di Gianvito Mastroleo
Nella seduta di
Il dato non è importante in sé e per sé, ma per altre due ragioni: intanto, perché dopo tanto silenzio esce dalla voce “altri” e prende ricompare fra le forze politiche meritevoli di essere segnalate una che si richiama al Socialismo italiano; e poi, per l’annunciato il dato delle astensioni, in continuo aumento fino a circa il 46%.
Immagino che il segretario del Partito Nencini oggi si precipiterà a smentire giacchè altri sondaggisti collocano il Partito alla soglia ben superiore dell’1,5%: il che non è poco!
Ma a noi dovrebbe interessare sopratutto il dato relativo alle astensioni che si collocano in quel 46%; elettori che non è detto che si ricredano e sui quali dovremmo lavorare.
Fra gli intervistati che dichiarano l’astensione ci sono i giovani (molti) e i delusi dalla nuova politica (altrettanti), che si è rivelata peggiore della cosiddetta prima repubblica, sempre più rimpianta: fra questi molti socialisti, quelli che dopo la sciagurata diaspora non si sono più ripresi.
Mentre si fa sempre più acuta la crisi della stagione politica che ci lasciamo alle spalle, con il suo bipolarismo anomalo, (l’intervista odierna di Stefania Craxi, Corriere della sera 16 dic., pag. 17 ne è la conferma) specularmente crescono le opportunità per il Socialismo Italiano; a condizione che noi stessi sappiamo intercettare quell’area, abbandonando chiusure, pregiudizi, antichi rancori, e aprendosi ad un socialismo “largo” che con la forza dell’antica tradizione sia capace di parlare con le giovani generazioni, interpretandone le aspirazioni.
E’ quello che seppero fare i socialisti già dall’inizio della loro storia, alla quale è sempre utile tornare, come certifica la straordinaria raccolta dell’Avanti! alla quale mi capita di riferirmi sempre più spesso.
Ed al quale Avanti!, ormai definitivamente recuperato per iniziativa sia del Partito che degli amici e compagni milanesi di Critica Sociale, sarebbe il caso di ritornare come occasione per una grande mobilitazione dei socialisti di ieri e di domani, e per cercare di “allargare” sempre più l’orizzonte comune.
C’è un vasto mondo di socialisti che non si riconosce (spesso a torto) nelle forme organizzative attuali, come conferma l’altissimo, davvero altissimo numero di risposte all’appello lanciato da Critica Sociale; ci sono socialisti ai quali occorre offrire l‘occasione per rinnovare la scelta smarrita della propria identità; tutti questi socialisti hanno figli verso i quali negli anni hanno trasmesso ansie, delusioni, frustrazioni, rammarichi.
E un potenziale grande che è sbagliato liquidare come “vecchio”, come ho sentito dire da qualche compagno a Fiuggi: quel vecchio potrebbe rinnovarsi e rigenerarsi nelle nuove generazioni, solo che fosse motivato e stimolato nella maniera giusta.
“Se non ora, quando …….?” Quello slogan tanto efficace potrebbe essere molto utile anche per noi oggi.
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