giovedì 17 gennaio 2013

Paolo Bagnoli: Cominciare di nuovo

Anticipazione dell'articolo di apertura del direttore della rivista'La Rivoluzione Democratica"(n.3), Paolo Bagnoli." COMINCIARE DI NUOVO L’Italia in pulsione elettorale sta tirando fuori,a piene mani,tutta la sua vacuità. Mettersi a contare il tutto e il contrario di tutto che viene fuori sarebbe troppo lungo;la realtà è che alla crisi della democrazia,caratterizzata e allargata dall’esperimento Monti, nessuno sembra mettere attenzione in un gioco di furbizie e accuse reciproche che sono il termometro di un qualcosa di cui non solo non si respira nemmeno la percezione,ma su cui si scivola con irresponsabilità generalizzata nella visione visionaria o dell’interdizione di una forza o di uno schieramento rispetto a un altro oppure,ed è la cosa che pesa di più,della conquista del governo. La sensazione è più per il gusto dell’esercizio del potere che per la responsabilità del governare. Comunque vedremo. Naturalmente di cose da dire ce ne sono tante; ciò che a noi interessa è richiamare ancora una volta la necessità e l’urgenza della questione socialista in Italia; questione resa ancor più pressante dal momento che,come la Costa Concordia è affogata nelle onde del Giglio,il PSI lo è nei marosi del Partito Democratico. Intendiamoci, non è che se non lo avesse fatto la questione avrebbe cambiato qualità;fatto si è che la scelta di avere qualche scranno parlamentare non solo non ha niente a che vedere con il ritorno dei socialisti sulla scena politica,ma,soprattutto,è del tutto aliena dalla questione del socialismo che in Italia va rifondato,ricostruito e,forse,anche,reinventato. Il fatto poi che il PSI appartenga al PSE significa la sublimazione del nulla poiché il PSE è solo la sigla che giustifica un gruppo al Parlamento europeo;per il resto non è nemmeno una delusione,bensì solo una sigla che raccoglie forze che si definiscono tali;per il resto quale sia l’ideologia del PSE è,e rimane,un mistero. E certo che,messi da parte i revenants, se il PSE – ma bisognerebbe esistesse – desse una mano a ricostruire in’Italia una forza socialista avrebbe fatto il minimo che gli sarebbe dovuto. Così,se il PSI,formalmente rappresenta il soggetto socialista non è che nel cono d’ombra da esso emanato sia raccolto l’insieme della galassia socialista e non parliamo di quei già socialisti,come che hanno aderito al berlusconismo,ma dei tanti compagni che, o senza tessera oppure nel PD,in SEL o nel PSI si rendono conto dell’insufficienza genetica del quadro e vorrebbero muoversi per riagganciare la questione socialista alla storia italiana sia per riiniziare un processo di ricostruzione della sinistra, sia per dar vita a una presenza di garanzia e sviluppo democratico nel momento in cui,con la crisi del berlusconismo,l’anomalia del montismo e la perdita di senso della democrazia repubblicana, il Paese ha iniziato una decisa svolta a destra con conseguenze sociali devastanti. In tale contesto, frastagliato e a geometria variabile, non tutto è stato fermo.L’esperienza di Volpedo e del Network socialista ha segnato momenti significativi sia per quanto concerne una testimonianza militante,anche diffusa, sia perché ha espresso punti di coagulo che hanno impedito una ulteriore dispersione tenendo aperta l’esigenza di un’azione la quale,peraltro,strategicamente,non è mai stata esplicitata in modo chiaro e univoco. Si è, infatti, andati dal cercare di influenzare verso il socialismo il PD,o almeno una parte di esso,al ritenere che SEL – ossia l’archeologia vivente del bertinottismo – potessero evolvere verso collocazioni socialiste oppure che,in vista delle prossime elezioni europee,attorno al PSI si condensasse,nel nome del PSE e magari sotto le sue insegne una raccolta di quanti più momenti socialisti possibile. Sia chiaro:tutte le idee hanno legittimità,ma la controreplica della realtà è stata più forte delle intenzioni per cui,nell’indeterminatezza di un’azione decisa che facesse capire di volere essere in qualche modo almeno un embrione di “soggetto”,non solo non vi è stata strategia,ma lo spesso tatticismo,dell’uno come dell’altro, è stato travolto fino a cancellarne,nei fatti,l’impostazione e l’intenzione orginaria. Nella fase nuova che si è aperta non sono riproponibili gli schemi originari né di Volpedo né del Network;e se questi due soggetti esprimevano,con forza, passione e impegno,un profilo di soggettività socialista ora,soprattutto dopochè l’annegamento del PSI nel PD ha anche formalmente allargato ulteriormente gli spazi,è il momento di sapere,senza ambiguità,né tatticismi,né attese di virtuosità esterne che possono venire dal PSE,se ci vogliamo porre con la serietà e responsabilità voluta mettere alla prova perché quel profilo di soggettività lo divenga di un soggetto. Le obiezioni a tale osservazione già ce le sentiamo fischiare negli orecchi.Ma c’è bisogno,proprio bisogno,di un altro partitino a sinistra?che senso ha?o non c’è SEL,ove si può fare una battaglia – come,poi,nessuno lo sa – non c’è l’esperienza degli arancioni in cui pure qualificati compagni socialisti sono impegnati;non ci sono nel PD presenze di sinistra che fanno bene sperare? E allora,cosa potrebbe rappresentare,un nuovo luogo che si definisce socialista? Ora,fermo restando che il bello della democrazia e della libertà consiste nel fatto che ognuno è,appunto,libero di pensare e di agire come meglio crede,tutte queste ipotetiche,ma non tanto,osservazioni,non danno risposta al problema che rimane aperto poiché una presenza socialista che,riaggacciandosi alla storia del PSI nella storia d’Italia,rivendichi la legittimità della nozione sociale e culturale di sinistra e di quella che un tempo veniva definita “la cultura del movimento operaio”,ossia dei salariati,dei lavoratori contro i cui diritti il governo Monti si è addirittura scatenato con sussieguo sapienziale e talora toni sprezzanti sul concetto – ma che bella innovazione,riconosciamolo! – che destra e sinistra sono concetti superati e che è l’ora che tutti i riformismi convergano. Confessiamo che troviamo assai difficile commentare un così ampio cesto di scemenze! Noi crediamo che i socialisti oggi abbiano l’occasione per mettersi alla prova,sempre che ne abbiano l’intenzione visto che il quadro generale è sgombro da ogni possibile equivoco:il PSI è nel ventre nel PD;SEL cammina serena e tranquilla sul tragitto bertinottiano; il PD,al di là delle voci di dentro,è tutto e il contrario di tutto;l’esperienza arancione non può essere rapportata a una qualsiasi forma partito poiché ha una valenza di chiara cifra localistica;Grillo,Ingroia e Di Pietro non sono cose nostre. Bisogna accertare se c’è l’intenzione ripartendo,in primo luogo,da quanto è rimasto di Volpedo e del Network e stlare un manifesto di raccolta e di rifondazione del socialismo italiano. Questa è la prova.Insomma, cominciare di nuovo. PAOLO BAGNOLI

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