domenica 30 gennaio 2011

Peppe Giudice: Quei fischi stupidi alla Camusso

QUEI FISCHI STUPIDI ALLA CAMUSSO
.pubblicata da Giuseppe Giudice il giorno sabato 29 gennaio 2011 alle ore 23.00.Scrive Emanuele Macaluso sulle Ragioni del Socialismo:

"A quanto pare gli scioperi della FIOM hanno segnato un successo di partecipazione. Questo è un fatto indubbiamente positivo anche perché era ed è in corso una campagna di demonizzazione della FIOM. Tuttavia, debbo dire che i fischi di parte dei lavoratori metallurgici di Bologna a Susanna Camusso sono un fatto grave, usato dai mezzi di comunicazione contro la stessa FIOM, e segnalano un orientamento preoccupante anche nei dirigenti di questo sindacato. La pretesa che la segretaria della CGIL dal palco in cui svolgeva un comizio proclamasse lo sciopero generale di tutte le categorie, ci dice come la deriva leaderistica che delega tutto al “capo” abbia contagiato anche parte dei lavoratori. Una decisione, quello dello sciopero generale, che appartiene ad organismi larghi e al giudizio dei lavoratori, chiamati alla lotta, non poteva essere preso dalla Camusso in comizio. Assurdo. Aggiungo che la partecipazione di Landini a iniziative politiche promosse da gruppi e riviste della sinistra radicale non mi sembra utile. Utile sarebbe un lavoro volto a una ripresa dell’unità sindacale. Senza la quale, i lavoratori, qualunque sia il loro sindacato di riferimento, conosceranno solo sconfitte e delusioni."

Condivido largamente la nota. Solo un appunto. Quelli che fischiavano molto probabilmente non erano operai metalmeccanici (c'è in proposito una nota della CGIL di Parma) ma qualche gruppo di autonomi notoriamente rompicoglioni che sono sempre stati contro la CGIL e pretendono di insegnare alla CGIL quello che deve fare.

Del resto Landini stesso ha minimizzato l'accaduto, affermando fra l'altro che la Camusso e il gruppo dirigente generale della CGIL non sono affatto contrari per principio allo sciopero generale. La stupidità è pensare che un segretario possa decidere di uno sciopero su un palco, senza aver consultato le altre categorie e senza aver tastato il polso degli iscritti.

Landini, rispetto a chi lo ha preceduto, è un leader che ha una caratura molto più sindacale "pragmatica" che non ideologica (Cremaschi). Però non c'è dubbio che la FIOM negli anni passati (proprio per colpa di Cremaschi) ha dato l'impressione di voler fondare una sorta di soggetto "antagonista" nel momento in cui Rifondazione entrava in crisi. Per cui alla fine nell'immaginario di qualcuno diventa il "nuovo Messia" della sinistra.

In Basilicata, al congresso regionale di SeL , qualcuno, strumentalmente, ha presentato un documento (molto confuso nelle sue indicazioni politiche) in cui ciò che risaltava era lo slogan "dobbiamo essere come la FIOM". Il documento ha raccolto consensi minoritari tra i delegati e serviva solo a fare la trattativa sui posti nel coordinamento regionale - non aveva alcuna nobiltà politica (molta vecchia politica tra gli ex rifondaroli).

Ma io ho sentito il dovere di intervenire in Congresso e dire a chiare lettere: " La FIOM non è il sindacato di SeL, nè SeL è il partito della FIOM. Nè sel può inervenire nella dialettica interna alla CGIL." Devo dire che ho avuto gli applausi della maggior parte della sala. Del resto riprendendo ciò che diceva Vendola al congresso di Firenze ho evidenziato che bisogna evitare ogni ritorno a forme di collateralismo. Partito e sindacato fanno ciascuno il suo mestiere nel difendere gli interessi e la dignità dei lavoratori. Noi giudichiamo sui fatti e sosteniamo sia la FIOM che la CGIL perchè nei fatti oggi loro difendono le ragioni del lavoro e della giustizia sociale.

Ho notato anche che la stampa (tutta la stampa) abbia voluto evidenziare la supposta frattura tra CGIL e FIOM. Che non esiste. Perchè su Mirafiori la Camusso e Landini hanno detto le stesse cose. Anzi se vogliamo la CGIL è stata più coerente, perchè ha detto ai lavoratori di andare a votare no. La FIOM non riconoscendo la validità del referendum avrebbe dovuto dare l'indicazione di non andare a votare.

Ma al di là di aspetti marginali io credo che sia nel nostro interesse di sinistra riformatrice e di governo avere una CGIL forte ed unitaria. La Fiom dovrebbe stare più attenta alle sue frequentazioni. Ha ragione Macaluso: ma che centra Micromega di Flores D'Arcais con le lotte dei lavoratori. Una rivista che in venti anni non si è mai occupata di temi sociali e di lavoro e fatta da "radical-chic" perniciosi. Sono due mondi che nulla hanno che vedere fra loro. Anzi sono proprio costoro che spingono ad enfatizzare i dissensi tra Fiom e Cgil per organizzare poi qualche altro bel girotondo.

Il 46% dei no sono una grande risorsa della democrazia e danno ossigeno ad una battaglia per rimettere al centro il tema del lavoro.

Io credo che uno sciopero generale possa essere utile in questa fase, ma non posso essere io a decidere ovviamente. DeL resto la CGIL di scioperi generali , sotto la segretaria Epifani, ne ha fatti diversi e spesso in solitusìdine. Probabilmente il "maledetto socialista" Epifani ha diretto la fese più a sinistra della storia della CGIL. Ma anche perchè la CGIL si è dovuta sobbarcare il peso della scomparsa della sinistra politica in questo paese.

Si è giustamente detto che in Germania Marchionne è stato cacciato. Un sindacalista della CGT francese ha detto in Francia Marchionne non avrebbe potuto imporre questo diktat, sia perchè in Francia i sindacati sono uniti (sono tre ma hanno un forte patto di unità) , sia perchè c'è una sinistra forte. Ed aggiungo io guidata da un partito socialista forte. In Italia abbiamo due sindacati gialli e nell'ambito politico Bersani e.....non ridete per favore ....Nencini!!!! Se non fosse per Vendola che pure avrebbe bisogno di un soggetto politico più largo e legato al PSE.

Alla fine, come possiamo notate, il tema dell'identità socialista della sinistra. è centrale, non è una astrazione. Ma va posto nel modo giusto.

La scomparsa della parola socialismo dall'orizzonte politico e culturale della sinistra, ha prodotto un PD (con un suo assessore toscano nominato segretario di un ectoplasma) senza identità e senza una posizione chiara sui temi centrali del lavoro e della giustizia sociale. Una sinistra radicaloide e movimentista che tali temi li rappresenta in modalità minoritarie protestatari e senza nessun rigore concettuale. Vendola sta cerando di riempire questo vuoto, ma per ora ha un partito che solo in parte segue il suo passo. Ed un partito che comunque si presenta come transitorio.

La ricostruzione di una forte cultura socialista, di una identità non ridotta ai recinti delle appartenenze storiche, serve a fornire una base ad una sinistra politica che sempre più dovrà essere il frutto di una ricomposizione e scomposizione dei soggetti attuali. Con il Network e gli altri strumenti a disposizione dobbiamo metterci l'anima.



PEPPE GIUDICE

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30 commenti:

dario ha detto...

Caro Peppe

i fischi alla Camusso li ha proprio chiamati Landini allorchè ha chiuso il suo intervento con la frase urlata: "chiedo alla CGIL a TUTTA la CGIL di dichiarare lo siopero generale" (forse le parole non sono esattissime ma il concetto era quello, mettere in difficoltà la Camusso.

É un modo di agire pericoloso perchè se nel caso della Camusso sono stati fischi, a Torino la deriva dura nei confronti dei firmatari dell'accordo di Mirafiori ha portato mercoledì scorso un manipolo di violenti dei centri sociali ad assaltare la sede della UIL, fatto gravissimo e passato sotto il silenzio dei grandi media.

Noi socialisti non possiamo e non dobbiamo derubricare a stupidate l'intolleranza, neppure quella delle parole, è esattamente l'errore che si fece agli inizi degli anni settanta, agli albori del terrorismo a Torino, la violenza va condannata senza se e senza ma.

Noi a Torino ieri abbiamo ricordato la figura di un grande sindacalista socialista, Bruno Buozzi, che esattamente cento anni fa rilanciò la FIOM dopo la deriva del pansindacalismo propugnata dai sindacalisti rivoluzionari nei primi anni del '900 e che portò la FIOM da 25.000 iscritti a 8.000, la rilanciò parlando, da buon riformista, di problemi concreti dei lavoratori, di unità, con un linguaggio pacifico e rispettoso delle idee altrui, ed i tempi erano ancor più duri di quelli odierni. Mai dimenticare le lezioni della storia!

Dario Allamano

felice ha detto...

Tutto sensato, ma se un segretario generale FIOM chiude il suo intervento proprio con l'invito alla CGIL di proclamare lo sciopero generale doveva sapere che tirava la volata ai fischi. la Camusso è stata fischiata anche il giorno dopo e ho avuto la (s)ventura di sentire il segretario generale della FIOM era tutto un attacco a Panini della segreteria della CGIL perché non aveva aderito all'ipotesi di sciopero generale.
Date tempo al tempo ma arriveranno quelli che diranno che dobbiamo fare come in Tunisia e Egitto e uno sciopero generale sarebbe un'occasione scatenante

dario ha detto...

Ancora una cosa

la vicenda Opel ha ben altra lettura, Marchionne non riuscì a fare l'accordo perchè in alternativa alla chiusura di Anversa (che poi non facendo l'accordo con FIAT venne chiusa) la proposta dei tedeschi era chiudere Pomigliano per scarsa produttività e redditività.

Prima di fare dichiarazioni generiche sarebbe meglio studiare le carte.

Dario Allamano

felice ha detto...

RETTIFICA:Non si trattava del segretario generale della FIOM ma di quello lombardo in una trasmissione di Radio Popolare

peppe ha detto...

ci fu una chiara opposizione del sindacato tedesco Ig Metall al modello che voleva imporre Marchionne. E poi all'estero lo conoscono meglio che in Italia. E poi c'è una posizione di principio dalla quale chi è socialista non può prescindere: i diritti sociali non possono diventare una variabile dipendente del mercato. Se si è socialisti secondo lo spirito più autentico del suo significato. Poi se consideriamo socialisti anche Sacconi e Brunetta, ogni interlocuzione è impossibile.

peppe ha detto...

caro Felice,
di queste cose, come affermo nella nota, ne ho parlato al congresso regionale SeL ed ho avuto il consenso della maggioranza dei presenti. Io giudico la Fiom sui fatti e come Macaluso sostengo lo sciopero e mi ha fatto piacere che sia riuscito. UNa risposta all'arroganza padronale ci voleva. Io non credo che vi sarà una spaccatura tra CGIL e Fiom. Landini mi pare migliore di quelli che lo hanno preceduto. IO sono favorevole allo sciopero generale (non sono ovviamente io a decidere) come sciopero contro la politica del governo e non solo sul caso Fiat. Del resto questa è una ipotesi che è non è sassolutamente scartata dai vertici della CGIL che sotto la gestione Epifani di scioperi generali ne hanno fatto diversi e spesso in solitudine. La Camussso dice giustamente: se uno sciopero generale va fatto esso deve riuscire bene, e deve avere sbocco politico, se non è una vittoria di Marchionne e Berlusconi. IO credo vista anche l'assenza del PD di fare opposizione sui temi sociali e con una politica del governo che è al livello del "bunga-bunga" del premier, una vasta mobilitazione democratica debba esserci e debba essere guidata dalla Cgil (così si evitano le scempiaggini di chi vuole importare modelli tunisini). Il problema vero della CGIL (e anche della FIOM) è che l'unico interlocutore politico che oggi ha è Vendola leader di in partito ancora non formato e con il 7% dei consensi. Questo dovrebbe affrettare i tempi di quella scomposizione-ricomposizione della sinistra tenendo fuori da un lato i "tunisini" e dall'altro i post-craxiani e i sotto-riformisti.

dario ha detto...

Caro Peppe

a chi cala bastoni non si risponde con coppe.

Io non ho mai detto che non ci fu una risposta negativa dei sindacati tedeschi alla proposta di Marchionne, ma che un attento studio dellea IG Metall medesima (loro studiano) rilevò che c'era uno stabilimento italiano (Pomigliano) con scarsa produttività e redditività (tant'è che lo scorso anno la FIAT medesima lo chiuse alcuni mesi per formare gli operai) e che nell'ambito del Piano cpmplessivo di integrazione FIAT-Opel poteva essere chiuso, mantenendo aperto in alternativa un altro stabilimento (questo di OPEL): Anversa, più produttivo di Pomigliano.

I sindacati tedeschi che fanno poca ideologia e che sono molto pragmatici, anche troppo (in allegato ti invio un interessante articolo di Pirani), avevano ben in mente che il settore auto ha una sovracapacità produttiva del 25-30% e che pertanto uno stabilimento andava chiuso.

Alla risposta negativa di Marchionne sulla chiusura di Pomigliano (tutto sommato il perfido Sergio non è poi così cattivo come lo dipinge la vulgata ideologica di moda) si ruppero le trattative.

Il problema vero non è ideologico, ma molto pratico, e sino a che non si arriverà a ragionare di contratto europeo del settore auto, come diciamo noi socialisti del Gruppo di Volpedo, non si uscirà, perchè ogni sindacato tenderà a salvaguardare i suoi campioni nazionali.

Dopo la rottura con FIAT Opel chiuse uno stabilimento, ma non in Germania (il nazionalismo, brutta bestia) bensì quello belga di Anversa.

Dario Allamano

peppe ha detto...

La posizione di Landini era nota da tempo sullo sciopero generale. Quindi lui l'ha ribadita. Ed ha anche affermato che tra le sue posizioni e quelle della Camusso non vi sono divergenze sostanziali, perchè la Camusso stessa ritiene che lo sciopero generale è una ipotesi da prendere in seria considerazione. Quindi non facciamo l'operazione di contrapporre Fiom e Cgil al di là del vero contendere. O di demonizzare la Fiom come covo di pazzi estremisti. La CGIL sull''accordo, anzi sul diktat Marchionne ha espresso la stessa posizione della Fiom ed ha sostenuto lo sciopero del comparto metalmeccanico. MI pare chiaro. Poi la questione della "firma tecnica" era dettata dalla preoccupazione di veder fuori la Fiom dalla fabbrica. Comunque a me Landni pare molto più ispirato ad una logica sindacle e meno ideologica rispretto a Creamschi. E se devo essere sincero, pur ribadendo la critica fatta in passato alla Fiom (sulla pretesa di essere un partito) tutta questa polemica serve solo a nascondere l'atteggiamento vergognoso di Uil e Cisl nonchè di alcuni esponenti del PD . E lasciamo in pace il povero Bruno Buozzi. Di fronte all'arroganza di Marchionne sarebbe stato favorevole allo sciopero generale!

claudio b. ha detto...

ma uno sciopero generale indetto da un solo sindacato, che in piazza porta pensionati e dipendenti pubblici più dei rumorosi non global non è una manifestazione di debolezza? cosa è successo dopo gli scioperi di Epifani? una lunga discussione sui numeri dei partecipanti e dei cortei, un consolidamento interno della CGIL e basta

pino ha detto...

Ma veramente quelli che dicono che dobbamo fare come in Tuisia ed in Egitto già ci sono. Comunque ci sono elementi che si definiscono di estrema sinistra con i quali non si può discutere. E su questo punto bisogna essere chiari. Sono degli avventuristi. Ed anche peggio

carlo ha detto...

Trovo esemplare il modo d'agire del 'sandinista' Maurizio Landini, iscritto o comunque vicino a SeL! A lui come a tanti dirigenti a vari livelli della Fiom i rifomisti stanno sullo stomaco: i fischi alla Camusso perche' sulla pinta della piazza avrebbe dovuto dire la parola 'sciopero generale' fanno tornare alla memoria quelli contro Bruno Trentin quando ai cancelli di Mirafiori metteva in guardia le 'avanguardie' (parlo sempre della struttura Fiom e non degli operai in carne ed ossa) ammoniva a non procedere con i picchetti o anche quelli a Carniti (pochi scalmati!) andato a spiegare l'accordo dell'80. Ricordo ancora che la Camusso, chiamata alla Fiom da Fausto Vigevani (lo vogliamo ricordare quest'altro riformatore lombardiano?) fu cacciata dalla Fiom da quel Claudio Sabattini capo e leader dei'sandinisti' dell'80 schiacciati dalla marcia dei 40 mila...A proposito che fine hanno fatto i firmatari di appelli e marciatori di fiaccolate? Qualcuno li ha visti o sentiti? Incondizionatamente con Susanna......

peppe ha detto...

vedete SeL (a cui io sono iscritto) non affatto un partito estremista. Fra l'altro i Sandinisti fanno parte dell'internazionale Socialista (Craxi e Gonales li hanno portati) . In SeL la maggioranza è fatta di gente che vuole una sinistra di governo naturalmente non subalterna al liberismo. Noi qui non stiamo a parlare della FIOM di Sabatini che è morto diversi anni fa. Sostenere che la Fiom ha ragione nel caso specifico della vertenza Fiat non significa affatto giustificare la Fiom di Sabatini o schierarsio con posizioni di sinistra minoritaria o "tunisina". Pierre Carniti (almeno sulla vicenda Pomigliano) ed Emanuele Macaluso hanno dato ragione alla Fiom. Sono per questo diventati degli estremisti. O forse l'estremismo non è oggi tutto dalla parte padronale con la complicità di quei personaggi innominabili ex socialisti che stanno con Berlusconi. E dal fatto che la Uil e la Cisl sono diventati sindacati gialli e padronali.
La CGIL con la gestione del socialista Epifani ha vissuta la fase più "a sinistra" della sua storia. Ma è perchè ha dovuto supplire ad una carenza di sinistra politica e reagire alla miutazione genetica di Uil e Cisl.

lanfranco ha detto...

andiamo piano anche a costruire un conflitto camusso contro landini che non è detto si svolga davvero e di cui sarà bene, quando ci fosse ,afferrare bene i termini prima di schierarsi in battaglia.non si può andare avanti con gli occhi sempre rivolti al passato.

felice ha detto...

Landini non è sabatini, ma se non sapeva di tirare i fischi alla camusso, con la sua conclusione allora dubito che sia un leader di cui fidarsi. Il giorno dopo panini, pur alleato della FIOM nella minoranza sindacale del congresso cgil, è stato fischiato e questa volta daa dove provenissero era chiaro a tutti. Prima che la sinistra prenda l'ennesima vagonata in faccia all'insegna di piazze piene-urne vuote, chi mette le mani avanti fa bene anche se esagera. Non deve aprirsi un conflitto interno al sindacato tra CGIL e FIOM, ma deve essere chgiaro che se si apre sulla richiesta di sciopero generale la sinistra europea sta con la CGIL e quella del basso mediterraneo con la fiom

carlo ha detto...

Tener conto del passato non e' affatto un errore, ne' tanto meno 'non vedere' quel che accade: e' solo tutelarsi dalla coazione a ripetere di chi in nome della 'classe operaia' persevera con logiche e prassi vecchie e perdenti, vedi la vertenza Fiat dell'80 e piu' di recente l'accordo, sempre separato, del 1988. Per non andare alle elezioni delle commissioni interne del 1955 e al 'repulisti' di Di Vittorio che affido la Fiom a Bruno Trentin per riportarla 'dentro la fabbrica'. Queste considerazioni poggiamo a scanso di equivoci su una netta distinzione tra 'gli operai in carne ed ossa' e un certo 'apparato sindacale' (cui non manca un contratto a tempo indeterminato, l'assistenza medica e una pensione sicura, piu' vari benefit) che svolge 'attivita' sindacale' e non 'attivita' politica', come non di rado, e' successo e succede tuttora. E lo 'scontro' o il 'conflitto' d'impostazione nella Cgil tra l'anima riformista e riformatrice e quella che si crede 'rivoluzionaria', non e' un'invenzione dei media: e' stata sancita dal Congresso stesso della Confederazione che ha eletto la Camusso contro la quale ha votato il 17% dei delegati per la maggior parte dell'attuale Fiom. Per rifarsi al passato e' lo stesso conflitto che ci fu nell'80, grosso modo, tra Lama e Trentin da una parte e Claudio Sabattini (finito male dopo la marcia dei 40 mila) appoggiato da Fausto Bertinotti dall'altra...Ecco perche' incondizionatamente dalla parte della Camusso!

mario ha detto...

bhe l'importante è sempre dividersi no?
la storia della sinistra è piena di favolose divisioni, da queste divisioni sono nate le migliori esperienze della vita recente del nostro Paese, il fascismo, il sistema democristiano, il Berlusconesimo che dire? proseguiamo su questa strada senza timori il futuro sarà sicuramente nostro!!!

dario ha detto...

Caro Carlo

la scelta della FIOM di divenire "corpo separato" dentro la CGIL risale ben più indietro, risale al congresso Fiom del 1996 in cui venne decisa la sua "indipendenza". Era un scelta che rinnegava un secolo di storia.

La forza della CGIL risiedeva per l'appunto di essere una "confederazione di lavoratori" (CGIL significa per l'appunto Confederazione Generale Italiana del Lavoro) e non una confederazione di sindacati (di categoria) (ad es. CISL significa Confederazione Italiana Sindacati di Lavoratori).

La Fiom sta perseguendo con costanza questa strada, quella del quarto sindacato, ma così facendo deve essere chiaro che si pone fuori dalla Storia della CGIL.

L'ultimo Congresso ha solo sancito un ulteriore passo in questa direzione con la (democratica) esclusione della minoranza (30% dei voti al Congresso) dalle segreterie.

Dario Allamano

peppe ha detto...

intanto cerchiamo di evitarlo questo conflitto. Anche perchè sullo sciopero generale (ma da attuare contro la politica del governo e non solo come risposta a Marchionne) la CGIL e la Camusso hanno detto che sta nelle possibilità da mettere in campo. E' chiaro che uno sciopero generale (con la gestione Epifani ce ne sono stati diversi) deve riuscire bene ed avere uno sbocco politico. Non so se veramente la Fiom lla fine si farà tirrae dai "tunisini". Se lo facesse rischierebbe un nuovo isolamento politico. Ma non mettiamo il carro davanti ai buoi.

peppe ha detto...

La FIOM se si stacca dalla CGIL non va da nessuna parte. Perchè al di là della collocazione dei suoi dirigenti, la gran massa dei lavoratori iscritti resterà nella CGIL . Non enfatizziamo più di tanto dissensi che se certo esistono non sono tali da provocare guerre di religione. DEl resto la Camusso non ha affatto escluso lo sciopero generale da fare però contro la politica del governo e non solo per la vicenda Mirafiori. E non facendosi dettrae l'agenda da Landini.

ezio ha detto...

condivido ilpensiero del compagno Carlo Lombardi; come si può infatti nn intravedere nella divisione - che è patente e nn comprendo come un compagno con l'esperienza e la diligenza come Lanfranco Turci nn la veda- tra la Camusso e la FIOM ( che reputo una congrega oltranzista che, inoltre, si incammina sempre più verso un soggetto politico più che sindacale) nn può che vedere schierati i socialisti riformisti con la comapgna Camusso, piuttosto che con il compagno LAndini.
L'anelito allo sciopero generale e gli attacchi agli altri sindacati, con l'ipotesi preoccupante e pericolosa di catalogare l'azione della CISL e della UIL come quella di un c.d. sindacato giallo, impoongono la necessità fùdi stare con La CAmusso e con la maggioranza della CGIL che l'ha espresssa.
altrimenti nn se ne esce e rimarrà solo una chimera il nostro comune obbietti vo di osservatori politici di matrice socialista, ovvero: l'unità sindacale, tralasciando schegge pseudooltranziste e pseudorivoluzionare.
saluti socialisti dalla prov. di Agrigento, profondo SUD

luigi ha detto...

E se promuovessimo una campagna per la difesa dell'art.41
costantemente sotto attacco liberista ?
Perché fa tanta paura a Tremonti l'art.41 ? E poi si dice che fa il
colbertiamo ... ma ...
Dobbiamo iniziare l'azione di contrasto da subito senza aspettare che
diventi indfispensabile il referendum abrogativo.
Allego articolo su cui riflettere.
Un fraterno saluto.
Luigi Fasce
www.circolocalogerocapitini.

lanfranco ha detto...

insisto.vedo troppa voglia di correre a schierarsi prima ancora che si sia in presenza di una guerra,che peraltro dovremmo auspicare non scoppi davvero.La fiom sarà una congrega oltranzista,ma per chi come me ha sostenuto il no a marchionne è difficile accettare un giudizio così liquidatorio,se no avrei sostenuto un'altra posizione sia a pomigliano che a mirafiori.Evitiamo anche di cominciare a santificare la camusso ,che peraltro io stimo e credo una dirigente capace,ma non ha bisogno che si aprano dei fanclub.

bebo ha detto...

Senza voler forzare il tuo ragionamento Lanfranco, aggiungo di mio, che CISL e UIL si sono comportati, e da qualche anno si stanno comportando ( stranamente in presenza del mninistero Berlusconi, ricordo un Angeletti pieno di verve quando a guidare il Governo era prodi) da sindacati “gialli”. Io non solo personalmente, ma provengo da una genia di sindacalisti CGIL che ha sempre guardato alla Fiom un po’ in cagnesco, ritenendo che i metalmeccanici non fossero gli unici lavoratori e gli unici sfruttati e contestando un primato spesso conquistato sul campo ma spesso anche no. Ma in questo caso la Fiom si è comportata con perfetta coerenza rispetto a un ricatto estremamente pericoloso, e industrialmente ( lo vedremo) fallimentare. Per ora stiamo assistendo a una dismissione di fatto dei marchi nobili, e dopo la sin troppo omaggiata 500, quello che ci è stato dato di vedere è una Chrisler, nemmeno innovativa, con il marchietto Fiat sul frontale.
Vi ricordo solamente che la Fiat è uscita da Confindustria, cioè che non solo ha approfittato a mani basse del patrimonio di tutti i cittadini, per progetti e scalate fallimentari, ma come ultima mossa è uscita da Confindustria, proponendo dunque un far west della contrattazione, che non ha nulla a che fare con alcun pensiero modernamente liberale o tradizionalmente socialista.

Ottime cose

Bebo Moroni

(non mi si tiri fuori l’esempio degli USA, Marchionne viene a produrre i motori Chrisler in Italia perché sa benissimo qual’è il costo di un operaio americano)

mario ha detto...

Se una parte della Sinistra ed in particolare i socialisti continuano a fare l'analisi del sangue ai sindacati non si va da nessuna parte! Ed a mio avviso, nella nostra situazione, è deleterio, distruttivo e fuorviante tanto definire alcuni sindacati come "gialli" quanto altri come "oltranzisti". Credo che dovremmo per il momento fermarci ai fatti: Cisl e Uil si sono mostrati accondiscendenti e proni con Marchionne mentre Cgil e Fiom hanno provato a ragionare sulla base del corretto comportamento che qualsisai sindacato occidentale avrebbe assunto nei confronti di una proposta come quella del manager Fiat. Ovviamente c'è sempre chi dice "no" in maniera più pacata e chi invece in maniera più agitata....ma l'importante è capire se si è detto "si" o si è detto "no" sulla questione in essere. Ma rimettere in campo in questo caso i riflessi pavloviani "anticomunisti" o "antisocialisti" anni '80, spacciandoli per "riformismo" e "massimalismo" ed estendendoli alla questione Marchionne è pura follia autodistruttiva e favoreggiatrice dei "padroncini di sempre".
Mario Francese

ezio ha detto...

per essere più chiari e più sinceri: non invoco, né tantomeno spero, una guerra di religione nel mondo sindacale ed in particoalre nell'area della CGIL; ma se dovessero cointinuare ad invocare lo sciopero generale, il lanciare messsaggi denigratori versi CISL ed UIL, e nei confronti della compagna Camusso, tra ( e lo ribadisco!) la congrega oltranzista della FIOM e la CGIL, anche in un'ottica di ripresa del percorso della necessaria unità sindacale, io starei con la compagna Camusso,
Mi sembra , infatti, che abbia preso la posizione più attenta alle necessità che sicuramente la condotta di Marchionne pone, mentre questa sorta di "sindacalismo rivoluzionario" della FIOM mi sembra pericoloso, oltre che inconcludente.
Parafrasando una battuta di un noto film, la posizione FIOM a me sembra dettata da schemi delgi anni '70, oltre che da un purismo eccessivo e ricon ducibile a "tutta chiacchiere e distintivo", mentre ci vogliono i fatti e nn posizione oltranziste e dogmatiche che nulla portano al confronto con le forti posizioni espresse da Marchionne

sergio ha detto...

E se ci occupassimo di organizzare un'area riformista e socialista nel Sindacato che pare essersi volatilizzata? Naturalmente senza nulla togliere a quei pochi che restono a tutto e contro tutti.

Sergio Tremolada (Nuova Società)

peppe ha detto...

mettiamoci alle spalle gli anni 80 e le sue categorie che oggi non valgono più a niente. Pierre Carniti che fu il principale protagonista dello scontro con Berlinguer ed il PCI sulla riforma della Scala Mobile (e quindi un riformista doc) sulla vicenda Fiat Pomigliano e Mirafiori si è schierato con la FIOM. Quello che più fa male ai socialisti è questa incapacità di andare oltre gli schemi deformanti degli anni 80. Oggi siamo in tutt'altra dimensione. E poi il termine riformismo si è fortemente corrotto.

ezio ha detto...

in riferimento alla preziosa considerazione del compagno Tremolada:
magari cercando di esprimere, in una netta divisione degli ambiti di operatività, una sorta di comunione di intenti nelle politiche del lavoro....il tutto ovviamente senza resuscitare la giustamente scomparsa "cinghia di trasmissione"

mario ha detto...

Secondo me nel sindacato (e non solo) si è volatilizzata solo l'area SOCIALISTA....quanto all'ormai iper-ambiguo termine (che è poi nel nostro caso un aggettivo) di "riformista" avrei mille distinguo da fare!
Rimango comunque dell'opinione che i sindacati debbano fare "sindacato" ed i partiti debbano fare "il partito"! Quel che si tenta di contestare oggi (e spesso strumentalmente) alla Fiom è proprio il riflesso di tanti anni di "cinghia di trasmissione" di partito o sue correnti.
Indietro non si torna!
Mario Francese

carlo ha detto...

E no, caro Peppe! Non puoi rivolgere appelli a smetterla di guardare agli anni '80 e prendertela con una sorta di complesso d'inferiorita' di chi si sente ancora, nonostante tutto, socialista e per di piu' lombardiano. E da 'acomunista' non smettero' mai di sollevare le mie critiche ad una mentalita' staliniana dura a morire (o con me o contro di me) cosi' come sono pronto a riconoscere quel che di nuovo emerge a sinistra. Quanto a Pierre Carniti non dimenticare mai che fu uno dei grandi elettori di Riccardo Lombardi nel '72 a Milano dove il partito gli contrappose Eugenio Scalfari cosi' come gran parte del patrimonio ideale dei metalmeccanici dal 68-69 in avanti e' frutto di un feeling solidissimo tra Lombardi, Pierre Carniti e Bruno Trentin. Il giudizio di Carniti sull'accordo separato alla Fiat e' piu' articolato e non e' giusto dire Carniti sta con la Fiom, quando solleva l'incapacta' di tener il timone dritto dell'unita' sindacale! Infine ricordiamoci che Berlinguer perse tanto sulla vertenza Fiat dell'80 quanto sul referendum per due punti di contingenza! E che ad abolire quel meccanismo di appiattimento salariale fu Bruno Trentin. Incondizionatamente con Susanna Camusso...