Stamattina mi è cascato l'occhio su una serie di articoli del Sole 24 Ore a proposito di Unione Europea e Germania.
Ve li segnalo perché credo possano fornire utili spunti di discussione.
Il primo è un'intervista a Guido Rossi, che mette l'accento sull'importanza di politiche che mirino alla crescita piuttosto che concentrarsi scioccamente su bilanci che, assente appunto la crescita, sono destinati solo a peggiorare. L'affermazione ..."Sono tutti schiavi del debito pubblico, mentre l'attenzione andrebbe rivolta allo sviluppo. Anche perché senza sviluppo non si riesce a tagliare neppure il debito pubblico"... ne è il cappello politico e introduce il tema.
http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-09-01/crisi-rossi-servono-sviluppo-231024.shtml?uuid=AawyZs0D
Il secondo è invece un'analisi, sempre di Guido Rossi, su alcune curiose idiosincrasie nella posizione tedesca su Euro e Europa.
Leggetelo, perché vedrete, anche da alcuni curiosi aneddoti, come la Germania sia immune da quell'europeismo buonista e manierista che invece imperversa in Italia. In Germania - come, sono sicuro, anche in Francia - sanno fare bene sia i conti che la valutazione di quanto sia o non sia di interesse nazionale. L'affermazione chiave dell'analisi di Rossi è questa: ..."la complessivamente debole economia europea e le crisi dei vari debiti pubblici hanno tenuto il valore dell'euro ben al di sotto di quello del marco, qualora ancora esistesse, e che secondo le stime odierne sarebbe apprezzato sull'euro di circa il 40%. Lo stimolo economico che è derivato dalla sottovalutazione dell'euro ha portato alla Germania un enorme vantaggio competitivo rispetto anche ad altri Paesi, con monete meno svalutate come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Maggiore equità sociale, occupazione stabile, costante sviluppo economico e grande competitività nelle esportazioni sono dunque fattori che la Germania ha raggiunto grazie alla moneta unica ed alla sua sottovalutazione, a danno degli altri Paesi e a vantaggio suo"...
Parole gravi, su cui la politica italiana dovrebbe ragionare - l'Italia aveva un'industria molto attiva nella produzione di macchinari e beni strumentali, che per anni ha rappresentato, e in parte ancora lo fa, il maggior concorrente della Germania sui mercati internazionali. Certo, non ci si può aspettare che questi temi suscitino l'interesse di mentecatti quali quelli che siedono attualmente in Parlamento...
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-08-28/conti-germania-vuole-fare-081036.shtml?uuid=AaxJHbzD
La mia personale opinione è presto detta: è necessario dare una ripulita alla nostra classe politica di incapaci, recuperare velocemente credibilità internazionale e assumere, sulla scena europea, un ruolo di duro contrasto rispetto alle politiche della Merkel in tema di Europa - politiche peraltro ridicolizzate o apertamente osteggiate da giganti della politica tedesca e sinceri europeisti come Helmuth Kohl o Helmut Schmidt.
L'Europa e l'Euro devono essere strumenti per una crescita e un benessere condivisi e crescenti, non il mezzuccio attraverso cui la Germania fa pagare agli altri il suo benessere.
Più in generale, o si va nella direzione di una decisa integrazione, spostando a Bruxelles competenze alti in tema di politiche fiscali ed economiche, oppure l'Unione è destinata a collassare.
Insomma: integrazione, o dissoluzione.
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