mercoledì 27 febbraio 2013

Francesco Somaini: Tre ipotesi

E adesso? Le elezioni legislative, con l'esito imprevedibile che hanno prodotto, ci consegnano un Parlamento che ha di fatto davanti a sé soltanto tre ipotesi: a) una "Grosse Koalition" del Centro-Sinistra con la Destra berlusconiana (e con i Montiani). b) un percorso accidentato di dialogo con il Grillismo; c) il ritorno in tempi brevissimi al voto La terza soluzione mi parrebbe poco sensata (perchè non c'è nessuna garanzia che un nuovo voto ci consegnerebbe una situazione meno incasinata di quella prodottasi). E comunque un ritorno alle urne non potrebbe aver luogo prima dell'elezione del nuovo presidente della Repubblica, essendo ormai iniziato il cosiddetto "semestre bianco" per cui non è più possibile scioglere le Camere (nemmeno una sola delle due). Lo vieta espressamente l'art. 88 della Costituzione. Se d'altra parte il PD si orientasse verso una Grosse Koalition con la Destra Berlusconiana, il PD stesso si condannerebbe secondo me ad esplodere (e poi a scomparire quando si dovesse tornare a votare). Io in ogni caso troverei deleteria ed improponibile qualunque soluzione di "governissimo" con Berlusconi, foss'anche nella variante di un eventuale appoggio esterno della Destra ad un governicchio di minoranza del Centro-Sinistra (che dovrebbe fatalmente essere molto accondiscendente verso tutti gli interessi privati di Berlusconi). Un punto mi pare infatti ben chiaro: il Paese deve assolutamente voltare pagina rispetto al Berlusconismo. La prima priorità è uscire da quella stagione. Rimane pertanto la terza ipotesi: la strada - non certo facile - di aprire un dialogo con il Movimento di Grillo (ammesso però che i grillini siano disponibili ad assumersi delle responsabilità). Certo, con questo si delineerebbe una situazione indubbiamente dinamica, in cui comunque si metterebbero fatalmente in movimento processi politici nuovi. Il PD così come lo conosciamo potrebbe egualmente non riuscire a sopravvivere. Ma per noi che vorremmo un vero partito socialista questo potrebbe anche essere un processo interessante, in cui forse potremmo riuscire perfino a giocare qualche ruolo. Comunque sia, mi pare evidente che l'esito imprevedibile di queste elezioni apra davvero una stagione politica in cui difficilmente le cose potranno restare così come le abbiamo viste finora. Il paesaggio politico, in ogni caso, è destinato a cambiare. E non è detto che questo sia un male. Un saluto, Francesco Somaini

13 commenti:

sandra ha detto...

conflitto di interessi, spesa pubblica (la sanità!!!), falso in bilancio - attaccare da lì. Ma se Bersani fosse in grado di procedere, a questo punto non ci saremmo neanche arrivati. E' di un'evidenza fracassante che il nostro degnissimo e bravo exsegretario di federazione non può, non ha la tecnica né i mezzi per reggere. Bisogna farsi venire un'altra idea.
sandra d'alessandro

martelloni ha detto...

Bersani si sta finalmente, costretto dalle cose, muovendo bene – "a sinistra"– e per questo viene attaccato da tanti cosiddetti "opinionisti" che evocano-rimpiangono Renzi ed il moderatismo liberista (innovativo?) pur presente nel pd per cercare una soluzione pasticciata e neo-centrista ("neo-montiana") in nome dell'ingovernabilità, della responsabilità ecc., ecc. E certamente gran parte della responsabilità "storica" per il tipo di soluzione ora dipende, inevitabilmente, anche dai parlamentari del Mov. 5 stelle. La partita è dura, decisiva e aperta. Ma oggi Bersani va difeso e non vilipeso (Crozza incluso): dopo di lui c'è il peggio.

luciano ha detto...

Condivido le considerazioni di Francesco.

Tento di aggiungere qualche pensierino mio.



1) Dato che non mi interessa il politicamente corretto ("gli elettori
hanno sempre ragione": ma quando mai !), inizierò col dire che purtroppo
hanno votato in tanti.

La percentuale dei votanti è calata solo del 5 % rispetto alle precedenti
politiche, mentre i sondaggi prevedevano un'astensione di massa.

Negli altri paesi gli anarco-individualisti, gli anarco-protestatari, quelli
che si vergognano del voto dato la volta precedente, tutti questi tendono a
non andare a votare.

Da noi ci vanno e votano (o rivotano) gli uomini dei sogni.

Berlusconi incarna il sogno arci-italiano del tutto-è-permesso: le tasse non
si pagano, quelle pagate vengono restituite in contanti, quelle evase
vengono condonate; e sulla Minetti, poi, quante storie: potendo, chi non
l'avrebbe premiata una così ...

Grillo incarna il sogno , anch'esso arci-italiano, del vaffanculo-tutti.
Tutti uguali, tutti ladri, tutti vecchi e superati, viva il nuovo,viva i
giovani, i dilettanti, gli onesti.

Certo, tra Cetto La Qualunque e Onesto La Qualunque, il secondo è meno
infrequentabile come dice Francesco, però politicamente può fare danni
colossali anche lui. E a volte finisce per mettersi in marcia vestendo
camicie brune o nere o rosse o verdi. Staremo a vedere.



luciano ha detto...

2) Il centro-sinistra ha avuto un risultato deludente e lo ha meritato
tutto. Non solo per la campagna elettorale senza idee, costruita tutta
sulla sicumera di un diritto naturale a vincere e a governare perché siamo i
più bravi e abbiamo fatto le primarie. Ma anche e soprattutto per il
sostegno acritico dato dal Pd al governo Monti e per il segnale di
sostanziale continuità con quella esperienza che traspariva dal messaggio di
Bersani. Ha un bel dire il Pd che l'appoggio dato al governo tecnico è
stato un atto di responsabilità. Sta di fatto che il centro-sinistra si è
assunto l'onere (ed il disonore) di porre rimedio ai guasti lasciati dal
governo Berlusconi adottando politiche recessive ispirate da un furore
ideologico da vera destra liberista tecnocratica. Politiche pessime sul
piano sociale e primitive (quando non totalmente incompetenti) sul piano
tecnico. Berlusconi, davvero agile come un giaguaro, ha avuto il fiuto di
intercettare il sentimento di rigetto che maturava nel Paese per quelle
politiche e di abbandonare in extremis un edificio che stava per crollargli
addosso. Il Pd, che già aveva fatto l'errore di entrare nella strana
maggioranza impedendo le elezioni anticipate nel 2012 , ha commesso un
secondo errore non facendo cadere il governo da sinistra, pur avendo avuto
mille occasioni e ragioni per farlo. E poi ha perseverato in campagna
elettorale, lanciando l'indicazione dell'alleanza ancora con Monti nella
nuova legislatura, all'insegna del non-si-governa-con-il-51%. Una vera e
propria maledizione atavica, quest'ultima. Se non te la senti di governare
da solo neppure con il 51 %, se hai ancora bisogno di farti sdoganare, di
farti mettere il bollino blu, di avere dei garanti per essere ammesso in
società vuol dire che ti consideri ancora figlio di un dio minore; vuol dire
che ti sei fermato al Berlinguer del compromesso storico, che sei ancora
post-qualchecosa, incompiuto, non emancipato. Messaggio devastante: abbiamo
dovuto votare cose orrende per dimostrarci affidabili; ed anche in futuro
andremo a braccetto con chi quelle cose orrende ha imposto al Paese perché
garantisce per noi (e Monti, davvero perfido, ha pure infierito parlando del
Pd "nato nel 1921" ...). Il tentativo di SEL - che ho votato - di
controbilanciare questo sfacelo è miseramente fallito. Il partito di
Vendola - che ha tutti i limiti di un one-man-party senza avere la carica
dirompente del movimento di Grillo - è rimasto oscurato dall'alleanza,
ineludibile, con il Pd e non è stato percepito come un valido antidoto alle
tare del dominus dello schieramento progressista.



luciano ha detto...

3) Anche in un quadro fosco come quello che abbiamo davanti le notizie
positive non mancano. La prima è che con ogni probabilità si ripeterà il
miracolo del Quirinale. Da quando abbiamo questa sciagura del maggioritario
forzoso il centro-sinistra, come un novello Gastone Paperone, anche se per
il rotto della cuffia si trova sempre ad essere di mano quando si deve
eleggere il presidente della repubblica. E così in tutta la seconda
repubblica abbiamo sempre avuto al Colle ottimi anziani e saggi servitori
delle istituzioni, anziché l'esuberante Cavaliere oppure uno Schifani di
turno a reggergli il moccolo. Neppure ci rendiamo conto dell'incredibile
fortuna che abbiamo avuto. Dopo Napolitano, che ha commesso errori
gravissimi ma ha comunque garantito equilibrio e dignità, penso che arriverà
al Quirinale un altro personaggio di alto profilo. La seconda è che Monti
e il suo centrino sono irrilevanti e destinati a sparire dalla scena
politica. Se il montismo avesse soppiantato il berlusconismo, regalando al
Paese una destra di tipo europeo, sarebbe stato un bene per tutti. Ma la
proposta politica di Monti, anche grazie alla dabbenaggine del Pd ed alla
scaltrezza di Berlusconi di cui dicevo sopra, si è andata configurando in
tutt'altro modo, come espressione di un establishment predestinato a
dominare a prescindere, per mandato dei poteri forti finanziari e clericali,
stando al di sopra delle parti. Il fallimento totale di questa inquietante
ipoteca migliora la qualità democratica ed apre perfino qualche nuova
speranza per la laicità dello Stato.



L'ho fatta anche troppo lunga e mi fermo qui.

Saluti fraterni.



Luciano Belli Paci

lanfranco ha detto...

apprezzo questa discussione come impostata da Francesco e apprezzo la
analisi di Luciano al punto 2 sul pd. Sono comunque profondamente
turbato.
Trascrivo qui quanto ho pubblicato su facebook

CONFESSO che sono scisso al mio interno fra il rischio di affidarsi al
gioco di grillo che verosimilmente terrebbe il governo sulla corda
quotidianamente con effetti di logoramento distruttivo, anche se si
facessero le riforme più radicali sul sistema politico e sul conflitto
di interessi; e il rischio governissimo che comporterebbe la
sconfessione dell'antiberlusconismo e dei propositi di risanamento del
sistema politico, anche se potrebbe andare in europa con più grinta a
rivendicare un allentamento dell'austerity e un ruolo diverso della
bce. (poi magari con berlusconi ci si dividerebbe su come spendere in
italia questi benefici.)
TENIAMO PRESENTE LO SCENARIO CERTO , se non si cambiano rapidamente le
politiche europee, di recessione, disoccupazione, devastazione del
sistema produttivo con cui dovremo fare i conti e con cui cmq li farà
il paese ,con reazioni che potrebbero essere più sconvolgenti di
quelle che abbiamo finora visto .
ERGO o ci si assicura un credibile affidamento da Grillo e/o dai
grillini, o ci attende il rospo. A meno che tutto non precipiti in
rapide e avventurose nuove elezioni.

giovanni b. ha detto...

Nonostante la problematicità di un rapporto con i grillini, sono anch’io d’accordo che il tentativo di accordi con loro costituisca la solo opzione praticabile. Nel complesso condivido il ragionamento di Francesco Somaini. Se il tentativo non riuscisse e risultasse chiaro che ciò accade per responsabilità grillina, risulterebbe chiaro all’elettorato di sinistra che il PD e SEL hanno fatto quanto in loro potere per corrispondere alle aspettative del loro elettorato. Peraltro, la dichiarazione di Vendola è esplicita in questo senso ed anche quella di Bersani mi pare vada nella stessa direzione. Cari saluti. Giovanni Baccalini

luigi ha detto...

Secondo quanto letto fino ad ora In quanto ad analisi non siamo
secondi a nessuno.
Anche questa ultima del compagno Luciano Belli Paci è pienamente
condivisibile.
Resta come sempre il "che fare" da parte di chi ?
Chi è il soggetto politico della sinistra socialista italiana che sa
indicare il "che fare", ovvero il percorso che in parlamento il
governo PD-SEL dovrà indicare ai parlamentari del 5Stelle, aldilà del
programma "minimo" i cui punti sembrano già fin d'ora scritti?
Per il percorso da proporre ho già contribuito con l'invio di due
documenti che in messaggio precedente ho rimesso in allegato ma che
convinto che siano stati aperti, volendo si può leggere in
http://www.circolocalogerocapitini.it/eventi_det.asp?ID=379
e
http://www.circolocalogerocapitini.it/liberismo_det.asp?ID=380
Resta sempre la necessità di organizzare il "blocco di resistenti"
della sinistra per la difesa della costituzione per poter
interloquire con idee utili e con qualche peso politico con i nuovi
Parlamentari.
In altro messaggio arrivato su questa lista c'è l'invito a una
assemblea organizzata dal coordinamento socialisti della Versilia.
Io vado ...
Un fraterno dialogante saluto.
Luigi Fasce

felice ha detto...

La soluzione c) rivotare con la stessa legge elettorale è la pe3ggiore, anche della a). Lo nspread va a 600 e noi afondiamo. Intanto va detto no ad ogni accordo anche tecnico con Berlusconi, men che meno gli va data la Presidenza del SEnato con Schifani: un nome che non è di buon augurio. Se Napolitano fosse un agente del Comintern potrebbe scioglere il solo Senato coì si direbbe Cari ItaliaNI VOLETE AVERE LA STESSA MAGGIORANZA O RITORNARE A VOTARE. Ma napolitano vuole uscire dalla scena come Papa Ratzinger, che non ha revocato Bertone prima di dimettersi. Il punto è anche che la maggioranza assoluta della Camera è meno del 30% del Paese. Tuttaa questa gente che parla di riforme, in tutti questi anni non è stata capace di cambiare la norma regolamentare del Senato per cui le astensioni in quella Camera sono conteggiate come voti contrari. Era un modo per togliere M5S dalle peste. Se non si presenjta in aula anche PdL se ne va e fa mancare i8l num,ero legale. Bisogna che restino in aula nel numero sufficiente ad assicurare il numero mlegale, votare no o aqstenersi ma anche sommando i loro votyi a quelli del PdL stare sotto ai voti sdel Csx. Mai i grillini hanno esperti di regholamnto che li aiutino? o lo vogliono? Il Governjo entra in carica con il giurament, ma a quel punto deve ottenere la fiducuia delle camere nei 10 giorni successivi( art. 94). Si può lasciare il Monti a bagnomaria finché no si risolvono, per esempio le questioni regolamentari,per le quali ci vuole la maggioranza assoluta dei compnenti. Chi è contrario può bloccare tutto con il filibustering. Se i grillini conoscessero e rispettassero l'art. 67 della Costituzione pootrebbero decidere in autonomia, ma non osano èperché rischiano di noin essere ripresentati se sin vota tra 6 mesi. Non ho visto molte reazioni alla pretesa di Grillo di andare al Quirinale. Non è capogruppo del M5S. non ne è neppoure il segretario o il presidente e neppure in capo politico indicato dala lista<. Ma se la sua pretesa non viene accettat griderà al complotto e sarà creduto. Povero Bersani, non è stato profeta nel suo paesello, non lo invidio, anche se ha vinto le primarie grazie ai voti socialisti, che sono spariti più o meno volontariamente dalla scena. A proposito oggi è l'ultimo giorno per rinnovare l'iscrizione al PSI o iscriversi per la prima volta. Chi9 lo vuol rinnovare approfitti dell'occasione.

Felice Besostri

pierpaolo ha detto...

Condivido in pieno le analisi di Luciano. Capita da diverso tempo, ormai...

Le analisi di scenario non possono non tenere conto del fatto che le
reazioni dei mercati contano tanto quanto i risultati elettorali.
Purtroppo quasi tutti i ragionamenti che ho sentito o letto ultimamente
paiono prescindere da questa elementare considerazione.
Proverò a colmare il vuoto.

I tre scenari delineati da Francesco vanno valutati così.

1) governo balneare per portare il Paese al voto al più presto.
Orribile. Indipendentemente dal risultato delle elezioni, il prossimo
governo sarebbe un tripartito BCE-FMI-Commissione Europea. Gli "avvisi
di burrasca" sono stati lanciati già tempo fa: tutti gli analisiti hanno
descritto quello delle elezioni a breve scadenza come lo scenario che
avrebbe innescato le reazioni più punitive da parte dei mercati finanziari.

2

pierpaolo ha detto...

) governo a termine PD-SEL con l'appoggio esterno di Dianetics: da quel
che ho capito l'azione di governo si concentrerebbe soprattutto su
alcune riforme istituzionali (legge elettorale, riduzione numero
parlamentari), sull'attacco ai privilegi della casta (abolizione
finanziamento pubblico e riduzione costi della politica) e sul tentativo
di deberlusconizzare il Paese (conflitto di interessi).
L'attacco dei mercati lo immagino solo un po' meno virulento rispetto a
quanto accadrebbe nel primo caso. Chi ha letto qualcosa della
Grillonomics troverà sconcertanti analogie, nella profondità
dell'analisi e della proposta, con i programmi dei movimenti
fascisteggianti del secolo scorso. Se non siamo all"abolire la schiavitù
dell'interesse"! poco ci manca. Alcune leggi interessanti potrebbero
essere approvate (rafforzando la convinzione degli elettori che con
Grillo le cose si possano ottenere...) ma l'economia reale resterebbe al
palo
In questo caso le prossime elezioni vedrebbero Grillo al 30% e, nel Nord
del Paese, le destre ben oltre il 30%

3) governo di larghe intese. So che politicamente è la soluzione meno
allettante, ma a detta di molti (dai vari analisti intervistati
quotidianamente a Squinzi) è l'unica che, con buone probabilità, ci
potrebbe mettere al riparo dall'attacco dei mercati. Perché la cosa
abbia un senso, però, devono verificarsi alcune condizioni. Innanzitutto
il governo dovrebbe concentrare la sua azione sul rilancio dell'economia
reale (oltre che sulle ben note riforme istituzionali). In secondo luogo
il governo dovrebbe dimostrarsi sufficientemente credibile da poter
collegarsi con successo con altri governi dell'Unione, per ottenere una
rinegoziazione del fiskalpakt. Deve poi essere chiaro che un governo
così deve durare almeno tre anni. Abbastanza per poter ottenere un
qualche risultato in termini di rilancio dell'economia reale, altrimenti
Grillo se ne va al 40%. Ci sarebbe comunque il vantaggio di poter
verificare i rapporti di forza nel 2014, senza troppi rischi visto che
si tratterebbe di elezioni europee.
Se non si verificano tutte queste condizioni, sarà la rovina del Paese.

Purtroppo tutti e tre gli scenari sono piuttosto foschi, e tutti e tre
prevedono, se le cose vanno male, il commissariamento del Paese da parte
della trojka come sbocco ampiamente probabile.
Peraltro il combinato disposto di un attacco mediatico-giudiziario alla
"casta" e dell'esaltazione di un movimento antisistema come
catalizzatore di chissà quale processo di palingenesi è film vecchio,
già visto nel '92-'94. E, francamente, di vedere di nuovo al largo delle
nostre coste il "Britannia" non ho nessuna voglia...

Per un calcolo probabilistico ritengo che la strada migliore sarebbe
quella del larghe intese. Il PD ne uscirebbe come il PASOK, su questo ho
pochi dubbi. Ma preferisco sacrificare un partito nato male e vissuto
peggio, all'ombra di un progetto sbagliato e con strategie che hanno
portato a perdere anche quando si aveva la vittoria in tasca, che non
assistere alla rovina del Paese.
Su SEL c'è poco da dire: è un partito che si è messo pericolosamente
sulla stessa china dello SDI di Boselli tra la fine degli anni '90 e i
primi anni 2000. Come sia finita lo abbiamo visto l'altro giorno.

Il tempo per ricostruire una sinistra socialista degna di questo nome
non è ancora arrivato, e di certo non sarà il confronto tra il PD e gli
sfascisti a restituire linfa vitale a un progetto che tutti noi,
peraltro, abbiamo sempre considerato fallimentare - e non da oggi.

Pierpaolo Pecchiari

P.S. Chi è particolarmente propenso a validare le innumerevoli teorie
complottistiche si legga le analisi di Mediobanca e gli auspici circa il
miglior risultato possibile per il Paese...

paolo ha detto...

Anch'io condivido in toto l'analisi di Luciano Belli Paci, a cominciare dal giudizio politicamente scorretto sugli italiani incompetenti che purtroppo votano, anziché astenersi...
Non trovo invece idee fasciste nel programma dei Cinquestelle. Semmai trovo, oltre a molta confusione, alcune proposte che un partito socialista/progressista come il PD dovrebbe far proprie (come il reddito di cittadinanza), oppure ha nel programma ma non ha mai realizzato (come il conflitto di interesse).

A parte questo volevo introdurre un tema diverso, che secondo me è all'origine di questo stallo istituzionale (come del vecchio governo Prodi). Sto parlando del BICAMERALISMO PERFETTO, che caratterizza il nostro sistema costituzionale. E' evidente infatti che solo al Senato si pone il problema della governabilità: alla Camera, grazie al premio di maggioranza, Pd/Sel hanno i numeri per governare, pur avendo vinto di pochissimo.

Nel mondo vi sono pochi casi di bicameralismo perfetto (due camere con identici poteri), a parte l'Italia.
In compenso esistono vari sistemi mono-camerali: es. Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Portogallo, Turchia, Nuova Zelanda. Non mi sembrano Paesi meno democratici del nostro.

Esistono poi molti sistemi a bicameralismo imperfetto, cioè in cui le due camere hanno funzioni distinte. Storicamente, il bicameralismo mi pare abbia una doppia origine. In alcuni Stati, ad es. la Gran Bretagna, la camera alta aveva la funzione di rappresentare l'aristocrazia, in contrapposizione alla camera bassa che rappresentava il popolo. Ora però la camera dei Lord ha poteri quasi simbolici. Negli Stati federali (es. Usa) la seconda camera ha invece la funzione di rappresentare i singoli Stati dell'unione, mentre il parlamento rappresenta la maggioranza numerica. Ad es. in Germania solo il Bundestag è eletto dal popolo e solo da esso il governo deve ottenere la fiducia; il Bundesrat è composto da soli 69 membri, eletti dai Lander.

Adottare un sistema analogo, è stato detto da più parti, è necessario per assicurare la stabilità istituzionale e la rapidità delle decisioni, in alternativa alle ipotesi di presidenzialismo (e alla prassi del "mettere la fiducia" su tutto).
Dico cose risapute, ma mi sembrava importante per ricordare che molti dei guai attuali derivano dalle mancate riforme costituzionali degli ultimi 20 anni.


Un saluto. Paolo

felice ha detto...

UNA COSA NON PUò ESSERE FATTA: un accordo con Berlusconi, perché è chiaro che
la Lega non ci starebbe. A parte le questioni di merito ci sono fatti
istituzionali. Si deve pagare con la Prwsidnza del Senato o della Repubblica. A
quel punto Berlusconi avrebbe raggiunto i suoi obiettivi 5 anni alla presidenza
del Senato se la legislatura dura o 7 alla Presidenza della Repubblica,
qualsivoglia cosa accada al Governo, l'organo più fragile.. Con un accordo PD
PdL e Lega e 5 stelle all'opposizione al primo voto politico per il rinnovo
delle Camere la punizione del PD da parte di suoi elettori tradizionali in gran
parte della filiera PCI PDS e DS sarebbe terribile. Si tratta solo di sapere
quale sarebbe la legge elettorale in vigore. Se non nasce un governo non ci
sarà una nuova legge elettorale rivotare per una quarta volta col porcellum
sarebbe la morte della democrazia in Italia
Felice Besostri