sabato 8 settembre 2012

Franco D'Alfonso: La Fondazione e le formule magiche

La fondazione e le formule magiche

Venerdì, 7 settembre 2012 - 13:49:00
di Franco D’Alfonso, assessore al Commercio del Comune di Milano, per Affaritaliani.it

Il decreto governativo che istituisce (forse) la Fondazione Brera rimette all’ordine del giorno il tema già affrontato dall’Atene di Licurgo e Pericle, dalla Roma del tempo di Mecenate e più di recente dalle amministrazioni locali e nazionali della Repubblica Italiana. Il dibattito divampa fra ruolo del pubblico, intervento dei privati, regia, manager, studiosi e via dichiarando, ma quello che stupisce è il fatto che nessuno, diconsi nessuno, si preoccupa di andare a controllare i risultati delle esperienze recenti e similari prima di pontificare con sicumera sul tema.
La scelta della Fondazione come formula magica e risolutiva a Milano dopo gli esempi della Scala e della Fiera meriterebbe qualche riflessione in più. Occorrerebbe magari chiedersi come mai nessuno dei mirabolanti obiettivi delineati dal non gratuito studio che ha generato l’attuale assetto della Fondazione Scala sia stato centrato nemmeno lontanamente e dopo pochi anni si sia daccapo a cercare soluzioni e soprattutto soldi per pagare anche i costi di studi e manager nel teatro ; ovvero mettersi a fare, per esempio, di conto sull’effettivo apporto di capitale privato nell’investimento miliardario della Fiera, per scoprire che l’apporto di capitale fresco non arriva ad una percentuale a due cifre !
Da anni ci viene ripetuto come novità assoluta che l’ingresso dei “privati” è la soluzione che lo statalismo di ritorno stupidamente rifiuta, ingresso che parte sempre sbandierando l’esempio degli Usa , fa intuire il possibile impiego di miliardi di euro e si trasforma nell’ingresso in pianta stabile di “privati” , magari con azionisti pubblici come l’Eni, nei consigli di amministrazione e nelle poltronissime ed ai vernissage. Anche in questo caso aiuterebbe conoscere un po’ di cronaca, se non di storia, verificando come le grandi Fondazioni americane nascono come iniziativa privata senza fine di lucro da parte di “robber barons” desiderosi di far dimenticare qualche durezza capitalistica, come Carnagie o per risolvere il problema della successione e del lavoro fuori azienda a membri della famiglia , come Guggenheim o Getty , ovviamente usufruendo di uno sconto fiscale sulle tasse che viaggiavano, magari è il caso di ricordarselo, intorno al 60% per i redditi oltre un milione di dollari, prima che arrivasse Robin Hood George Bush jr a ridurle di due terzi . Nessun amministratore pubblico nella patria dell’iniziativa privata si è mai sognato di privatizzare il Metropolitan Museum per trasformarlo , che so, nel “Soros Museum”, si è accettata la generosa contribuzione dando conto e facendosi approvare dal benefattore di turno l’impiego dei mezzi donati e si è apposta una elegante targhetta di ottone con il nome del suddetto nella hall di ingresso !
Se si aggiunge che, come ricorda spesso il deluso ex assessore alla Cultura Carruba, i Carnagie nostrani sono di braccino corto conclamato e la teoria in voga a Milano era quello dell’uso delle istituzioni come strumento di marketing per le aziende milanesi, ci si spiega come il risultato più eclatante dell’intervento dei privati sia stata la lievitazione dei compensi dei manager ed il rafforzamento di alcuni come fornitori di utenze e servizi finanziari e consulenziali.
Non mi sembra quindi una grande idea discutere dell’assetto di Brera partendo dalla forma giuridica o da una privatizzazione più o meno obliqua . Occorre invece partire dai problemi principali che, normalmente, sono una gestione efficiente ed i fondi necessari , ammettendo di avere chiaro – e non sempre lo è – qual è il ruolo, la “mission” , dell’istituzione in questione, vale a dire quella “regia” che il collega Stefano Boeri ha più volte indicato come prerequisito e prerogativa pubblica irrinunciabile.
Il problema principale è quindi quello dell’autonomia dell’istituzione Brera, che non può essere governata da una struttura ministeriale, autonomia che può essere garantita con la forma della Fondazione , con uno Statuto approvato e verificato dagli stakeholder pubblici, tra i quali la città ed il Comune di Milano è certamente il principale, con una inalienabile ed inattaccabile maggioranza ( io penso debba essere almeno del 90 %) pubblica, con la possibilità di gestirsi il bilancio e l’attività e di scegliersi il management senza essere legati ai concorsi pubblici nazionali e soprattutto uscendo dal contratto della PA . Il ruolo dei privati in Fondazione non può evidentemente essere quello dello sponsor, che ha regole, contratto e sinallagma di prestazione che non deve essere confuso con quello del mecenate. I benefattori, coloro che intendono restituire alla città o al Paese una piccola parte della fortuna che hanno potuto realizzare , possono avere un ruolo di controllo e non di decisione sull’impiego dei mezzi donati ( e non investiti ! ) , auspicabilmente un beneficio fiscale significativo per le somme erogate ed il giusto riconoscimento , che può essere anche la presenza in cda (auspicabilmente senza indennità…) o la prima fila ai vernissage.
Chi pensa che a Milano questo sia difficile, dal momento che non si è mai vista una “Fondazione Moratti” o Berlusconi o Pirelli negli ultimi venti anni, può avere una speranza nel ricordare che a Milano non è sempre andata così, che la Triennale di Milano è nel palazzo ceduto in comodato d’uso perpetuo dalla Fondazione Bernocchi , che non ha mai preteso in cambio nulla per i discendenti e familiari del senatore Bernocchi , che il Politecnico di Milano è stato voluto dalle associazioni di Arti e Mestieri , che l’Università Bocconi è un lascito straordinario di un industriale milanese che ha voluto ricordare il proprio figlio perito in guerra.
E comunque se i benefattori non ci sono più , la soluzione non è ribattezzare uno sponsor, che è un investitore, con questo nome . sarebbe un dejavu, e non mi riferisco all’ “ego baptizo te piscem” del pragmatico prelato di qualche secolo fa…







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