mercoledì 6 aprile 2011

paola meneganti: migranti

Calambrone e migranti (P.M.)
.pubblicata da Paola Meneganti il giorno martedì 5 aprile 2011 alle ore 22.27.Succede che al Calambrone qualcuno protesti, in nome della salvaguardia della stagione turistica – non altrimenti insidiata, che so, dall’impoverimento di classi sociali che alla villeggiatura erano abituate – per l’”invasione” di un centinaio di profughi. Un centinaio, capite. Cento persone che fuggono da guerra e pericolo di vita, e che ci chiedono aiuto. Ho visto un cartello orribile, tenuto su da due signore: “No ai clandestini”. Come si fa a definire un essere umano “clandestino”? l’unica vera clandestinità è del sentimento di umanità di quelle signore, temo. La Tunisia, in una situazione di grande difficoltà, che a sua volta genera fughe e espatri, ha comunque accolto centocinquantamila profughi dalla Libia in modo infinitamente più civile di quanto abbiamo fatto noi. Note positive: gli abitanti delle zone di Lampedusa e Manduria che hanno continuato e continuano a dare assistenza a quella umanità dolente. Sappiamo di un barcone affondato, pieno di persone giovani, ma chissà che non ve ne siano altri. Quel braccio di mare ridotto ad un cimitero. Acque azzurre e splendide come solo quel mare sa essere, che celano naufragi e corpi morti. Nella Lampedusa in cui hanno impedito al parlamentare Furio Colombo di vedere con i propri occhi la situazione: un gesto fortemente autoritario. Mentre Renata Polverini fa battute grevi sui profughi, ed Enrico Rossi, invece, il presidente della Toscana, che non mi convince sempre, ovviamente, ma che spesso è molto apprezzabilmente deciso su scelte e responsabilità, il quale ha rifiutato il modello concentrazionario della tendopoli a favore di un’accoglienza diffusa. Dice Mauro Valeri, sociologo delle relazioni etniche, che fu coordinatore del tavolo per gli aiuti alla ex Jugoslavia: “non gestire” queste crisi è una scelta perdente. Gli avvenimenti poi ti travolgono. Ci sono paesi che attraversano una situazione di instabilità ed i flussi, allora, crescono. Niente di nuovo. L’articolo 20 del Testo unico sull’immigrazione permette di offrire un permesso di soggiorno per protezione temporanea. La decisione di non gestire, dice Valeri, di per sé genera paura. Quindi, si ha paura anche dell’”invasione” di poche centinaia di ragazzi, certamente meno violenti dei tifosi di certe squadre di calcio in trasferta. Bisogna dire la verità, al verità su numeri e situazioni, e fare degli esempi. Proviamo a metterci nelle loro scarpe, a immaginare di fuggire da guerra fame violenze bombe miseria. Come gli italiani hanno già fatto, tante e tante volte in passati non tanto lontani. Gridano forte, in Tunisia: “Karama”, dignità. Un sentimento su cui riflettere. La dignità dell’umano, dice Pietro Ingrao nel suo libretto “”Indignarsi non basta”. <
Paola Meneganti

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