Caro EM.MA io penso che la sinistra abbia ormai geneticamente finito per perdersi anche per le modalità con le quali i "gregari" (e quelli che come te li accusano) si confrontano su ogni tema. La modernità a cui tu fai riferimento non chiede ne' gregariato supino, ne rifiuto manicheo. La modernità, come tutto ciò che ha a che fare con il futuro e non con il passato (che a sua volta non sempre riusciamo a comprendere anche a distanza di lustri o secoli), richiede umiltà, ricerca, riflessione, domande, studio, ipotesi e confronto. La modernità non ha bisogno dei sindacati che "firmano a prescindere", non ha bisogno di "sto' con Marchionne tutta la vita", ma nemmeno di chi banalizza e generalizza con la testa rivolta non si sa dove . Questa vicenda ha messo ancora in chiaro che a sinistra si discute di tutto ma non si sa confrontarsi su nulla. Tutti hanno preso posizione in modo duro, secco, senza se e senza ma, o di qui o di li. Tutti si sono prodigati a distinguersi dagli "altri", tutti hanno accusato "gli altri" di appartenere al fronte "dei cattivi", "degli arretrati","degli appiattiti" e via dicendo. Lo scontro è sul ricatto, sulla dignità, sulla moderna struttura produttiva, sul concetto genericoe banalizzato di pause (come se la pausa fosse un un regalo o un esempio di lassismo), su quello altrettanto generalizzato e banalizzato (da una parte e dall'altra) sull'assenteismo. Oggi lo scontro è su chi ha vinto, pareggiato, perso o quasi vinto/perso. Caro EM.ME se invece di contrapporvi con le vostre reciproche certezze provaste a riprendere in mano umilmente la disponibilità al confronto e foste un po' tutti disposti a non brandire certezze assolute? Come potete sperare di governare un paese se nemmeno riuscite a trovare il modo di confrontarvi su temi fondamentali come il rilancio (o la salvaguardia) del lavoro e dell'impresa? Come reciprocamente pensate di riuscire a proporre al paese una leadership se reciprocamente giocate al tiro ai Leader (i quali naturalmente a loro volta non si fanno mancare l'occasione per "parlare" "dichiarare" ed essere manichei su un fronte o sull'altro?).?
Caro EM.MA io penso che la sinistra abbia ormai geneticamente finito per perdersi anche per le modalità con le quali i "gregari" (e quelli che come te li accusano) si confrontano su ogni tema. La modernità a cui tu fai riferimento non chiede ne' gregariato supino, ne rifiuto manicheo. La modernità, come tutto ciò che ha a che fare con il futuro e non con il passato (che a sua volta non sempre riusciamo a comprendere anche a distanza di lustri o secoli), richiede umiltà, ricerca, riflessione, domande, studio, ipotesi e confronto. La modernità non ha bisogno dei sindacati che "firmano a prescindere", non ha bisogno di "sto' con Marchionne tutta la vita", ma nemmeno di chi banalizza e generalizza con la testa rivolta non si sa dove . Questa vicenda ha messo ancora in chiaro che a sinistra si discute di tutto ma non si sa confrontarsi su nulla. Tutti hanno preso posizione in modo duro, secco, senza se e senza ma, o di qui o di li. Tutti si sono prodigati a distinguersi dagli "altri", tutti hanno accusato "gli altri" di appartenere al fronte "dei cattivi", "degli arretrati","degli appiattiti" e via dicendo. Lo scontro è sul ricatto, sulla dignità, sulla moderna struttura produttiva, sul concetto genericoe banalizzato di pause (come se la pausa fosse un un regalo o un esempio di lassismo), su quello altrettanto generalizzato e banalizzato (da una parte e dall'altra) sull'assenteismo. Oggi lo scontro è su chi ha vinto, pareggiato, perso o quasi vinto/perso. Caro EM.ME se invece di contrapporvi con le vostre reciproche certezze provaste a riprendere in mano umilmente la disponibilità al confronto e foste un po' tutti disposti a non brandire certezze assolute? Come potete sperare di governare un paese se nemmeno riuscite a trovare il modo di confrontarvi su temi fondamentali come il rilancio (o la salvaguardia) del lavoro e dell'impresa? Come reciprocamente pensate di riuscire a proporre al paese una leadership se reciprocamente giocate al tiro ai Leader (i quali naturalmente a loro volta non si fanno mancare l'occasione per "parlare" "dichiarare" ed essere manichei su un fronte o sull'altro?).?
Caro EM.MA io penso che la sinistra abbia ormai geneticamente finito per perdersi anche per le modalità con le quali i "gregari" (e quelli che come te li accusano) si confrontano su ogni tema. La modernità a cui tu fai riferimento non chiede ne' gregariato supino, ne rifiuto manicheo. La modernità, come tutto ciò che ha a che fare con il futuro e non con il passato (che a sua volta non sempre riusciamo a comprendere anche a distanza di lustri o secoli), richiede umiltà, ricerca, riflessione, domande, studio, ipotesi e confronto. La modernità non ha bisogno dei sindacati che "firmano a prescindere", non ha bisogno di "sto' con Marchionne tutta la vita", ma nemmeno di chi banalizza e generalizza con la testa rivolta non si sa dove . Questa vicenda ha messo ancora in chiaro che a sinistra si discute di tutto ma non si sa confrontarsi su nulla. Tutti hanno preso posizione in modo duro, secco, senza se e senza ma, o di qui o di li. Tutti si sono prodigati a distinguersi dagli "altri", tutti hanno accusato "gli altri" di appartenere al fronte "dei cattivi", "degli arretrati","degli appiattiti" e via dicendo. Lo scontro è sul ricatto, sulla dignità, sulla moderna struttura produttiva, sul concetto genericoe banalizzato di pause (come se la pausa fosse un un regalo o un esempio di lassismo), su quello altrettanto generalizzato e banalizzato (da una parte e dall'altra) sull'assenteismo. Oggi lo scontro è su chi ha vinto, pareggiato, perso o quasi vinto/perso. Caro EM.ME se invece di contrapporvi con le vostre reciproche certezze provaste a riprendere in mano umilmente la disponibilità al confronto e foste un po' tutti disposti a non brandire certezze assolute? Come potete sperare di governare un paese se nemmeno riuscite a trovare il modo di confrontarvi su temi fondamentali come il rilancio (o la salvaguardia) del lavoro e dell'impresa? Come reciprocamente pensate di riuscire a proporre al paese una leadership se reciprocamente giocate al tiro ai Leader (i quali naturalmente a loro volta non si fanno mancare l'occasione per "parlare" "dichiarare" ed essere manichei su un fronte o sull'altro?).?
Credo che la vicenda Fiat, metta in evidenza un fattore molto importante, la grande maturità dei lavoratori, e questo mi tranquillizza, soprattuto se si riflette sul comportamento della classe politica in generale, sia di maggioranza che di opposizione, certo il risultato del referendum da alcune indicazioni la prime è che il Paese vive prima che un'emergenza economica, un'emergenza democratica, è infatti semplicemente inaccettabile che si chiamino i lavoratori a decidere su "un'idea" non su un piano industriale e soprattutto che lo si faccia sotto ricatto, l'altra grande verità che emerge è rappresentata dalla necessita che si proceda all'elaborazione di nuove regole sulle relazioni industriali che (cgil) non possono essere quelle degli anni '70.
5 commenti:
Caro EM.MA io penso che la sinistra abbia ormai geneticamente finito per perdersi anche per le modalità con le quali i "gregari" (e quelli che come te li accusano) si confrontano su ogni tema.
La modernità a cui tu fai riferimento non chiede ne' gregariato supino, ne rifiuto manicheo.
La modernità, come tutto ciò che ha a che fare con il futuro e non con il passato (che a sua volta non sempre riusciamo a comprendere anche a distanza di lustri o secoli), richiede umiltà, ricerca, riflessione, domande, studio, ipotesi e confronto.
La modernità non ha bisogno dei sindacati che "firmano a prescindere", non ha bisogno di "sto' con Marchionne tutta la vita", ma nemmeno di chi banalizza e generalizza con la testa rivolta non si sa dove .
Questa vicenda ha messo ancora in chiaro che a sinistra si discute di tutto ma non si sa confrontarsi su nulla.
Tutti hanno preso posizione in modo duro, secco, senza se e senza ma, o di qui o di li.
Tutti si sono prodigati a distinguersi dagli "altri", tutti hanno accusato "gli altri" di appartenere al fronte "dei cattivi", "degli arretrati","degli appiattiti" e via dicendo.
Lo scontro è sul ricatto, sulla dignità, sulla moderna struttura produttiva, sul concetto genericoe banalizzato di pause (come se la pausa fosse un un regalo o un esempio di lassismo), su quello altrettanto generalizzato e banalizzato (da una parte e dall'altra) sull'assenteismo.
Oggi lo scontro è su chi ha vinto, pareggiato, perso o quasi vinto/perso.
Caro EM.ME se invece di contrapporvi con le vostre reciproche certezze provaste a riprendere in mano umilmente la disponibilità al confronto e foste un po' tutti disposti a non brandire certezze assolute?
Come potete sperare di governare un paese se nemmeno riuscite a trovare il modo di confrontarvi su temi fondamentali come il rilancio (o la salvaguardia) del lavoro e dell'impresa?
Come reciprocamente pensate di riuscire a proporre al paese una leadership se reciprocamente giocate al tiro ai Leader (i quali naturalmente a loro volta non si fanno mancare l'occasione per "parlare" "dichiarare" ed essere manichei su un fronte o sull'altro?).?
Caro EM.MA io penso che la sinistra abbia ormai geneticamente finito per perdersi anche per le modalità con le quali i "gregari" (e quelli che come te li accusano) si confrontano su ogni tema.
La modernità a cui tu fai riferimento non chiede ne' gregariato supino, ne rifiuto manicheo.
La modernità, come tutto ciò che ha a che fare con il futuro e non con il passato (che a sua volta non sempre riusciamo a comprendere anche a distanza di lustri o secoli), richiede umiltà, ricerca, riflessione, domande, studio, ipotesi e confronto.
La modernità non ha bisogno dei sindacati che "firmano a prescindere", non ha bisogno di "sto' con Marchionne tutta la vita", ma nemmeno di chi banalizza e generalizza con la testa rivolta non si sa dove .
Questa vicenda ha messo ancora in chiaro che a sinistra si discute di tutto ma non si sa confrontarsi su nulla.
Tutti hanno preso posizione in modo duro, secco, senza se e senza ma, o di qui o di li.
Tutti si sono prodigati a distinguersi dagli "altri", tutti hanno accusato "gli altri" di appartenere al fronte "dei cattivi", "degli arretrati","degli appiattiti" e via dicendo.
Lo scontro è sul ricatto, sulla dignità, sulla moderna struttura produttiva, sul concetto genericoe banalizzato di pause (come se la pausa fosse un un regalo o un esempio di lassismo), su quello altrettanto generalizzato e banalizzato (da una parte e dall'altra) sull'assenteismo.
Oggi lo scontro è su chi ha vinto, pareggiato, perso o quasi vinto/perso.
Caro EM.ME se invece di contrapporvi con le vostre reciproche certezze provaste a riprendere in mano umilmente la disponibilità al confronto e foste un po' tutti disposti a non brandire certezze assolute?
Come potete sperare di governare un paese se nemmeno riuscite a trovare il modo di confrontarvi su temi fondamentali come il rilancio (o la salvaguardia) del lavoro e dell'impresa?
Come reciprocamente pensate di riuscire a proporre al paese una leadership se reciprocamente giocate al tiro ai Leader (i quali naturalmente a loro volta non si fanno mancare l'occasione per "parlare" "dichiarare" ed essere manichei su un fronte o sull'altro?).?
grande Emanuele!
Caro EM.MA io penso che la sinistra abbia ormai geneticamente finito per perdersi anche per le modalità con le quali i "gregari" (e quelli che come te li accusano) si confrontano su ogni tema.
La modernità a cui tu fai riferimento non chiede ne' gregariato supino, ne rifiuto manicheo.
La modernità, come tutto ciò che ha a che fare con il futuro e non con il passato (che a sua volta non sempre riusciamo a comprendere anche a distanza di lustri o secoli), richiede umiltà, ricerca, riflessione, domande, studio, ipotesi e confronto.
La modernità non ha bisogno dei sindacati che "firmano a prescindere", non ha bisogno di "sto' con Marchionne tutta la vita", ma nemmeno di chi banalizza e generalizza con la testa rivolta non si sa dove .
Questa vicenda ha messo ancora in chiaro che a sinistra si discute di tutto ma non si sa confrontarsi su nulla.
Tutti hanno preso posizione in modo duro, secco, senza se e senza ma, o di qui o di li.
Tutti si sono prodigati a distinguersi dagli "altri", tutti hanno accusato "gli altri" di appartenere al fronte "dei cattivi", "degli arretrati","degli appiattiti" e via dicendo.
Lo scontro è sul ricatto, sulla dignità, sulla moderna struttura produttiva, sul concetto genericoe banalizzato di pause (come se la pausa fosse un un regalo o un esempio di lassismo), su quello altrettanto generalizzato e banalizzato (da una parte e dall'altra) sull'assenteismo.
Oggi lo scontro è su chi ha vinto, pareggiato, perso o quasi vinto/perso.
Caro EM.ME se invece di contrapporvi con le vostre reciproche certezze provaste a riprendere in mano umilmente la disponibilità al confronto e foste un po' tutti disposti a non brandire certezze assolute?
Come potete sperare di governare un paese se nemmeno riuscite a trovare il modo di confrontarvi su temi fondamentali come il rilancio (o la salvaguardia) del lavoro e dell'impresa?
Come reciprocamente pensate di riuscire a proporre al paese una leadership se reciprocamente giocate al tiro ai Leader (i quali naturalmente a loro volta non si fanno mancare l'occasione per "parlare" "dichiarare" ed essere manichei su un fronte o sull'altro?).?
Credo che la vicenda Fiat, metta in evidenza un fattore molto importante, la grande maturità dei lavoratori, e questo mi tranquillizza, soprattuto se si riflette sul comportamento della classe politica in generale, sia di maggioranza che di opposizione, certo il risultato del referendum da alcune indicazioni la prime è che il Paese vive prima che un'emergenza economica, un'emergenza democratica, è infatti semplicemente inaccettabile che si chiamino i lavoratori a decidere su "un'idea" non su un piano industriale e soprattutto che lo si faccia sotto ricatto, l'altra grande verità che emerge è rappresentata dalla necessita che si proceda all'elaborazione di nuove regole sulle relazioni industriali che (cgil) non possono essere quelle degli anni '70.
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