martedì 10 gennaio 2012

Franco Astengo: Il sistema politico italiano ad un bivio

IL SISTEMA POLITICO ITALIANO AD UN BIVIO
Care Compagne e Compagni iscritte/i alla mailing list del Circolo Rosselli, scusandomi per il disturbo mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione un punto specifico di analisi che ritengo del tutto essenziale affrontare sulla strada di proporre un adeguamento di elaborazione ai residui soggetti della sinistra italiana.
Le analisi comparse oggi sui principali quotidiani italiani, in particolare “Repubblica” (il report curato da Ilvo Diamanti) e il “Corriere della Sera” e la stessa intervista televisiva al Presidente del Consiglio, indicano ancora una volta come all’interno del sistema politico italiano in via di evidente trasformazione si pongano nell’immediato due questioni, emerse dal procedere di una crisi drammatica dell’economia sviluppatasi in dimensione globale e in particolare a livello europeo e da una specifica situazione, evidenziatasi proprio nella situazione italiana, di vero e proprio degrado istituzionale e culturale favorito, in particolare, da una lunga esperienza di governo portata avanti da una destra populista e razzista, alla quale non è mai stata offerta dall’opposizione di centro-sinistra una concreta alternativa:
Le questioni sono queste:
1) Il tema dei corpi intermedi sulla presenza dei quali all’interno del sistema debbono essere organizzate le scelte politiche, la promozione e la formazione dei quadri dirigenti. Nella sostanza il ruolo tradizionalmente affidato ai partiti politici, il cui processo di trasformazione/involuzione (pensiamo al partito “pigliatutti” e al partito “elettorale-personale”) si colloca sicuramente alla base della crisi sistematica attuale;
2) La realtà del tipo di sistema politico che è necessari organizzare rispetto alle evidenti novità intervenute nella relazione tra società e politica e nella formazione del processo decisionale tra le diverse istituzioni (temi legati al presidenzialismo/ ruolo dell’esecutivo/ centralità del Parlamento: pensiamo al tema dell’impatto politico che necessariamente dovrà avere il lavoro di questo governo sull’intero sistema che è prevedibile avrà un effetto di riallineamento anche sul piano più specificatamente politico-elettorale), e il concorso ormai evidente di una pluralità di soggetti, elettivi e non elettivi (pensiamo alle Autorità Indipendenti) alla formazione della “governance”: un discorso questo da collegare all’evidente necessità di recupero del concetto di rappresentatività sociale, al riguardo del rapporto con l’evidenziarsi di un inedito intreccio tra le contraddizioni, tra le quali torna a risaltare con grandissimo rilievo quella storica tra capitale e lavoro, nella crisi del neo-liberismo e, di converso, del “pansindacalismo concertativo”.
Tutto questo comporta una riflessione allargata anche al terreno costituzionale (nel confronto ormai aperto tra costituzione materiale e costituzione formale) e sulla legge elettorale.
L’idea del “ricominciare” già enunciata in vista della ricorrenza dei 120 anni dalla nascita del Partito dei Lavoratori Italiani, deve essere declinata oltre all’interno del quadro internazionale e in ispecie europeo, anche attorno a questi nodi, senza valutazioni affrettate di “politicismo”, con grande capacità di riflessione complessiva e senza improvvisazioni.
Mi rivolgo, in questo caso, ai componenti della mailing list del Circolo Rosselli, all’interno della quale mi pare agiscano i soggetti, individuali e collettivi, maggiormente interessati e disponibili, a un discorso di questo tipo che, a mio giudizio, è necessario e urgente sviluppare, rivolgendosi essenzialmente al futuro.
Un futuro da intrecciare però con quella che è stata la storia, originale e innovativa, della sinistra italiana, nelle sue diverse componenti, tirandoci fuori dagli ideologismi, in un’accezione particolarmente ampia delle sensibilità politiche in campo.
Se le argomentazioni, sicuramente lacunose e disordinate, sostenute in questa sede fossero considerate comunque utili e condivisibili potrebbe essere auspicabile organizzare e ordinare un dibattito propedeutico anche alla scadenza indicata delle celebrazioni per i 120 anni.
Grazie per l’attenzione
Savona, li 9 gennaio 2012 Franco Astengo

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