sabato 16 aprile 2011

Programma socialista per Torino

Piattaforma programmatica per Torino 2011
La presente rappresenta una piattaforma di discussione con le forze della Sinistra disposte a riconoscersi in
una coalizione che sostenga il Candidato alla successione di Sergio Chiamparino a Sindaco della città.
Spunti, di un più articolato programma – che deve essere elaborato dalle forze che comporranno la
coalizione – e che rappresentano il nostro punto di vista sul futuro e sui problemi della città.
Si tratta di una piattaforma nella linea della continuità con il programma e le realizzazioni della giunta
Chiamparino, sulle quali il PSI Torinese esprime un giudizio complessivamente positivo.
Premessa: la coalizione
I confini della coalizione di sinistra che si propone alla guida della città devono essere di tipo programmatico;
nessuna coalizione potrà comprendere contemporaneamente socialisti e NO – TAV o nascere con
l’equivoco sulla TAV (no ad appoggi tecnici ed equivoci di ogni genere sull’argomento), mentre dovrà
comprendere chi si batte per
• Lo sviluppo produttivo e terziario della città, adeguando e potenziando le sue infrastrutture
• l’allargamento di diritti civili (come, ad esempio, l’adozione dei cd PACS – registro unioni civili - il
subentro di conviventi, anche omosessuali, nell’assegnazione di case popolari, la concessione dei diritti
civili e di cittadinanza a quegli stranieri che hanno positivamente percorso la strada dell’effettiva
integrazione);
• l’allargamento dei servizi alla famiglia - e alle unioni di fatto – ad esempio rendendo gli asili nido e le
scuole materne più accessibili e meno onerosi in rapporto ai redditi e integrando la funzione dell’asilo
nido classico con quello domestico.
• la laicità delle istituzioni (priorità alla scuola pubblica, questione della tassazione dei beni ecclesiastici
non destinati al culto o all’assistenza a fasce deboli della popolazione);
• per una razionale tutela ambientale e paesaggistica (no ad incatenarsi ad ogni albero da abbattere, si
allo stop alla cementificazione selvaggia, privilegiando solo quei progetti di costruzione che
salvaguardano – o sviluppano - le superfici verdi)
• per l’acqua pubblica.
Sul piano dei contenuti queste sono le idee che portiamo come contributo alla discussione nella coalizione:
I collegamenti di Torino – le infrastrutture.
Una città con le attuali strozzature di traffico stradale e ferroviario, che la rendono più “distante” e scomoda
dal resto del Paese non può pensare realisticamente e sviluppare la sua vocazione turistica (anche come
alternativa parziale al processo di deindustrializzazione in corso) o di immaginarsi come luogo di
insediamento di nuove attività industriali innovative o di iniziative di ricerca. Pertanto, sui temi che seguono:
Trasporti ferroviari ad alta capacità.
• Resta la pregiudiziale sul passaggio alla fase operativa, volta alla realizzazione del “Corridoio 5” TAV
(Lione – Torino – Milano – Trieste).
• Pensiamo sia necessario progettare anche un collegamento ad alta capacità ferroviaria da Torino a
Piacenza, collegandosi direttamente – a Piacenza - alla TAV Milano-Roma-Napoli e incrociando il
corridoio Genova – Gottardo – Anversa - Rotterdam in provincia di Alessandria.
I socialisti di Torino e del Piemonte pongono infatti l’accento sulla carenza che sta emergendo con la
riorganizzazione del trasporto ferroviario nel nord-ovest, a seguito della quale Torino si vede fortemente
penalizzata nella direttrice di trasporto verso Roma e verso Bari - Lecce. Quasi nessun treno muove più
direttamente da Torino verso Roma o Bari senza il transito/cambio su Milano e, spesso, anche su
Bologna. Torino (ed il sud del Piemonte) da qualche mese sono più isolati di prima dal resto del Paese.
Collegamenti stradali di rilievo regionale
• Realizzazione della tangenziale est, completando così il “raccordo anulare di Torino”; realizzazione della
quarta corsia della tangenziale (tratto nord-nord ovest).
• Realizzazione della terza corsia Torino - Piacenza, autostrada che si avvia ormai verso la saturazione da
traffico.
Trasporto metropolitano e a dimensione locale (Pendolarismo regionale).
Abbiamo assistito in questi anni (con la sola eccezione dell’attuazione della linea Metropolitana 1), ad un
progressivo deterioramento della qualità e adeguatezza del trasporto pubblico su rotaia a dimensione
regionale. Torino deve essere raggiungibile con comodità dalle decine di migliaia di lavoratori che ogni
giorno provengono dai centri della cintura o da altre città della Regione; una volta giunti in città questi
lavoratori, come tutti i cittadini di Torino, devono poter agevolmente spostarsi con il trasporto pubblico (su
rotaia o su gomma).
Per questo, a fianco della opzione già fatta con la “variante 200” al PRG, che comprende la progettazione e
avvio della realizzazione della linea 2 del Metrò, occorre:
• Realizzare il prolungamento della linea 1 verso Cascine Vica / Rivoli / Rosta e verso piazza Bengasi (e
successivamente Nichelino) e immaginare da subito gli ulteriori sviluppi (linee 3 e 4), pensando anche
all’adozione di soluzioni innovative, meno impattanti e costose della metro classica underground, ma
anche di più rapida realizzazione (linee a interramento parziale, linee tranviarie tradizionali a percorso
misto superficie/tunnel, linnee tranviarie tradizionali su percorso parzialmente sopraelevato ecc.).
• A fianco di queste opzioni occorre realizzare presto quel disegno di integrazione, già ipotizzato con i
lavori del passante ferroviario, fra linee extraurbane e urbane (cd RER sul modello francese o inglese),
che resta l’unico modo per abbassare la pressione del trasporto privato su gomma verso la città, con
priorità alla linea di collegamento con Caselle, da “innestare” a Rebaudengo e portare fino alle stazioni
centrali (Nuova, Lingotto e Susa).
• Revisione immediata della attuale linea 3 di superficie con eliminazione della “trincea di corso Toscana”
sul modello della linea 4 di C.so Giulio Cesare;
Lo Sviluppo urbanistico della città – problema Casa
• Realizzazione della “Variante 200” su Torino Nord, della “Variante di C.so Marche” e completamento
delle “spine 3 e 4” sul passante ferroviario, con particolare riferimento alla sistemazione di superficie;
• Realizzazione di nuovi sottopassi e svincoli che decongestionino alcuni snodi strategici di accesso alla
città (es. rotonde Maroncelli, Derna, Drosso ecc.).
• Individuazione, in rapporto con la provincia e i comuni limitrofi del sito per il 2^ termovalorizzatore e avvio
della fase di progettazione/realizzazione.
• Moratoria sull’insediamento dei grandi centri commerciali e misure per favorire il commercio di
prossimità.
• Verifica dell’attualità del vigente PRG (oltre 200 varianti già approvate) ed eventuale studio di un nuovo
PRG pensato con le priorità:
− dello sviluppo turistico della città (catalizzatore di sviluppo delle valli alpine olimpiche e del turismo
enogastronomico dei territori regionali, valorizzazione delle residenza sabaude);
− dell’insediamento di attività industriali e di ricerca collegate alle eccellenze scolastiche già presenti
(nel settore bio-medicale, aerospaziale, auto motive, telecomunicazioni e trasporti collettivi).
− dell’attenzione ai quartieri periferici e semi-periferici, individuando in questi poli di attrazione tali da
caratterizzare Torino come città “Multicentrica” (es. polo dello sport, dell’arte, del gusto ecc.)
e con un approccio flessibile al problema delle modalità costruttive, abbandonando pregiudiziali quali lo
sviluppo in altezza (ad eccezione delle zone di pregio architettonico) in favore di una minore
cementificazione superficiale del territorio e della sostituzione del patrimonio immobiliare, edificato nel
dopoguerra, senza particolari pregi architettonici e spesso fatiscente.
Un piano che preveda inoltre un’attenzione strutturale al problema dell’emergenza casa per le fasce più
deboli e per i giovani, ad esempio con il sistema (adottato in Francia) di prevedere quote fisse delle
nuove costruzioni residenziali da destinare all’edilizia convenzionata pubblica, all’affitto convenzionato o
alla cessione convenzionata al Comune o Enti preposti (ATC ecc.).
Dismissione del patrimonio immobiliare pubblico non residenziale e reimpiego immediato delle somme
per l’acquisto di immobili e stabili da destinare all’edilizia popolare in affitto.
Centro cittadino
Deve proseguire la pedonalizzazione del centro cittadino, includendo nel divieto di circolazione (escluso i
residenti e i mezzi pubblici) , o nelle forti limitazioni al traffico, tutta la zona “aulica” e museale.
Potenziamento delle linee di circolazione interna al centro (STAR), individuazione di nuove opportunità
di parcheggio sotterraneo (RE Umberto – Galileo Ferraris - Solferino). Estensione delle piste ciclabili e
del noleggio di biciclette.
Sorveglianza continua e tolleranza 0 nelle zone della “Movida” (Murazzi, P.za Vittorio e Quadrilatero
Romano) verso spaccio e consumo di stupefacenti, bivacco, sosta selvaggia, rumori molesti e
comportamenti incivili.
Il divertimento notturno giovanile, che è e deve restare una risorsa economica importante i questi
quartieri, oltre che un motivo di attrazione turistica, non deve tradursi in un danno (anche patrimoniale)
dei residenti, cha hanno diritto a sicurezza, privacy e mantenimento del valore dei propri immobili.
Nel centro storico devono essere bandite tutte le manifestazioni di partito (nazionali e locali), politiche,
sindacali, sportive, musicali, sagre e fiere e qualunque manifestazione che non sia l’esposizione
culturale, di opere d’arte o una celebrazione di tipo istituzionale.
Quartieri semi centrali e periferici
Particolare attenzione - e assoluta priorità - dovrà essere dedicata ai quei quartieri della Città che, a
seguito del violento processo di deindustrializzazione e di contestuale immigrazione di decine di migliaia
di persone provenienti sia da paesi comunitari (est europeo) che extracomunitari (medio ed estremo
oriente, nord e centro Africa, centro sud America), oggi vivono gravi tensioni e particolari problemi
sociali.
In questi quartieri (in primo luogo Aurora, Barriera di Milano, Borgata Vittoria, Vallette e Falchera, senza
dimenticare S. Salvario, Lingotto/Mille fonti e Mirafiori Sud) si registrano fenomeni che evidenziano:
− forti elementi di degrado urbano (strade luride, case fatiscenti e sovraffollate, giardini e spazi comuni
impraticabili)
− forti preoccupazioni in tema di sicurezza (presenza di ubriachi e di bivacchi nei giardini e nelle
strade, spacciatori agli angoli, tossicodipendenti nei giardini, negli angoli bui e sulle rive dei fiumi Po,
Dora e Stura intenti ad assumere, spesso mediante iniezione con abbandono di siringa, sostanze
stupefacenti di ogni genere).
− forte perdita di valore degli immobili (quasi sempre di proprietà di ex operai o lavoratori che si sono
conquistati la proprietà della casa a prezzo dei sacrifici di una vita);
− una generale caduta della qualità della vita degli abitanti tutti, italiani e non.
In questi quartieri la presenza del Comune deve essere percepita come:
- costante, in termini di servizi e di controllo del territorio (diurno e notturno).
- equilibrata e non razzista, ma ferma nel rispetto delle regole di convivenza civile
- integrata costantemente con le altre agenzie deputate alla sicurezza e al presidio dl territorio (forze
di polizia, prefettura, ecc.) e a eventuali strutture di volontariato;
Per questo il PSI di Torino propone:
• Che siano estese a questi quartieri le sperimentazioni già fatte (ad esempio a Porta Palazzo) con i
piani di recupero obbligatori (con agevolazioni fiscali connesse) per incentivare i proprietari di interi
stabili al rifacimento e /o pulizia delle facciate e delle parti comuni ed all’adeguamento degli impianti,
elettrici idraulici e gas.
• Che sia intensificato il controllo, con la regola della tolleranza 0, sulle locazioni e sub-locazioni di
immobili a cittadini stranieri, perseguendo con rigore i casi di sfruttamento e sovraffollamento dei
locali, di evasione fiscale (affitti in nero) e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
• Che si avviino esperimenti (estensibili) che prevedano la riduzione della Tarsu (es. 15 - 20%) a
fronte dell’obbligo per condomini e negozi di provvedere quotidianamente anche alla pulizia del
bordo strada contro marciapiede (con intensificazione dei controlli);
• Che siano intensificati la pulizia delle strade con mezzi meccanizzati, delle piazze e dei giardini
pubblici, nonché lo sgombero dei bidoni, la cui dotazione deve essere sufficiente a smaltire il volume
di rifiuti prodotto nella micro-zona. Avvio della raccolta differenziata anche nelle zone non ancora
coperte dal servizio.
• Che siano emanate ordinanze che vietino il bivacco, l’assunzione di alcoolici e di sostanze
stupefacenti nelle strade e nelle piazze, nei parchi e giardini, lungo le sponde dei fiumi, in tutto il
territorio cittadino, ad eccezione del bivacco in quei luoghi – e nei giorni stabiliti (es. certi parchi
urbani nel week-end) – individuati espressamente dall’Amministrazione.
• Che si organizzi la polizia urbana per la sorveglianza continuativa e costante ed il rispetto di queste
ordinanze; che questa sia eventualmente integrata da attività di vigilanza svolta dalle strutture
associative previste dalla legge (city angels ecc.) e supportata dall’ausilio dell’istallazione di
telecamere nei punti nevralgici;
• Che si predisponga un programma di assunzione di personale straniero (avente idoneo titolo o titolo
equivalente o equiparabile) da inserire nei vigili e nei servizi o aziende comunali a contatto con il
pubblico, per favorire il dialogo con le decine di etnie diverse e dare un segnale di integrazione nella
legalità (anche chiedendo al Governo – in via sperimentale – di emettere decreti di deroga specifica
sulle modalità di assunzione).
Proponiamo inoltre che in queste zone si individuino luoghi ove sviluppare poli/centri di aggregazione
giovanile e sociale, con lo scopo di rendere questi quartieri attrattivi verso i non residenti;
ad esempio, destinare (con l’aiuto delle Fondazioni bancarie e degli istituti culturali) degli edifici
abbandonati o non utilizzati a
⋅ incubatori dell’arte contemporanea, mettendo a disposizione di giovani artisti della città e ad ospiti di
altre città e di altri paesi, atelier o studi d’artista per periodi limitati (con residenza compresa) in
cambio di opere donate alla città (e costituenti da subito un museo dell’arte contemporanea
giovane), laboratori di restauro del patrimonio artistico, laboratori di recupero di antichi mestieri,
scuole d’artigianato.
⋅ sviluppo delle arti teatrali e della cinematografia; sviluppo delle arti musicali (tempio del jazz, del
blues ecc.)
⋅ Alcuni luoghi (quali ad esempio le rive della Dora, dal cortile del Maglio fino a corso Regio Parco),
possono essere oggetto di un concorso di architettura per trasformarli in luoghi della “Movida”, in
alternativa alla bizzarra proposta di trasformare allo scopo i giardini reali (ramblas).
Dovranno essere sempre i quartieri meno centrali (con le loro piazze, le strade , i parchi e i giardini) ad
ospitare a turno manifestazioni musicali, sportive, enogastronomiche, sagre e fiere, feste di partito e
manifestazioni di ogni tipo, comprese quelle politiche e sindacali, che devono essere bandite dal centro
“aulico” (salvo le celebrazioni istituzionali promosse direttamente dallo Stato o dagli Enti locali ed altre
manifestazioni ben individuate quali il 1^ maggio).
Problematiche dell’immigrazione e dell’integrazione.
Premessa essenziale per l’integrazione degli stranieri resta la loro effettiva volontà di integrarsi e di non
chiudersi in corpi separati, caratterizzati spesso da discriminazioni verso le donne, incompatibili con le
pari opportunità dei sessi.
• Dobbiamo favorire la regolarizzazione e la residenza, fino alla concessione dei diritti di voto alle
tornate amministrative, a fronte della sicura comprensione della lingua italiana e della sottoscrizione
dell’impegno al rispetto della costituzione e delle leggi del nostro paese, con particolare riferimento
alle problematiche dell’uguaglianza uomo/donna.
• Il Comune deve promuovere momenti di incontro/formazione per il miglioramento culturale e delle
abilità linguistiche degli adulti che ne abbiano bisogno, per il superamento dei pregiudizi antistranieri;
per il confronto di esperienze di emigrazione di ieri e di oggi (anche noi siamo stati un popolo di
emigranti poveri). Favorire l’associazionismo fra immigrati, creando canali di comunicazione
istituzionali con queste realtà.
• Deve garantire l’accesso a scuole ove la presenza di stranieri e italiani sia equilibrata e garantisca
effettivamente l’integrazione e non favorisca invece la ghettizzazione (scuole elementari con 250
bambini stranieri, con oltre 30 etnie, e una decina di bambini italiani sono il sintomo di un colossale
errore di governo del fenomeno dell’immigrazione e di disattenzione ai problemi correlati). Basta la
considerazione che - in alcune circostanze (che sono reali) – cittadini appartenenti alle comunità
rumene e cinesi non portano i loro figli in queste scuole perché “ci sono troppi stranieri”.
• Promuovere la crescita del massimo rispetto per tutte le credenze in materia di religione e per la
laicità delle istituzioni pubbliche, in base alla fondamentale sentenza della Corte Europea per i Diritti
dell’Uomo; Consentire la costruzione / realizzazione di luoghi di culto non cristiani (moschee, templi
ecc.) di dimensione adeguata (e controllabili) con contestuale chiusura/eliminazione delle moschee
improvvisate in negozi, seminterrati, magazzini ecc.
• Lotta, anche con l’ausilio della polizia urbana (richiamiamo le misure già descritte in ordine
all’assunzione di stranieri nella P.A.), ai fenomeni di sfruttamento del lavoro straniero con violazione
degli obblighi contributivi e fiscali.
• Tolleranza 0 verso le mafie straniere o nazionali, ed i fenomeni di sfruttamento degli stranieri verso
persone (anche clandestine) dei propri paesi (prostituzione, traffico di stupefacenti, lavoro minorile e
lavoro nero).
Assistenza alle fasce deboli
• I momenti di crisi economica come l’attuale, che tendono a trasformarsi in strutturali, implicano
una crescente spesa sociale, con erogazione di sussidi di assistenza di varia natura in favore
delle fasce deboli della popolazione.
• Tali sussidi sono indispensabili e dovranno probabilmente essere aumentati per garantire la
sopravvivenza di tanti nuclei famigliari; di conseguenza questa spesa – già rilevante - inciderà
sui bilanci della P.A. in modo crescente. Essa non deve pertanto essere oggetto di tagli
indiscriminati ma deve essere razionalizzata e finalizzata a sostegni effettivamente temporanei,
in vista della riconquista di autonome e sufficienti capacità reddituali dei soggetti beneficiari.
• I sussidi non devono perciò diventare un reddito dato in modo indiscriminato (ad. esempio a
mafiosi o narcotrafficanti, come hanno evidenziato recenti e clamorosi casi di cronaca) e
nemmeno una fonte di reddito accessibile senza fatica o il comodo sostituto del reddito da
lavoro; non devono nemmeno essere erogazioni in danno della dignità (ti do un sussidio perché
non sei capace a fare nulla, ecc.).
• Un modo per qualificarla e ottenere anche un beneficio per la collettività potrebbe essere quello
di sperimentare forme di “sussidio contro prestazione”, ad esempio condizionando (sulla base
della presenza di certi requisiti) l’erogazione di una parte di sussidi di sostegno ad una
prestazione utile alla collettività (il concorso alla vigilanza o manutenzione di aree pubbliche, i
presidio di certi territori, lo svolgimento di servizi utili, come l’ausilio all’assistenza anziani ecc.),
svolta anche attraverso le varie associazioni di volontariato presenti nella città.
• In questo quadro occorre anche valorizzare il contributo offerto da pensionati (in ispecie quelli
con pensioni minime) per i servizi alla persona, a titolo individuale o con inquadramento in
associazioni e per servizi ausiliari di utilità pubblica (nelle scuole, nei giardini).
Problematiche Istituzionali
Ruolo dei Consigli Comunali
Rivedere il regolamento o lo statuto comunale per dare e ridare prestigio e vigore ai consiglieri comunali,
scelti dai cittadini col voto di preferenza, all’interno del loro schieramento politico, limitando la deriva
decisionista che connota il “presidenzialismo municipale”.
Numero delle Circoscrizioni e poteri
Premesso che i consigli di quartiere sono sorti per avvicinare le decisioni ai cittadini, e non solo per
decentramento burocratico, la proposta attuale di riduzione delle circoscrizioni da 10 a 5 è del tutto
incoerente ed inutile. Allo stato dei fatti, e con i poteri attuali, tanto varrebbe abolirle; ridurle significa solo
allontanarle ulteriormente dai problemi dei cittadini, senza apprezzabili benefici per il bilancio.
Il PSI propone:
• Che si rilanci il progetto di comune metropolitano per Torino e la prima cintura, con soppressione
della Provincia di Torino e revisione territoriale conseguente delle altre provincie.
• che le circoscrizioni restino 10 (ogni circoscrizione attuale è già grande come il Comune di
Moncalieri) e diventino vere e proprie “municipalità” urbane;
• che siano costituite da consigli e giunte più snelli , e che siano dotate di effettivi poteri - e risorse -
per intervenire sui problemi concreti dei quartieri di riferimento, con una omogeneità totale con i
poteri delle municipalità dei centri della cintura che entreranno a far parte della città metropolitana..
Snellimento della P.A.
Affidare ad una specifica equipe mista (politici, funzionari ed esperti) il compito di eliminare tutte le
funzioni inutili e ridondanti dell’amministrazione comunale, di informatizzare il più possibile tali funzioni
(con accesso diretto via internet per i cittadini) con lo scopo di ridurre i dipendenti pubblici e liberare
risorse per gli investimenti, ovvero di destinare i dipendenti pubblici a funzioni più rilevanti per la città (ad
esempio la vigilanza ed il controllo del territorio); meno impiegati, più investimenti e più vigili deve essere
lo scopo di questa azione di riorganizzazione.
Partecipazioni Comunali in Società e Enti
• Deve essere riesaminata l’opportunità di mantenere ognuna delle attuali partecipazioni in società e
Enti, con l’obiettivo di una riduzione delle società e delle partecipazioni.
• I consigli di Amministrazione devono essere più snelli, le nomine più trasparenti.
• Soprattutto in relazione alle partecipazioni di maggior rilievo (Sagat, TRM, IREN ecc.) e a quelle nelle
quali il Comune detiene la maggioranza o il controllo, deve essere aumentata la possibilità del Consiglio
Comunale di esercitare le funzioni di indirizzo e di controllo.

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