lavorando su questa proposta lo sta facendo in termini pragmatici e propositivi.
Domani - visto che al momento ho solo dei semilavorati - ti manderò la proposta su cui lavoreremo in Lombardia, frutto dello sforzo congiunto tra alcune persone del forum Economia Finanza Lavoro di SEL Milano e alcuni economisti dell'area di Di Stefano. Poichè so come è stata sviluppata, credo che si possa parlare di un riformismo pragmatico e attento alle compatibilità di bilancio e alla serietà delle proposte. Ma potrai giudicare tu stesso...
hai fatto bene a ribadire quanto avviene in Europa sul reddito minimo garantito che a molti, disinformati come sono, sfugge di quanto arretrata sia l'Italia. D'altronde se invece di mostrare sorpresa si riflettesse, si riuscirebbe a capire che nessun governo riuscirà mai a dare lavoro ai molti milioni di giovani precari e disoccupati. Questi, nell'attesa, potrebbero solo sperare di arrivare alla vecchiaia solo morendo di fame e conducendo una vita da barboni., privati come sono del minimo indispensabile e privati di trattamento pensionistico come saranno. Trattasi di un problema che riguarda l'intera Europa, anche se il fenomeno è più acuto in alcuni stati.come l'Italia, dove cialtroni, affaristi, politici e politicanti hanno scorazzato arraffando quanto più è stato possibile.
Per chi volesse approfondire il tema: a questo link un documento - credo di Regione Lazio, dove per qualche tempo fu condotta una sperimentazione interessante - che riporta i modelli di RMG nei diversi paesi europei.
...E se tornasse in voga l'idea "lavorare meno, lavorare tutti"? Parliamoci chiaro, visto che il problema è enorme non credo che i governi , nè singoli nè associati , potrebbero risolverlo definitivamente ( a meno di aprire una nuova frontiera verso un altro pianeta); il RMG è solo una soluzione temporanea e a mio avviso anche penalizzante della dignità di persone che studiano e vorrebbero trovare nel lavoro la dignità della propria vita. Quindi è necessario un passo indietro anche dei singoli: rinunciare a qualche ora di lavoro (per chi lo ha già, magari a tempo indeterminato) e quindi affrontare anche una piccola riduzione di stipendio, in favore di chi il lavoro non lo ha proprio.
Discutiamo tra socialisti e, dunque, tra pragmatici. Evitiamo quindi di affrontare il problema in termini general-generici. In alcuni casi, come sta avvenendo, ad esempio, nel settore tessile che conosco meglio, il lavorare meno, lavorare tutti ha, finora, effettivamente consentito di impedire la definitiva fuoriuscita dal mercato del lavoro di alcune decine di migliaia di persone (che in caso contrario non sarebbero poi mai più rientrate). Diverso, però, è la situazione nel campo della ricerca (anche qui conosco piuttosto bene le problematiche della ricerca biomedica). Qui la riduzione dell'orario di lavoro non avrebbe nessuna efficacia. In questo settore abbiamo necessità di investimenti pubblici/privati che diano non solo stipendi, ma mezzi per fare ricerca. C'è poi da sostenere lo sviluppo di imprenditorialità giovanile che necessità di altri strumenti (si veda l'articolo di Sarcina sull'inserto Lettura del Corriere della Sera di oggi a riguardo dell'esperienza scandinava). All'interno di questa tastiera ci sta anche il salario minimo garantito all'interno di un sistema di welfare fortemente ridefinito, che sappia far funzionare la flexsecurity. Sergio V.
Marilena, RMG non è per nulla penalizzante, non si tratta di una misura permanente ma temporanea, da un lato funzionerebbe in modo molto simile alle Assicurazioni Sociali svizzere (penso alle Casse per l'assicurazione sulla disoccupazione) e integrerebbe il reddito dei cosiddetti "working poors", infine sarebbe condizionato alla partecipazione a misure attive per la riqualificazione professionale e la ricerca di una nuova occupazione. Cosa ci sia di degradante in tutto questo lo sa solo Dio...
Ripeto, si tratta di ua misura che è uno dei pilastri dei sistemi di welfare in tutti i paesi d'Europa, escluse Grecia e Ungheria. Come al solito, in Italia siamo i più furbi? E in così bella compagnia, poi? Mah!
15 commenti:
Caro Gim
la melassa non poteva finire, il Centro Sinistra (o meglio il PD) si è presentato alle elezioni senza un Programma chiaro, basando tutta la sua campagna sulle "primarie", una volta finito l'effetto primarie si è svaporata l'Alleanza a sinistra è riemerso il vecchio vizio di fare alleanze buone per vincere (forse) ma non per governare, e sono riemersi i vecchi vizi italioti: discutere di minchiate per non affrontare i problemi veri di questo paese, perchè raccontare agli italiani la verità fa paura ma un politico che ha paura di guardare al futuro è un inetto, non uno statista (d'altronde non è una idea solo mia)
Dario Allamano
Ma è possibile che a pochi giorni dalle elezioni si continui a farsi male da soli. Il PD è quello che è, ma noi siano diventati una forza troppo piccola per correre da soli; è la dura realtà, ma è la realtà. Dovevamo disperdere voti per far vincere ancora una volta Berlusconi?
Il meglio è talvolta amico del peggio. Rino Tiani
P.S. C'è tempo dopo le elezioni per mettere i puntini sulle i per affermare le nostre posizioni.
Caro Dario,
è possibile che tu abbia ragione, ma io non me la sono mai sentita di aver ragione contro la maggioranza dei compagni. Nella vita ho fatto anche l'assessore a Bergamo e lo ho fatto secondo i miei principi. Mi hanno dato il ben servito perché probabilmente ero troppo "anomalo" rispetto ai tempi correnti(1985-1990), ma non per questo ho abbandonato il partito. In compenso chi mi conosce mi saluta ancora cordialmente e vorrebbe che ritornassi a portare un po' di quella pulizia di cui ho dato esempio. Ma ormai ho una certa età e non credo di essere più all'altezza del compito.
I miei vecchi professori mi hanno insegnato a lottare per quello in cui credo, a prescindere dall'interesse personale.Oggi c'è la possibilità che Pia Locatelli possa essere eletta in parlamento, sia pure come ospite in una lista PD, e, siccome la conosco e ne ho grande stima, penso che il gioco valga la candela.
Francamente mi preoccupano di più le sparate ideologiche di Vendola che pare abbia promesso a tutti i disoccupati € 600 al mese, come se vivessimo nel regno di bengodi. La mia colf(sono vedovo)guadagna circa 530 euro netti, se gliene danno 600 sena far niente, chi gliela fa fare a lavorare?
E i pensionati a 430 euro al mese, cosa dovrebbero dire?
Io sono socialista nel solco del saggio del De Sanctis su Emile Zola, per il resto cerco di sopravvivere in questa Italia dove, a destra come a sinistra, si è perso spesso il senso della dignità personale e dell'onesta gestione della cosa pubblica. Il buon politico è quello che dei propri soldi fa quel che vuole, ma i soldi pubblici li amministra con oculatezza e scrupolo estremo.
Cordialmente Rino Tiani
Caro Rino,
non immagini quanto ti do ragione!!!!
Io sono di SEL, e su questo fatto ho da subito avuto da ridire con i compagni del mio partito, a Pavia. La mia obiezione è ancora più radicale della tua: secondo me non è proprio eticamente concepibile che ad una persona valida ed in grado di lavorare, la società non debba chiedere qualcosa in cambio del pur giusto e dovuto diritto di un reddito di cittadinanza. Va benissimo l'idea dei 600 euro al mese, ma solo in cambio di un vero lavoro di pubblica utilità. Ci sono tante cose da fare in questo paese: pulire le spiagge, assistere persone non autosufficienti, collaborare a tenere in funzione servizi importanti come potrebbero essere scuole o ospedali (ad esempio, nelle scuole mancano ormai i bidelli che puliscono). Allora mi va bene che un disoccupato, fino a che non trova un altro lavoro, svolga un lavoro di publbica utilità, di quelli che nessuno vuole svolgere, in cambio di un reddito, ma non si possono dare soldi senza chiedere in cambio nulla.
Come farò a dire ai miei studenti che nella vita se vogliono ottenere qualcosa dovranno impegnarsi? Che razza di messaggio è per le nuove generazioni? Dopo i reality e i programmi volgari che la TV ci propina da 20 anni, adesso anche il messaggio che se non fai niente sei comunque pagato?
Beh sai cosa mi hanno risposto? Ti riassumo il senso del dialogo fra me e un compagno di SEL Pavia:
1) compagno che parlava del reddito garantito: Dare un reddito contribuisce a migliorare l'economia per un effetto keynesiano
2) mia risposta: ma perchè dovrebbe avvenire senza chiedere di svolgere un compito socialmente utile?
3) compagno: si, ma se uno è laureato in fisica nucleare ed è disoccupato mica puoi costringerlo a pulire i cessi nelle scuole
4) mia risposta: siamo fra compagni, con tutto quello che la parola significa circa il valore ideale del lavoro, e qualunque lavoro è sempre più dignitoso dell'accettare l'elemosina, e qualunque lavoro deve essere rispettato
5) compagno: e se quello il lavoro proprio no vuole farlo cosa fai, lo fai morire di fame?
Ma dove sono andati a finire gli ideali del socialismo se a sinistra si ragiona così? Lo so che si dovrebbero fare tanti ragionamenti sulla divisione del lavoro, la decrescita, concepire un nuovo modo di lavorare nella società moderna, etc etc etc, e di cose da fare ce ne sarebbero mille, ma in nessun caso un individuo deve poter accampare diritti dalla società a prescindere dai propri doveri verso di essa, altrimenti è la fine, è la legittimazione di tutta una serie di valori negativi....... Cosa dite, sarò diventato nazista?
Salvatore Salzano
Se la CGIL è contraria ad un reddito di cittadinanza una ragione ci sarà.
Quando si tratta di difendere il posto di lavoro e invertire la dinamica al
ribasso dei salari un reddito di cittadinanza comunque garantito indebolisce le
motivazioni di lotta. L'argomento è anche usato contro il Salario Minimo
Garantito per legge, ma in tal caso non sono d'accordo, ovviamente se non c'è
una lotta seria contro il lavoro in nero: bisogna prendere atto che ci sono
settori di lavoro parcellizzato in cui non non c'è ed è difficile che ci sia
un'organizzazione sindacale. Diverso è il discorso per chi sta studiando o
affronta una formazione professionale cioè che sta creando capitale umano e
evidentemente per le persone invalide. Purtroppo anche qui è la mancanza di
controlli che fa si che per l'abuso di non pochi pagano tutti. Proprio perché
stiamo dalla parte del popolo non possiamo perdonargli tutto quello che fa
(GORKI) Il compagno keynesiano(?) di Pavia è un pirla. Sperperi, corruzione che
fanno aumentare i costi di opere e servizi pubblici, ma anche il lavoro in nero
costituiscono, base monetaria per lo sviluppo economico in questa visione.
Senza etica e spirito civico non si esce dalla crisi economica e sociale del
nostro paese. Sulla patrimoniale occorre discutere intanto se deve essere alta
e straordinaria ovvero bassa e ordinaria, ma anche qui quando c'è un patrimonio
immobliliare non censito e quindi fiscalmente inesistente, non si fanno cose
serie e la rendita catastale che privilegia gli immobili antichi di pregio e
penalizza quelli nuovi in periferia. Per non parlare dei limiti di reddito per
l'edilizia residenziale pubblica, che favoriscono gli evasori fiscali.
Felice Besostri
caro tiani, ieri al seminario del PSE una parlamentare danese ha parlato contro chi pensa ad allineare al ribasso il welfare europeo. E ha anche detto che in Danimarca il reddito di cittadinanza (o il salario minimo garantito,non ho capito bene) era l'equivalente di 2000 euro al mese. Forse è il caso che qualche sindacalista, con pazienza, prima di fare sparate retoriche, raccolga i dati per ciascuno dei 28 paesi (adesso c'è anche la Croazia, che ha pure un premier socialdemocratico, l'ho appena sentito a Torino, e parlava italiano)
----- Original Message -----
Guardate che la questione del reddito minimo garantito non può essere messa in burletta in questo modo, non fosse altro perché si tratta non già di "sparate ideologiche", ma di uno strumento di welfare che esiste - in forme diverse - in tutti i paesi europei - salvo Grecia, Ungheria e Italia, che certo non possono essere assunte a modelli per le loro avanzatissime realizzazioni...
RMG sostituirebbe altre forme di ammortizzatori sociali o di interventi contro la povertà (più i primi che i secondi) e sarebbe comunque accompagnato dalla partecipazione a misure attive di qualificazione/riqualificazione professionale.
Come diceva Einaudi, è necessario conoscere per poter deliberare - magari evitando di indulgere in commenti da Bar Sport e documentandosi a dovere per evitare di cadere nelle trappole dialettiche che i nostri avversari sono ben lesti a mettere sul nostro cammino - per cui vi rimando al materiale disponibile in questi siti:
http://www.lastampa.it/2013/01/10/blogs/lavori-in-corso/le-due-versioni-del-reddito-minimo-garantito-europeo-una-contro-la-disoccupazione-l-altra-contro-la-poverta-M1BjxCK30snhlDiDMC4SJM/pagina.html
http://www.redditogarantito.it/#!/reddito-garantito
http://www.bin-italia.org/
I
Una ragione c'è di sicuro, quella che cambia fondamentalmente il
ruolo del sindacato nel fare da mediatore con lo stato per quanto
riguarda la richiesta di cassa integrazione e annessi e connessi.
Poi tanto che ci sono dico a quel compagno che ha scritto che con
questo assegno mensile ... chi glielo fa fare alla sua badante che
paga 500 euro al mese di andare a lavorare da lui ...
1) che le aumenti lo stipendio più alto del reddito di cittadinanza
e che gli paghi regolarmente i contributi previdenziali vedrà che
questa continuerà a lavorare felice; è anche un freno al continuo
ricatto al ribasso, nevvero (tipica espressione genovese pertiniana)
però tranquillo ... in genere resterà il lavoro nero da pagare meno
necessariamente per tutte quelle persone che sono illegalmente in
Italia.
Luigi Fasce
Caro compagno Pierpaolo, siamo entrambi di SEL e conosciamo bene la proposta di cui si sta parlando.
In particolare riporto i commi 4 e 5 dell'articolo 7, relativi all'esclusione del beneficio:
"4. La decadenza opera altresì nel caso in cui il beneficiario rifiuti una proposta di impiego offerta dal centro per l’impiego territorialmente competente.
5. Non opera la decadenza di cui al comma 4 nella ipotesi di non congruità della proposta di impiego, ove la stessa non tenga conto del salario precedentemente percepito dal soggetto interessato, della professionalità acquisita, della formazione ricevuta e del riconoscimento delle competenze formali e informali in suo possesso certificate dal centro per l’impiego territorialmente competente attraverso l’erogazione di un bilancio di competenze."
E' questo il punto: chi richiede il sussidio deve, in sostanza, solamente essere iscritto all'ufficio di collocamento (articolo 4, comma 1b) e aspettare. SE gli viene proposto un lavoro che non gli garba (pardon, che non gli sembra congruo), o che è pagato meno di quello che aveva prima (ipotesi tutt'altro che remota, visto come vanno le cose in tempi di crisi), può rifiutarlo. E' questo il problema, è un problema etico. Che valore si da al lavoro?
Poi sono d'accordo con te sui vantaggi che avrebbe l'economia dal rimettere in circolo un po' di soldi, oppure sul fatto che tutti abbiano il sacrosanto diritto a vivere dignitosamente, ci mancherebbe altro, non sono affatto un liberista o un darwinista sociale. Quello che non capisco è perchè non possa essere legata la concessione di un reddito in cambio di una prestazione socialmente utile? Cosa c'è di scandaloso in questo? Secondo me è più offensivo dare ad uno 600 euro al mese e lasciarlo "a casa" piuttosto che dargliene 1000 e chiedergli in cambio di svolgere un lavoro utile per la società.
Su tutto il resto (studenti, riqualificazione di lavoratori, esodati, etc etc....), ovviamente ci devono essere appositi strumenti che devono intervenire, e sono d'accordo che si facciano, ma ciò di cui parla questa proposta di legge è solo ed esclusivamente reddito garantito a chi non ha un lavoro. Punto. E a me "dà molto fastidio" vedere come un problema così serio, quello del diritto al LAVORO venga affrontato in modo demagogico e svilente. Forse ci vogliono maggiore spirito di lotta e chiarezza di idee per riprendere, ad esempio, la lotta per la riduzione degli orari di lavoro a parità di salario, ad esempio, o no? E' più facile promettere un po' di soldi a tutti, senza preoccuparci di lavoro nero e altre dinamiche che poi sorgerebbero....... non mi sembra che siamo molto diversi da chi promette di restituire l'IMU.
Vabbè, almeno speriamo che serva a prendere qualche voto :(
Bene, finalmente ragioniamo sui contenuti.
Quella che citi è la proposta di legge di iniziativa popolare. Che come tutte le proposte di legge di iniziativa popolare non ha nessuna possibilità di essere approvata così come è, e che tra l'altro potrebbe - ragionevolmente - essere superata perchè la situazione ottima sarebbe che le leggi fossero leggi regionali (in Lombardia in consiglieri di SEL hanno sostenuto una analoga proposta di legge regionale (appena trovo il PDF te lo giro).
Se quello che tu citi fosse la congruità della proposta di lavoro offerta rispetto a un precedente impiego, lo si potrebbe risolvere facilmente, fissando dei range sul livello di stipendio - che personalmente vedrei crescere all'aumentare dell'ultimo stipendio, perché un conto è dichiarare accettabile e congrua un'offerta di lavoro che prevede un salario o stipendio inferiore del 20% all'ultimo percepito quando si guadagnavano 300 Euro al mese, altro conto quando se ne guadagnavano 800.
Il punto centrale è quale valore dare al lavoro. Lo dico chiaramente, sono "choosy". Posti nei call center con contratti di dubbia legittimità a due Euro all'ora - quelli che piacciono tanto alla Fornero - sono inaccettabili, e vanno chiamati per quello che sono: forme di bieco sfruttamento ("I laureati pagati due euro all'ora -Schiavi di un call center di proprietà di una trentacinquenne", dal Corsera del 12 Ottobre u.s.).
Guarda che questo è un nodo centrale, perché una delle questioni su cui la destra sproloquia è proprio questa. Si parte da un'affermazione condivisibile sulla dignità di qualunque lavoro, per poi sostenere che qualunque proposta deve essere accettabile, citando immancabilmente gli Stati Uniti, dove è noto che il settore dei servizi a basso valore aggiunto è - e lo dimostra la pubblicità italiana di McDonald's che girava sulle reti televisive fino a qualche settimana fa) il miglior ammortizzatore sociale.
Si dimentica però una questione non secondaria. Negli Stati Uniti il salario minimo è fissato da una legge federale (attualmente tra i 7,25 USD/ora fissati dalla legge federale e un massimo di 9 USD/ora dell'Oregon). Lo stesso si vorrebbe e si dovrebbe fare - giustamente - a livello europeo.
Per tornare a RMG, posso dirti che è un tema che conosco bene perché centrale sia per SEL che per il candidato che ho sostenuto alle primarie regionali, Andrea Di Stefano (chi è dell'area di Milano e fosse interessato può venire domani pomeriggio in cascina Cuccagna, dove Andrea presenterà la sua proposta sul tema).
Ti posso assicurare che a nessuno è venuto in mente di affrontare la questione in termini propagandistici e demagogici, e che chi dentro e fuori da SEL sta lavorando su questa proposta lo sta facendo in termini pragmatici e propositivi.
Domani - visto che al momento ho solo dei semilavorati - ti manderò la proposta su cui lavoreremo in Lombardia, frutto dello sforzo congiunto tra alcune persone del forum Economia Finanza Lavoro di SEL Milano e alcuni economisti dell'area di Di Stefano. Poichè so come è stata sviluppata, credo che si possa parlare di un riformismo pragmatico e attento alle compatibilità di bilancio e alla serietà delle proposte.
Ma potrai giudicare tu stesso...
Fraternamente,
Pierpaolo Pecchiari
Caro comp. Pecchiari,
hai fatto bene a ribadire quanto avviene in Europa sul reddito minimo garantito che a molti, disinformati come sono, sfugge di quanto arretrata sia l'Italia. D'altronde se invece di mostrare sorpresa si riflettesse, si riuscirebbe a capire che nessun governo riuscirà mai a dare lavoro ai molti milioni di giovani precari e disoccupati. Questi, nell'attesa, potrebbero solo sperare di arrivare alla vecchiaia solo morendo di fame e conducendo una vita da barboni., privati come sono del minimo indispensabile e privati di trattamento pensionistico come saranno. Trattasi di un problema che riguarda l'intera Europa, anche se il fenomeno è più acuto in alcuni stati.come l'Italia, dove cialtroni, affaristi, politici e politicanti hanno scorazzato arraffando quanto più è stato possibile.
Per chi volesse approfondire il tema: a questo link un documento - credo di Regione Lazio, dove per qualche tempo fu condotta una sperimentazione interessante - che riporta i modelli di RMG nei diversi paesi europei.
http://www.bin-italia.org/UP/pubb/libro.pdf
...E se tornasse in voga l'idea "lavorare meno, lavorare tutti"? Parliamoci chiaro, visto che il problema è enorme non credo che i governi , nè singoli nè associati , potrebbero risolverlo definitivamente ( a meno di aprire una nuova frontiera verso un altro pianeta); il RMG è solo una soluzione temporanea e a mio avviso anche penalizzante della dignità di persone che studiano e vorrebbero trovare nel lavoro la dignità della propria vita. Quindi è necessario un passo indietro anche dei singoli: rinunciare a qualche ora di lavoro (per chi lo ha già, magari a tempo indeterminato) e quindi affrontare anche una piccola riduzione di stipendio, in favore di chi il lavoro non lo ha proprio.
Marilena
Discutiamo tra socialisti e, dunque, tra pragmatici. Evitiamo quindi di affrontare il problema in termini general-generici.
In alcuni casi, come sta avvenendo, ad esempio, nel settore tessile che conosco meglio, il lavorare meno, lavorare tutti ha, finora, effettivamente consentito di impedire la definitiva fuoriuscita dal mercato del lavoro di alcune decine di migliaia di persone (che in caso contrario non sarebbero poi mai più rientrate). Diverso, però, è la situazione nel campo della ricerca (anche qui conosco piuttosto bene le problematiche della ricerca biomedica). Qui la riduzione dell'orario di lavoro non avrebbe nessuna efficacia. In questo settore abbiamo necessità di investimenti pubblici/privati che diano non solo stipendi, ma mezzi per fare ricerca. C'è poi da sostenere lo sviluppo di imprenditorialità giovanile che necessità di altri strumenti (si veda l'articolo di Sarcina sull'inserto Lettura del Corriere della Sera di oggi a riguardo dell'esperienza scandinava). All'interno di questa tastiera ci sta anche il salario minimo garantito all'interno di un sistema di welfare fortemente ridefinito, che sappia far funzionare la flexsecurity.
Sergio V.
Marilena, RMG non è per nulla penalizzante, non si tratta di una misura permanente ma temporanea, da un lato funzionerebbe in modo molto simile alle Assicurazioni Sociali svizzere (penso alle Casse per l'assicurazione sulla disoccupazione) e integrerebbe il reddito dei cosiddetti "working poors", infine sarebbe condizionato alla partecipazione a misure attive per la riqualificazione professionale e la ricerca di una nuova occupazione.
Cosa ci sia di degradante in tutto questo lo sa solo Dio...
Ripeto, si tratta di ua misura che è uno dei pilastri dei sistemi di welfare in tutti i paesi d'Europa, escluse Grecia e Ungheria. Come al solito, in Italia siamo i più furbi? E in così bella compagnia, poi? Mah!
Pierpaolo Pecchiari
Posta un commento