A mio modesto avviso il problema dell'articolo 18 e della flessibilità è del tutto secondario, per non dire irrilevante.
Il declino italiano ha origine in un modello di specializzazione industriale non più adatto ai tempi, nel nanismo delle imprese industriali (in buona parte conseguenza dei limiti culturali della maggioranza dei nostri imprenditori, nel fatto che il "salotto buono" preferisce ad investimenti innovativi le infami pratiche nostrane del "capitalismo di relazione" e, dove possibile, mercati protetti, mercati torbidi o, meglio ancora, la gestione di servizi a partire da reti infrastrutturali, locali o nazionali, che possono operare in regime di monopolio.
Non c'è da stupirsi che in questa situazione si perdano posti di lavoro. E a poco è servito utilizzare le possibilità di precarizzazione del rapporto di lavoro per variabilizzarne e ridurne il costo. Un sistema industriale di questo tipo, che perde quote di mercato all'estero e vede svaporarsi il mercato interno, visti gli effetti recessivi delle politiche basate sulla deflazione interna, non tornerebbe ad assumere nemmeno se ripristinassimo la servitù della gleba o la schiavitù.
Peraltro proprio oggi mi è capitato per le mani questo bel passaggio di un documento del PSE intitolato A European Employment and Social Progress Pact for fair growth: ..."Flexicurity is promoted by conservatives and liberals on European and national level as silver bullet for strengthening economic growth. However, their failure to understand the concept of flexicurity has far-reaching effects on the quality of work in Europe. Flexicurity will not work if more emphasis is paid to flexibility than to security. Especially in the aftermath of the crisis, strengthened flexibility without strengthened security will lead to more unemployment and more poverty, threatening demand and putting the public households under additional pressure. Instead, employees need to be supported in the process of changing employers and changing working environments. Every person becoming unemployed should be offered a job, re-training or a socially useful activity, with a decent remuneration, in a reasonable time"...
Se la Fornero vuole un contratto unico e a tempo indeterminato per tutti, con la certezza di contributi pagati - non dico di salari e stipendi decenti - lasci perdere lo Statuto dei Lavoratori, e proponga piuttosto l'abolizione della legge 30...
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A mio modesto avviso il problema dell'articolo 18 e della flessibilità è del tutto secondario, per non dire irrilevante.
Il declino italiano ha origine in un modello di specializzazione industriale non più adatto ai tempi, nel nanismo delle imprese industriali (in buona parte conseguenza dei limiti culturali della maggioranza dei nostri imprenditori, nel fatto che il "salotto buono" preferisce ad investimenti innovativi le infami pratiche nostrane del "capitalismo di relazione" e, dove possibile, mercati protetti, mercati torbidi o, meglio ancora, la gestione di servizi a partire da reti infrastrutturali, locali o nazionali, che possono operare in regime di monopolio.
Non c'è da stupirsi che in questa situazione si perdano posti di lavoro. E a poco è servito utilizzare le possibilità di precarizzazione del rapporto di lavoro per variabilizzarne e ridurne il costo.
Un sistema industriale di questo tipo, che perde quote di mercato all'estero e vede svaporarsi il mercato interno, visti gli effetti recessivi delle politiche basate sulla deflazione interna, non tornerebbe ad assumere nemmeno se ripristinassimo la servitù della gleba o la schiavitù.
Peraltro proprio oggi mi è capitato per le mani questo bel passaggio di un documento del PSE intitolato A European Employment and Social Progress Pact for fair growth:
..."Flexicurity is promoted by conservatives and liberals on European and national level as silver bullet for strengthening economic growth. However, their failure to understand the concept of flexicurity has far-reaching effects on the quality of work in Europe. Flexicurity will not work if more
emphasis is paid to flexibility than to security. Especially in the aftermath of the crisis, strengthened flexibility without strengthened security will lead to more unemployment and more poverty, threatening demand and putting the public households under additional pressure. Instead, employees need to be supported in the process of changing employers and changing working environments. Every person becoming unemployed should be offered a job, re-training or a socially useful activity, with a decent remuneration, in a reasonable time"...
Se la Fornero vuole un contratto unico e a tempo indeterminato per tutti, con la certezza di contributi pagati - non dico di salari e stipendi decenti - lasci perdere lo Statuto dei Lavoratori, e proponga piuttosto l'abolizione della legge 30...
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