Caro Peppe, c'è un altro falso mito da smontare per sbloccare la sinistra italiana. La teoria che la FIOM rappresenti l'avanguardia del movimento operaio e che pertanto abbia il diritto: - di egemonizzare la sinistra "autentica": non bastandole più la federazione della sinistra in fase di scomparsa in un museo etnografico, ci stanno provando con SeL (a Torino con successo al congresso e batosta alle elezioni comunali) -di crearsi una loro confederazione sindacale insieme ai COBAS per poter sventolare le bandiere della sinistra pura e dura, autoreferenziale, che non parla con nessuno nè in Italia nè all'estero perchè non c'è nessuno perfetto come loro -di dare la giusta linea di sinistra a tutti i movimenti di base, dai black block ai boy scout, senza sconti per nessuno: chi non accetta la linea della FIOM è un traditore.
Il problema è che prima di scomparire nel ridicolo possono fare ancora molti danni. Secondo me la linea da tenere nei loro confronti è sottolineare quanto sono provinciali e isolati nel mondo, e magari ridicolizzarli un po'. Oggi si sentono circondati da un'aura di martirio perchè sono stati i soli a opporsi alla prepotenza della FIAT, e in effetti non sembra bello dargli addosso. E questi stanno impostando tutta la loro politica e la loro comunicazione sulla solidarietà agli operai FIAT isolati e perseguitati, come se fossimo ancora nel 1955. Siamo al punto che al Torino Film Festival i fratelli De Serio, i due più promettenti registi torinesi, han presentato una pizza propagandistica sulla linea FIOM a Mirafiori. Bisogna rovesciargli addosso il loro isolamento non tanto in Italia, quanto in Europa, dove non si sono mai confrontati coi contratti e con le condizioni di lavoro all'interno delle fabbriche dove si realizza la qualità che permette a tedeschi e francesi di tenere il mercato e pagare salari più alti che in Italia.
Bisogna dire che un sindacato isolato per il suo oltranzismo e per il suo settarismo non può comandare la politica di una nazione.. Oltre a tutto ci sono più operai alla Ferrero di Alba che alla Mirafiori, e non pretendono di comandare neanche nelle Langhe...
Bisogna anche dire che i soldati giapponesi che han continuato per anni a vivere nella giungla di Mindanao sperando di poter continuare a combattere gli americani vittoriosi, saranno stati eroici ma anche un po' ridicoli, e comunque non è questo il compito del sindacato nell'Europa e nell'Italia del 2000.
Caro Bellavita, forse c'è da riflettere anche sulle ragioni di fondo in relazione alla condizione operaia oggi e alla realtà della crisi: un pò tutti noi abbiamo ormai in testa schemi stereotipati, sia gli "isolazionisti" sia i "trattativisti ad oltranza".MI è capitato, in questa settimana, di partecipare ad un seminario con dei professori di Harvard e sinceramente ho rilevato come il nostro sistema politico-sociale non rientri nemmeno più nella categoria dell'americanizzazione e rappresenti un ibrido di difficile individuazione. Forse sarebbe il caso di rifletterci tutti, al meglio delle nostre capacità, senza demonizzare o esaltare alcuno. Un caro saluto Franco Astengo
una cosa era la vecchia FLM di Trentin, Carniti e Benvenuto, altra cosa è la Fiom di Cremaschi e del compianto Sabatini. Questi vogliono fare il mini partito antagonosta e credo che abbia sbagliato Cofferati a non dar loro un calcio in culo da quando si sono messi in testa di fare il sindacato avanguardia. Riguardo SeL di Torino conosciamo tutti i suoi limiti. Ma non tutta SeL è come quella di Torino
Mi pare di capire, anche stando a quel che sento raccontare dai compagni del nord, che l'intera sinistra torinese sia particolarmente incline alle "radicalizzazioni", anche un pò settarie, sia verso la sinistra massimalista, sia verso il centro liberal-liberista.
ma quel che dico io è che non è possibile in Italia avere una linea sindacale che non si confronti con quella degli altri paesi dell'euro: è un ragionamento banale ma assolutamente fuori dalla testa di tutte le sigle sindacali. La cui linea è "premiamo sulla politica perché ci mantengano i posti di lavoro a spese dello Stato: cioè la linea ALITALIA.
Appunto niente idoli, né veri, né falsi. In questi tempi incerti,dove e quando è facile smarrirsi e senza un Maimonide che scriva una Guide des egareés per noi, bisogna avere alcuni punti fissi, come una stella polare o una croce del sud.:Unità sindacale, prevalenza delle organizzazioni sindacali orizzontali rispetto alle verticali, un partitro di riferimento egemone a sinistra unitario, plurale ed europeista/internazionalista. Non sarà facile, ma almeno si saprebbe cosa si vuole. Per chi non sa dove andare ogni strada lo porta alla meta, ma la sinistra non può avere una meta qualunque. Se4 zse ne è accorto persino Giuliano Amato i mtempi sono maturi per RICOMINCIARE DA CAPO e RIPROVARCI ANCORA nel 120° anniversario del Partito dei Lavoratori. Italiani, Europei e di tutto il mondo che vivono qui da noi e con noi
Esattamente, non credo però serva demonizzare la FIOM che è rimasta, fra l'altro, più o meno da sola a battersi dentro ad una fase di pesantissima ristrutturazione che assume, sempre di più, giorno dopo giorno la logica della "contraddizione di classe". Occorre confronto e tolleranza verso di tutti. Un carissimo saluto Franco Astengo
Tolleranza verso tutti, d'accordo. Ma la FIOM denuncia come traditori, venduti e nemici di classe i sindacati che non condividono la sua linea: addirittura il resto della Cgil se non si mette al suo servizio . Di fatto incoraggiano quelli che sparano i fumogeni addosso agli invitati ai dibattiti. Stanno delirando, è ora che qualcuno cominci a dirglielo. Noi abbiamo il culto che chi sta più a sinistra ha sempre ragione, tanta o poca: ma così si finisce per applaudire anche le BR.
Guarda Bellavita che la tua posizione sulla Fiom e il suo presunto conflitto con la Cgil mi sembra un pò datato. O forse influenzato dal contesto di Torino. L'ultimo direttivo della Cgil ha approvato un documento che sostiene la richiesta Fiom per un referendum sull'accordo Fiat voluto da Marchionne. Posizione sostenuta dal Segretario Landini e osteggiata dalla minoranza che fa riferimento a Cremaschi. Mi permetto, poi, di ricordarti che far esprimere i lavoratori sul merito degli accordi e rispettarne l'esito è alla base della democrazia sindacale. E di un sindacato che si rispetti come tale. Ciao Renzo Penna
9 commenti:
Caro Peppe, c'è un altro falso mito da smontare per sbloccare la sinistra
italiana. La teoria che la FIOM rappresenti l'avanguardia del movimento
operaio e che pertanto abbia il diritto:
- di egemonizzare la sinistra "autentica": non bastandole più la federazione
della sinistra in fase di scomparsa in un museo etnografico, ci stanno
provando con SeL (a Torino con successo al congresso e batosta alle elezioni
comunali)
-di crearsi una loro confederazione sindacale insieme ai COBAS per poter
sventolare le bandiere della sinistra pura e dura, autoreferenziale, che non
parla con nessuno nè in Italia nè all'estero perchè non c'è nessuno perfetto
come loro
-di dare la giusta linea di sinistra a tutti i movimenti di base, dai
black block ai boy scout, senza sconti per nessuno: chi non accetta la linea
della FIOM è un traditore.
Il problema è che prima di scomparire nel ridicolo possono fare ancora molti
danni. Secondo me la linea da tenere nei loro confronti è sottolineare
quanto sono provinciali e isolati nel mondo, e magari ridicolizzarli un po'.
Oggi si sentono circondati da un'aura di martirio perchè sono stati i soli a
opporsi alla prepotenza della FIAT, e in effetti non sembra bello dargli
addosso. E questi stanno impostando tutta la loro politica e la loro
comunicazione sulla solidarietà agli operai FIAT isolati e perseguitati,
come se fossimo ancora nel 1955. Siamo al punto che al Torino Film Festival
i fratelli De Serio, i due più promettenti registi torinesi, han presentato
una pizza propagandistica sulla linea FIOM a Mirafiori.
Bisogna rovesciargli addosso il loro isolamento non tanto in Italia, quanto
in Europa, dove non si sono mai confrontati coi contratti e con le
condizioni di lavoro all'interno delle fabbriche dove si realizza la qualità
che permette a tedeschi e francesi di tenere il mercato e pagare salari più
alti che in Italia.
Bisogna dire che un sindacato isolato per il suo oltranzismo e per il suo
settarismo non può comandare la politica di una nazione.. Oltre a tutto ci
sono più operai alla Ferrero di Alba che alla Mirafiori, e non pretendono di
comandare neanche nelle Langhe...
Bisogna anche dire che i soldati giapponesi che han continuato per anni a
vivere nella giungla di Mindanao sperando di poter continuare a combattere
gli americani vittoriosi, saranno stati eroici ma anche un po' ridicoli, e
comunque non è questo il compito del sindacato nell'Europa e nell'Italia del
2000.
Caro Bellavita, forse c'è da riflettere anche sulle ragioni di fondo in
relazione alla condizione operaia oggi e alla realtà della crisi: un pò
tutti noi abbiamo ormai in testa schemi stereotipati, sia gli
"isolazionisti" sia i "trattativisti ad oltranza".MI è capitato, in questa
settimana, di partecipare ad un seminario con dei professori di Harvard e
sinceramente ho rilevato come il nostro sistema politico-sociale non rientri
nemmeno più nella categoria dell'americanizzazione e rappresenti un ibrido
di difficile individuazione. Forse sarebbe il caso di rifletterci tutti, al
meglio delle nostre capacità, senza demonizzare o esaltare alcuno. Un caro
saluto Franco Astengo
caro Claudio ti rispondo subito:
una cosa era la vecchia FLM di Trentin, Carniti e Benvenuto, altra cosa è la
Fiom di Cremaschi e del compianto Sabatini. Questi vogliono fare il mini
partito antagonosta e credo che abbia sbagliato Cofferati a non dar loro un
calcio in culo da quando si sono messi in testa di fare il sindacato
avanguardia. Riguardo SeL di Torino conosciamo tutti i suoi limiti. Ma non
tutta SeL è come quella di Torino
Mi pare di capire, anche stando a quel che sento raccontare dai compagni del nord, che l'intera sinistra torinese sia particolarmente incline alle "radicalizzazioni", anche un pò settarie, sia verso la sinistra massimalista, sia verso il centro liberal-liberista.
ma quel che dico io è che non è possibile in Italia avere una linea
sindacale che non si confronti con quella degli altri paesi dell'euro: è un
ragionamento banale ma assolutamente fuori dalla testa di tutte le sigle
sindacali. La cui linea è "premiamo sulla politica perché ci mantengano i
posti di lavoro a spese dello Stato: cioè la linea ALITALIA.
Appunto niente idoli, né veri, né falsi. In questi tempi incerti,dove e quando
è facile smarrirsi e senza un Maimonide che scriva una Guide des egareés per
noi, bisogna avere alcuni punti fissi, come una stella polare o una croce del
sud.:Unità sindacale, prevalenza delle organizzazioni sindacali orizzontali
rispetto alle verticali, un partitro di riferimento egemone a sinistra
unitario, plurale ed europeista/internazionalista. Non sarà facile, ma almeno
si saprebbe cosa si vuole. Per chi non sa dove andare ogni strada lo porta alla
meta, ma la sinistra non può avere una meta qualunque. Se4 zse ne è accorto
persino Giuliano Amato i mtempi sono maturi per RICOMINCIARE DA CAPO e
RIPROVARCI ANCORA nel 120° anniversario del Partito dei Lavoratori. Italiani,
Europei e di tutto il mondo che vivono qui da noi e con noi
Esattamente, non credo però serva demonizzare la FIOM che è rimasta, fra
l'altro, più o meno da sola a battersi dentro ad una fase di pesantissima
ristrutturazione che assume, sempre di più, giorno dopo giorno la logica
della "contraddizione di classe". Occorre confronto e tolleranza verso di
tutti. Un carissimo saluto Franco Astengo
Tolleranza verso tutti, d'accordo. Ma la FIOM denuncia come traditori,
venduti e nemici di classe i sindacati che non condividono la sua linea:
addirittura il resto della Cgil se non si mette al suo servizio . Di fatto
incoraggiano quelli che sparano i fumogeni addosso agli invitati ai
dibattiti. Stanno delirando, è ora che qualcuno cominci a dirglielo.
Noi abbiamo il culto che chi sta più a sinistra ha sempre ragione, tanta o
poca: ma così si finisce per applaudire anche le BR.
Guarda Bellavita che la tua posizione sulla Fiom e il suo presunto conflitto
con la Cgil mi sembra un pò datato. O forse influenzato dal contesto di
Torino. L'ultimo direttivo della Cgil ha approvato un documento che
sostiene la richiesta Fiom per un referendum sull'accordo Fiat voluto da
Marchionne. Posizione sostenuta dal Segretario Landini e osteggiata dalla
minoranza che fa riferimento a Cremaschi. Mi permetto, poi, di ricordarti
che far esprimere i lavoratori sul merito degli accordi e rispettarne
l'esito è alla base della democrazia sindacale. E di un sindacato che si
rispetti come tale.
Ciao
Renzo Penna
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