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venerdì 28 settembre 2012
Pierpaolo Pecchiari: Sulla delibera Sea-Serravalle
Sulla delibera SEA-Serravalle.
pubblicata da Pierpaolo Pecchiari il giorno Venerdì 28 settembre 2012 alle ore 14.27 ·
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Credo di non sbagliare rivendicando di essere stato, all'interno del mio partito, SEL, tra i più accaniti avversari dello schema che prevedeva la cessione di SEA a F2I-CdP. Uno schema che, peraltro, tra i partiti di maggioranza aveva diversi oppositori. E che per fortuna è saltato quando, oltre alla politica, ci si è messa di mezzo anche la magistratura. Quindi penso di aver titolo per parlare senza essere etichettato come "servo di partito".
Ciò detto, le delibere bisognerebbe leggerle attentamente, soprattutto prima di indire Crociate. Cosa rende questa delibera "potabile"?
Il fatto che
..."l'assetto azionario post quotazione, con riferimento agli attuali azionisti, risulterà così articolato: flottante 25% del capitale sociale; Comune di Milano 48,1%; F2I 26,1%; piccoli azionisti 0,8%"...
Per la verità Borsa Italiana questo assetto si realizzera se la Provincia seguirà il Comune di Milano sulla strada della quotazione in borsa di SEA, ma una situazione simile la si avrebbe anche se ciò non avvenisse. Borsa Italiana riassume in questo comunicato ("Sea: Consiglio Comune Mi approva delibera per Ipo") l'assetto azionario post-quotazione nei diversi casi, a seconda di cosa farà la Provincia.
Sostenere che SEA è stata privatizzata, quando invece il Comune mantiene il pacchetto azionario di maggioranza e il sostanziale controllo della società, è una forzatura.
Come oggi spiega il Sole 24 ore ("Sea, via libera all'Ipo in Borsa Valutazione di oltre 900 milioni" ), che in futuro F2I rastrelli azioni in borsa non si può escludere; ma è improbabile, visto che se salisse sopra il 30% dovrebbe lanciare un'OPA, operazione particolarmente costosa, per ritrovarsi comunque comunque in casa un socio di minoranza con il 48% delle azioni, e quindi con ottime possibilità di bloccare, secondo il nostro diritto societario, molte delle operazioni più sgradite.
Restano ancora sul tappeto, invece, tutti i problemi che solo la politica può affrontare:
1.soluzione del "falso dualismo" tra Linate e Malpensa, soluzione facilissima perché basta rifarsi, secondo logica, al Decreto Bersani
2.rilancio di Malpensa attraverso la collaborazione con almeno un vettore di rilievo internazionale interessato a farne la sua base d'operazioni europea (visti i chiari di luna, probabilmente proveniente dal Golfo o dal Far East)
3.smantellamento definitivo delle protezioni e dei favoritismi di cui gode Alitalia, con la definitiva liberalizzazione del mercato dei servizi di trasporto aereo
4.riassetto del sistema aeroportuale del Nord - per il quale, però, sarebbe più che sufficiente lasciare operare il mercato, ragion per cui ho sempre visto l'ipotesi di un ingresso della Regione nell'azionariato di SEA come il fumo negli occhi, visto che avrebbe privilegiato convenienze e campanilismi per proteggere Bergamo e Brescia. Se vogliamo discutere di politiche si settore - razionalizzazione del sistema aeroportuale e mercato dei servizi di trasporto aereo - di questo dobbiamo occuparci.
Se vogliamo proprio "buttarla in politica", non posso non osservare che l'intera vicenda fa tornare in mente il paradosso dello scimpanzé che, lasciato davanti a una macchina da scrivere per un tempo sufficiente, riscrive "Guerra e Pace". La delibera approvata ieri sarà anche "potabile", ma al momento la Giunta non pare avere le idee molto chiare nè sugli investimenti da effettuare nel prossimo futuro, nè sulla sua strategia complessiva riguardo alle partecipate. Lo scrivo con spirito costruttivo, perché proprio la confusione di idee è alla radice degli ultimi sondaggi negativi circa l'operato del Sindaco e della Giunta. E poco importa se questa comnfusione di idee è reale solo "percepita" da osservatori e cittadini.
Tralascio invece ogni commento sulle penose sceneggiate cui ci hanno fatto assistere alcuni esponenti di maggioranza. In maggioranza si sta, consapevoli dei rapporti di forza. A volte anche sperimentando tutte le possibili strade per modificare temporaneamente, su una singola battaglia, quelli usciti dalle urne, avvalendosi della propria capacità di rapportarsi con la società e gli attori sociali ed economici. Ma sempre tenendo conto che una cosa è, appunto, stare in una maggioranza, altra cosa è fare opposizione. Sostenere tesi bislacche - tipo quella del referendum cittadino sul destino di SEA, giustamente osteggiata soprattutto dai lavoratori di SEA e dal sindacato, e non penso solo alla Camera del Lavoro, ma anche a tutte le sigle, confederali e non, attive in SEA... - e dissociarsi dalla maggioranza di cui si fa parte per un po' di pubblicità non è proprio segno di grande intelligenza e affidabilità politica.
Ed è curioso che Basilio Rizzo disquisisca sulle conseguenze politiche ed elettorali della posizione assunta ieri in Consiglio da SEL. Probabilmente Basilio ieri era poco lucido: è stata una seduta difficile e impegnativa, soprattutto per il Presidente del Consiglio Comunale. Perciò lo perdoniamo; sappiamo che era in buona fede, anche se troviamo singolare che si preoccupi del nostro elettorato chi un suo non ce l'ha più... Peccato, perché proprio dai più validi aspiranti "difensori dei lavoratori" non ho ancora sentito nulla, almeno per ora, su nessuno dei punti di politica industriale su cui, invece, sin da oggi dobbiamo rimetterci a lavorare.
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