IN ONORE DEL COMPAGNO GIORGIO BOCCA
Caro compagno, mi mancherai, ci mancherai.
Ci manchera' la Tua penna asciutta e tagliente.
Ci manchera' la tua intransigenza
La tua chiarezza nel saper distinguere senza mai confondere.
Il tuo desiderio insoddisfatto di un'epurazione che avrebbe forse consentito all'Italia e agli italiani di non imputridire, di "non mollare".
Hai visto il declino di Berlusconi, ma non dell'eterno berlusconismo che invano hai cercato di respingere.
Hai sognato un'Italia libera di italiani civili.
L'Europa dei cittadini.
Unire l'Europa per unire il mondo, secondo il motto, il Tuo/nostro motto , il grido sempre piu' lontano proveniente da Ventotene.
Ora grido di dolore.
Partigiano delle montagne, hai sognato Giustizia e Liberta'.
Per noi il sogno continua nel ricordo della Tua persona.
Ti sia la terra lieve, come meritano i Giusti.
Antonio Caputo (Presidente del Movimento d'Azione Giustizia e Liberta')
3 commenti:
"Ruba, compagno, ruba" "La Repubblica" titolò così il reportage savonese firmato da Giorgio Bocca, negli intensi giorni dell'arresto di Alberto Teardo e della sua banda: il caso clamoroso di intreccio tra "questione politica e questione morale" che, se fosse stato lucidamente individuato all'epoca (giugno 1983) dalle forze politiche, avrebbe sicuramente anticipato la "Tangen
topoli" di dieci anni dopo. Bocca, in quell'occasione, dimostrò tutta la sua lucidità nell'intrecciare la capacità nella descrizione giornalistica con l'idea di fondo dell'agire "etico". Un agire "etico" che gli derivava dalla sua formazione partigiana, nelle fila di "Giustizia e LIbertà" e dal suo essere discepolo diretto di Duccio Galimberti.
Oggi, nel giorno della sua scomparsa, molti ricordano il tratto peculiare che ha accompagnato la sua vita: essere stato "partigiano sempre".
Il più bel ricordo di Bocca, giornalista, scrittore tra i più grandi della storia recente d'Italia, è stato proprio questo: considerarlo nella nostra memoria sempre legato allo spirito e alle idee che animarono la Resistenza Italiana.
> Mi associo al ricordo di Caputo. Avevo avuto rapporti indimenticabili
> con Giorgio quando ero sindaco di Pavia e quando insieme a Codignola,
> Enriques
> Agnoletti, Giunio Luzzato, Franco Bassanini, Paolo Leon e altri
> lasciammo
> il PSI. IN quell'occasione Giorgio scrisse su Repubblica cose che
> purtroppo
> poi si sono verificate. Vorrei inviare le condoglianze ai familiari ma
> non
> so come fare. Elio Veltri [...]
Non aveva un "bel" carattere, come spesso (non sempre...) capita agli uomini di carattere. Poteva quindi non piacere, come a me non piaceva Montanelli, mentre tra di loro si piacevano o, almeno, si rispettavano. Detto questo, era, come lui, un grande giornalista e, soprattutto, un uomo. Addio a Giorgio Bocca (astenersi dai commenti ex comunisti diventati anticomunisti e fascisti rimasti tali, grazie). Bocca non era un santo (ho presente una durissima lettera che gli scrisse Riccardo Lombardi e le sue polemiche con Gi...orgio Agosti e Dante Livio Bianco), ma non ha mai preteso di esserlo. E' sempre stato anticomunista e non lo ha mai nascosto e sul '68, sulla Lega (e sul Meridione) ha detto, sgradevolmente, anche alcune verità
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