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giovedì 27 settembre 2012
Felice Besostri: Stati maggiori contro Stati generali
Stati Maggiori vs. Stati Generali
E’ in ogni caso apprezzabile che questa sia un’iniziativa dal basso: la passività dei militanti è un riflesso condizionato da modelli organizzativi del tempo passato, quando il centro dava a linea. Ora i gruppi dirigenti delle formazioni politiche di sinistra sono più che mai smarriti, non hanno certezze, spesso hanno perso uno status politico e un ruolo nelle istituzioni, sono preoccupati per il loro futuro e i migliori, ce ne sono, anche del paese. In comune con i gruppi dirigenti del passato hanno un’idea di autosufficienza e una concezione oligarchica della gestione del potere. A fronte della drammatica situazione del paese, con una crisi, che non sarà sconfitta, anzi aggravata, dalle ricette neo-liberiste dell’austerità e una sfiducia montante nelle formazioni politiche “tradizionali” l’unico prova di vitalità sarebbe stata una mobilitazione straordinaria. Bisognava convocare congressi straordinari sia per definire una linea politica, che per rinnovare gli organismi a tutti i livelli. Non si può criticare Grillo e i grillini per la mancanza di democrazia o il qualunquismo anti-politico e poi non credere nei propri iscritti e militanti.
Da più parti si è lanciata la proposta di convocare gli Stati Generali della Sinistra, per alcuni una riconvocazione avendo in mente quelli di Firenze del febbraio 1998, neanche 15 anni fa, che portarono alla costruzione dei DS. Non per rivendicare primogeniture -in politica non esiste il monopolio delle idee e le proposte sono tanto più forti quanti più compagni e compagne si sentono padri e madri della proposta-, ma vi è un passo reciso della mia relazione introduttiva al Convegno di Genova del 30 giugno sul 120° anniversario della fondazione del Partito dei Lavoratori: “S’impone una nuova e più ambiziosa edizione degli Stati Generali della Sinistra, che raccolga partiti, movimenti, esperienze associative e di mobilitazione civica, chiusa a ogni forma di violenza, senza primi della classe per meriti storici od organizzativi o per godere di finanziamenti pubblici o privati di “finanzieri democratici”. Nella ricerca di rappresentare al meglio una società ricca senza mistica di nuovismo e apoliticismo, ci sono esperienze con cui confrontarsi, come la lista arancione di Milano o esperienze concrete di lavoro nella società, come Libera di don Ciotti.”. Le parole non erano scelte a caso, fino ad allora si era parlato di stati generali del Centro-sinistra. Un altro significato ed un’altra valenza: dare concretezza ai programmi di un rinnovato centro-sinistra, un corpo tridimensionale alla “Foto di Vasto”. Gli Stati Generali della Sinistra di cui si ha bisogno sono per un’esigenza di identità, di sperimentare una comunanza di valori, darsi una missione, un progetto di solidarietà, di estensione della libertà e di riduzione drastica delle diseguaglianze da condividere. In quella sede noi avremmo portato le nostre proposte di scomposizione e ricomposizione della sinistra italiana, come presupposto ed effetto del suo rinnovamento in un orizzonte sovranazionale, che implica una sua integrazione nel socialismo europeo, interlocutore principale ancorché non esclusivo per una rinnovata Unione Europea. Nel nostro continente dobbiamo mettere fine alla convinzione che il socialismo sia vietato a causa delle fallimentari esperienze del modello sovietico e dell’incapacità di cogliere le valenze rivoluzionarie, che un coerente riformismo socialista moderno poteva avere. Prassi e teoria non hanno interagito nei partiti socialisti democratici dei paesi capitalisti avanzati ed ora si deve misurare con una crisi senza precedenti. Ma nel modo di affrontarle e risolverla si confronteranno le forze in campo e si stabilirà chi avrà l’egemonia. Un approccio è importante non considerare questa crisi come la loro crisi: è la nostra crisi, ma per uscirne ci sono le loro soluzioni e dovrebbero esserci le nostre, come sinistra per la PERIMA VOLTA CONVINTA DI POTER GOVERNARE QUESTO PAESE CON SUOI PROGRAMMI E CON PROPRI UOMINI E DONNE NELL’ESECUTIVO PER LA LORO ATTUAZIONE.
In conclusione, altrimenti si esce dalla dimensione di un contributo esterno non iscritto a SEL, ma che la segue con attenzione e talvolta partecipata preoccupazione, non a caso il titolo del mio contributo è Stati maggiori contro(versus) Stati Generali e non Stati Generali contro Stati Maggiori: gli stati generali della sinistra non sono contro, ma per un rinnovamento della politica nell’interesse di tutti, base e gruppi dirigenti
Milano 26 settembre 2012i.
Felice Besostri, Circolo LA RIFORMA, aderente al Gruppo di Volpedo e al Network per il Socialismo Europeo .
Contributo scritto per l’assemblea di SEL del 30 settembre 2012 alla Camera del lavoro di via Buonarroti 12 Roma
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