giovedì 17 gennaio 2013

Franco D'Alfonso: elezioni regionali in Lombardia e apparentamento coi radicali

DICHIARAZIONE FRANCO D’ALFONSO, PRESIDENTE FEDERAZIONE REGIONALE LISTE CIVICHE LOMBARDE, ASSESSORE AL COMMERCIO DEL COMUNE DI MILANO ELEZIONI REGIONALI IN LOMBARDIA: CONCEDERE SENZA INDUGIO L’APPARENTAMENTO ALLE LISTE RADICALI NELLA COALIZIONE A SOSTEGNO DEL CANDIDATO AMBROSOLI Considero del tutto privo di senso politico l’eventuale non inclusione delle Liste Radicali per la Regione Lombardia nella coalizione che sostiene Umberto Ambrosoli . I Radicali sono organicamente parte della maggioranza che governa Milano, che resta l’esempio migliore di governo del centro sinistra in Lombardia e un riferimento fondamentale per l’intero Paese. I Radicali sono stati i protagonisti più esposti nella battaglia per la legalità nella Regione Lombardia di Formigoni che, non dimentichiamolo, è caduta sotto il peso di irregolarità , malaffare e infiltrazione della n’drangheta senza precedenti in una zona del Nord. Ritengo che la questione della denominazione della Lista , a questo punto del cammino , sia meramente semantica, essendo del tutto evidente che il richiamo alla campagna nazionale dei Radicali è inevitabile ma del tutto privo di influenza sul piano regionale, dove come è noto non vi è alcuna competenza nelle materie richiamate nel simbolo . La rigenerazione della Regione Lombardia, che resta l’obiettivo della coalizione e di tanti, tantissimi cittadini lombardi, passa attraverso una campagna elettorale e politica che richiede grande attenzione e nessuna sottovalutazione, come invece mi pare ci sia stato in questo caso. Condivido le indicazioni date da molti altri esponenti della coalizione - ultima in ordine di tempo Chiara Cremonesi di SeL - per invitare Umberto Ambrosoli a ricordarsi che la forma è sostanza in materia di giustizia, ma in politica è la sostanza che deve trovare la forma di espressione. E l’unica forma di conferma di una consonanza politica che c’è tra gli elettori è concedere senza indugio ulteriore l’apparentamento alla Lista Radicale, indispensabile componente numerica e politica nella coalizione che presentiamo agli elettori lombardi che si recheranno alle urne tra meno di 40 giorni.

23 commenti:

pier paolo ha detto...

Ultimamente Franco ed io siamo stati raramente sulle medesime posizioni, ma su questa questione ha ragioni da vendere. Sottoscrivo ogni sua singola parola.

Pierpaolo Pecchiari

giovanni b. ha detto...

Mi ha sempre infastidito l’apertura di credito che partiti di sinistra hanno fatto ai radicali italiani. Sono una formazione minuscola, arrogante, prepotente e molto di destra dal punto di vista sociale ed economico, il loro leader possiede tali qualità in maniera somma. Spero che non saranno nella coalizione di Ambrosoli: ho sostenuto questa candidatura per realismo, ben capendo che si tratta di una soluzione moderata. Ma con il moderatismo non bisogna esagerare, se no non vale neanche la pena di impegnarsi. Bisogna stare attenti a inseguire un uno per cento non omogeneo e poi perderne un cinque per cento volendo far trangugiare una minestra che proprio non piace. Giovanni Baccalini



francesco ha detto...

Per come la vedo io, vale per i radicali di "Amnistia Giustizia e Libertà" lo stesso discorso che ho cercato di svolgere in questi giorni a proposito delle liste di "Rivoluzione Civile" di Ingroia.



Il Centro-Sinstra doveva (o dovrebbe o avrebbe dovuto) cercare con queste forze degli accordi, non solo di tipo elettorale, ma anche di convergenza politica su alcuni punti qualificanti: e questo tanto su base nazionale quanto nelle regioni.



Ciò non significava (o non significherebbe) prevedere necessariamente che queste forze dovessero fare parte delle future eventuali maggioranze (per lo meno in Parlamento). Significava (o potrebbe significare) anche solo due cose molto più semplici, e cioè : A) che si riconosceva a quelle formazioni un consistente diritto di tribuna, e B) che si stabiliva con loro un'intesa circa una particolare attenzione ad alcune delle loro istanze, prevedendo la possibilità di aprire, ad elezioni avvenute, un confronto costruttivo e privilegiato.



Vedo invece che il Centro-Sinistra, tanto a livello nazionale quanto in regioni come Lombardia e Lazio, sembra preferire la strada ricattatoria del "voto utile".



Questo atteggiamento è secondo me rivelatore di un'arrogante vocazione egemonica, che mi pare sia da ascrivere principalmente al PD, e che ricorda francamente quella del peggior Veltroni del 2008.

E' però un atteggiamento che ai miei occhi risulta francamente assai sgradevole ed irritante.

Per giunta sotto il profilo elettorale mi sembra anche un comportamento molto azzardato e pericoloso.



In realtà, ho sempre più netta la sensazione che il Centro-Sinistra stia cercando di costruire la propria sconfitta, o quanto meno che stia puntando ad una vittoria dimezzata (che consenta poi al PD di andare all'abbraccio con i Centristi).



Per lo meno sono disposto a riconoscere che sul piano nazionale questo disegno risponde ad una sua logica perversa e sbagliata. Ma che questo atteggiamento debba poi trovare in Lombardia dei riscontri anche nelle posizioni del candidato Umberto Ambrosoli mi pare un puro non senso: un volersi tirare la zappa sui piedi per il puro gusto di farsi del male.



Un saluto,

Francesco Somaini

giovanni ha detto...

Rendo noto che Pannella ha proposto alla Direzione del Partito Radicale l’apparentamento con La Destra di Storace in Lazio, come premessa ad un accordo nazionale per le politiche. La proposta è ancora sub judice per obiezioni della Bonino, anche se pare che alla fine decida il capo e non la Direzione. Se così sarà, verrà consacrata la natura autoritaria di quel partito e la sua vocazione reazionaria. L’accordo con Ingroia, l’accordo con Pannella: il modo più diretto per perdere, mettendo la più incredibile confusione nella testa degli elettori progressisti. Spero che Bersani e Ambrosoli siano sufficientemente saggi per evitarlo. Giovanni Baccalini

francesco ha detto...

Mi pare, caro Giovanni, che ti stiano accontentando.



Resta da vedere se sarà stata saggezza come ritieni tu, o maldestraggine (condita da una certa qual dose di malafede) come invece pavento io.



Un saluto,

Francesco



PS: Trovo del tutto inopportuna la richiesta radicale di apparentamento con Storace. Va detto però che questa avviene dopo che gli stessi radicali sono stati scaricati dal Centro-Sinistra (che pure l'altra volta non andò lontano dal vincere con la Bonino). E inoltre va aggiunto - per completezza di informazione - che la cosa non avverrebbe sulla base di una convergenza politica con i fascisti, ma solo come una sorta servizio "taxi", offerto per aggirare l'ingiustizia della legge elettorale.

lanfranco ha detto...

Se e' permesso un intervento a un non lombardo, devo dire che, salvo un eventuale accordo nazionale dei radicali con storace- cosa di cui Pannella sarebbe capace- per le elezioni lombarde sono d'accordo con franco

claudio ha detto...

l'altra volta il Lazio si perse perchè la Bonino interruppe la campagna elettorale per fare una pannellata (un digiuno per la legalità, mi pare), dando agli elettori laziali l'idea che la Bonino non voleva governare, ma avere una tribuna per le pannellate...

mario ha detto...

Trovo logiche, razionali e molto sagge le osservazioni contenute nel messaggio di Franco D'Alfonso. Ma Franco parla di POLITICA, con tutte le lettere maiuscole. Dubito purtroppo - e la cronaca ne è testimone - che buona parte della coalizione del csx (non tutta ovviamente) e principalmente gli stessi Radicali "odierni", sia in Lombardia che altrove, sappiano sostenere tale livello di confronto, viste le varie e ripetute balordaggini a cui ci stanno facendo assistere. Quanto ad Ingroia ed al suo movimento credo siano giunti già al capolinea rivelando tutto il bluff che, a mio parere, hanno sempre rappresentato. Tra le tante e sconclusionate "amenità" che tale ultimo movimento ci ha già offerto va segnalato il prevedibilissimo (e ridicolmente patetico) scontro al calor bianco tra le "ballerine di prima fila" Ingroia e De Magistris.
Mario Francese

giovanni ha detto...

A me pare una mossa tipicamente reazionaria, come del resto sono sempre state le posizioni ultraliberiste e di estrema destra dei radicali nelle materie economiche e sociali. Quando, se non sbaglio il nome, Cappato, era portavoce dei radicali al tempo dell’alleanza con il PSI, mi scandalizzò sostenendo delle tesi di politica economica che non cambiò minimamente quando divenne portavoce del PDL. Io non ritengo di secondo piano e meno qualificanti le posizioni in materia di economia e socialità rispetto a quelle sui diritti civili. Si tratta per entrambi di questioni discriminanti e decisive. Vivere nella confusione e correre dietro a quattro voti e confondere così i propri elettori è una buona premessa per perdere. Del resto tutte le pregresse esperienze stanno a dimostrare che l’apparentamento con i radicali è servito a dar loro una immeritata rappresentanza parlamentare senza che chi si è apparentat con loro abbia in nessuna misura ottenuto qualche miglioramento delle perforance elettorali. Per non parlare del voltafaccia dei radicali nei confronti del PD nella scorsa legislatura, quando hanno contribuito a salvare Berlusconi non diversamente da Scilipoti. Giovanni Baccalini

mario ha detto...

Carissimo Giovanni, il tuo ragionamento (radicale) sui radicali mi potrebbe convincere in astratto, ma non nel caso concreto viste l’inconsistenza e l’evidente pretestuosità delle ragioni addotte -per respingerne la richiesta di presa in carico o, almeno, di collegamento- dai nostri candidati presidenti in Lombardia (l’amnistia non è di competenza delle regioni) e nel Lazio (la legge del ricambio totale vale per tutti in assoluto, anche per quei due consiglieri radicali che, da soli, hanno operato bene scoperchiando la pentola e dimostrando la connivenza pure del pd nella vera e propria rapina operata, a quanto son riuscito ad intendere, passando, negli ultimi due anni, da uno a quattordici milioni dedicati all’alimentazione dei gruppi consiliari). Non credo avrebbe guastato un po più di serietà e di lealtà verso i nostri elettori.
Comunque ...
Mario Viviani

franco ha detto...

Un solo appunto si tratta di Capezzone e non d Cappato. Franco Astengo

paolo ha detto...

Le argomentazioni addotte dagli uni e dagli altri hanno consistenza e serietà, e in qualche modo si bilanciano.

Però io sono nettamente per il no, per una ragione precisa, che è conosciuta da tutti voi.

I Radicali non ci chiedono di essere organicamente integrati nella coalizione, di partecipare e poi sentirsi vincolati dal programma comune (se così fosse, dovremmo ragionare di compatibilità, mediazioni possibili o no, ecc). No, essi ci chiedono di fare una funzione di taxi, per traghettarli nei consigli e poi…amici come prima (come del resto hanno fatto in Parlamento). Non posso neanche dire che i Radicali siano stati sleali: lo avevano detto da sempre.

Ma noi, non possiamo essere, noi sì, sleali verso gli elettori che li avrebbero mandati in consiglio regionale con i loro voti, e che quei voti li avranno dati alla nostra coalizione per far realizzare il nostro programma, non quello dei Radicali (comprensivo di qualche bizzarria che questi ultimi eventualmente scoprissero di ritenere importante in futuro). Proprio per rispettare i nostri elettori, a mio parere non abbiamo il diritto di usare quei voti per far eleggere i Radicali.



Quanto agli aspetti pratici, ha senz'altro ragione Franco. Temo davvero che, senza i pochi voti realmente radicali, rischiamo veramente molto. Però, sarò un ingenuo idealista, per me non è ragione sufficiente: Parigi non vale una messa.

Paolo Zinna

giovanni b. ha detto...

Caro Mario, sulle motivazioni sono d’accordo con te. Le ragioni per le quali auspico che non intervengano accordi tra centro-sinistra e radicali sono quelle che ho ripetutamente illustrato. Cari saluti. Giovanni

diego ha detto...

Il termine che meglio fotografa i radicali è "inaffidabili". E questa inaffidabilità risiede, secondo me, nella mancanza di una consistenza del/nel pensiero politico. Lontanissimo, direi estraneo, da quello dei padri fondatori nel 1956, è una sorta di partito personale, nella forma del PDL di Berlusconi, in cui chi decide tutto è un uomo solo, a seconda degli interessi del momento di costui. Anzi, trovo curiosamente simile il fatto che entrambi i partiti, uno che ha nel suo nome la parola libertà, come il PDL (poi naturalmente il loro concetto di libertà sappiamo benissimo qual'è) e uno, come quello dei radicali, che si rifà a principi libertari, trovino al suo interno solo gente estremamente prona ai desiderata e colpi di testa del capo, in piena obbedienza (con l'unica eccezione nei radicali, fino a un certo punto però, e forse, della Bonino). Nessuno, al loro interno, che sia tanto libero da mandare a quel paese Berlusconi (Alfano ormai cammina piegato) e, nel caso dei radicali, visto che parliamo di loro, Pannella, dicendogli di farse da solo l'alleanza con la destra di Storace, con tutto ciò che questa comporta in termini di razzismo, diritti, ecc Uomini liberi? certop, di obbedire.
Diego Zandel

maurizio ha detto...

Possiamo anche continuare a discutere circa l'opportunità o meno di accordi di desistenza con Ingroia e Pannella, ma ormai i giochi sono fatti e pertanto la discussione rischia di diventare meramente accademica. Mi sembra però che gli ultimi comportamenti dei due e dei loro seguaci dovrebbero indurre a pensare che da gente di questo tipo è meglio stare alla larga.
Maurizio Giancola

franco ha detto...

Purtroppo credo che la convinzione di aver già vinto e la necessità di non avere fastidi nella gestione abbia fatto premio sulle ragioni della politica e quindi i radicali saranno fuori dalla coalizione lombarda. Ci sono dentro Marcora e fuoriusciti Idv che insieme fanno almeno quattro passaggi da uno schieramento all'altro negli ultimi cinque anni ; c'è Di Pietro con il suo simbolo , che a livello nazionale sta con Ingroia ; ci sono gli ex leghisti Cè , l'ex amministratore della Lega Stiffoni ( non ricordo come si chiama, in realtà) , altri fuoriusciti separatisti dalla Lega, il simpatico nostro amico Mimmo Pagliarini ; ci sarebbe stata la pensionata Fatuzzo , se non avesse deciso che i listini Nimex consigliavano un passaggio con Berlusconi a questo turno ; altri personaggi di una certa fama sono rintracciabili nelle varie liste provinciali di partiti e civiche , intendendosi per certa fama una non tendenza a reagire alle sollecitazioni della politica con una volatilità di schieramento perfino superiore a quella di Pannella. Ma Cappato ed i Radicali no , loro sono "inaffidabili" politicamente.
Faccio notare che l'inaffidabile Cappato ha aperto due anni fa la questione firme da solo , si è attaccato come un gatto ai maroni di Maroni ed altri sul sistema della illegalità amministrativa della sanità , ha prodotto ( lo hanno fatto Valerio Federico ed altri) una serie di documentati dossier sul malaffare politico in Regione , il tutto nella più totale assenza di fiato dell'opposizione regionale. O volete che torniamo a parlare della posizione del Pd in questi anni di Regione, con la candidatura Penati che viene dopo anni di " il modello Lombardia funziona, ma noi lo faremmo meglio " e gli accordi diciamo così consociativi di questi anni ? Fatemi capire, la simpatica Sara Valmaggi, una che dire essere penatiana è dire poco , può fare la capolista del Pd nonostante il suo creatore sestese sia nelle condizioni che sappiamo ed invece i Radicali lombardi, che si oppongono alle ultime pannellate laziali, che stanno in maggioranza a Milano senza inventarsi nulla di particolare, che non hanno avuto esitazioni a schierarsi contro il centrodx lombardo anche nella formula Albertini che maschera Cl , devono invece pagare la pessima fama di Cronos Pannella ?
La mia richiesta di avere i Radicali in coalizione è prima di tutto politica, non una furbizia che non piace agli idealisti . Caro Paolo, per quanto riguarda la Regione Lombardia il Pd non può nemmeno iniziare a a fare le pulci ad altri per quanto riguarda la coerenza politica , tanto è vero che non le sta facendo a nessuno . La volontà di escludere i Radicali è della solita ala sedicente cattolica che ha trovato esca nella dabbenaggine politica del candidato Ambrosoli , cui è stato spiegato che il "voto cattolico è essenziale" ( vero, peraltro: solo che con la questione non c'entra nulla..) .
Ultima nota, vi ricordo che i Radicali con lista apparentata non avrebbero avuto nessuna possibilità di ottenere più di un incertissimo consigliere regionale ,eventualmente ininfluente per le sorti della maggioranza di aula.
Chiarito che io sono per l'inclusione politica e non pragmatica dei Radicali ( spero che non ricominciamo con gli idealisti che si salvano l'anima che poi criticano i politici "maneggioni" sia che vincano sia , soprattutto, che perdano...) , mi riservo fin d'ora il diritto di incazzarmi come una bestia nel caso perdessimo per l' 1 % dopo esserci bevuti l'acqua santa dell'antiabortista e sanfedista Cè ( chiedere a Brescia per particolari ) o quella stantia dell'ampolla del Monviso di alcuni figuri che verranno candidati nelle liste leghiste buone ..
Franco
ps a scanso di equivoci dico che sono d'accordo nell'aver apparentato Cè per la stessa ragione per la quale dovevano essere apparentati i Radicali : la sua battaglia antiformigoniana degli ultimi tre anni in materia di sanità è stata puntuale, competente ed inflessibile. Come avrebbe dovuto essere quella di tutti...

mario ha detto...

Sempre in astratto, ma senza tener conto che Bonino, Staderini (segretario di Radicali italiani), Viale (presidente di Radicali italiani, a dispetto di Pannella) ed altri hanno opposto il loro rifiuto all’intesa con Storace, finendo –in sostanza- per ottenere quanto volevano. Insomma, pur riconoscendo che anche il ruolo di Pannella è trabordante e scarsamente contenuto dai suoi compagni, assimilare i Radicali al PDL come raggruppamenti soggetti alla dittatura di una persona mi pare davvero eccessivo.
Credo che trattare i radicali in modo più serio e politicamente corretto di quanto è stato fatto avrebbe forse contribuito (in somma algebrica dei voti persi e di quelli conquistati) a far vincere il centrosinistra. Comunque spero che non vi fosse bisogno del loro concorso.
Mario Viviani

mario ha detto...

Sempre in astratto, ma senza tener conto che Bonino, Staderini (segretario di Radicali italiani), Viale (presidente di Radicali italiani, a dispetto di Pannella) ed altri hanno opposto il loro rifiuto all’intesa con Storace, finendo –in sostanza- per ottenere quanto volevano. Insomma, pur riconoscendo che anche il ruolo di Pannella è trabordante e scarsamente contenuto dai suoi compagni, assimilare i Radicali al PDL come raggruppamenti soggetti alla dittatura di una persona mi pare davvero eccessivo.
Credo che trattare i radicali in modo più serio e politicamente corretto di quanto è stato fatto avrebbe forse contribuito (in somma algebrica dei voti persi e di quelli conquistati) a far vincere il centrosinistra. Comunque spero che non vi fosse bisogno del loro concorso.
Mario Viviani

giovanni b. ha detto...

A parte ogni considerazione di dignità politica e sull’affidabilità dei radicali, relativamente alle quali sono in dissenso con te, domina la valutazione sugli effetti elettorali. Se, sfortunatamente, perdessimo per l’1%, vuol dire che avremmo perso con maggior margine inserendo i radicali nella coalizione. Sono, infatti, persuaso che l’inclusione dei radicali ci farebbe perdere più voti di quanti ne guadagneremmo. Mi sembra che tu debba farti una ragione se la maggior parte dello schieramento che fa capo ad Ambrosoli ha convinzioni diverse dalle tue. Giovanni Baccalini

felice ha detto...

Concordo con Franco. Purtroppo quello che risultra è l'assenza di n tavolo poloitico strrategico in cui si prendano le decisioni rilevanti. In generale le decisioni fattre in solitario e senza ponderazione sono sbagliate. Ovviamenteper la totale assenza di interessi personali privati, mi auguro di sbagliarmi, piuttosto che poter dire: " Ve l'avevo detto!"






Felice Besostri

luciano ha detto...

Sono completamente d'accordo con Franco.

Gli argomenti utilizzati dai compagni che si sono espressi contro l'accordo
con i radicali hanno un fondamento sul piano nazionale, ma in sede locale si
sono sempre fatte (perfino quando esistevano partiti nazionali degni di
questo nome) alleanze anomale o se volete spurie. In Lombardia
l'opposizione dei radicali al potere ciellino è stata lineare ed encomiabile
Non accettare l'apparentamento con i radicali solo perché mettono nel
simbolo "amnistia" è una sesquipedale balordaggine. Anche se personalmente
sono e resto contrario ad amnistie, indulti, condoni e quant'altro.

L'inaffidabilità dei radicali, che certamente è un problema visto che la
vecchiaia di Pannella tende a somigliare ogni giorno di più a quella di
Burghiba, si annulla nella dimensione regionale, sia perché le competenze
della Regione non si prestano a grandi voli pindarici, sia perché l'esile
rappresentanza che il PR avrebbe ottenuto non avrebbe potuto condizionare
una maggioranza forte del premio.

Sono d'accordo con Franco anche quando parla di "dabbenaggine politica del
candidato Ambrosoli". So bene che lui lo ha sostenuto non nascondendosi fin
dall'inizio questo limite di Ambrosoli. Che purtroppo, però, non è un
dettaglio ...



Luciano Belli Paci


luigi ha detto...

Leggi i pro e i contro ... ebbene i Radicali non sono un partito
omogeneo ma una arlecchinata di vari e diversi ... non sono mai
riusciti a tagliare le palle a Crono-Pannella che ha sempre vietato
liste regionali per quanto possibile ... perché sennò diventano forti
i colonnelli e Pannella ha sempre voluto che rimanessero impotenti.
Paghino 400 euro di tessera annua vadano al consiglio nazionale e
non contino un tubo. Tanto i rimborsi elettorali li gestisce
personalmente lui considerato che i simboli elettorali sono di sua
esclusiva proprietà
Penso sappiate tutti che i simboli sono proprietà personale di
Pannella (esclusi forse quelli con Pannela Bonino tanto è verosimile
che la Bonino non ha dato l'OK per questo simbolo in questa
occasione e il Pannella se ne è inventato uno tutto suo) ma penso sia
noto, paradosso all'italiana,che sia anche di sua proprietà il
simbolo della Rosa nel Pugno per una campagna elettorale del PSI
segreteria Mancini e poi simbolo da questi donato a Pannella per il
partito Radicale che però se l'è accaparato dal notaio. Sgarro per i
socialisti del mondo visto che è simbolo dell'Internazionale
socialista. A nessun segretario del PSI è venuto mai in mente di
contestare tale abuso di proprietà del marchio del socialismo
internazionale ... mah !
Per concludere, siccome il bilancio dei radicali lombardi di Cappato
in consiglio regionale è stato fortemente in attivo, l'alleanza
Ambrosoli dovrebbe ringraziare Cappato per avere contribuito a
abbattere l'impero del "Celeste" ciellino e consentire
l'apparentamento, con due utilità: aiutare a vincere contro la destra
indecente PDL Lega e rafforzare Cappato nel PR che con Bonino e
l'attuale segretario Staderini stanno finalmente cercando di mettere
la camicia di forza a Pannella che di peggio come dittatore polimorfo
perverso non c'è nessuno, nemmeno Berlusca.A quando un ricovero
coatto di Pannella all'SPDC ?
Il primo di dicembre a Roma Staderini è intervenuto al convegno LdS e
ha parlato più da liberal-socialista che da liberista poi uscendo
interpellato da me sulla deriva liberista del PR degli ultimi 20
anni si è schernito e mi ha detto che giorni prima aveva organizzato
un convegno su Guido Calogero. Da verificare il suo personale
ripensamento sul neoliberismo.
Come si può capire le mie sono argomentazioni tese a riportare il PR
nell'alveo liberalsocialista originario della scissione dal PLI nel
1956 come qualcuno ha ricordato e dunque scevre da contingenti
moralismi e utili complessivamente alla causa della sinistra.
W il Cappato libertario lombardo ABBASSO il Pannella fascista
pazzoide romano !!!
Luigi Fasce
www.circolocalogerocapitini.it
PS
L'aggravante
come qualcuno avrà notato la perversione di Pannella ha fatto
spudoratamente inserire nel simbolo assieme a AMNISTIA
GIUSTIZIA LIBERTA'
definizione tutelata del filone del socialismo liberale e
liberalsocialismo.
Pannella, oltre all'uso del linguaggio "insalata di parole" classico
dello psicotico ha anche fatto uso perverso e strumentale di questo
acronimo prezioso e prestigioso retaggio della nostra tradizione.


stefano ha detto...

Veramente caro Felice un "tavolo politico" c'era e c'e' , almeno nel caso di specie (come diresti tu). Questo esclude decisioni "in solitario". Inoltre esso era fatto di presenti e di assenti, di parlanti e di non parlanti al riguardo. Il tempo reale delle decisioni possibili ha un inizio e una fine. Chi arriva prima non e' ascoltato. Chi arriva dopo non e' ascoltabile. Il 26 febbraio dirò la mia in proposito.