LETTONIA 2011
Prima di parlare di inversione di tendenza delle fortune elettorali della socialdemocrazia europea, bisognerà aspettare il voto di qualche grande paese tipo Francia, Germania o Gran Bretagna. Non parlo dell’Italia perché in caso di elezioni anticipate il socialismo europeo sarà comunque sconfitto in quanto nessun grande partito affiliato al PSE si presenterà alla competizione. La Gran Bretagna ha appena votato, il Governo liberal-conservatore è in calo di popolarità ma proprio per questo non andrà ad elezioni anticipate. Più probabile in Germania visto che siamo quasi a metà mandato. La Francia invece voterà sia per le presidenziali, che per le legislative nel 2012. Prima, il 20 novembre voterà la Spagna, ma a meno di una clamorosa inversione di tendenza, il massimo risultato del PSOE sarebbe di impedire che il PP raggiunga la maggioranza assoluta. Nell’attesa dobbiamo accontentarci di boccate d’ossigeno che vengono da piccoli paesi come la Danimarca e la Lettoni. Alle elezioni del 17 settembre il Partito Socialdemocratico “Armonia”, in lettone Sociāldemokrātiskā Partija „Saskaņa”, SDPS, anche se sarebbe più corretto usare il nome russo Социал-демократическая партия «Согласие». La ragione è semplice è il partito di raccolta della minoranza russofona: il suo leader Nils Ušakovs è figlio di immigrati russi e ha iniziato la sua carriera politica come sindaco di Riga, dove vive la metà della minoranza russa. Tuttavia il suo successo non sarebbe stato posibile senza due fattori concomitanti, la bassa percentuale dei votanti, 59.49%, e il voto di un buon 15% di elettori lettoni. Il Partito è stato fondato nel febbraio 2010 dall’unione di 3 partiti Partito di Armonia Nazionale, Nuovo Centro e Partito Socialdemocratico (soltanto in Italia quando si unificano partiti del Centro e della Sinistra, sono questi ultimi a rinunciare all’identità). In un primo tempo non aderirono due partiti seppure facenti parte dell’Alleanza di Centro Armonia, il Partito Socialista e il Partito della Città di Daugavpils, altro punto di forza della minoranza russa, che però raggiunse il Partito Socialdemocratico nel 2011. Il Partito Socialdemocratico “Armonia” non appartiene all’Internazionale Socialista( il membro è il Partito Lettone Socialdemocratico dei Lavoratori, con appena 2,531 voti lo 0.28% e 0 seggi) e neppure al PSE, ma il suo unico europarlamentare fa parte del Gruppo della Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, il nuovo nome del Gruppo Socialista, che ha dovuto assumere per trattenere , non tutti, i parlamentari europei del PD.
Il Partito di Ušakovs con il 29% dei voti ha 33 seggi su della Saeima, il Parlamento monocamerale lettone, è il primo partito ed è seguito Partito della Riforma Zatler, dal nome del Presidente che ha sciolto anticipatamente il Parlamento indicendo un referendum popolare, con il 20,82% e 22 seggi e dal Partito “Unità” con il 18,83% e 20 seggi. Quest’ultimo partito, cui appartiene il primo ministro uscente, Valdis Dombrovskis, è il grande sconfitto con 172.567 voti perde 13,07 punti percentuali e 13 seggi. Due altri partiti sono rappresentati in Parlamento l’ Alleanza Nazionale con il 13.88%(+6.05%) e 14 seggi(+6) e l’Unione dei Verdi e dei Contadini con il 12,22%(-7,90%) e 13 seggi(- 9), malgrado il nome è il partito di un oligarca, Aivars Lembergs, sindaco di Ventspils, il più grande porto del paese.
I socialdemocratici di “Armonia” e il Partito della Riforma “Zatler” hanno una maggioranza con 55 seggi su 100 della Saeima, ma il riferimento etnico prevalente nel Partito e il sospetto di legami stretti con la Russia e il partito colà al potere possono funzionare da conventio ad excludendum , anche se Zatler dovrebbe rinunciare ai suoi propositi di rinnovamento. Da Presidente della Repubblica ha avuto il coraggio di sfidare l’oligarchia dominante indicendo il referendum sullo scioglimento anticipato della Saeima, che se fosse stato perso sarebbe stata la sua fine politica. Grandi segni di cambiamento da piccoli paesi, ma per quanto riguarda il socialismo democratico Danimarca e Lettonia non raggiungono la popolazione del perduto Portogallo.
Milano 21/09/2011 Felice Besostri, portavoce del Gruppo di Volpedo
Nessun commento:
Posta un commento