lunedì 18 febbraio 2013

Francesco Somaini: Ieri, in piazza Duomo

Ieri sono stato con mia moglie in piazza Duomo. Piazza decisamente gremita (anche se meno che nella memorabile serata dei due arcobaleni con Pisapia). Sono arrivato un po' in ritardo e così non ho potuto ascoltare gli interventi di Vendola, Tabacci e Pisapia. Ho sentito però un buon intervento di Ambrosoli e un discorso piuttosto efficace di Bersani. Ho trovato simpatica anche la testimonianza a sorpresa di Romano Prodi. Nel complesso dunque bella manifestazione. Buone vibrazioni. Nel pubblico, però, pochi, pochissimi giovani: soprattutto adulti e molti capelli grigi o bianchi. Milano - si sa - è sempre più una città di anziani, ma evidentemente il Centro-Sinistra fatica ad intercettare le giovani generazioni. Al riguardo sarà probabilmente molto istruttivo il confronto col comizio di Grillo domani sera. In piazza c'era comunque un grande tripudio di bandiere bianco-rosso-verdi del PD (se posso permettermi davvero bruttine come vessilli), ma si riconosceva distintamente anche la macchia rossa delle bandiere del PSI. Sul palco era inoltre ben riconoscibile Pia Locatelli, con un elegante (e appropriatissimo) cappotto rosso. Non è però intervenuta. Bersani ha ricordato (bonta sua) la presenza dei socialisti nella coalizione, ma la nota stonata è che sui due maxi-schermi che erano stati appositamente allestiti ai lati del palco venivano di quando in quando proiettati quattro simboli (PD, SEL, Centro Democratico di Tabacci e Moderati di Portas) mentre quello socialista mancava proprio. Non bello. Umiliante anzi, direi : tanto più se si considera la presenza in bella vista del simbolo dei Moderati (il cui leader Giacomo Portas è in realtà candidato alla Camera in Piemonte con il PD, non diversamente dal segretario nazionale del PSI Nencini che è candidato al Senato nelle Marche). E' ben vero in effetti che al Senato in Lombardia ci sarà una lista dei Moderati (il che forse giustificava quella proiezione), ma se è per questo in alcune regioni (come ad esempio la Campania) esistono nella coalizione di Centro Sinistra per il Senato anche liste socialiste. Inoltre il PSI è presente con delle sue liste nella coalizione che appoggia Ambrosoli alle regionali lombarde. L'esclusione del simbolo PSI dal maxischermo in cui si presentava anche il candidato Ambrosoli mi pare grave (va detto però che mancavano anche i simboli di "Etico - A Sinistra per un'altra Lombardia" e del "Patto Civico", che pure fanno anch'essi parte della coalizione regionale pro-Ambrosoli). Nel complesso sarei portato ad interpretare l'episodio come un dato ben rappresentativo dell'oggettiva degradazione cui il Partito Socialista Italiano ha di fatto accettato di sottostare. Io non sono iscritto al PSI, e quindi potrei dire che non è affar mio. Ma se fossi iscritto a quel partito, considererei questo sgarbo tra le cose da imputare alla dirigenza. Un saluto, Francesco S.

7 commenti:

felice ha detto...




Interessante la commemorazione di Luciano Cafagna alla Fondazione Basso ieri.Ha scritto parole di fuoco contro il mito dell'Unità della SINISTRA, RITENUTA FUORVIANTE E DANNOSA. Preferisco parlare di unificazione, cioè di un processo di convergenza progressiva intorno a valori condivisi, un progetto di riforma sociale e un programma comune. Della Casa Rossa vanno prima poste solide fondamenta antisismiche, cioè non un progetto di cartapesta FONDATO SU UNA CONVENIENZA ELETTORALEcontingente




Felice Besostri

martelloni ha detto...




Impeccabile, però per le fondamenta c'hanno già pensato Marx, Turati e Graziadei, agli altri toccherebbe un compito decisamente minore – anche se un po' complicato.



felice ha detto...

GUARDA CHE TRA COLORO CHE SI ISPIRANO A MARX NON è PACIFICO, PER ESEMPIO, CHE IL POTERE SI CONQUISTI E SI GESTISCA CON METODO DEMOCRATICO




Gian Luca ha detto...

Basta con Marx, il Vangelo, La Ricchezza delle Nazioni, e altri Libri Sacri, la forza del Socialismo è proprio quella di non avere un libro di riferimento bensì di poter prendere il meglio da ogni libro, senza esserne vincolato! Il tempo passa, le cose cambiano ed anche la migliore delle idee perde di attualità, è necessario che il pensiero si evolva in continuazione, qualunque pensiero o idea o ideologia ma soprattutto il Socialismo, che è l'unica forma di pensiero politico veramente libera, paradossalmente piú libera del liberismo, prigioniero dei suoi dogmi, il Socialismo ha il dovere di evolversi, prestando sempre la massima attenzione ai fini e pochissima alla forma. Il Socialismo trova la sua forza nel non avere ne testi sacri ne dogmi ma nell'essere libero di perseguire i suoi fini, ossia la costruzione di una società piú giusta ed equa, con qualunque mezzo a disposizione, sia esso intellettuale, politico, economico, sociale e se utile e necessario, anche militare. Il Socialismo è prima di tutto libertà, nel pieno rispetto della altrui libertà ma sempre libertà, di pensiero in primis e poi di tutto il resto. Compagne e Compagni, non perdetevi piú di tanto dietro al pensiero altrui e cercate piuttosto di far volare alto il vostro perché è di questo che oggi il letargico Socialismo italiano ha bisogno, di liberi pensatori, che al passo con il loro tempo sappiano risvegliarlo e ridargli il posto nella storia presente e futura dell'Italia che gli spetta di diritto! Buona Notte a tutti. Gian Luca Chiesa

Salvatore ha detto...

Caro compagno Chiesa,
dice il saggio: se il tuo pozzo si è seccato, non scavare un altro pozzo, ma scava più a fondo in quello vecchio.


La forza del socialismo è in una tradizione che probabilmente possiamo far nascere addirittura dallo sciopero dei plebei sul Monte Sacro, o nelle parole di Gesù Cristo, anche se, restando più fedeli alla storia del pensiero, è solo con gli Utopisti che si comincia a parlare di Socialismo, e con Marx di Socialismo Scientifico.

Detto questo, ne segue che:

1) non vanno imputate a Marx le derive leniniste o le ortodossie che già nella fine dell'800 riconducevano a un puro meccanicismo la sua visione della storia;

2) un qualsiasi pensatore non è un mago che prevede il futuro e che ci da il manuale di istruzioni della nostra vita fino all'anno 3000, ma va sempre e comunque inquadrato nel suo tempo;

3) i temi che Marx affronta sono tutt'ora, purtroppo, drammaticamente attuali, quindi chiunque si definisca Socialista, evidentemente di quei temi deve occuparsi. Ti faccio un esempio concreto. Nei giorni scorsi su questa lista era nato un piccolo interessante dibattito sulla dinamica degli orari di lavoro e su come ormai fosse improcrastinabile il ripensare ad una politica degli orari di lavoro (fra l'altro, storicamente, uno dei cavalli di battaglia del Socialismo) vista la disoccupazione ormai strutturale a questo modo di produzione.

Beh, leggi un po' cosa si trova nel Libro I capitolo 13:

"Da ciò quello strano fenomeno della storia dell’industria moderna, che la macchina butta all’aria tutti i limiti morali e naturali della giornata lavorativa. Da ciò il paradosso economico che il mezzo più potente per l’accorciamento del tempo di lavoro si trasforma nel mezzo più infallibile per trasformare tutto il tempo della vita dell’operaio e della sua famiglia in tempo di lavoro disponibile per la valorizzazione del capitale."


In questa frase di Marx c'è qualcosa che ancora oggi spiega molte cose......!


Cosa voglio dimostrare con questo? Che prima di fare l'errore, "ideologico" esattamente come quello, diametralmente opposto, di pensare che Marx sia Dio e noi degli acritici discepoli, sarebbe forse il caso di valutare attentamente il valore di quel pensiero a cui noi dobbiamo, sicuramente, un grandissimo progresso in termini di lotta per l'emancipazione. L'errore di "gettare via il bambino con l'acqua sporca" lo hanno già commesso i vertici del PCI nel 1989, per cortesia, non ripetiamolo, teniamoci tutto ciò che c'è di valido nella nostra storia politica e di pensiero, e da li continuiamo a costruire. Nessun albero cresce sano e forte senza radici profonde.



Salvatore Salzano


luigi ha detto...

Carissimo compagno,
bella esortazione ... e pur considerandola uscita da mente onesta ...
un po' generica. Dobbiamo ripartire dalla ricoscizione di tutta la
bibliografia esistente nello scibile della filosofia politica ? Mi è
parso che il lavoro fatto con il GdV abbia, basta imparare a fare
bilanci consuntivi, prodotto un soddisfacente risultato.
Però il tempo stringe e la sintesi che a me pare di dover invocare
resta pur sempre, almeno per i prossimo 50 anni, la nostra vituperata
Costituzione Italiana.

roberto ha detto...

Una sola notazione, rispetto ai fini del Socialismo.
Il fine non può essere solo "una società più giusta ed equa", che pure in questo momento sarebbe già qualcosa, bensì " la società più giusta ed equa possibile". Non mi pare semplice nominalismo, altrimenti potrebbe dirsi socialista qualsiasi persona con un minimo di umanità. Va bene non essere vittime di pretesi testi sacri o dogmi ideologici, ma insomma, l' Idea Socialista non può essere considerata mera filantropia...