lunedì 22 febbraio 2016

Luciano Belli Paci: Canguro, regole, coerenza

Quasi tutto mi divide dal M5S. E per giunta sono un convinto sostenitore della legge sulle unioni civili e il 23 gennaio ero in piazza nella manifestazione Sveglia Italia. Però questo coro di accuse contro i grillini perché non hanno accettato di votare l'emendamento "canguro" per accelerare l'iter della Cirinnà lo trovo semplicemente indegno. Che la polemica sulla questione venisse usata a fini di propaganda politica era scontato. L'incultura e la volgarità sono a tal punto dominanti nel confronto tra i partiti italiani - o come si chiamano adesso - che nulla più stupisce. Quello che allarma è che anche opinionisti seri - penso per esempio a Michele Serra e a Piero Ignazi - in questa occasione si siano prestati a battere la grancassa, ostentando un disprezzo assoluto sia per la cultura delle regole sia per il principio di coerenza. Il cosiddetto canguro è una palese violazione delle più elementari regole parlamentari, come perfino il tremebondo presidente Grasso sembra ora avere capito (dopo averne consentito l'uso violento in sede di approvazione dell'Italikum). Esso consiste infatti in un emendamento costruito in forma di catalogo: la presente legge conterrà a-b-c-d .... L'effetto è quello di far decadere in un colpo solo tutti gli emendamenti riguardanti tutti i successivi articoli, esattamente come se fosse stata posta la questione di fiducia. Ovviamente è lecito che il governo ponga la fiducia se ritiene di farlo e quando le regole glielo consentono, ma negli altri casi la norma cardine per cui ogni legge deve essere votata "articolo per articolo" (art. 72 Cost. e regolamenti delle Camere) non può essere aggirata con un espediente che svuota una delle prerogative essenziali della funzione parlamentare. L'abuso dell'ostruzionismo, in simili situazioni, può essere contrastato con altri mezzi, come peraltro è stato sempre fatto prima della recente invenzione del canguro. Ma in ogni caso, per quanto possa essere giustificato e nobile lo scopo, il fine non giustifica i mezzi se il mezzo è la violazione delle regole fondamentali delle istituzioni democratiche. Oltre a questo punto, che è dirimente, nel caso di specie sussiste anche una questione di elementare coerenza. Il M5S aveva fatto una battaglia durissima contro il canguro, e proprio per le ragioni di principio sopra esposte. Non si capisce con che faccia avrebbe potuto accettare di utilizzare uno strumento che solo pochi mesi fa aveva definito incostituzionale ed antidemocratico. Oltretutto senza che sussistesse un vero problema di ostruzionismo, che si era ridotto a poche centinaia di emendamenti, ma solo per levare le castagne dal fuoco al Pd che temeva di essere impallinato dai catto-dem. Insomma, non solo in materia costituzionale non è vero che "Parigi val bene una messa", ma nel nostro caso "Parigi" non era nemmeno la legge Cirinnà, ma era la faccia del Pd. Luciano Belli Paci

17 commenti:

salvatore ha detto...




Aggiungo un'altra osservazione alla totalmente condivisibile mail di Luciano.

Anche io sono distante dal m5s, eppure non ho potuto fare a meno di notare una cosa molto interessante ieri, domenica, osservando l'intervista di DiMaio da Lucia Annunziata (rai3, in mezz'ora, puntata del 21 febbraio). Ad un certo punto tempo 27'15") la giornalista ironizza sul fatto che i candidati dei 5 stelle vengono eletti con poche centinaia di voti sul loro sito, e DiMaio risponde orgogliosamente che i voti arrivano solo dai loro militanti (ha proprio usato questo termine) certificati e che operano veramente sui territori (altre parole sue!).

Questo mi ha colpito e fatto riflettere. E' evidente che questo ragazzo sia cresciuto in un tempo di primarie e di politica all'americana, così com'è evidente che detesta i partiti in senso stretto. Però ha sottolineato con vanto che i loro candidati vengono scelti dal movimento, nelle zone di pertinenza e solo dai militanti. Beh, non è molto lontano dal metodo che si usava nei partiti di sinistra, in cui le candidature erano comunque espressione dei militanti, attraverso la sintesi politica che effettuava il gruppo dirigente (locale e poi nazionale), e che è il metodo secondo me più degno. Questa ne è semplicemente una versione moderna, in chiave web, ma è molto più dignitosa di quella trovata mediatica e demagogica chiamata "primarie" .

Credo che dovremmo guardarli meno con la puzza sotto il naso, o, perlomeno, non con più di quanta ne usiamo per giudicare formazioni politiche che ci sono più familiari.




giovanni ha detto...

Cari Luciano e Salvatore,
mi spiace, ma questa volta non sono d'accordo con voi.
Questa vicenda ha confermato non la coerenza dei M5S, ma piuttosto il fatto che sono dei burattini telecomandati da Casaleggio e Grillo (o chissà chi per loro).
Altro che coerenza: hanno cambiato parere sulla stepchild e sull'uso del canguro nella fattispecie. E le loro votazioni online nessuno è in grado di controllarle.
Sul Pd e sull'ineffabile segretario-presidente-facciotuttoio stendiamo un pietoso velo. Ma se al ballottaggio dovessero andare i M5S, questa vicenda mi conferma nell'intenzione di starmene a casa.
Un caro saluto
Giovanni

sandra ha detto...

Ho riascoltato l’intervento di Airola al Senato http://www.askanews.it/politica/unioni-civili-airola-m5s-no-a-canguro-e-voto-sia-palese_711736847.htm
Senza saperne di più, pare proprio ne faccia una questione di principio. Non è stato invece un gesto politico? Quando si votò la riforma costituzionale il M5S non era uscito dall’aula? Stavolta invece i 500 emendamenti significano soltanto quel paio di settimane che comportano?
Avevano detto, o no, che il canguro lo votavano? E’ da mo’ che se ne parla. E le affermazioni della Cirinnà?
Se non fosse che Casaleggio aveva diramato un contrordine, ben valutando l’orientamento a sfavore della maggioranza degli italiani sul tema dell’adozione, etc., la dichiarazione di Airola rimarrebbe avvolta nell’alone di alto sdegno in cui è stata urlata. Sono davvero tanti gli stimabili commentatori a leggerlo come un un gesto politico, non un ossequio al dettato costituzionale e alle regole: modi tempi precedenti, etc., consentono di credere diversamente?

Chiudo con una battuta un po’ così : uffa però che l’abbia sempre vinta la Chiesa!

Sandra

maurizio ha detto...

Sono pienamente d'accordo con Giovanni. I 5Stelle, in questa come in altre occasioni, non hanno difeso alcuna posizione di principio (cosa del resto impossibile per chi non ha principi), ma hanno posto in essere un comportamento politico tanto spregiudicato quanto legittimo. Per questo, e solo per questo, è risibile prendersela con loro.
Renzi ha voluto giocare la carta della modernità anche nel campo dei diritti, ma delle due l'una: o ha sottovalutato l'opposizione dei cosiddetti cattodem e del suo alleato Alfano o, ipotesi più probabile, ha creduto di poter prescindere da loro appoggiandosi a Sinistra Italiana - cioè a SEL più i fuoriusciti dal PD - e ai 5Stelle. Ma Casaleggio lo ha lasciato in braghe di tela perché i 5Stelle giocano una partita tutta loro, che non prevede concessioni a nessuno.
Chi si crede un genio della politica avrebbe dovuto prevederlo anche perché non era poi così difficile farlo.
Fraterni saluti
Maurizio

franco ha detto...

In effetti tutti i contendenti hanno agito esclusivamente in nome dei propri interessi politici e di schieramento: del merito non interessa niente a nessuno. Un aspetto evidente della degenerazione dell’agire politico. Alla fine il PD farà prevalere il concetto esaustivo di governabilità e l’avvicinamento all’obiettivo politico del partito della Nazione. Anche i 5 stelle ovviamente giocano sullo stesso tavolo misurandosi come l’opposizione che si presenta come in grado di reggere la contesa nel ballottaggio dell’Italikum. Il frutto evidente di una separatezza dalla realtà quotidiana, derivante dalla presenza di soggetti ormai privi di radicamento sociale e indifferenti alla partecipazione reale e concreta usata ormai come schermo televisivo per le ambizioni dei singoli. Grazie per l’attenzione Franco Astengo

livio ha detto...

Cari Luciano e Salvatore, nonché Giovanni

Non partecipo molto alle discussioni di questa mailing list, ma in questo caso mi sente titolato a offrire se non altro informazioni di prima mano.

La scelta del candidato sindaco per le liste "civiche" del M5S è affidata interamente alla discrezione del gruppo locale e quindi varia da realtà a realtà.

A Milano già 5 anni fa, dopo lungo dibattito interno, su mia personale spinta, si votò e si scelse di adottare il Condorcet perché questo metodo consente di selezionare il profilo meno divisivo in grado di assicurare l'appoggio di tutto il gruppo alla seguente campagna elettorale. Questo avviane, in quanto la figura scelta è espressione della maggioranza assoluta degli attivisti, anche di chi non l'aveva come prima preferenza. Per questo il potere di voto è legato ad una platea ben definita e controllata, solo ed esclusivamente chi risiede in città e risulta registrato certificato (con documento di identità depositato) al sito del movimento non al blog di Grillo (le registrazioni sono due e differenti).
la scelta di voto fisico è conseguente alla adozione del metodo e volutamente restringe la platea dei votanti, perché si impone alla persona un atto volitivo ossia muoversi ed andare a votare.

Nessuno si è meravigliato quindi che a Milano abbiamo votato 300 persone.

A quanto mi consta la notizia di stampa che narra di un esito con 74 voti a favore di Patrizia non ha senso, infatti il metodo Condorcet prevede confronti a coppie tra tutti i candidati e l'esito è stato reso pubblico con verbale certificato da un notaio presente a tutte le operazioni di voto e scrutinio http://files.meetup.com/206004/ELECTION%20DAY%20Milano-verbale%2010%20Novembre%202015.pdf (la tabella finale di scrutinio non è chiara a causa del carattere grafico usato nel testo, bisogna eseguire un copia incollo in curier).

Si può argomentare su i pro e i contro del metodo, ma non sulla sua trasparenza ed applicazione.

Altro argomento il perché il gruppo di Milano abbia scelto come ha scelto.

ciao
Livio

alberto ha detto...

Caro Salvatore, Luciano dice cose sacrosante, in linea di principio. Ma Renzi, sapeva benissimo che togliendo il canguro e andando a votare articolo per articolo,come voleva il M5s , bastava, con qualche colpo di mano, la modifica di qualche frase per stravolgere, in senso peggiorativo, tutta la legge. Questo rischio Renzi ,da buon fiorentino patria del Machiavelli, non voleva correrlo per non vedersi intestare una legge stravolta. E a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.
Quanto ai grillini alcune riflessioni: Di Maio è sicuramente accattivante ma: in America per partecipare al voto delle primarie ci si deve iscrivere qualche giorno prima come votante-sostenitore di un candidato, che è cosa diversa dall’essere militante iscritto. In secondo luogo le primarie aperte, per ogni tipo di selezione dal segretario del partito al sindaco di una città, nel PD sono state introdotte su pressione della parte giovane del partito perchè era questo il solo modo di battere la burocrazia interna del vecchio apparato che dominava tutte le candidature. Questa scelta in parte ha pagato terremotando vecchie rendite di posizione. Oggi il PD farebbe bene a regolamentarle, dando il giusto e distinto ruolo sia ai militanti iscritti sia ai simpatizzanti occasionali, per evitare che i “nuovi” assumano le logiche di potere del vecchio apparato. Nel M5s il voto di selezione dei candidati tra pochi titolati a votare e il metodo semplice del “clic” a casa a mio parere non è ne democratico ne indenne dal rischio di voto di cordata.
Un caro saluto

luigi ha detto...

I 5Stelle, in questa come in altre occasioni, non hanno difeso
alcuna posizione di principio (cosa del resto impossibile per chi non
ha principi), ..> osservazione del compagno Giancola a mio avviso
pertinente ... ma in base a quale indicatore dunque saranno le scelte
politiche del M5Stelle partito a-ideologico con un non-statuto ... nè
di estra nè di sinistra ? ... ma anche !!!
Azzardo che facciano uso del Big Data che Casaleggio padroneggia e ha
gli strumenti necessari per utilizzarlo. Alcuni anni orsono se ne è
parlato in occasione delle elezioni in USA.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Big data è il termine usato per descrivere una raccolta di dati così
estesa in termini di volume, velocità e varietà da richiedere
tecnologie e metodi analitici specifici per l'estrazione di valore.>
Dunque le adozioni previste per il compagno della coppia gay è inviso
alla maggioranza dei votanti in Italia, si verifica con il Big Data e
si è così ... la scelta dei 5Stelle pilotata da Casaleggio pende per
il No. Inoltre due piccioni con una fava voti per le prossime
elezioni e un brutto colpo a Renzi.
Ma si può avere come bussola politica l'opinione pubblica sondata
volta per volta invece che i principi costituzionale e i diritti
fondamentali dell'Uomo ?
Un dialogante saluto.
Luigi Fasce - www.circolocalogerocapitini.it

roberto ha detto...

A me sembra semplicemente che Renzi aveva la sola esigenza di cavalcare in qualche modo anche questi temi, senza però rompere con i cattodem e con Alfano.
Pertanto alla fine la posizione "di coscienza" di Grillo gli è servita per porre in essere il suo proposito.
A questo punto non rimane che rivendicare il ruolo del parlamento, che ha le sue prerogative al di là degli equilibri di governo.
Ai tempi del divorzio e dell' aborto la dc era il principale partito di governo ma non ha mai legato la discussione delle leggi alla vita del governo.
Certo Renzi è presidente-segretario...

Saluti.
rda

franco ha detto...

Mi permetto di reintervenire soltanto per fornire un'informazione che mi
pare utile. Negli USA dipende dagli Stati, in certi stati è necessario
iscriversi al partito (è il caso dei caucus), in altri come elettore ed è
possibile come simpatizzante o indipendente (sempre nella lista di un
partito). Anche i tempi d'iscrizione variano, in certi casi pochi giorni, in
altri un anno ( a mia memori mai due). Del tutto fuorviante il paragone con
i congressi di partito in Italia ai tempi del proporzionale. Anche lì
comunque la data di iscrizione valida per poter votare era stabilita di
volta in volta. Normalmente al 31 Dicembre dell'anno precedente lo
svolgimento del congresso (poi c'erano gli acquisti dei pacchetti di tessere
in banca, ma questo era un 'altro discorso contrapposto a quello di PSI e
PCI dell'immediato dopoguerra quando dovevi essere presentato da due
iscritti e per 6 mesi o 1 anno eri membro candidato. Personalmente ho dovuto
seguire quella trafila. C'erano i membri candidati anche negli organismi
dirigenti). Grazie per l'attenzione Franco Astengo

antonio ha detto...

Ovviamente, ma evidentemente ho sopravvalutato il senso dell' humour di qualcuno, facevo del sarcasmo.
Peraltro non trovo del tutto fuorviante il confronto con i congressi di partito, nel senso che nelle democrazie moderne
ci si preoccupa che la democrazia reale non si trasformi in 'democrazia plebiscitaria', vedi il gustoso Nerone di Ettore Petrolini.
Certo che, non sempre nella variegata nazione americana, le regole sono le stesse, ma è indicativo che nella maggior parte degli stati
ci si preoccupi che a decidere siano gli associati (e associati con un minimo di anzianità), e non i passanti; concetto peraltro presente nell'art.49 Cost. it,
(Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale).
Quanto ai tempi di registrazione delle primarie americane, mi sono semplicemente ricordato di quanto diceva Vittorio Zucconi, che di Stati Uniti se ne intende, non fosse
altro perchè, ha figli e nipoti americani.
Molti anni addietro, ero ragazzino, mi capitò di vedere il film 'Africa Addio' di Iacopetti; in una scena si vedevani i membri del corpo speciale astronauti di un
paese africano di recente indipendenza, naturalmente erano del tutto sprovvisti di esperienza e attrezzature ma scimmiottavano gli americani, cosicchè per testare la resistenza
all'aumento di gravità del lancio missilistico, un malcapitato veniva infilato in una botte e fatto rotolare da una collina con esiti immaginabili.
Quanto sopra mi ricorda le primarie italiane, ma, mi conviene precisare, è una battuta.

Antonio

salvatore ha detto...

Curioso questo dibattito che si è sviluppato in seguito alle giuste considerazioni di Luciano.

Vorrei tentare di farne il punto.


Prima però, giusto per evitare che le risposte adottino una (fallace) tecnica confutatoria "ad hominem diretta", sottolineo che non sono un elettore dei 5S (anche se in caso di ballottaggio con il PD non esiterei a votarli), non mi ritrovo in tutte le loro proposte, ho serie perplessità su Grillo e Casaleggio.


Veniamo al dunque. L'intervento di Luciano Belli Paci parlava, semplicemente, di coerenza e valori di democrazia e di come questi si possano manifestare nel corso di un dibattito parlamentare.

Nelle risposte sono emersi tre temi, distribuiti eterogeneamente nei vari interventi:

1) i principi che ispirano la linea politica dei partiti

2) la democraticità nel metodo di lavoro dei partiti

3) i rispettivi ruoli di Parlamento e Governo


salvatore ha detto...

Tema 1: i principi che ispirano la linea politica dei partiti

in molti hanno sostenuto che i 5s non hanno principi. Questo credo non si possa logicamente affermare. Ogni individuo, persino certi mostri come Hitler, hanno dei principi che li ispirano. Possiamo magari dire che li condividiamo o meno, ma non possiamo dire che non ne abbiano!
Sicuramente i 5S non hanno la stessa struttura valoriale che abbiano noi, che ci richiamiamo al socialismo.

Si potrà obiettare che i 5S sono una insalata mista di valori contraddittori, mentre i socialisti hanno una unità di valori molto forte e coerente. Può darsi, ma questa affermazione andrebbe suffragata da una analisi di ciò che affermano e fanno i 5S, e, soprattutto, paragonata a ciò che dicono e fanno gli altri, compresi quelli che affermano di appartenere alla nostra stessa famiglia. Forse con questo metodo si scoprirebbe, tristemente, che tutti sono bravi ad affermare di avere nobili ideali, salvo poi dimostrare nella pratica che non li hanno capiti e praticano tutt'altro. Giusto per portare un esempietto piccolo piccolo, mi pare strano che si accetti entusiasticamente da parte di un partito che fa parte del PSE il vincolo di pareggio di bilancio in Costituzione, che in ultima analisi toglie alla politica qualsiasi libertà di manovra e lascia agire in modo incontrastato "i mercati": e questi sarebbero "socialisti"?
Questo giusto per dire che se andiamo a rivedere le scelte fatte negli anni dai "nostri", potremmo stilare un lunghissimo interminabile elenco di decisioni "antisocialiste", lontane anni luce dai principi di uguaglianza, solidarietà, giustizia.

E se andiamo a vedere l'operato dei 5S in questo piccolo lasso di tempo in cui sono venuti fuori, potremo notare una buona dose di coerenza, ovviamente interna al loro schema di valori. Coerenti anche nel tendere trappole agli avversari e magari perdere buone occasioni per far qualcosa di utile al Paese pur di non commettere quelli che loro definiscono "inciuci", ma comunque coerenti, ci piaccia o no. E sulla Costituzione hanno mostrato molta coerenza, sia con gesti come l'abbandono dell'aula, sia con l'opposizione a metodi come il "supercanguro".

salvatore ha detto...

Tema 2: la democraticità nel metodo di lavoro dei partiti

Ho affermato che il metodo di selezione dei candidati 5S assomiglia molto a quello dei vecchi partiti di massa, che invece lo hanno abbandonato per le primarie, E sono stato attaccato da alcuni strenui difensori delle primarie.

Ebbene, non me ne si voglia, ma le primarie le ritengo uno strumento demagogico, mediatico, frutto di una cultura di delega passiva, di culto della personalità...... tutto l'opposto della democrazia partecipata.


Il mio ragionamento è semplice quanto rozzo, e passa attraverso il ruolo dei partiti così come definito nella Costituzione.

1) Non è pensabile che una nazione con decine di milioni di persone possa essere gestita tramite democrazia diretta, se non in alcuni isolati momenti, come nel caso dei referendum. Neanche Atene ci riuscì più che tanto, figuriamoci una nazione moderna! E' giusto quindi che ogni nazione si dia organi di governo che prendano decisioni


2) Questi organismi possono essere scelti dall'unto del signore oppure, e sarebbe meglio, tramite metodi democratici che diano loro una investitura. Questa è la ragione per cui negli stati moderni esistono le elezioni e gli organi elettivi. Vivaddio!


3) Questi organi elettivi devono in qualche modo rapportarsi con i cittadini, altrimenti ricadiamo in una forma di "non democrazia". In che modo si possono rapportare? Escludendo "le assemblee sessantottine", restano solo due strade possibili:

- a) attraverso organi intermedi, che esprimono istanze, le mediano a livelli superiori, danno la possibilità ai cittadini che lo vogliono di impegnarsi direttamente e concorrere alla vita democratica del paese;

- b) attraverso comitati di interesse, lobbies, circoli vari che esprimono interessi particolari (anche legittimi, per carità!) e poi cercano di conquistare il potere sufficiente a imporli.


salvatore ha detto...

Notate che, volutamente, non ho usato la parola partiti in nessuno dei due casi. E' una parola che ha assunto nel tempo entrambi i significati. Nel primo caso abbiamo i partiti di massa, quelli della prima repubblica. Nel secondo abbiamo i partiti liquidi, quelli della nazione, quelli pigliatutto, come la maggior parte di quelli che ci sono adesso in circolazione.


I partiti liquidi hanno bisogno di lottare per il consenso intorno al loro leader, non tanto su valori e obiettivi di lungo periodo, cosa molto delicata, ma su obiettivi immediati, su parole d'ordine che consentano di prendere voti sufficienti a conquistare il potere. E' il caso dei Berlusconi ("l'imprenditore che doveva governare il paese come le sue aziende") e dei Renzi ("quello che rottama tutto perché il nuovo è sempre meglio del vecchio").

I partiti liquidi non hanno bisogno, anzi, ne hanno paura, di un corpus di militanti pensanti, partecipanti, che esprimono posizioni, che fanno congressi nei diversi livelli territoriali....... è chiaro che preferiscono un meccanismo come le primarie che consente una selezione basata sui messaggi mediatici, sui discorsi senza possibilità di contraddittorio, sulla non conoscenza personale e diretta delle persone.


I partiti di massa invece sono fatti di persone che militano, si impegnano nei territori, dibattono tra loro ed alla fine finiscono per scegliere i loro leader attraverso un processo di dibattito e discussione che fornisce un risultato "di qualità".


salvatore ha detto...

Qualcuno mi ha obiettato che le primarie hanno consentito di svecchiare l'apparato burocratico di quello che era il vecchio PCI, che con i congressi non si schiodava dalla poltrona. Mi verrebbe facile ironizzare sui risultati raggiunti, ma preferisco rispondere che il problema non era nel metodo (il partito come forma di mediazione) ma nel fatto che il PCI mancava un tantino di democrazia interna. Ad esempio il PSI, senza bisogno di primarie, riusci a rinnovare in modo continuo e graduale la sua classe politica: Craxi, Martelli e compagnia bella, non furono scelti dai passanti ai gazebo del PSI, ma con un ordinato mecanismo congressuale.


Qualcuno a questo punto potrebbe obiettare che i partiti di massa non esistono più, e quindi rassegnanamoci. Io direi che se è vero che la vecchia forma di militanza è in crisi, è anche vero che ne stanno nascendo altre, in modo ancora confuso, ma con molte potenzialità. Il web e ciò che fanno i 5S in questo senso è qualcosa di interessante, anche se ovviamente i pericoli di pilotaggio di cui parlava Luigi Fasce sono reali e vanno tenuti presenti, tanto quanto i rischi di pilotaggio e finanziamento occulto delle varie "Leopolde" e campagne di rottamazione, condotte peraltro senza neanche uno straccio di consultazione degli apparti di partito. Non è un caso che l'apparato del PD era inizialmente tutto contro Renzi, e si è improvvisamente convertito quando ha compreso che il vento era cambiato!


In conclusione: io credo ancora che i partiti "veri" siano l'indispensabile strumento di raccordo fra momento di direzione della politica e istanze dei cittadini. E ritengo che la selezione della classe politica debba avvenire attraverso la vita nei partiti.

E' per questo che io apprezzo i 300 voti con cui si sono selti i candidati di Roma, li aprezzo molto più delle primarie di Milano con cui il PD ha scelto Sala. E sono pienamente d'accordo con Livio Loverso quando ci racconta come ha funzionato il meccanismo di selezione dei 5S a Milano (compresi i giudizi sui risultati).



Tema 3: i rispettivi ruoli di Parlamento e Governo
Alcuni interventi hanno anche sostenuto che Renzi è stato costretto ad agire come ha fatto perché votando uno per uno gli articoli della legge avrebbe rischiato che dal dibattito paralmentare potesse uscire fuori una legge stravolta. Non entro neanche nel merito di quello che sarebbe potuto succedere alla proposta di legge Cirinnà.

Voglio solo fare osservare, con un giudizio forse eccessivamente "duro", che simili affermazioni sono totalmente fuori da quello che è il nostro schema di democrazia parlamentare. Vorrei ricordare che fino a quando Renzi non sarà riuscito nei suoi intenti, questa è ancora una democrazia parlamentare, in cui le leggi le deve fare il parlamento, e non il governo. E quindi mi viene il dubbio che tanti errori politici, commessi anche dalla sinistra, nascano non tanto da opinioni diverse o ragioni contingenti, ma proprio dalla non conoscenza tout-court dei principi del nostro ordinamento Costituzionale. In Italia, fino a prova contraria, le leggi le dovrebbe promuovere, discutere e approvare il Parlamento. Chi crede il contrario è pregato di andarsi a rileggere la Costituzione.

Ecco un'altra ragione per impegnarsi a favore del NO nel referendum sulle deforme costituzionali.



Cordiali saluti e grazie per l'attenzione


Salvatore

francesco ha detto...

Resta il fatto che il canguro era una porcheria che sviliva e umiliava la centralità del Parlamento.

Se io fossi stato un senatore non l'avrei votato.

Renzi (e la grancassa mediatica che gli tiene bordone) credono di aver colto la palla al balzo per ricompattare il PD e ricomporre la maggioranza con un intervento del tutto improprio del governo (oltre tutto su una versione della legge decisamente al ribasso). Ma è ipocrisia e cialtronaggine allo stato puro. La cosa finirà per ritorcerglisi contro.

Un saluto,

Francesco Somaini