martedì 11 gennaio 2011

Sergio Ferrari: Cercare una soluzione

Paneacqua.eu: Cercare una soluzione

5 commenti:

claudio ha detto...

Cari Giovanni e Sergio, ho l'impressione che le nostre speranze siano mal riposte. perché un'alleanza del genere sarebbe la morte politica di Casini e ancora più di Fini, che verrebbero immediatamente investiti da tutta la potenza mediatica di Berlusconi e accusati, stavolta non a torto, di essere degli "utili idioti".
Loro possono solo faticosamente cercare di spiegare al paese che sono l'alternativa pulita ma di destra, un partito o schieramento che funziona con regole democratiche e non agli ordini di un padrone isterico: insomma la riedizione del vecchio PLI di Malagodi, che manca tanto al Paese. Ma non possono neanche pensare di inciuciarsi con la sinistra. Alla quale, in questo paese fondamentalmente di destra non resta che tornare a fare gli spettatori, come ai tempi di Berlinguer. oppure aspettare che Bossi sbatta la porta, e chieda a noi di attuare il federalismo: la sola volta che abbiamo governato davvero, fin quando Bertinotti lo ha permesso, è stato grazie a Bossi.

Luciano ha detto...

L'impraticabilità dell'alleanza da Vendola al terzo polo è palese.
Bersani tuttavia è costretto a schierarsi su questa posizione improduttiva.
Non tanto perché solo questo può partorire il tatticismo manovriero di
D'Alema, quanto perché il PD è come l'asino di Buridano: piuttosto che
scegliere muore d'inedia, anche perché se dovesse scegliere morirebbe più
rapidamente di scissione ...
Però a me pare che una via d'uscita esista: stabilire tra i due schieramenti
del centro-sinistra e del "terzo polo", ferma restando la reciproca
autonomia e distinzione, una "entente cordiale" in base alla quale sia se
vince il centro-sinistra sia se le elezioni non danno una maggioranza in
entrambi i rami del parlamento (il che equivale ad una vittoria del terzo
polo) si riforma la legge elettorale eliminando il premio di maggioranza.
Così si torna, nel giro di due legislature, ad un modello democratico
europeo, normale, nel quale in caso di necessità si fanno anche coalizioni
dopo le elezioni.
Con buona pace dei nostri "bipolaristi" irriducibili, che pensavano di
arrivare a soluzioni tecnocratiche demolendo la democrazia dei partiti ed
invece ci hanno regalato il regno eterno di Berlusconi in un sistema
imballato.
Il percorso è un po' lungo, lo riconosco, ma non vedo scorciatoie possibili.

Luciano Belli Paci

claudio ha detto...

La proposta di Bersani di dar vita "ad una alleanza da Vendola al terzo polo compresi" é un'offesa al buon senso non per la proposta in sé, che comunque é azzardata ontologicamente e politicamente, ma per concreta impraticabilità di una maggioranza esclusivamente numerica costituita da quattro, cinque forze di minoranza che nulla hanno in comune.
E' un'offesa solo al buon gusto ma non al buon senso un'alleanza tra una forza politica di maggioranza risicata (come nel caso del PDL) e una o più minoranze, per raggiungere obbiettivi necessari e condivisi benché ridimensionati.

Ma un problema originario e più grande delle innaturali alleanze sta nel PD stesso.
L’inconsistenza partitica del PD non é né eliminabile né riducibile, indipendentemente dal valore della sua classe dirigente o dalla possibile composizione dei diversi orientamenti interni sui temi politici e programmatici, é invece elemento costitutivo della sua natura. Il PD è stato generato dall’unione innaturale non di due gameti, ma di due cellule somatiche prelevate a due salme riesumate dalla prima repubblica: quindi infelice creatura senza genitori, senza radici, senza memoria storica, senza emotività.

E’ un partito che non ha popolo, né vecchio, né nuovo: perché al popolo non trasmette né un sogno e non può rivelare un’anima.

Il PD E’ NATO ORFANO PERCHE’ NON HA VOLUTO (POTUTO) RICONOSCIUTO ALCUNA PATERNITA’.

Questa sua misera condizione lo porta a peregrinare da un leader ad un altro, da un progetto ad un altro, da un’alleanza ad un’altra, fino a delirare con proposte indecenti dopo essersi convinto che è vero che non c’è più distinzione tra destra e sinistra e che per effetto statistico il centro é il luogo della sopravvivenza.

Ma il Centro é solo il luogo della medietà, frequentemente quello della mediocrità e comunque della conservazione.
Ma l’occupazione del Centro é il mestiere di Casini, e gli ex comunisti possono fare solo gli apprendisti.

Avrebbero forse avuto miglior fortuna se invece di imparare a diventare democristiani avessero avuto il coraggio di cominciare ad abituarsi a fare i socialisti. Forse anche il Paese non avrebbe avuto questo tristissimo quindicennio berlusconiano.

Ma tant’é; noi socialisti non possiamo (ancora) permetterci di dare lezioni a nessuno.

Claudio Marra

claudio ha detto...

oggi a Torino città, dove pure si governa comune e provincia, gli iscritti al PD sono 3500 (90.800 i voti alle regionali). Il che vuol dire che ti puoi comprare il partito al prezzo di un alloggio: 60.000 euro per 4.000 tessere, più 200.000 di spese organizzative per portarli a votare...

elio ha detto...

Se questo è l'unico paese dell'Europa occidentale senza un partito socialista o socialdemocratico qualche ragione deve pur esserci. Io sono uscito dal PSI nel 1981 per ragioni note. Ma chi è rimasto e ha vissuto tutta l'esperienza craxiana qualche domanda dovrebbe pur porsela. Nessuna persona normale può davvero pensare che due o tre magistrati siano i responsabili della cancellazione del PSI che aveva resistito alle cannonate di Bava Beccaris, al nazismo, allo stalinismo e al fascismo. Naturalmente la miopia degli ex PCI non ha avuto limiti perchè non si sono nemmeno posti il problema di costruire con i socilaisti degni di questo nome un partito socialista la cui mancanza, insieme a quella di una forza politica che faccia riferimento alla cultura e alla tradizione liberale, è la vera anomalia italiana. Elio Veltri