Ho letto con attenzione l'articolo di Schulz che tra i tanti proposti mi è sembrato molto importante perchè è un punto di vista di un socialista europeo, della SPD, che si ritiene rappresentante del pensiero socialista più, più a sinistra che c'è. Si crede che sia più di sinistra che l'attuale candidato al cancelliarato proposto dal SPD. Poi è anche il Presidente del Parlamento europeo e non è ruolo da poco, ma come già si può rilevare in questo suo documento, ancora di serie b rispetto al consiglio europeo che tutto decide e lo decide in senso radicalmente neoliberista. Comunque sia il suo peso nella U.E. conoscere la posizione Schulz, anche di minoranza, nel quadro del Socialismo europeo ci può aiutare molto per avere un punto di riferimento per collocare la nostra azione politica nell'arco tra socialdemocrazia e neoliberismo.
Il titolo mi è sembrava promettere molto. "Uniti per riaffermare il primato della politica sui mercati" Figurarsi, è il problema che deve risolvere il socialismo europeo. Ebbene Schulz quando narra dei "si dice" contro il capitalismo finanziario (direi che lo fa con grande conoscenza del linguaggio demagogico) individua certamente questa magagna del nuovo capitalismo, ma quando passa a proporre soluzioni ma pare che tutto si limiti a affermare che "i mercati hanno bisogno di un quadro politico che li regoli", poi in verità entra nel merito su questa o quella specifica misura. Mi paiono proposte minimali molto al di sotto di quelle formulate da Keynes che non si è dimenticato della funzione della moneta e della regolamentazione monetaria.E di chi sono i padrone delle banche centrali nazionali e per fare riferimento alla UE senza cui non si può uscirne, di chi è la BCE ? degli stati membri opppure come le Banche centrali nazionali è dei privati un pool di banche. Regolamentare i mercati da parte della politica sarebbe instaurare il semplice vero liberismo: i soli privati competere in un quadro di regole certe uguali per tutti. E poi ? Schulz accenna a
Ma con il mercato privato libero come si fa a imporre il nostro modello sociale ? Mi sembra troppo reticente sul come fare a imporlo alle imprese e istituti finanziari multinazionali e oramai si deve ricominciare a parlare di "plutocrazia". E' mai pensabile che un modello socialdemocratico alternativo a quello neoliberista faccia a meno di avere partecipazioni prevalentemente pubbliche in servizi (treni e autostrade) ma anche in imprese strategiche che non si possano per questo privatizzare nè delocalizare? La programmazione dell'economia, le riforme strutturali, quelle di Lombardi, di segno opposto di quelle di MOnti, rientra nel pensiero di Schulz quello che è scritto nella Costituzione tedesca, quello che è scritto nel manifesto socialdemocratico di Bad Godesberg (1959) quello che è scritto nella Costituzione italiana. Nemmeno un accenno il nostro Schulz a questi fondamentali della socialdemocrazia.Mi sembra ancora sul percorso della "terza via", Schulz, il più avanzato a sinistra del PSE. Nemmeno un accenno alla modifica dei trattati europei a cominciare da quello di Maastricht che hanno imposto il neoliberismo selvaggio nella UE, che è ha sostituito il principio di cooperazione con quello di competizione intra Paesi dell'UE. Ho avuto occasione di visionare un'intervista a Crai quando era esule a Hamamett e dunque in tempi oramai lontani e Craxi resosi conto del guaio che avevamo fatto con il Trattato di Maastricht senza peli sulla lingua disse che bisognava riformularlo sulla base di altri principi se no era il disastro. Certo la prospettiva a Hammamett era diversa da quando il PSI era al governo nel 1992 e De Michelis firmò il Trattato. Però è sempre bene ritornare sugli errori per correggerli. Ora mi pare che Schulz in questo sua articolo non ci pensi proprio di uscire dalla gabbia neoliberista e riportare la navicella PSE nel solco socialdemocratico, l'unico modello economico che consentirà in concreto di salvaguardare proprio il nostro modello sociale come indicato sopra dallo Stesso Schulz. NOn sa che in Cina i cittadini vivono senza stato sociale e i lavoratori senza tutele del lavoro ? IN questo sistema cinese che - a parte il rosso invece che il colore nero -ricorda quello di Pinochet - la politica impone il neoliberismo. E la "questione sociale" riportata alla memoria dal nostro Napolitano ? Un librino denso denso di Pierre Larrouturou "C'est plus grave que ce qu'on vous dit ... mais on ne peux sortir.> (recuperato al congresso del PSF a Tolosa) afferma che tanto la Cina che gli USA sono seduti su un barile di dinamite, forse peggio sopra una bomba atomica innestata. Schulz lo sa ? Non so se riusciremo a imporlo il nostro modello economico e sociale socialdemocratico ma almeno dovremma partire con la giusta diagnosi, oramai trita e ritrita del fallimento del neoliberismo mondializzato, e con la giusta terapia che sono le politiche classiche del riformismo socialista. Se alle prossime elezioni europee del 2014, queste nazionali sono "guaste" in partenza, il PSE non portera un programma centrato non solo sulla regolamentazione dei mercati finanziari ma anche su un altro modello di economia (basta che sia socialdemocratico) chiaramente opposto a quello neoliberista ci avranno propinato con narrazioni demagociche una nuova fregatura neoliberista. Credo che valga la pena di predisporre un movimento nazionale, vediamo assieme il nome, che abbia profilo identitario e programma economico e sociale inequivocabilmente, socialdemocratico. Per noi italiani è facile stilarlo basta copiare dalla Costituzione Italiana. Luigi Fasce www.circolocalogerocapitini.it
3 commenti:
Ho letto con attenzione l'articolo di Schulz che tra i tanti proposti
mi è sembrato molto importante perchè è un punto di vista di un
socialista europeo, della SPD, che si ritiene rappresentante del
pensiero socialista più, più a sinistra che c'è. Si crede che sia più
di sinistra che l'attuale candidato al cancelliarato proposto dal
SPD.
Poi è anche il Presidente del Parlamento europeo e non è ruolo da
poco, ma come già si può rilevare in questo suo documento, ancora di
serie b rispetto al consiglio europeo che tutto decide e lo decide in
senso radicalmente neoliberista.
Comunque sia il suo peso nella U.E. conoscere la posizione Schulz,
anche di minoranza, nel quadro del Socialismo europeo ci può aiutare
molto per avere un punto di riferimento per collocare la nostra
azione politica nell'arco tra socialdemocrazia e neoliberismo.
Il titolo mi è sembrava promettere molto.
"Uniti per riaffermare il primato della politica sui mercati"
Figurarsi, è il problema che deve risolvere il socialismo europeo.
Ebbene Schulz quando narra dei "si dice" contro il capitalismo
finanziario (direi che lo fa con grande conoscenza del linguaggio
demagogico) individua certamente questa magagna del nuovo
capitalismo, ma quando passa a proporre soluzioni ma pare che tutto
si limiti a affermare che
"i mercati hanno bisogno di un quadro politico che li regoli", poi
in verità entra nel merito su questa o quella specifica misura. Mi
paiono proposte minimali molto al di sotto di quelle formulate da
Keynes che non si è dimenticato della funzione della moneta e della
regolamentazione monetaria.E di chi sono i padrone delle banche
centrali nazionali e per fare riferimento alla UE senza cui non si
può uscirne, di chi è la BCE ? degli stati membri opppure come le
Banche centrali nazionali è dei privati un pool di banche.
Regolamentare i mercati da parte della politica sarebbe instaurare il
semplice vero liberismo: i soli privati competere in un quadro di
regole certe uguali per tutti.
E poi ? Schulz accenna a
Ma con il mercato privato libero come si fa a imporre il nostro
modello sociale ? Mi sembra troppo reticente sul come fare a imporlo
alle imprese e istituti finanziari multinazionali e oramai si deve
ricominciare a parlare di "plutocrazia".
E' mai pensabile che un modello socialdemocratico alternativo a
quello neoliberista faccia a meno di avere partecipazioni
prevalentemente pubbliche in servizi (treni e autostrade) ma anche in
imprese strategiche che non si possano per questo privatizzare nè
delocalizare?
La programmazione dell'economia, le riforme strutturali, quelle di
Lombardi, di segno opposto di quelle di MOnti, rientra nel pensiero
di Schulz quello che è scritto nella Costituzione tedesca, quello che
è scritto nel manifesto socialdemocratico di Bad Godesberg (1959)
quello che è scritto nella Costituzione italiana.
Nemmeno un accenno il nostro Schulz a questi fondamentali della
socialdemocrazia.Mi sembra ancora sul percorso della "terza via",
Schulz, il più avanzato a sinistra del PSE.
Nemmeno un accenno alla modifica dei trattati europei a cominciare da
quello di Maastricht che hanno imposto il neoliberismo selvaggio
nella UE, che è ha sostituito il principio di cooperazione con quello
di competizione intra Paesi dell'UE.
Ho avuto occasione di visionare un'intervista a Crai quando era esule
a Hamamett e dunque in tempi oramai lontani e Craxi resosi conto del
guaio che avevamo fatto con il Trattato di Maastricht senza peli
sulla lingua disse che bisognava riformularlo sulla base di altri
principi se no era il disastro. Certo la prospettiva a Hammamett era
diversa da quando il PSI era al governo nel 1992 e De Michelis firmò
il Trattato.
Però è sempre bene ritornare sugli errori per correggerli. Ora mi
pare che Schulz in questo sua articolo non ci pensi proprio di uscire
dalla gabbia neoliberista e riportare la navicella PSE nel solco
socialdemocratico, l'unico modello economico che consentirà in
concreto di salvaguardare proprio il nostro modello sociale come
indicato sopra dallo Stesso Schulz. NOn sa che in Cina i cittadini
vivono senza stato sociale e i lavoratori senza tutele del lavoro ?
IN questo sistema cinese che - a parte il rosso invece che il colore
nero -ricorda quello di Pinochet - la politica impone il
neoliberismo. E la "questione sociale" riportata alla memoria dal
nostro Napolitano ? Un librino denso denso di Pierre Larrouturou
"C'est plus grave que ce qu'on vous dit ... mais on ne peux sortir.>
(recuperato al congresso del PSF a Tolosa) afferma che tanto la Cina
che gli USA sono seduti su un barile di dinamite, forse peggio sopra
una bomba atomica innestata.
Schulz lo sa ? Non so se riusciremo a imporlo il nostro modello
economico e sociale socialdemocratico ma almeno dovremma partire con
la giusta diagnosi, oramai trita e ritrita del fallimento del
neoliberismo mondializzato, e con la giusta terapia che sono le
politiche classiche del riformismo socialista.
Se alle prossime elezioni europee del 2014, queste nazionali sono
"guaste" in partenza, il PSE non portera un programma centrato non
solo sulla regolamentazione dei mercati finanziari ma anche su un
altro modello di economia (basta che sia socialdemocratico)
chiaramente opposto a quello neoliberista ci avranno propinato con
narrazioni demagociche una nuova fregatura neoliberista.
Credo che valga la pena di predisporre un movimento nazionale,
vediamo assieme il nome, che abbia profilo identitario e programma
economico e sociale inequivocabilmente, socialdemocratico. Per noi
italiani è facile stilarlo basta copiare dalla Costituzione Italiana.
Luigi Fasce
www.circolocalogerocapitini.it
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