giovedì 7 luglio 2011

Roberto Biscardini - Riprendiamoci il voto - Avanti della domenica

Roberto Biscardini - Riprendiamoci il voto - Avanti della domenica

2 commenti:

luciano ha detto...

Ottimo l'articolo di Biscardini.
Segnalo sullo stesso tema questo lucidissimo intervento di Onida tratto da
http://www.libertaegiustizia.it/2011/07/04/onida-il-referendum-passigli-otti
mo-stimolo-contro-il-porcellum/

La legge elettorale

Onida: il referendum Passigli ottimo stimolo contro il Porcellum

4 luglio 2011 - 3
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Valerio Onida

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L'iniziativa del referendum Passigli merita a mio avviso appoggio.
Vedo che si riparla anche di una iniziativa referendaria per tornare al
Mattarellum, e andrebbe bene anch'essa, ma ho l'impressione che sia molto
più a rischio di inammissibilità che non quella Passigli.

luciano ha detto...

Ciò che non mi pare condivisibile è l'opposizione ideologica di una parte
del centro sinistra al referendum Passigli perché sfocerebbe in un sistema
proporzionale. Si può benissimo ritenere che sia meglio un sistema del tipo
uninominale a doppio turno alla francese. Ma quel che mi pare certo è che si
deve schiettamente dissentire da chi, in nome del bipolarismo, arriva a
preferire la legge Calderoli , che premia non la maggioranza, ma la
minoranza la quale riesce ad avere un voto in più delle altre.

Con questo mito dei "cittadini che scelgono il Governo" ci terremo a tempo
indeterminato le coalizioni fatte per vincere, non per governare (bene).

Diciamolo chiaro, l'attuale situazione produce dei guasti che, nella realtà
italiana, sono gravissimi:

a) esalta la competizione a due, e dunque la creazione e il mantenimento
anche artificiosi di due schieramenti che trovano la loro ragione di vita
non nei programmi che dovrebbero attuare per il bene del paese, ma nello
scontro con "gli altri";

b) approfondisce artificiosamente le contrapposizioni, così che sembra che
non ci possa più essere un terreno comune e non possano più esserci
obiettivi comuni condivisibili e condivisi anche da partiti fra loro
avversari; invece, specie in tempi di crisi, non si può escludere a priori
l'utilità di periodi di "grande coalizione"

c) "costringe" gli elettori a scartare ipotesi mediane, compromessi (se non
fra alleati) e simili, in nome dell' "o di là o di qua";

d) fa sì che il dibattito politico si incentri sul problema delle
coalizioni (con chi governare) anziché sul merito dei problemi (come
governare);

e) ostacola una discussione seria sul merito dei problemi, perché ogni
posizione viene sostenuta o avversata in nome delle esigenze di schieramento

f) provoca o esalta i leaderismi, i cesarismi, gli "uomini soli al
comando" , e i populismi di ogni tipo (con un altro sistema Berlusconi
avrebbe buttato la "bomba" dell'abolizione dell'ICI prima casa, con tutto il
seguito di crisi della finanza locale?).

Le obiezioni di chi teme ritorni a forme più proporzionalistiche le
conosciamo: i compromessi parlamentari, il potere di ricatto dei piccoli
partiti ecc. Come se gli stessi inconvenienti non si producessero anche nel
sistema attuale, con il potere di ricatto dei partiti che entrano nelle
coalizioni (vedi Lega), quando si creano le coalizioni e dopo, in
Parlamento, con le giravolte di singoli parlamentari alla Scilipoti, ecc.

La realtà è che la politica di un paese non sopporta di essere per forza
costretta in uno schema bipolare astratto: il bipolarismo sano è frutto di
una realtà e di un sistema politico, non della decisione sulla carta degli
ingegneri istituzionali .

Conclusione: la battaglia per far condannare dagli elettori, con un
referendum, la legge Calderoli, in un clima in cui il sistema dei partiti
mostra di non essere assolutamente in grado di farlo (e anzi se la tiene
stretta), è sacrosanta. Chi l'avversa sacrifica un obiettivo politico
praticabile e desiderabile a un ideologismo astratto. Mi dispiace per gli
amici come Ceccanti o Segni, ma queste cose bisogna ben dirle.

Oltre tutto si sa che, se c'è uno strumento che talvolta riesce a far
smuovere i partiti parlamentari, convincendoli a prendere delle iniziative e
a fare delle scelte, questa è la pendenza di un procedimento referendario.
Se non altro come stimolo, il referendum Passigli è un'ottima arma.