giovedì 20 novembre 2014

PERCHE’ LA SINISTRA: DISAGIO E CONFLITTO SOCIALE: IL RISCHIO E’ QUELLO DI UNA DERIVA A DESTRA? di Franco Astengo

PERCHE’ LA SINISTRA: DISAGIO E CONFLITTO SOCIALE: IL RISCHIO E’ QUELLO DI UNA DERIVA A DESTRA? di Franco Astengo

1 commento:

roel ha detto...

L'analisi è circostanziata ed è vero che le responsabilità del degrado non sono solo di una parte.
Ma, stando alla realtà dei fatti, sarà impossibile realizzare un "modello alternativo" quando i comportamenti delle caste e delle supercaste si mantengono abbarbicate ai loro privilegi. Bastano alcuni esempi:
- i consiglieri regionali fanno quadrato lungo l'intero Stivale contro l'ipotesi di revisione della normativa sui "vitalizi";
(è stato documentato e pubblicizzato che vi sono soggetti che con alcuni mesi di rappresentanza percepiscono vitalizi che superano Eu 5000 mensili, mentre la gran massa di lavoratori anche del pubblico impiego, dopo 40 a. di servizio, si ritrova con 1200-1500 Eu !!!!!!!)
- il decreto per il "contributo di solidarietà" a carico delle retribuzioni delle alte soglie, viene dichiarato incostituzionale;
- la massima giurisdizione però, nomina a turno alla presidenza i componenti che di volta in volta sono prossimi alla pensione,
perchè ognuno se ne vada con il carico di privilegi previsto;
- le pensioni d'oro sono in pieno godimento ;
- i boiardi di Stato sono sempre presenti nei gangli vitali delle pubbliche amministrazioni;
- i consiglieri regionali che spesso superano la retribuzione dei deputati, non sono venuti meno;
- ecc., ecc.-
Partitocrazia, sindacati e quant'altri hanno la responsabilità di aver fatto crescere la miriade di "bubboni" nel corso di un trentennio di saccheggi indiscriminati, tanto da ridurre la Repubblica all'anemia , portando il debito pubblico all'inverosimile.
Una realtà di disuguaglianze intollerabili consolidatesi nel corso di diversi decenni e che ora risulta difficile sradicare.
A tanto si aggiungono la "politica di rigore" , l'eccessiva tassazione, l'azzeramento del ceto medio, la disoccupazione crescente,
le minacce e i provvedimenti di licenziamento, la delocalizzazione delle industrie, l'eliminazione della "giusta causa" a cui non potrà che subentrare "l'ingiusta causa". Tutti fenomeni che porteranno ad aspri conflitti sociali, le cui avvisaglie sono già in atto
nalla "guerra tra poveri". Anche la situazione internazionale non è certo idilliaca, anche in Europa, dove addirittura c'è chi parla di "guerra fredda"!!!!! (Mi viene in mente, a proposito dell'allora preoccupazione della "bomba demografica", la constatazione ormai vecchia, dello scienziato Zichichi ,secondo cui " in un decennio erano nate più bombe che bambini". Nè credo che nei decenni successivi le cose siano cambiate e l'attuale appello del Papa rischia di essere "vox clamans in dserto", anche perchè i fabbricanti di armi "sono sempre sul piede di guerra").
Sic stantibus rebus, come sarà possibile avviare processi di costruzione di modelli di società ispirati a criteri di reale ed effettiva maggiore equità e giustizia sociale, nonchè di rapporti pacifici e collaborativi tra gli stati?
L'aspirazione di Astengo, purtroppo, non basta a risolvere l'enigma. Un saluto, Roel.